Chi non conosce il paradosso del gatto di Schrödinger può andarselo a leggere qui. In ogni caso, questo è solo il pretesto da cui parte l'autore Muneyuki Yokouchi per creare un gioco di carte, pubblicato poi da Ayatsurare Ningyoukan e presentato anche a Essen 2022 nell'edizione deluxe, come peraltro potete leggere in questo report.
Qualche chiarimento sulle edizioni:
- 2020: Cat in the Box, edizione originale, scatola piccola, pubblicato da Ayatsurare Ningyoukan.
- 2022: Cat in the Box: Deluxe Edition, scatola piccola, pubblicato da Hobby Japan e altri otto editori, tra cui Pegasus Spiele (è l'edizione che ho preso io tramite Weega).
- 2024: Colossal Cat in the Box, scatola grande, lanciato su Kickstarter, pubblicato dalla Bézier Games.
Se non volete spendere un patrimonio per un filler di carte e non vi interessa avere una componentistica enorme e ingombrante, la Deluxe Edition va benissimo.
Cat in The Box è un filler, competitivo, per 2-5 giocatori, della durata compresa tra i 15 e i 40 minuti, destinato a un pubblico occasionale, basato su meccaniche di trick taking, recinzione, gestione mano, puntate.
Come si gioca a Cat in the Box
Il mazzo è formato da 45 carte, cinque per ciascun numero da uno a nove. I giocatori ricevono dieci carte (nove se si è in cinque). Con meno di cinque giocatori vengono esclusi i numeri progressivamente più alti, ad esempio in quattro partecipanti si tolgono i nove dal mazzo.
La griglia al centro del tavolo raffigura tutti i numeri in gioco, divisi in quattro colori.
Ora, valutando la propria mano, ciascuno fa una puntata, stimando di riuscire ad aggiudicarsi da una a tre mani (di più se si gioca in due o tre).
A questo punto, dopo che tutti hanno eliminato una carta dalla mano, il primo giocatore gioca una carta, dichiarandone il colore, a sua scelta tra giallo, blu, verde e rosso. Rosso è però anche il colore considerato di Briscola, ovvero un colore che prende tutti gli altri e non si può esordire di briscola se prima non è stata “spaccata”, ovvero se qualcuno non ha precedentemente risposto con la briscola a un altro colore.
Deciso così il colore della carta dal primo giocatore, gli altri possono seguirlo, oppure cambiare colore: in tal caso, però, perdono per tutta la partita il diritto a giocare carte considerate di quel colore.
Normalmente chi ha giocato la carta più alta del colore dichiarato vince la presa (carte più alte ma di colore diverso sono considerate perdenti), ma ovviamente, se si risponde con la briscola, si prende, sconfiggendo anche il colore dominante (che però, da quel momento non possiamo più giocare).
Il fatto è che, ogni volta che uno gioca una carta, deve mettere un suo segnalino sulla griglia al centro, al numero e colore dichiarato. Se lo spazio è già occupato, non potrà giocare quella carta.
Il round di gioco finisce o quando si è giocata la penultima carta, o quando un giocatore fa scattare un paradosso (in tal caso la mano corrente non viene portata a termine). Il paradosso si verifica quando un giocatore non può più giocare carte dalla mano, perché tutti gli spazi per lui utili sono ormai occupati, o si è precluso l'utilizzo di colori liberi.
Ogni presa vale un punto, poi, se uno ha azzeccato la puntata del numero di mani vinte, conta anche come punti vittoria i suoi segnalini adiacenti sulla griglia (il gruppo più numeroso). Se però il giocatore ha causato il paradosso, conta come negative le prese e non conteggia l'eventuale gruppo di segnalini.
Si fa un numero di round pari ai partecipanti, ogni volta facendo iniziare un nuovo giocatore e vince chi ha infine accumulato più punti.
Materiali
Quelli della Deluxe Edition sono ottimi e compatti. Le plance sono a doppio strato e le carte stanno nella scatola anche imbustate.
La prima versione non l'ho mai vista, mentre la Colossal mi pare eccessiva, sia per il gioco, che per l'ingombro, che per il costo.
Regolamento
Breve e chiaro, anche perché il gioco è davvero semplice.
Ambientazione
Bello il riferimento al gatto di Schrödinger e possiamo pure spingerci a dire che effettivamente le meccaniche hanno un che di sperimentale, tanto da farci supporre che davvero il gioco sia stato pensato con in mente il famoso paradosso, almeno come punto di partenza. Poi certo, rimane un gioco di carte sostanzialmente astratto.
Considerazioni
Un bel gioco di prese, di quelli che rientrano perfettamente nelle corde di noi italiani, direi quasi nel nostro codice genetico.
Le carte del mazzo vengono tutte distribuite e sulla mano si ha un certo controllo, dovendo immediatamente scartare una carta dalla mano e poi sapendo di giocarle tutte tranne l'ultima. Per cui, ad esempio, in quattro, delle dieci carte che vedi, ne userai otto.
La partita poi è davvero più profonda e interessante di quanto potrebbe apparire a prima vista. Partire con una carta forte non è garanzia di vittoria, dato che chiunque potrebbe superarla con la Briscola. Molto più forte giocare per ultimi, ma, specie da metà round in giù, c'è anche maggiore rischio di vedersi occupati gli spazi utili alle proprie carte.
La cosa più interessante è che il bonus garantito dalla scommessa vinta sulle prese permette al giocatore di impostare un round vincente anche possedendo carte di basso valore. Basta magari vincere una sola mano e creare un bell'assembramento di propri segnalini nella parte bassa del tabellone (ci ho fatto anche otto punti, con questa strategia).
Quindi non c'è tanto una mano forte e una mano debole, quanto una mano sfruttata al meglio.
Il
twist del gioco è poi il
poter decidere il colore della carta giocata, sia in apertura che in risposta. Anche se la vera importante implicazione non è questa, ma ciò che ne consegue: il rinunciare a un colore per il resto del round. Se uno esordisce di blu e io rispondo giallo o verde (o rosso, per prendere), da quel momento in poi il blu mi sarà precluso, sia come prima giocata che come risposta. È come se, in un gioco con carte classiche, io dichiarassi di essere “secco” di un seme.
Il
timing di quando farlo è importantissimo e ruota poi attorno agli slot liberi sulla griglia centrale e ai numeri delle carte rimaste in mano, così come anche alla scommessa fatta e alla disposizione dei segnalini, propri e altrui.
Insomma una piccola regola che non solo caratterizza tutto il gioco, ma gli dona la necessaria
profondità per farlo apprezzare anche da
giocatori abituali e non solo occasionali.
Buona la scalabilità, anche se personalmente lo preferisco in quattro. Rimane un buon gioco in tre (forse troppo largo sulla griglia) e in cinque (un po' troppo lunga la partita), mentre in due farei altro.
Conclusione
Una valida alternativa ad Alta Marea. Anzi, a livello di gioco e meccaniche, trovo questo Cat in The Box anche più interessante e controllabile, per cui si merita qualche decimale in più.