Concordo in toto con la recensione. Non amo i titoli maggiori di Friese, che trovo troppo calcolosi per i miei gusti, questo invece l'ho trovato... "fresco" come un succo d'estate. Anche nel mio caso mio figlio, coetaneo al tuo, si è stufato presto (ma perché non è mai riuscito a vincere a questo gioco, povero! :( ) e credo in pratica sia piaciuto di più a me: non è un mostro di originalità ma è piacevole, sicuramente la sua particolarità è la variabilità delle pur semplici regole tra partita e partita. Sottolineo due cose: 1. Non è un vero legacy, nel senso che il mazzo resta come al termine della partita precedente, ma può essere anche ripristinato come era all'inizio, cioè nessun componente viene modificato irreversibilmente, è solo questione di preparazione di setup iniziali . E 2.l'edizione italiana ha errori di traduzione su alcune carte, di cui però si trovano le correzioni sul nostro forum o in area download
L’idea dell’autore era fare una specie di legacy rigiocabile.
Il risultato è un gioco di carte dalla meccanica semplice e che assicura molta variabilità: la particolarità del gioco, infatti, è che cambia giocando.
L’ambientazione lo rende adatto anche ai ragazzi: siamo animali che abitano una foresta ricca di deliziosi e dolcissimi frutti, con cui fare saporiti succhi. Vince chi riesce a comprare un numero di succhi stabilito in base al numero di giocatori.
Il gioco in breve
All’inizio si prepara il mazzo di carte luogo, che sono numerate da 1 a 59. Di ogni carta luogo esistono quattro copie (otto copie dell’ultima) che, a differenza di come siamo abituati, non devono essere mischiate. Le carte rappresentano perlopiù luoghi dove ricevere frutti o scambiarli.
Nella prima partita si prendono tutte le carte da "1" a "6" e si posizionano in pile separate.
Ogni giocatore riceve il segnalino animale e pesca due frutti: set-up finito!
Il giocatore di turno deve muovere il segnalino su un altro luogo: se è già occupato da altri segnalini, deve prima dare un frutto preso dalla propria mano a ogni avversario presente, se ne possiede (sennò ciccia, fa l’azione lo stesso senza pagare!). Poi, sceglie tra due opzioni:
- eseguire l’azione = sulle carte luogo è possibile ricevere o scambiare frutti, non c’è limite a quelli che possiamo conservare in mano; alcune carte mettono a disposizione di tutti il mercato, un ulteriore spazio azione;
- acquistare il succo = in alternativa, se si possiedono i frutti richiesti, si può acquistare la carta luogo come succo (girandola sul retro). Quando viene acquistato un succo, si pesca una nuova carta dal mazzo delle carte luogo: se il luogo non era ancora entrato in gioco, va a creare un nuovo spazio azione; quando viene acquistata l’ultima carta di una pila, quell’azione non è più disponibile.
Quando un giocatore raggiunge il numero necessario di succhi, si finisce il round in modo che tutti abbiano fatto lo stesso numero di turni e la partita termina: vince chi ha più succhi o, in parità, chi ha più frutti in mano.
La particolarità è la preparazione della nuova partita: il mazzo, infatti, non viene ripristinato com’era inizialmente, ma si continua a giocare dal punto in cui si era interrotta la partita. Le carte che erano state eliminate vengono rimosse e non saranno più utilizzate, poi si preparano le prossime 24 carte del mazzo e la nuova partita può iniziare!
Considerazioni
È stato molto sottovalutato come gioco, ma lo trovo uno dei più interessanti di Friese.
Il primo pregio del gioco che si percepisce è la grande rigiocabilità: la meccanica di continuare a giocare, semplice e geniale, permette di variare enormemente le partite rendendole tutte uniche e diverse. E poi, essendo anche veloce, una partita tira l’altra.
La cosa che mi è piaciuta di più è l’evoluzione stessa del gioco: la meccanica del cambiare le carte non influisce solo sulla variabilità, bensì trasforma proprio le partite. Le azioni diventano più complesse e il costo varia. Inoltre, il gioco alla fine è una corsa a chi riesce per primo a comprare i succhi, per cui nonostante la sequenza con cui entrano le carte azione sia sempre la stessa, se ricominciassi da capo le partite sarebbero molto diverse perché alcune azioni che sono durate poco potrebbero rimanere molto più a lungo o viceversa.
Io l’ho giocato con mia figlia Benny (7 anni) e ho notato che anche il suo atteggiamento di fronte al titolo è mutato e da accanita sostenitrice che voleva fare anche cinque partite di fila, il suo interesse è andato un po’ scemando in maniera direttamente proporzionale alla difficoltà: più le azioni diventano complesse e, quindi, si scardinava la strategia che aveva acquisito, più si “perdeva”.
La grafica è graziosa e chiara, gli animali sono buffi e l’azione collegata richiama particolarità della specie raffigurata. Grafica e ambientazione allegra, lo rendono adatto anche a un pubblico familiare e di ragazzi.
L’alea è limitata e presente solo nella pesca dei frutti.
Come accade spesso per questo genere di titoli la sensazione è quella di un multi-solitario: l’interazione è pochissima, si percepisce principalmente nelle carte “di attacco” (come ad esempio rubare un frutto da chi ne ha di più). Un po’ di vivacità in più è resa dalla presenza della scimmietta: è un segnalino ladro introdotto da alcune carte, che fa piccoli dispettucci. In realtà, per il carattere evolutivo del gioco l’interazione ha un peso più rilevante nel ciclo di partite perché i succhi che verranno creati determinano le azioni che non si potranno più svolgere una volta esaurito il set di quattro carte che le compone.
In due giocatori sparisce la difficoltà di trovare il luogo già occupato perché sono tanti e facilmente si possono evitare i luoghi in cui si trova l’avversario, ma diventa più importante spezzare le catene di azioni dell’avversario eliminando determinate azioni.
Lo consiglio a chi cerca un titolo veloce, senza troppi pensieri ma non banale, come introduttivo o per avere un fine serata fisso.