Resident Evil 3: un piccolo passo avanti

Dopo il gioco dedicato al secondo capitolo videoludico, la Steamforged Games ci riprova con il terzo.

Voto recensore:
7,1

865mila sterline donate da 7489 backer portano la Steamforged Games a finanziare la seconda incursione nel mondo di Resident Evil, dopo il gioco dedicato al secondo capitolo, del quale potete leggere la recensione.

Cooperativo puro per 1-4 giocatori, scenari con durata tra i 60 e i 90 minuti, possibilità di giocarlo a campagna, destinato a giocatori abituali, Resident Evil 3 si basa su meccaniche di mappa modulare, punti azione, e il famoso Tension Deck, che altro non è che un mazzo di carte evento.

Premessa sulla recensione

Il gioco è fondamentalmente identico a Resident Evil 2.
Stare quindi qui a riscrivere, tipo tema copiato, le stesse identiche cose che ho scritto nell'altra recensione, mi pare abbia poco senso.

Quindi, se non avete nessuna idea del gioco, il mio consiglio è quello di seguire il link e leggere i paragrafi:

  • come si gioca a Resident Evil 2;
  • trasposizione di un videogioco;
  • evitare è meglio che affrontare;
  • introduzione alla sopravvivenza.

che sono validi anche per Resident Evil 3.

Fatto questo, o se già conoscete il precedente capitolo, continuate qui sotto, con le differenze tra le due edizioni.

Materiali: un passo avanti

La grafica è stata resa più chiara, soprattutto nella leggibilità delle tile e sono spariti quei ridicoli muretti neri fatti di striscioline di cartone.
Certo il comparto estetico rimane comunque legato e dipendente dal videogioco, per cui non è che avessero molto margine di manovra, ma nel complesso funziona.

Se lo trovate, consiglio di recuperare il Terrain Pack, che vi fornisce un sacco di elementi scenici 3D (porte, barriere, scale, cadaveri, macchine da scrivere, bidoni) con cui addobbare gli scenari, rendendo il tutto non solo più piacevole alla vista, ma anche subito più leggibile.

Campagna: un passo avanti

La campagna è più strutturata, segue meglio i bivi del videogioco, lascia maggiore libertà d'azione. Perdere uno scenario non è una tragedia, anche se va rifatto per recuperare gli oggetti indispensabili a proseguire, ma il gioco ti dà maggiori possibilità alla seconda occasione, anche se, nel complesso, il tracciato della difficoltà generale della campagna fa un passo avanti.

Certo nessuno scenario vi lascerà a bocca aperta per la sua genialità e probabilmente i protagonisti, Jill a parte, sono tutti molto scialbi e piatti. In particolare pesa il limite dei sei oggetti trasportabili, laddove la protagonista ne ha otto disponibili... fa abbastanza strano vederla più carica di soldati grandi e grossi.

Altre considerazioni

Siamo lontani dal capolavoro o anche solo dall'essere un ottimo gioco.
Quello che Resident Evil fa bene è:

  • trasportare l'atmosfera e anche le meccaniche del videogioco (salvataggio, movimenti, reazione degli e agli zombi), senza però appesantire le meccaniche, anzi lasciando il tutto molto scorrevole;
  • creare un vero survival horror, in cui non sei una macchina da guerra, ma un essere vulnerabile alle prese con creature inaspettate, nonché con la scarsità delle munizioni (e anche con la tua scarsa mira, direi);
  • rendere gli zombi per quello che sono classicamente: esseri con limitato intelletto, mossi solo da fame cieca, innocui ed evitabili facilmente se da soli, sempre più pericolosi e letali al crescere del numero.

Ci sono cose che potevano essere ancora migliori e che speravo veder potenziate in questo secondo capitolo (secondo del gioco), ad esempio:

  • una maggior cura di ogni personaggio, non solo della protagonista;
  • una migliore scalabilità, per un gioco che è l'ideale in due giocatori, risulta abbastanza difficile ma godibile anche in solitario, funziona meno in tre o addirittura in quattro;
  • probabilmente una maggiore varietà nel gameplay e nelle situazioni di gioco, perché anche qui ti trovi poi un po' sempre ad adottare lo stesso approccio, le stesse strategie, le stesse tattiche per ogni scenario.

Conclusione

Penso che se si cerca un survival horror a tema zombi, questo gioco sia la risposta adatta. È sufficientemente rapido e profondo, ha un forte brand alle spalle, ha un sistema di gioco che funziona.
Non è uno sparatutto in cui mieti nemici e diventi un superuomo, non è un gioco in cui gli zombi rimangono in secondo piano, non ha zombi intelligenti che tramano come umani vivi.
Pur con tutti i suoi limiti e i suoi difetti, l'ho apprezzato e giocato volentieri.

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Commenti

Se non sbaglio avevo sentito che era solo in inglese giusto?

Veleno77 scrive:

Se non sbaglio avevo sentito che era solo in inglese giusto?

solo inglese, sì

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