Saranno Goblin: Avanti, piccoli pesci

Se state cercando un gioco per prendere all'amo i piccoli goblin, potreste aver trovato l'esca adeguata con il titolo Ravensburger.

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Avanti mare!
Voto recensore:
7,0

Quando si è genitori, una delle sfide più probanti è quella di riuscire a ottenere sempre il massimo dal tempo che si trascorre insieme ai propri figli; il gioco da tavolo, nelle diverse accezioni, ha dalla sua diverse frecce al proprio arco, visto che permette di coordinare la crescita della prole insieme alla valorizzazione di spazi di vita sempre più compressi dagli impegni quotidiani.

Capite bene che anche la scelta del gioco da proporre presenta così un minimo di tensione, laddove il desiderio è quello di offrire un titolo capace di coniugare (possibilmente) un valore educativo ad un sufficiente grado di attrattiva. Un risultato non semplice da raggiungere, soprattutto per piccole menti sottoposte a una miriade di stimoli, multimediali e non, dal mondo esterno.

Fatta questa premessa, permettetemi una chiave di lettura alquanto banale, ma che non deve essere mai ritenuta scontata: ogni singolo minuto che passate insieme ai vostri figli è per loro prezioso. E questa considerazione riveste ancora più importanza in una tipologia di gioco come Avanti, Piccoli Pesci, dove la componente ludica passa in secondo piano rispetto ad un “narrato” in cui il coinvolgimento dell’adulto risulta fondamentale.

Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.

Quella barca risulta alquanto minacciosa
Spesso nelle piccole idee si trova il pesce, scusate, l’idea migliore, e il titolo edito da Ravensburger rappresenta un esempio perfetto di questa affermazione, grazie a un regolamento talmente semplice da poter essere compreso in una manciata di secondi, ma in grado di attrarre altrettanto rapidamente a sé i piccoli giocatori.

Innanzitutto è necessario inquadrare la tipologia di gioco: APA  (come lo chiamerò d’ora in avanti) può essere inserito nell’insieme dei collaborativi, ovvero titoli dove i giocatori si trovano affiancati nell’intento di raggiungere in maniera collaborativa la condizione di vittoria prevista. Nel nostro caso, i piccoli goblin dovranno scegliere se parteggiare con i pesci, aventi l’obiettivo di raggiungere sani e salvi il mare, o per i pescatori, aventi l’obiettivo di trovare qualcosa per cena.

Una volta posizionate le undici listelle/sezioni di fiume (che rappresentano il mondo di gioco insieme al segmento del mare finale), i partecipanti dovranno a turno tirare un dado a sei facce, ognuno rappresentativo di un diverso colore: quattro per i quattro pesci e due per i due pescatori. Ogni volta che uscirà il loro colore, i piccoli pesci faranno un passo verso la libertà del grande oceano blu, mentre di contro i pescatori, quando baciati dalla sorte, potranno avvicinare l’imbarcazione al loro obiettivo, eliminando una sezione di fiume. Sebbene non sia scontato che, una volta raggiunto il mare, i pesci siano salvi (perlomeno per i miei figli a cui ho dovuto raccontare che la barca non era fatta per le acque profonde), nel malaugurato caso che uno delle creature marine venga raccolta/raggiunta dalla barca, i pescatori erediteranno il suo colore acquisendo la possibilità di avanzare qualora lo stesso risulti sulla faccia del dado. Contestualmente, una volta che un pesce raggiunge il mare, quando uscirà il suo colore, sarà possibile scegliere quale degli altri pesci far avanzare, aiutando così un eventuale amico pinnato in difficoltà.

Il gioco termina quando tutti i pesci saranno stati pescati o avranno raggiunto il mare, decretando così la vittoria, il pareggio o la sconfitta a seconda di chi stavate parteggiando.

Felicità: ciò che si getta continuamente in mare per poterlo pescare nuovamente.

I miei figli hanno adorato fin da subito APA, soprattutto perché dava loro la possibilità di immedesimarsi nel destino dei piccoli pesci, senza richiedere elaborate strategie o difficoltosi regolamenti da assorbire.

La presenza del dado, forte attrattiva per i più piccoli, ha dato inoltre quel quid in più per donare fisicità al progredire del gioco e renderli vicendevolmente partecipi delle scelte da intraprendere; certo, l’interazione diretta sul gioco risulta ridotta ai minimi termini, ma sentirsi partecipi del destino dei loro piccoli amici è stata la molla decisiva che ha permesso di inanellare diverse partite in un’unica sessione. Rispetto infine ad altri titoli provati in loro compagnia, la competizione non li ha messi uno di fronte all’altro, aspetto inedito che hanno decisamente apprezzato; considerando che spesso la differenza di età può creare qualche ostacolo nel gestire la partita, mi sento di valutare solo positivamente questo tipo di esperienza, cosa che mi è stato possibile leggere chiaramente anche nei loro occhi.

Piccola nota a margine: il figlio grande, con i suoi sei anni abbondanti, si è trovato a mio modo di vedere al limite di età per fruire positivamente del gioco, quindi valutate con attenzione questo aspetto in fase di un eventuale acquisto. 

Il pesce stimola il cervello, ma la pesca stimola l’immaginazione.

Il mare è ancora lontano piccoli amici...
Una delle cose che più amo/odio nel giocare con i miei figli è la consapevolezza che ogni istante con loro è irripetibile; conseguenza diretta è il mio sforzo nel cercare di rendere ogni sessione di gioco unica, dando ampio spazio a quella che definisco “narrativa” contestualizzata, ovvero offrire loro una storia che possa rimanere impressa nel tempo.

Il titolo di Ravensburger ha dalla sua una componente intangibile, che può però decretare il successo o un fallimento di un gioco - la predetta capacità di saper lasciar spazio alla fantasia - e questa caratteristica si sposa alla perfezione con l’esigenza di cui sopra; ad esempio mi sono trovato spesso a proclamare esaltato le gesta dei pescatori o a gesticolare fintamente sconsolato qualora un pesce sembrava sfuggire alle mie grinfie, portando i miei figli a ridere o a tifare a loro volta per uno scatto di pinna in più. L’intera partita diventa così un momento da raccontare anche una volta riposto il gioco nella sua scatola, concorrendo a diventare parte dei loro ricordi (spero) positivi.

Se siete quindi dei genitori che amano creare “l’epica”, riuscirete a far durare nel tempo il desiderio di aprire APA e mi sento quindi in dovere di consigliarvi di valutarne attentamente l’introduzione nella vostra collezione; in caso contrario, considerate che potrebbe risultare più difficile intavolarlo se non per sessioni estemporanee, in quanto verosimilmente perderà ben presto la sua attrattiva, soprattutto per bambini in età da scuola primaria.

Nella valutazione di questo gioco dovete infine considerare con attenzione il pubblico a cui vi state rivolgendo; se, ad esempio, state giocando con due vostri figli (il mio caso), allora il titolo Ravensburger può risultare quanto mai azzeccato: il fatto di poter/dover parteggiare per la stessa squadra, elimina lo stress da competizione che spesso, soprattutto per i più piccoli, può decretare velocemente la fine dei giochi. Certo, i due possono scegliere di parteggiare per fazioni diverse, ma qui è sufficiente che il genitore entri in campo prendendo le sorti di coloro che catturano, sicuramente meno appetibili rispetto a quelle dei vivaci pesciolini (Nemo docet). Se invece il giocatore è uno solo, potrebbe ritrovarsi ben presto senza un compagno con cui condividere il proprio destino, rivolgendosi tuttavia nel genitore per avere l’eventuale spalla di turno.

Variante consigliata: spostando la sezione di partenza dei pesci più o meno vicino alla barca, è possibile aumentare o diminuire il livello di difficoltà, allungando così la longevità del gioco.

Pro:

Ampio spazio all'immaginazione

Ottimi materiali

Adatto anche in tenera età

 

Contro:

Potenzialmente ripetitivo

 

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Commenti

Scusa Tsam, ma praticamente nel gioco non si fa niente? Si lancia il dado e si spostano i pesci oppure si toglie una strisciolina se ho capito bene. Non c'è un nessun tipo di abilità o simile?

Grazie

Confermo, in questo gioco è tutto lasciato al caso o, per essere più precisi, al dado; come dicevo nella recensione spetta al giocatore/genitore costruire la storia attorno a quello che succede sul tavolo e - almeno per mia esperienza personale - può diventare un titolo in grado di far appassionare soprattutto i più piccoli. 

Una super recensione!

Preso per una miseria su amazon.de tempo fa, mio figlio più "grande" ci ha giocato dai due anni con alcune varianti, ora ne ha tre e si diverte, anche se non ama che i pesci siano catturati.

Semplice, scatola piccola ma componenti carini.

Meglio di altri collaborativi (es: il frutteto), anche considerato il costo

Curioso, anche io ho appena inviato un articolo su gioco che ha la stessa complessità di questo (tira il dado e muovi). Per la fascia 3/4 anni penso che possano andare bene, soprattutto considerato che hanno un costo inferiore ai 10 euro.

Non vedo l'ora di leggerlo! :) Sembra una cosa superflua da dire, ma nel giro di qualche anno (il passaggio 3-4 contro 5-6) la capacità di applicarsi a un gioco e di rimanere affascinati da un certo tipo di dinamica cambia molto. Io sto cercando di mediare fra i miei due goblin, cercando di favorire il più piccolo in presenza di entrambi, ma non sempre è facile. 

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