A fondo di quella che sembrava una parabola discendente, arrivano i 30 anni di Essen, un po' a cavallo tra il canto del cigno e il grufolìo del maiale.
Dopo l'avvilente esperienza dello scorso anno, che ha visto uscire praticamente nulla con uno Spiel des jahres consegnato a un sussulto intestinale, qualcuno deve aver lasciato una finestra aperta, così che un po' di colore e qualche idea s'intrufolassero ad insaputa degli organizzatori.
A discolpa degli stessi c'è da dire che, negli anni in cui li abbiamo visti agire, quasi mai sono intervenuti di propria mano per agghindare l'evento, lasciando sempre libera iniziativa agli espositori. Spesso sbagliando.
Così il senso della meraviglia si era andato perdendo come la voglia di giocare ancora una partita ad Agricola, e la fiera si consumava come si consuma un gioco senza alea.
Poi arrivano i trent'anni Essen e qualcosa cambia, che sia un'inversione di tendenza? O solo uno scatto d'orgoglio?
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