Acquisisci Poteri divini grazie ai Culti Misterici e salpa alla conquista del Vello d’Oro, gusta i Pomi delle Esperidi e sconfiggi l’Idra di Lerna, ma attento a non far adirare i volubili Dei Olimpici, o ne pagherai le amare conseguenze…" così recita la quarta di copertina del manuale di Mythos in una sintetica quanto accattivante presentazione di quello che in effetti aspetta i giocatori che abbiano scelto questa via per addentrarsi "ruolisticamente" nella Grecia mitologica.
I giocatori di Mythos saranno infatti chiamati ad immedesimarsi in Eroi di quell'universo mitico-classico sfondo di numerosissime leggende, grandiosi poemi e strazianti tragedie, con cui la maggior parte di noi ha da sempre una certa confidenza.
I Personaggi si muoveranno all'interno di una realtà a cavallo fra lo storico (poco) e il fantastico (molto) che possiede le sue precise caratteristiche (una geografia ristretta ed ellenocentrica, l'ingerenza tangibile e capricciosa delle divinità, un livello tecnologico limitato... ) ma che allo stesso tempo fornisce spunti per ambientare avventure incentrate sia su esplorazioni fantastiche ed epici scontri, sia sulla risoluzione di enigmi sibillini o il dipanarsi di subdoli intrighi.
Contenuto del manuale
Il manuale di Mythos si presenta subito bene con una illustrazione di copertina (morbida) che ripropone il mito di Perseo e Andromeda.
e 160 pagine sono in bianco e nero, costellate di abbondanti illustrazioni che a volte però virano sullo stile manga (!) o magari sembrano un po’ troppo influenzate dall’estetica “trecentesca”.
Presenti, oltre all’immancabile paragrafo su cosa è un gdr (stavolta posto alla fine del tomo) -e ovviamente alle regole del gioco- tabelle di facile consultazione, descrizioni dell’ambientazione, brani tratti dalla poetica greco antica (Esiodo soprattutto), la scheda del personaggio, una cartina del bacino del Mediterraneo, un bestiario, dei consigli per la conduzione del gioco, e un’ottima quanto breve avventura introduttiva intitolata “La scelta del destino”.
Ambientazione
Come già detto l'ambientazione di Mythos è quella tratta dalle leggende, dai miti e dai poemi epici della Grecia classica.
Il manuale fornisce una trattazione snella ma ben fatta (d'altronde non è un'ambientazione originale e le fonti esterne non mancano di certo) del suddetto scenario denominato “Hellas” o in generale “Mondo epico”.
Il 2° capitolo fornisce un'accurata e precisa descrizione del pantheon greco antico di facile consultazione e ricca di informazioni immediatamente utili allo sviluppo delle trame e alla creazione dei personaggi.
Interessantissimo anche l'elenco delle principali città-stato che l'autore fornisce con dovizia di dati quali il numero di abitanti stimati, i culti officiati, i Re attuali e una breve storia locale.
Questo elenco lo troviamo all'interno del capitolo 7° denominato "I tempi e i luoghi delle eroiche gesta", quello a cui si demanda principalmente il compito di fornire elementi a riguardo dell'ambientazione. È qui che troviamo anche "una breve storia di Hellas" che ovviamente non ha niente di realmente storico ma che in maniera sintetica fonde vari miti per offrire una cronologia, appunto mitica, della regione.
L'ottavo capitolo invece è interamente dedicato al "bestiario"; vi si trovano elencate, accompagnate da diverse illustrazioni, molte delle fantastiche creature che popolano i miti greci classici: dal minotauro alle arpie, dai centauri ale sirene, ovviamente insieme a degli "standard" umani (wànax, oplita, sacerdote, pirata ecc.) utili alla creazione di png.
Sistema di gioco
Mythos si propone come un gioco di ruolo tendenzialmente narrativista/classico: nonostante l'ambientazione ai giocatori viene fornito un sitema veramente asciutto e immediato che non incentiva speculazioni eccessive in chiave di potenziamento del personaggio e non consente un gioco sbilanciato sul lato del combattimento tattico reiterato.
Essenzialmente si tratta di superare prove, la cui difficoltà viene decisa dal Cantore (leggi Master), lanciando d10 (da 1 a 3 in base al livello della caratteristica) e sommando al totale il valore della caratteristica di riferimento.
Non esistono classi né livelli e la progressione dei personaggi si traduce nell’avanzamento delle abilità padroneggiate e nell’acquisizione di nuove capacità.
L’eroe viene definito da 8 caratteristiche , dalle abilità che possiede, dalle divinità protettrici (che richiedono linee di condotta adeguate e forniscono doni divini) da una profezia che lo riguarda (determinabile anche casualmente tramite lanci su di una tabella) e dai culti misterici a cui è iniziato.
In Mythos non esiste una magia vera e propria ma gli eroi possono scegliere fra numerosi “culti misterici” a cui si accede già in fase di creazione del personaggio previo raggiungimento di requisiti minimi (tot punteggio in determinate abilità o caratteristiche e protezione di determinate divinità ) e che forniscono quelli che a tutti gli effetti potremmo definire incantesimi, nel numero di uno per ognuno dei sei livelli di status raggiunti nel culto.
Le regole per il combattimento sono poche e di rapida acquisizione: mantengono una differenziazione del danno (localizzato casualmente a meno che non si tiri un colpo mirato) in base al tipo di arma che si brandisce e al livello di difesa (oltre al tipo di armatura indossata) dell’avversario. Gli scontri risultano né macchinosi né “supereroistici” e quindi piuttosto letali e cinematici.
Conclusioni
A parere di chi scrive, Mythos è veramente un buon prodotto, sia perché consente di giocare, in maniera non “spaccona” né troppo seriosa, un’ambientazione affascinante e “colta”, sia perché offre un impianto di regole che permette di oscillare dall’interpretativo più ricercato e drammatizzante all’avventuroso più belligerante ed epico.
L’impianto minimale di regole e tabelle rende poi questo sistema molto adatto a campagne di breve o brevissima durata (la creazione del personaggio richiede davvero pochissimo tempo), mentre magari può non offrire troppa soddisfazione a chi ama veder crescere esponenzialmente il proprio personaggio (e la sua potenza) in quanto l’avanzamento delle abilità non consente più di tre livelli di incremento.
Insomma un gioco di ruolo snello ma elegante, lontano dagli standard barocchi di produzioni mainstream ipertrofiche e patinate, ma allo stesso tempo (o proprio per questo) godibilissimo sia da chi -esperto master o fine giocatore- non vuole ingabbiare l’esperienza di gioco in pastoie regolistiche troppo strette, sia da chi si è avvicinato da poco al mondo dei gdr e cerca degli stimoli coinvolgenti ma non eccessivamente impegnativi.
Per quel che mi riguarda: promosso a pieni voti!