L'invasione degli Ultragiochi

l'invasione degli ultracorpi + uwe rosenberg

Si stanno sostituendo ai giochi che conosciamo, li imitano, sembrano identici ma non lo sono. Ci conquisteranno tutti. Forse, lo hanno già fatto. 

Editoriale
Giochi
Nel giorno in cui mi trovo a premere il tasto “cancel pledge” su Nemesis, arrivano le foto dalla fiera di Norimberga. A Norimberga non si va per giocare, è una fiera più dedicata ad autori ed editori, in cui si presentano le novità (principalmente europee) per il nuovo anno e si stringono accordi commerciali. 
Norimberga: patchwork e altri

Cosa collega le due cose, all'apparenza così antitetiche? Una molla di consapevolezza è scattata nel momento stesso in cui ho visto quelle foto, in particolare della versione per due di Patchwork, un gioco per due, come a dire la versione di dadi di un gioco di dadi. Assurdo, come se potesse mai esistere un The Castles of Burgundy: The Dice Game

O come se Lacerda facesse le versioni aggiornate dei suoi "vecchi" giochi. Vinhos 2, CO2 2, poi magari KanBan 2. Non andavano bene i vecchi? Perché i casi sono due: o c'era qualcosa che non andava in quel game design e allora vanno aggiornati e corretti, o è una presa in giro. In entrambi i casi, un ottimo pretesto per vendere altre scatole, più colorate, più plasticose, più costose, anche a chi ha comprato le prime, magari prendendo pure un applauso. 
CO2 second chance

Nei giorni in cui mi arriva Mythic Battles, devo decidere se pledgiare per Nemesis e Hate. Il secondo caso è in teoria più sofferto, perché il gioco sarà venduto solo tramite Kickstarter. In pratica ho già deciso, già quando ho scritto del Kickstarter 2.0: non finanzierò giochi distribuiti solo in questo modo. A meno che non siano dungeon crawler, naturalmente: tutti abbiamo i nostri punti deboli. 

Per Nemesis mi dà il colpo di grazia proprio Mythic Battles. E la notizia che Lords of Hellas sarà presto disponibile in italiano. La teoria è che facendo il Kickstarter prendi più roba e spendi meno, con il superbundle comprensivo di tutte le espansioni. 
La realtà è che spendi di più rispetto alla scatola base e la scatola base è – o dovrebbe essere – tutto quello che ti serve per giocare. Hai meno varietà di truppe, mostri, ecc? Certo. Cosa effettivamente utile se quel gioco lo fai per almeno sei mesi, tutte le serate di gioco. Cosa che nessuno di noi fa più.
La realtà è che hai solamente tante scatole in più da guardare, accatastate, inutili. 

Nemesis mi regala un'altra scatola di mostri, che non mi serve. Mi dà come addon un'altra scatola di altri mostri, che non mi serve. Elementi scenici, che non mi servono. Un libro esclusivo con l'artwork, che non mi serve. Un'altra espansione intera, con una seconda astronave, che non mi serve. Guardo Mythic Battles, guardo un mediocre gioco del 2012 che non si filava nessuno, fino a quando non ci hanno aggiunto miniature a vagonate e una roboante campagna di crowdfunding, guardo scatole aperte e subito richiuse, scenari appena scalfiti, tattiche abbozzate e mai approfondite, unità messe in tavola a malapena una volta e capisco che, per me personalmente, l'unica risposta a Nemesis è cancel pledge
Caverna e altri

Ha ragione Mauro Di Marco: i bei giochi emergeranno comunque retail, dal calderone di Kickstarter, magari pure in italiano. Ok, non è sempre vero. Alcuni li rivenderanno sempre e solo col crowdfunding. Pazienza, anche i miei principi non sono ferrei ed assoluti, ci sono sopra anch'io al carrozzone dell'hype: se ne varrà davvero la pena, finanzierò alla seconda occasione. 

L'utilità di queste superproduzioni la ha solo chi rivende a prezzi gonfiati, perché dentro c'è qualche esclusiva Kickstarter. Ma qui non stiamo più parlando di bontà del gioco, ma di business
Business che ci riporta a Norimberga e alle immagini di seconde edizioni pimpate, di versioni alternative, di piccole e grandi espansioni, di riedizioni con virgole cambiate, di opzioni di gioco da aggiungere a piacere per accontentare tutti. 
Azul gigante
Finché la vacca ha latte, mungila. Il libero mercato, in cui domanda e offerta si autoregolano, è un'illusione, guarda caso raccontata da chi il libero mercato lo fa e ci mangia. Pensiamo davvero di avere piena libertà di scelta? Che hype o pubblicità o impatto estetico non abbiano un peso nei nostri carrelli? La necessità è creata artificialmente. 
Kingdomino espansione giganti

Del resto non parliamo solo di editori che ci vivono, ma anche di autori ormai di mestiere, che ci campano. Possiamo davvero biasimarli? Chiaro che per mangiare, quei due o tre giochi all'anno li devi far uscire e come sono, sono. È finito il tempo in cui i giochi duravano anni sulle tavole dei giocatori, in cui bilanciamento e longevità avevano il loro bel peso, in cui approfondire un titolo partita dopo partita. La vita media di un gioco è pochi mesi, conta la prima impressione.
Sarà una bolla? Scoppierà? Finiremo tipo mercato immobiliare o - più verosimilmente - come i fumetti? Non ho la sfera di cristallo, ma dal canto mio cerco quantomeno di non soffiare più. 

C'era una volta un gioco da tavolo, fatto da appassionati, per il puro piacere hobbystico di creare qualcosa di bello, rifinito nei minimi particolari, testato e bilanciato, messo sul mercato solo quando davvero pronto e perfetto, contenuto in un'unica scatola, al quale potevi fare mille partite senza mai stancarti, senza bisogno di altro se non pochi pezzi  e un gioco, vero, sotto. Gli ultragiochi sembrano identici, persino migliori e più belli, a prima vista, pieni di espansioni e varianti e opzioni, rassicuranti, completi, familiari. Ma non lo sono: sono alieni senz'anima. 
Non è finita bene. 

Donald Sutherland: terrore dallo spazio profondo

Commenti

Sì ok, ma di tutte queste cose io non parlo dell'articolo, è un altro argomento. In ogni caso la mania dell'espansione va di pari passo col boom del mercato.

Sì ok, ma di tutte queste cose io non parlo dell'articolo, è un altro argomento. In ogni caso la mania dell'espansione va di pari passo col boom del mercato.

Scusami, ma qualcosa non torna con la tua affermazione. Ho copiato pure pari pari i punti da te toccati. Qual'è il senso dell'articolo allora? Non è forse che si è passati da un mercato di nicchia dove contava di più la sostanza ad un mercato che sta diventando colossale con la conseguente deviazione verso repliche in mille salse dello stesso gioco, con mille espansioni per spennare e con i kickstarter che raccolgono milioni solo per una esclusiva che vale meno di 0 data per le prime 24h?

 Se è questo, allora stiamo parlando della stessa cosa, se volevi intendere altro ritengo l'articolo criptico

Per me il KS scollegato da una realtà "garage", che cerca pubblicamente un sostegno per realizzare (e condividere) un sogno sotto forma di gioco - nel nostro caso - non esiste proprio. Quindi un SI’ GRAZIE a KS in quanto concreta pacca sulla spalla "a quei tre ragazzi di Vladivostok” che hanno avuto un'idea geniale", NO GRAZIE al KS delle aziende che furbescamente scaricano sui sostenitori una parte dei loro costi (e rischi) aziendali (già se ne parlò di questo aspetto se non mi confondo).  

Ma, ripeto, siamo già oltre la linea. Non è più gioco per troppi di noi e non è nemmeno più collezionismo. Siamo al declino del collezionismo negli abissi del feticismo ludico. Eppure, strano a dirsi, l’oggetto del feticismo non è neanche l’articolo in sé, il gioco, bensì l’acquisto in tutte le sue forme. La vera esperienza che ci piace è acquistare (il gioco). Giocarci, ci piace molto meno, se mai ci giocheremo.

Perché? Ma date un’occhiata alla lista del mercatino dei giochi. E’ ormai normale trovare giochi messi in vendita a 50, 60, 70 Euro (cioè “tanti” soldi), con la specifica “mai giocato”, “ancora da defustellare”, “incellophanato”, “fatta una partita” eccetera. Che sono questi? Non ditemi che sono tutti regali non graditi…..E ce ne sono una marea.  

Sono un metallaro. Al liceo, più di un CD a bimestre non ce la facevo a comperarmi. E’ vero che se avessi avuto più soldi avrei comperato più CD. Ma è altrettanto vero che “Chaos AD” dei Sepultura o “Nemesis Divina” dei Satyricon o Cerimony of Opposites” dei Samael al primo ascolto mi erano sembrati solo passabili e che sono diventati gli album che amo di più dopo un lento e ripetuto ascolto.

Errori ne facciamo tutti, acquisti sbagliati, ripensamenti, malintesi, mutazioni genetiche.....questo è indubbio. Come è vero che esistono degli album (o dei giochi) che ci piacciono immediatamente o nemmeno dopo ottocento ascolti. Per carità.

Credo però che i giochi vanno desiderati, alcuni di questi acquistati, ma tutti quelli acquistati vanno consumati. Se questo diventa lo standard anche il mercato si adeguerà (magari producendo meno e ad un prezzo maggiore, lo so, ma la qualità segue, in genere) altrimenti…beh…l’”altrimenti” lo conoscete già. Accade oggi.  

Scusami, ma qualcosa non torna con la tua affermazione. Ho copiato pure pari pari i punti da te toccati. Qual'è il senso dell'articolo allora? Non è forse che si è passati da un mercato di nicchia dove contava di più la sostanza ad un mercato che sta diventando colossale con la conseguente deviazione verso repliche in mille salse dello stesso gioco, con mille espansioni per spennare e con i kickstarter che raccolgono milioni solo per una esclusiva che vale meno di 0 data per le prime 24h?

 Se è questo, allora stiamo parlando della stessa cosa, se volevi intendere altro ritengo l'articolo criptico

certo che parlo di questo, soprattutto della sua deriva "patologica", non di espansioni nate ad esempio per correggere difetti della scatola vase. 

Per me il KS scollegato da una realtà "garage", che cerca pubblicamente un sostegno per realizzare (e condividere) un sogno sotto forma di gioco - nel nostro caso - non esiste proprio. Quindi un SI’ GRAZIE a KS in quanto concreta pacca sulla spalla "a quei tre ragazzi di Vladivostok” che hanno avuto un'idea geniale", NO GRAZIE al KS delle aziende che furbescamente scaricano sui sostenitori una parte dei loro costi (e rischi) aziendali (già se ne parlò di questo aspetto se non mi confondo).  

Ma, ripeto, siamo già oltre la linea. Non è più gioco per troppi di noi e non è nemmeno più collezionismo. Siamo al declino del collezionismo negli abissi del feticismo ludico. Eppure, strano a dirsi, l’oggetto del feticismo non è neanche l’articolo in sé, il gioco, bensì l’acquisto in tutte le sue forme. La vera esperienza che ci piace è acquistare (il gioco). Giocarci, ci piace molto meno, se mai ci giocheremo.

Perché? Ma date un’occhiata alla lista del mercatino dei giochi. E’ ormai normale trovare giochi messi in vendita a 50, 60, 70 Euro (cioè “tanti” soldi), con la specifica “mai giocato”, “ancora da defustellare”, “incellophanato”, “fatta una partita” eccetera. Che sono questi? Non ditemi che sono tutti regali non graditi…..E ce ne sono una marea.  

Sono un metallaro. Al liceo, più di un CD a bimestre non ce la facevo a comperarmi. E’ vero che se avessi avuto più soldi avrei comperato più CD. Ma è altrettanto vero che “Chaos AD” dei Sepultura o “Nemesis Divina” dei Satyricon o Cerimony of Opposites” dei Samael al primo ascolto mi erano sembrati solo passabili e che sono diventati gli album che amo di più dopo un lento e ripetuto ascolto.

Errori ne facciamo tutti, acquisti sbagliati, ripensamenti, malintesi, mutazioni genetiche.....questo è indubbio. Come è vero che esistono degli album (o dei giochi) che ci piacciono immediatamente o nemmeno dopo ottocento ascolti. Per carità.

Credo però che i giochi vanno desiderati, alcuni di questi acquistati, ma tutti quelli acquistati vanno consumati. Se questo diventa lo standard anche il mercato si adeguerà (magari producendo meno e ad un prezzo maggiore, lo so, ma la qualità segue, in genere) altrimenti…beh…l’”altrimenti” lo conoscete già. Accade oggi.  

 

condivido entrambi i tuoi pensieri! oggi molti comprano tanto perchè possono, tanto al massimo rivendono.
Io da quando ero bambino, quindi ormai 20 anni, mi informo anche allo sfinimento prima di acquistare qualsiasi cosa, e in 20 anni non ho mai avuto una delusione, mai! anzi, spesso ho fatto delle scelte talmente azzeccate (specialmente nel ramo della tecnologia) che ogni tanto mi fermo e penso a quanto mi abbia soddisfatto l'acquisto in questione (recentemente mi è capitato con lo smartphone)

Scusami, ma qualcosa non torna con la tua affermazione. Ho copiato pure pari pari i punti da te toccati. Qual'è il senso dell'articolo allora? Non è forse che si è passati da un mercato di nicchia dove contava di più la sostanza ad un mercato che sta diventando colossale con la conseguente deviazione verso repliche in mille salse dello stesso gioco, con mille espansioni per spennare e con i kickstarter che raccolgono milioni solo per una esclusiva che vale meno di 0 data per le prime 24h?

 Se è questo, allora stiamo parlando della stessa cosa, se volevi intendere altro ritengo l'articolo criptico

certo che parlo di questo, soprattutto della sua deriva "patologica", non di espansioni nate ad esempio per correggere difetti della scatola vase. 

E io sto parlando della stessa cosa, di come la deriva patologica non sia da imputare al mercato, perchè ci possono essere mille ragioni diverse e tutte sensate, ciascuna per ogni singolo gioco o espansione, nel riprodurre un contenuto pressochè identico ma con piccole differenze.

Questa deriva è causata dal singolo giocatore, che fa acquisti senza informarsi, che fa acquisti solo perchè può permetterselo, che fa acquisti perchè conta sul fatto di rivendere perdendoci poco. Moliplica questo per mille, diecimila giocatori, e vedrai che saranno in grado di influenzare il mercato di conseguenza. Tuttavia una persona intelligente sarà sempre in grado di trovare una motivazione favorevole per un determinato prodotto.
(Mantenendo il parallelismo coi videogame, le polemiche uscite per il remastered di The Last of Us, fatto solo un anno dopo all'uscita, erano inutili, perchè chi aveva comprato una PS4 non avrebbe potuto giocarlo senza una PS3, e avendo fatto uscire il gioco a cavallo tra le due generazioni, hanno deciso di farlo uscire come remastered per PS4. Fosse uscito in contemporanea con PS4 ci sarebbe stata la versione per entrambe, senza polemica perchè la parola "remastered" non sarebbe stata apposta sulla confezione, nonostante il comparto grafico sarebbe stato migliore sulla piattaforma più potente)

Scusami, ma qualcosa non torna con la tua affermazione. Ho copiato pure pari pari i punti da te toccati. Qual'è il senso dell'articolo allora? Non è forse che si è passati da un mercato di nicchia dove contava di più la sostanza ad un mercato che sta diventando colossale con la conseguente deviazione verso repliche in mille salse dello stesso gioco, con mille espansioni per spennare e con i kickstarter che raccolgono milioni solo per una esclusiva che vale meno di 0 data per le prime 24h?

 Se è questo, allora stiamo parlando della stessa cosa, se volevi intendere altro ritengo l'articolo criptico

certo che parlo di questo, soprattutto della sua deriva "patologica", non di espansioni nate ad esempio per correggere difetti della scatola vase. 

E io sto parlando della stessa cosa, di come la deriva patologica non sia da imputare al mercato, perchè ci possono essere mille ragioni diverse e tutte sensate, ciascuna per ogni singolo gioco o espansione, nel riprodurre un contenuto pressochè identico ma con piccole differenze.

Questa deriva è causata dal singolo giocatore, che fa acquisti senza informarsi, che fa acquisti solo perchè può permetterselo, che fa acquisti perchè conta sul fatto di rivendere perdendoci poco. Moliplica questo per mille, diecimila giocatori, e vedrai che saranno in grado di influenzare il mercato di conseguenza. Tuttavia una persona intelligente sarà sempre in grado di trovare una motivazione favorevole per un determinato prodotto.
(Mantenendo il parallelismo coi videogame, le polemiche uscite per il remastered di The Last of Us, fatto solo un anno dopo all'uscita, erano inutili, perchè chi aveva comprato una PS4 non avrebbe potuto giocarlo senza una PS3, e avendo fatto uscire il gioco a cavallo tra le due generazioni, hanno deciso di farlo uscire come remastered per PS4. Fosse uscito in contemporanea con PS4 ci sarebbe stata la versione per entrambe, senza polemica perchè la parola "remastered" non sarebbe stata apposta sulla confezione, nonostante il comparto grafico sarebbe stato migliore sulla piattaforma più potente)

ma non ho mai attribuito la colpa al solo mercato. è chiaro che chi compra è il giocatore, la colpa è di entrambi, anche se il mercato fa i suoi interessi. L'unica cosa che contesto è che mercato e giocatore siano discinti e che il mercato non possa comunque indirizzare pesantemente il giocatore, anche se questi crde di essere assolutamente libero nelle scelte. Basta guardare la moda: anche chi non la segue pedissequamente ne è in qualche modo influenzato. 

Sicuramente, e questo posso condividerlo, però ogni cosa ha il suo risvolto sia negativo che positivo. La moda dei giochi ora tende verso le miniature e i DC o similari. Questo implica giochi più costosi e che ci sia meno attenzione, forse, verso i german, ma questo fa si anche che ci siano talmente tante versioni di DC con caratteristiche diverse che è molto più probabile per un giocatore non avvezzo al genere trovarne uno che gli faccia cambiare idea, o che comunque possa apprezzare. Le miniature stando attirando verso i gdt chi era più propenso per wargame alla warhammer (space hulk l'ho preso per questo motivo, miniature degli spacemarine senza averene un armadio pieno e più costose a cui non giocherei mai per questioni di tempo). 

Forse è un mondo meno "intimo" di prima, ma per quanto mi riguarda sta ricevendo l'attenzione di molti possibili appassionati che si sono persi il periodo "d'oro", il che lo rende un vantaggio dal mio punto di vista

bella discussione, bazzicando un pò meno da queste parti quasi me la perdevo. condivido in pieno i commenti dei giullari; pur non avendo provato gaia project ad esempio non trovo nessun interesse a provarlo. vale per questo ma anche per il nuovo brass di cui non comprendo il senso. mi sento però un giocatore atipico lo preciso; cerco sempre più nel "vecchio" che nel nuovo e forse questo non sempre è un bene (anche se nel "nuovo" mi è capitato per caso di vedere azul con grande piacere); diciamo che, come per il libri, preferisco i classici. il mio ultimo titolo, ancora da provare, è struggle of empires per intenderci (che può piacere o meno si intende). Quello che un pò mi lascia perplesso di tutta questa massa di supergiochi (o anche di giochi meno super ma triti e ritriti come concetto) è che tanti giocatori li esaltino comunque, a prescindere con giudizi subito entusiastici e che non tengono minimamente conto del necessario lasso temporale per un parare più approfondito. il mio unico supergioco, ma non credo che in assoluto si possa definire tale è la nuova versione di TTA, che riprende (e, dicono - visto che non ho mai provato il primo - migliora) un capolavoro e capolavoro resta.     

pur non avendo provato gaia project ad esempio non trovo nessun interesse a provarlo. vale per questo ma anche per il nuovo brass di cui non comprendo il senso.  il mio unico supergioco, ma non credo che in assoluto si possa definire tale è la nuova versione di TTA, che riprende (e, dicono - visto che non ho mai provato il primo - migliora) un capolavoro e capolavoro resta.     

Perfetto esempio di logica fallata. Troviamo la falla:

Se TTA (2011) era un capolavoro e la ristampa (2015) non è altro che il vecchio TTA con qualche miglioria, la ristampa rimane un capolavoro.

Se Brass: Lancashire (2007) era un capolavoro e la ristampa (2018) non è altro che il vecchio Brass con qualche miglioria (la modalità 2 giocatori molto richiesta), la ristampa è una cosa senza senso.

 

pur non avendo provato gaia project ad esempio non trovo nessun interesse a provarlo. vale per questo ma anche per il nuovo brass di cui non comprendo il senso.  il mio unico supergioco, ma non credo che in assoluto si possa definire tale è la nuova versione di TTA, che riprende (e, dicono - visto che non ho mai provato il primo - migliora) un capolavoro e capolavoro resta.     

Perfetto esempio di logica fallata. Troviamo la falla:

Se TTA (2011) era un capolavoro e la ristampa (2015) non è altro che il vecchio TTA con qualche miglioria, la ristampa rimane un capolavoro.

Se Brass: Lancashire (2007) era un capolavoro e la ristampa (2018) non è altro che il vecchio Brass con qualche miglioria (la modalità 2 giocatori molto richiesta), la ristampa è una cosa senza senso.

 

mi permetto una replica.

non è il perfetto esempio di una logica fallata, ma solo il mio punto di vista. rispettabile, credo. 

trovo, che si sentisse davvero l'esigenza di una ristampa di TTA con localizzazione in italiano che, come certamente saprai, ha avuto una genesi particolarmente lunga e pesante. con la ristampa è di fatto coincisa dopo anni di attesa la nuova versione del gioco. evviva, dunque.

per noi italiani, o almeno per me, la cosa ha avuto un senso e il titolo rimane uno dei miei migliori acquisti, specialmente con la localizzazione (di cui non sono un fan a prescindere) fosse anche per il molto testo che le carte hanno. 

non so rispondere, non avendo provato la prima versione del gioco, se le migliorie effettuate abbiano determinato per chi aveva la prima versione del gioco l'acquisto del nuovo, anche se di fatto, in estrema sintesi, il gioco risulta più equilibrato e meno spinto verso "il militare", che risulta meno impattante. almeno così ho letto. 

per me in ogni caso, e l'ho citato apposta, questo titolo, ammesso che si voglia catalogare come ultragioco (nel senso che dà al termine il recensore dell'articolo) costituiscce l'eccezione che conferma la regola. questo volevo implicitamente dire, senza parlare delle motivazioni 

brass, e parliamo di uno dei miei giochi preferiti, nella nuova versione non mi convince, anzi mi ha in qualche modo infastidito vederlo riscuotere molto successo soprattutto da parte di chi il gioco originale lo aveva già.

con i suoi luccicanti orpelli di restyling, belli per carità per alcuni, per me solo cupi e gotici.....anche no.

soprattutto, non necessitava di un ks per poter essere venduto (o forse si visti i risultati?)

il gioco in due lo si sviluppa anche con qualche regola casalinga, a memoria almeno. 

evidentemente molti preferiscono sborsare qualche soldino in più, come il senso dell'articolo vuole esprimere, per avere proprio questo. una copertina più bella e qualche sfarzo qui e lù che appaga la vista, ma meno il portafoglio. 

 

 

mi permetto una replica.

non è il perfetto esempio di una logica fallata, ma solo il mio punto di vista. rispettabile, credo. 

trovo, che si sentisse davvero l'esigenza di una ristampa di TTA con localizzazione in italiano che, come certamente saprai, ha avuto una genesi particolarmente lunga e pesante. con la ristampa è di fatto coincisa dopo anni di attesa la nuova versione del gioco. evviva, dunque.

per noi italiani, o almeno per me, la cosa ha avuto un senso e il titolo rimane uno dei miei migliori acquisti, specialmente con la localizzazione (di cui non sono un fan a prescindere) fosse anche per il molto testo che le carte hanno. 

non so rispondere, non avendo provato la prima versione del gioco, se le migliorie effettuate abbiano determinato per chi aveva la prima versione del gioco l'acquisto del nuovo, anche se di fatto, in estrema sintesi, il gioco risulta più equilibrato e meno spinto verso "il militare", che risulta meno impattante. almeno così ho letto. 

per me in ogni caso, e l'ho citato apposta, questo titolo, ammesso che si voglia catalogare come ultragioco (nel senso che dà al termine il recensore dell'articolo) costituiscce l'eccezione che conferma la regola. questo volevo implicitamente dire, senza parlare delle motivazioni 

brass, e parliamo di uno dei miei giochi preferiti, nella nuova versione non mi convince, anzi mi ha in qualche modo infastidito vederlo riscuotere molto successo soprattutto da parte di chi il gioco originale lo aveva già.

con i suoi luccicanti orpelli di restyling, belli per carità per alcuni, per me solo cupi e gotici.....anche no.

soprattutto, non necessitava di un ks per poter essere venduto (o forse si visti i risultati?)

il gioco in due lo si sviluppa anche con qualche regola casalinga, a memoria almeno. 

evidentemente molti preferiscono sborsare qualche soldino in più, come il senso dell'articolo vuole esprimere, per avere proprio questo. una copertina più bella e qualche sfarzo qui e lù che appaga la vista, ma meno il portafoglio. 

ciao! Il tuo punto di vista lo rispetto pienamente, tanto che lo condivido buona misura.

il problema sono solo le generalizzazioni che portano ad essere troppo restrittivi sulle proprie opinioni, perchè, a mio avviso, non portano a nulla di costruttivo, proprio perchè non ci si mette nei panni degli altri.

riguardo alla ristampa localizzata balzo a piè pari, io prendo come riferimento la versione inglese, altrimenti non si potrebbero fare molti paragoni con altri giochi che non vengono tradotti.  

Io sono sicuro che la ristampa è stata un ottima cosa, ma ne sono sicuro anche di altre ristampe o altre versioni di uno stesso gioco.

Per quanto riguarda Brass, ad esempio, da una parte non condivido la questione sull'estetica, nel senso che è sicuramente molto diversa e può far storcere il naso specialmente a chi ha giocato la versione originale, ma i colori cubi, color carbone, li trovo quantomai più azzeccati con il periodo in cui è ambientato il gioco che non un design minimale e banale tipico dei giochi che puntano alla sostanza, quindi, per me, è normale che abbia avuto successo, da guardare è proprio bello e te lo dice uno che ha appena recuperato Dune del '79.

Tralasciando i gusti grafici, concordo con te, anzi, l'ultima frase su brass descrive  esattamente quello che cerco di dire da più post; il "problema", chiamiamolo così solo perchè sta venendo affrontato come un problema e non perchè lo è veramente, sono i giocatori! specialmente i cosiddetti "veri gamer" e non i casual gamer, ovvero quelli che la menano tanto su meccaniche già viste in certi giochi, che il formato lcg costa un occhio e poi si comprano quattro versioni differenti dello stesso gioco, sentendosi obbligati (e lamentandosi pure) ad acquistarlo. 

Io Brass l'ho preso, tutte e due per la verità, perchè nessuno è stato in grado di spiegarmi effettivamente i vantaggi tra i due giochi nel caso venissero giocati principalmente in 2, e così, piuttosto che prendere quello sbagliato li ho presi, così da testarli e decidere se sarà meglio l'originale con le regole home made modificate e integrate direttamente (anche il tabellone ha nel retro una versione modificata per 2 giocatori) , o quello nuovo, concepito fin da subito per girare bene anche in 2.

Per questi motivi ritengo ottima la ristampa di questo titolo che non avevo, e come me molti altri sono nella stessa condizione. Un "pro" gamer si lamenta del fatto che esca la ristampa? se la compra per l'ennesima volta, problemi suoi, se non la compra, non vedo il problema; è questo scagliarsi "a prescindere" che non capisco, anzi, lo trovo solo un modo per lamentarsi alquanto fastidioso.

E poi, fosse anche la ristampa di un gioco identico, perchè dovrebbe essere un problema? Chi non l'aveva prima può alla meglio scegliere tra due versioni, chi c'è l'ha non gli dovrebbe proprio interessare a meno di stravoglimenti o correzzioni importanti.

La ristampa di Gloomhaven è stata inutile? e quella di Kingdom Death: Monster? Assalto Imperiale non è forse la copia di Descent 2? eppure io come molti altri non l'avremmo mai preso in versione fantasy, così come Gaia; se leggi sul forum, uno dei primi commenti è stato proprio "in versione spaziale potrebbe interessarmi al contrario di TM".

Starcraft e AoE li hanno rimasterizzati lasciandoli identici, e per fortuna! così chi se lo compra oggi può avere la stessa identica esperienza di chi li ha giocati nel '97, pagando un gioco che abbia una grafica più moderna e non di 20 anni fa. Prenderò il nuovo Aoe pur avendo giocato quello vecchio? si, perchè su alcuni pc non mi gira per incompatibilità o per l'assenza del lettore cd.

L'unica brutta abitudine, per quanto mi riguarda, è quella che sta prendendo sempre più piede coi KS, ovvero comprare più copie e rivenderne una a prezzi folli, ma è anche vero che se c'è il broccolo che la compra sono fatti suoi (tralasciando sul fatto che ci son persone che preferiscono pagare di più e avere subito il prodotto e non aspettare e sperare che arrivi dopo un anno o più).

Quello che voglio dire, in definitiva, è che se per me non c'è ragione di una espansione o di una ristampa, non significa che qualcun'altro non ne tragga vantaggio, come io potrei trovarne per una ristampa dell'espansione di starcraft gdt, magari localizzata, che non ho. :)

 

 

 

 

 

 

però io non ho parlato di ristampe fini a se stesse. Se Brass è fuori produzione e lo ristampano, tanto meglio. Tra gli estremi "materiali orribili ed ergonomia pessima" e "inutili orpelli extralusso" ci sono tanti scalini. Le versioni per 2 di giochi per 2, o i "nuovi" giochi che cambiano magari mezza regola, di quelli parlavo come ultragiochi, oltre alle megaproduzioni KS. Quindi per me Brass e TTA sono entrambi fuori da questi esempi (il primo perché una riedizione di un gioco non più in commercio, il secondo perché porta un effettivo miglioramento sensibile nel gioco). Gli esempi di cosa intendo li ho fatti nell'articolo, tra immagini e testo. Poi, colpa dei giocatori, colpa delle case che ci marciano, colpa di nessuno: poco importa, il trend è questo. Ed è anche naturale, probabilmente. 

Siamo d'accordo con te al 100% quando pero si parla di ciò: esempi recenti, scythe, clans of caldonia, progetto gaia... Saltano su gli acquirenti del gioco poco originale e si offendono perche hai parlato male del loro gioco preferito.

Non capisco perché degli esperti recensori mettano insieme cose così diverse in un esempio senza capo né coda.

Progetto Gaia è chiaramente una ritematizzazione di un gioco di grande successo. E' Terra Mystica e vuole attirare più quelli che non hanno Terra Mystica che non quelli che già lo hanno, visto che è praticamente lo stesso gioco.

Clans of Caledonia è un gioco che mescola bene cose già viste. Non è un gioco originale, ma anche senza esserlo offre una esperienza di gioco abbastanza differente dai giochi da cui attinge. In fase di recensione ovviamente va evidenziata la scarsa originalità, i giochi di riferimento, ed anche che, in definitiva è un bel gioco.

Scythe non capisco proprio cosa c'entri. Se un gioco non vi piace non significa per forza che sia brutto. Ed onestamente io un altro gioco come Scythe in collezione non  ce l'ho ed è indubbiamente un design moderno e ben fatto. 

Sull'articolo di Azgaroth posso solo essere d'accordo soprattutto su Kickstarter, di cui ho scritto diverse volte nel forum, dicendo praticamente le stesse cose. Per me non è razionale comprare tramite KS, ma in fondo è un metagioco che ci attira quanto o forse più del gioco stesso. E ci spenna. 

Perché? Ma date un’occhiata alla lista del mercatino dei giochi. E’ ormai normale trovare giochi messi in vendita a 50, 60, 70 Euro (cioè “tanti” soldi), con la specifica “mai giocato”, “ancora da defustellare”, “incellophanato”, “fatta una partita” eccetera. Che sono questi? Non ditemi che sono tutti regali non graditi…..E ce ne sono una marea.  

Sono entrata in questo mondo da poco e ovviamente per recuperare un po' di giochi sto girando tutti i mercatini online. E tanti appunto vendono giochi mai giocati. Mi sono sempre chiesta come fosse possibile questo. Sarà che anche io ora vorrei tutto, ma voglio anche provare tutto... 


Sono un metallaro. Al liceo, più di un CD a bimestre non ce la facevo a comperarmi. E’ vero che se avessi avuto più soldi avrei comperato più CD. Ma è altrettanto vero che “Chaos AD” dei Sepultura o “Nemesis Divina” dei Satyricon o Cerimony of Opposites” dei Samael al primo ascolto mi erano sembrati solo passabili e che sono diventati gli album che amo di più dopo un lento e ripetuto ascolto.

Errori ne facciamo tutti, acquisti sbagliati, ripensamenti, malintesi, mutazioni genetiche.....questo è indubbio. Come è vero che esistono degli album (o dei giochi) che ci piacciono immediatamente o nemmeno dopo ottocento ascolti. Per carità.

Credo però che i giochi vanno desiderati, alcuni di questi acquistati, ma tutti quelli acquistati vanno consumati. Se questo diventa lo standard anche il mercato si adeguerà (magari producendo meno e ad un prezzo maggiore, lo so, ma la qualità segue, in genere) altrimenti…beh…l’”altrimenti” lo conoscete già. Accade oggi.  

e quanto ti capisco. Io da prima di Natale a oggi ho già comprato 20 giochi (usati, regalati, nuovi) ma mi rendo conto che l'offerta è infinita e che veramente si può entrare in un tunnel di acquisto ossessivo compulsivo e, accorgendomene, ho deciso di darci una rallentata... ma questo comunque è un discorso che si può girare su qualsiasi cosa, dalla musica alla roba da mangiare... avere, desiderare, comprare... ma poi alla fine si ha sempre la sensazione di non avere abbastanza. Commercio e marketing.
Forse siamo "noi" che abbiamo ancora un po' di speranza: quelli che appunto facevano fatica ad avere quello che si desiderava, e che prima di avere altro, quello che avevi lo consumavi, ma mai ti veniva a noia.

E comunque cerco: Santiago de Cuba, Tokaido, Kanegawa, Isle of Skye, Istanbul, Lewis & Clark ...che anche se non ci ho mai giocato, devoaverlidevoaverlidevoaverlidevoaverli tuttiiiii! muuuahahahahahahahahahahahahah

Concordo al 100% Agz, non potevi essere più conciso ed esaustivo di così.

Nel mio piccolo ho deciso di uscire dal sistema. Non riesco più a comprendere la logica del compra - gioca_3_partite - metti_via , anch'esso figlio di un mercato di consumatori senz'anima, non più Giocatori.

Non ho la voglia di studiarmi un regolamento nuovo ad ogni singola, maledetta, serata di gioco. Non mi pagano abbastanza e non ho nemmeno i soldi per starci dietro visto che poi si parla di scatole ancora incellophanate e piene di polvere che, passato l'hype, dopo 2/3 partite, se provo a riproporle non se le fila più nessuno perchè ci sono titoli nuovi da provare.

Ricordo ai tempi della prima TdG Bologna quando, nell'aula di una vecchia scuola, (ri)giocavamo gli stessi giochi per mesi, i più belli per anni (e non sono mai stati messi via), a rotazione, cercando di approfondirli partita dopo partita.

Kickstarter ancora non esisteva.

I titoli in italiano faticavano ad arrivare e festeggiavamo gli albori di piccole case editrici neonate, fatte di appassionati come noi, spesso amici di vecchia data.

I giochi da tavolo lanciati tramite Kickstarter ancora non esistevano.

E non era un secolo fa, si parla solo di un decennio !!!

Come autore neonato sarei molto depresso da tutto questo. Avrei la quasi certezza che il mio gioco non possa essere davvero apprezzato. E avrei la quasi certezza che, a prescindere da questo, verrebbe comunque messo via su uno scaffale dopo poche partite, a riempirsi di polvere, per poi essere rivenduto sotto costo per mancanza di spazio...

... ed io invece non sono d'accordo.

E' un po' come scrivere che non si dovrebbero più scrivere libri, perché ci sono i grandi classici, o che non si debbano più girare Cartoni Animati perché sono stati già stati Fantasia e La Bella e la Bestia o basta con la musica perché dopo i Pink Floyd cosa ci può essere. Certo forse tutti oggi si arrogano il diritto di scrivere senza più nemmeno provare a leggere, di suonare senza avere una cultura musicale e .... magari di giudicare un gioco senza aver mai giocato a PuertoRico e di presentarsi a IdeaG con il loro prototipo avendo provato poco più di Monopoly e Risiko.

Amo ed ho amato questo mondo da sempre, quando avevo quindici anni mi scrivevo le mie avventure su HeroQuest a trentacinque ogrganizzavo tornei di Carcassonne e ho circa 250 giochi nella mia ludotece. Ho sempre pensato che in Italia ci fosse un vuoto eccessivo nel mondo dei giochi che fortunatamente si sta colmando, con nuovi editori e tanti giochi inediti e localizzati che escono ogni anno. Di sicuro ce ne sono tanti che non emergeranno mai, ma altrettanto sicuramente potrà apparire quel piccolo diamante che tutti desideriamo.

Viviamo sempre nella nostalgia del passato, del si stava meglio quando si stava peggio e io invece dico no, si sta meglio adesso dove posso vedere Dixit al supermercato, leggere decinde di blog sui giochi e sentire sempre più amici che quando dico la parola Carcassonne pensano al gioco e non alla città  pirenaica.

 

E come rarissimamentet mi succede sono d'accordo con Linx, oramai lal quaità media di un gioco è molto alta, e, rispettando il target di riferimento, è davvero difficile non riuscire a dargli la sufficienza.

in effetti puoi aver ragione, ma è un commento che tiene anche conto dei molti commenti.

poi su giochi pimpati e sulle espansioni inutili sono abbastanza d'accordo

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