Resident Evil: The Board Game – recensione

Terza scatola della Steamforged Games per la saga di Resident Evil, stavolta ambientata nel primo capitolo.

Voto recensore:
7,4

Come le precedenti due scatole (Resident Evil 2 e Resident Evil 3), anche questo nuovo capitolo viene lanciato su Kickstarter, raccogliendo quasi un milione e mezzo di sterline da poco meno di diecimila sostenitori. Incassa più dei precedenti due capitoli e non c'è da stupirsi: nel frattempo il gioco si è fatto conoscere, il bacino di utenti è aumentato e questa terza versione promette di correggere le piccole magagne che ancora permeavano il sistema.

Resident Evil: The Board Game è un survival horror cooperativo puro, american, per 1-4 giocatori, con struttura a campagna e scenari della durata di 60-90 minuti, giocabili anche singolarmente, consigliato ad un pubblico abituale e basato su meccaniche di punti azione, tiro dadi (icone sui dadi), eventi, movimento su griglia.

In breve: come si gioca a Resident Evil: The Board Game

Non mi dilungo troppo perché le meccaniche potete trovarle descritte già nella recensione di Resident Evil 2, ma il motore del gioco rimane invariato:
  • Si prepara lo scenario e si legge la missione da completare.
  • Ogni giocatore manovra un personaggio che ha quattro punti azione, spendibili per muoversi, sparare, raccogliere oggetti, scambiarli, chiudere e aprire porte, interagire con gli elementi di gioco.
  • Finito il proprio turno, i nemici collegati alla nostra tessera (da porte aperte) attaccano o si muovono verso il personaggio più vicino, poi si pesca una carta Evento dal Tension Deck.
  • Il Tension Deck fa perdere la partita, se si esaurisce, per cui occorre rimescolarlo periodicamente, spendendo un gettone inchiostro a una postazione Macchina da Scrivere (in ogni scenario ce n'è qualcuna).
  • I nemici hanno anche alcune attivazioni durante il turno del personaggio, se questi compie particolari azioni: spara, oppure attacca un nemico nella sua casella, oppure tenta di fare un'azione con uno zombi nella sua casella.
  • Si può tentare di uccidere gli zombi, ma questo attira gli altri collegati e le pallottole sono contate. Spesso è molto meglio cercare di evitarli, lanciando i dadi schivata. Il problema è che, quando iniziano a essere tanti, il tiro richiesto per schivare diventa decisamente più difficile.
  • Si perde uno scenario se si esaurisce il Tension Deck o se tutti i personaggi sono a terra contemporaneamente (è sempre possibile salvare un compagno, usando uno spray curativo su di lui).

Materiali

Viene mantenuta l'impostazione grafica di Resident Evil 3 (che era migliorata rispetto al 2).
La scatola contiene agilmente tutto il materiale, a patto di non imbustare le carte, che comunque sono di buona fattura.
Occupa abbastanza spazio su tavolo ed è necessario posizionare bene la mappa iniziale, che verrà poi ampliata nel corso della partita.
Purtroppo, se non avete gli elementi scenici 3D (io li ho presi su Etsy), quelli 2D forniti col gioco sono poco leggibili e rendono tutto meno accattivante.

Regolamento

Breve e tutto sommato semplice. La parte di regole base è chiara, dato che è mutuata dai precedenti capitoli, mentre andava spiegata meglio la parte della campagna e le novità introdotte, che sono un po' nebulose. Qualche esempio aggiuntivo non ci sarebbe stato male.

Ambientazione

In questo primo capitolo, siamo all'interno di una villa nella quale dobbiamo innanzitutto indagare, per scoprire il perché di questa epidemia zombi, in secondo luogo, come obiettivo finale di campagna, trovare l'eliporto e scappare.
Tutto il gioco si svolge quindi in un ambiente interno e i vari scenari corrispondono alle varie zone della enorme villa (primo piano ala est, ala ovest, secondo piano, cripta, ecc). Nel corso della nostra esplorazione dovremo trovare e raccogliere diversi oggetti chiave che servono per sbloccare nuovi scenari o nuove sezioni di mappa in quelli già precedentemente esplorati in modo parziale.
Nel complesso, l'ambientazione claustrofobica e labirintica è perfettamente resa.

Considerazioni

Come dicevo, il sistema di gioco rimane lo stesso.
Qui si aggiungono le missioni, alle quali possiamo assegnare di comprimari (sono carte personaggio), che vengono risolte immediatamente pescando delle carte, con un sistema di push-your-luck: se le cose si mettono male possiamo decidere di abbandonare questa ricerca, ma naturalmente non otteniamo la ricompensa. È comunque una meccanica secondaria che, se va bene, userete una volta per scenario, per cui non sposta più di tanto il giudizio.

Pur essendoci solo due boss (parlo della scatola base), il loro comportamento è più vario e uno in particolare lo ritroverete in molteplici occasioni.

È stata migliorata l'ergonomia, piazzando dei segnalini pericolo nelle varie stanze e poi facendo pescare da un apposito mazzo di carte, una volta entrati. Così si evita il sistema di tiro dado dei vecchi capitoli e soprattutto si ha un'immediata percezione della pericolosità delle stanze (livello verde, giallo, arancione, rosso) già al primo colpo d'occhio, guardando il tabellone di gioco, senza dover continuamente tener aperto il libro delle missioni sul tavolo.

Il cambiamento più significativo si ha però nella costruzione dello scenario (ed è quello che vale al gioco i tre decimali in più nel voto, rispetto a Resident Evil 3). Se nelle scatole precedenti ogni scenario era già completamente costruito e rivelato, qui avete accesso solo alla prima sezione di stanze. Poi, passate alcune porte chiave, ecco che va rivelata la carta apposita e apparecchiata la sezione successiva.

Hanno quindi ottenuto un ottimo risultato:
  1. Il gioco non è subito interamente noto e quindi si fornisce sia tensione dal punto di vista tematico, sia una nuova sfida strategica ogni volta che si scopre un nuovo pezzo di mappa.
  2. Anche se velati a poco a poco, gli scenari non sono casuali, ma predefiniti (quindi gli autori hanno potuto creare mappe coerenti con un senso e un bilanciamento).

Per il resto, il sistema mantiene un po' tutti i difetti che aveva in precedenza, primo fra tutti una certa ripetitività di situazioni tattiche e poca variabilità nel gameplay, poi una scalabilità che secondo me dà il meglio in due giocatori.

Conclusione

Un survival horror che, al terzo tentativo, diventa finalmente un buon gioco. La paura, quando si comprano giochi della Steamforged Games, è che appunto occorra procedere a piccoli passi, ogni volta consapevoli che dovremo rivendere le vecchia scatola svendendola per accedere ai miglioramenti dell'edizione successiva... oppure mandarli a quel paese e smettere di comprare i loro prototipi. Io, con Resident Evil, ci sono cascato tre volte: se dovesse essercene una quarta, spero di avere la forza di optare per la seconda soluzione.

 

Puoi votare i giochi da tavolo iscrivendoti al sito e creando la tua classifica personale

Commenti

Sin da quando mi impuntai di possedere Resident Evil 2 (il mio preferito, fosse anche solo per carisma... Mi spiace, ma il belloccio Leon e sua Maestà G-William stage 3 non si battono), ho sempre nutrito un ripensamento nei confronti degli altri due capitoli trasposti sul tavolo; ma il tuo articolo mi ha convinto di non star perdendo nulla di trascendentale. Ti ringrazio.

In generale, leggo opinioni non prorpio lusinghiere sulla casa di produzione, ed io stesso posso confermare che hanno orecchio da mercante nei confronti dei clienti (tentai in ogni modo, fallendo, di contattarli per una miniatura malauguratamente assente in lost survivors); per cui, il marchio SFG è un ulteriore deterrente per eventuali acquisti "avventati"

Tuttavia, hai omesso un "difetto" che potrebbe non apparire tale, ma per me lo è: come in altri giochi-trasposizione delle loro controparti videoludiche, mi aspettavo molte più licenze poetiche, in modo da avere a che fare con l'ennesimo gioco "dungeoncrawler" ma in salsa horror.

Con i Resident Evil non è così: nel bene e nel male, si tratta letterarmente del ricalco degli scenari e delle situazioni affrontate nei videogiochi. In tal senso, tutte le "espansioni" sono dei DLC che rendono più fedele quel ricalco (Es. La mutazione di William dallo stadio 3 allo stadio 4, senza l'apposita espansione con la miniatura del mostro, la trasformazione di William nel solo box base viene rappresentata semplicemente resettando la salute del boss, e aggiungendo una carta extra al suo mazzo d'attacco)

Per scrivere un commento devi avere un account. Clicca qui per iscriverti o accedere al sito

Accedi al sito per commentare