Before the Wind

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Before the Wind
Voto recensore:
7,0
Premessa
Parlando di questo gioco, il cui titolo accompagna il pensiero verso un gioco di barche a vela, quando in realtà è tutt’altro, mi viene da pensare a quanti giochi minori ci perdiamo nella “bella Italia” per carenza cronica di pubblicità, o magari di pareri su un sito così ricco (di informazioni ludiche) come la tana.

Questo è uno di quei (tantissimi?) giochi che è passato via completamente inosservato, in mezzo a tanti titoli magari ben più chiacchierati ma chissà se effettivamente più validi.


Panoramica sul gioco
Before the wind è un gioco di commercio della Phalanx Games (Mayfar Games) pubblicato nel 2007, e ambientato in un porto d’altri tempi, dove abili mercanti giungevano coi loro velieri e commerciavano beni di prima necessità (cibi e stoffe).
A guardarlo sembra un gioco di carte, anzi fisicamente lo è (togliendo le 4 piccole plance che si mettono davanti ad ogni giocatore, il resto sono tutte carte) ma nelle meccaniche si avvicina evidentemente ad un boardgame.
Essendo un gioco basato sul commercio, i pregi/difetti (che io chiamerei più semplicemente caratteristiche) sono quelli tipici del genere: continue trattative fra i giocatori, interazione massima, nessun tempo morto, possibilità di (s)favorire con le proprie mosse questo o quel giocatore che si pensi sia in (s)vantaggio rispetto agli altri.

Il gioco nel dettaglio
Abbiamo quattro tipi di carte che rappresentano: i soldi, i beni, le azioni possibili e i velieri.
I soldi (di vario taglio) e i beni (mele, formaggio, spezie e seta) hanno lo stesso dorso, scelta voluta per non dare indicazioni troppo esplicite agli avversari sulla nostra mano di carte.
Le azioni sono carte che vengono estratte di volta in volta dal primo di turno (che ruota durante la partita).
I velieri rappresentano gli obiettivi: su ogni carta veliero c’è scritto di quali e quanti beni necessita e quanti punti vittoria offre.

Durante il gioco, le azioni possibili sono fondamentalmente 3: una è quella di aggiungere alla propria mano vari beni, un'altra è stipare i beni nel magazzino (la piccola plancia a disposizione di ogni giocatore) e l'ultima ovviamente imbarcare le merci immagazzinate.

A turno, un giocatore pesca tante carte azione quanti sono i giocatori (importante dire che la pesca non è casuale, le azioni sono raggruppate per tipo), e da qui parte la prima meccanica interessantissima del gioco: il primo giocatore sceglie la sua azione preferita, e gli altri possono fare offerte (in soldi) per “rubargli” l’azione.
Il giocatore in questione si trova ora ad un bivio: o vende la sua azione a qualcuno (non necessariamente al miglior offerente!) o paga qualcuno per tenersi l’azione per sé (non necessariamente al minor offerente!).
Poi sta al secondo giocatore, che a sua volta prende una carta e contratta, nel medesimo modo del primo, coi giocatori rimanenti. E così via, finché l’ultimo giocatore prende l’ultima azione rimasta (gratis!).

Ognuno svolge l’azione che ha ottenuto, si fa girare il segnalino giocatore iniziale, e si riparte.

Le carte veliero, man mano che si imbarca, salpano. Quando ne sono rimaste solo due, queste ripartono vuote e si rimettono in gioco nuove carte veliero.

E qui la seconda parte molto carina del gioco: a questo punto le merci si avariano, peggio per chi non è arrivato ad imbarcarle! Nel dettaglio, si buttano tutte le mele, metà carte fra formaggio e spezie, mentre chi aveva la seta la conserva.

Al raggiungimento di una soglia di punti vittoria prestabilita, il gioco termina e vince chi ha più punti.

Al tutto si aggiunge la presenza di carte azione speciali, che consentono "cose particolari": azioni combinate, dispetti fra mercanti (scambiare le proprie merci con quelle degli altri ed altro...), e addirittura spargere conservanti sulle proprie merci così da non farle avariare quando salperanno le navi.

Che dire, un gioco veramente godibile almeno quanto è stato ignorato…
Pro:
Il gioco ha una tematica sobria e piacevole ai più, siamo dei mercanti che imbarcano mele, formaggi e seta!
E’ un gioco di commercio, si fanno sempre trattative con gli altri giocatori e ti chiedi continuamente “sono stato “truffato” o ho fatto l’affarone?”, peraltro questo elimina i tempi morti.
Famigerato fattore fortuna quasi nullo.
Il regolamento non fa un piega! E’ scritto in maniera chiara e impeccabile.
A parte il regolamento in inglese, gioco completamente indipendente dalla lingua.
Contro:
Più persone con cui ho giocato hanno lamentato una certà ripetitività nel gioco rispetto ad una durata a volte eccessiva (il gioco può durare più di un’ora).
Tutte le carte nel gioco sono piccolissime, un vero incubo per gli amanti dell’ “imbustamento”!!
Non si può giocare in più di quattro.
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