[Dalla parte delle Goblinesse] Il gioco ai tempi della crisi

Questo non è un articolo di commento alle ultime novità di Essen e non è nemmeno un articolo sulla storia del gioco da tavolo. Piuttosto la definirei una riflessione che vorrei condividere con i lettori. blush
Noi tutti siamo consapevoli del valore del gioco come divertimento e come passatempo, come hobby o come scusa per stringere nuove amicizie, ma quanto siamo consapevoli del suo potere “magico”?
Approfondimenti
Giocatori

  *

Questo non è un articolo di commento alle ultime novità di Essen e non è nemmeno un articolo sulla storia del gioco da tavolo. Piuttosto la definirei una riflessione che vorrei condividere con i lettori. blush
Noi tutti siamo consapevoli del valore del gioco come divertimento e come passatempo, come hobby o come scusa per stringere nuove amicizie, ma quanto siamo consapevoli del suo potere “magico”? 
 
La situazione particolarmente difficile in cui versa la nostra economia sicuramente darà da pensare a più di uno di voi, come del resto a me. E se sei un laureato in Lettere la crisi assume le fattezze di un Girone Dantesco!  Problemi, bollette da pagare, figli da mantenere ecc ecc. crying
Non è forse per questo che cerchiamo di alleviare e dimenticare le pene e i problemi sedendoci intorno ad un tavolo insieme agli amici? E per un paio d’ore circa ci dimentichiamo di tutto e ci lasciamo prendere dal gioco, dai dadi, dai puzzilli, dai segnalini e dalle carte? Qui scatta la magia, l’incanto, l’ipnosi : per due ore tu giocatore sei solo mente, sei solo cervello che pensa. E quanti di noi non hanno sentito la fame o la sete o si sono perfino dimenticati di andare in bagno mentre giocavano? 
 
Questa riflessione sul potere “magico” o “ipnotico” del gioco è ritornata quando, per ragioni di studio, mi sono imbattuta in questo brano che vi riporto. 
 
“Pare che sotto il regno di Ati, figlio di Mani, una grande carestia colpisse l’intera Lidia. Per qualche tempo i Lidi persistettero nel condurre la solita vita, poi, non cessando la carestia, cercarono vari rimedi e chi pensava a una cosa e chi a un’altra. Si dice che in tali frangenti inventassero il gioco dei dadi, il gioco delle nocche, il gioco della palla e altri, ma non quello della dama, la cui origine non è da attribuirsi ai Lidi. Essi utilizzarono le invenzioni per combattere la fame nel modo seguente: ogni due giorni giocavano per un giorno intero, così distraevano l’attenzione dalla ricerca del cibo. Il giorno dopo non si dedicavano al gioco e mangiavano. Vissero in questa maniera per diciotto anni”.
Erodoto, Storie (autore greco, V sec. a. C.)
 
Ciò che mi piace di questo brano, che non sono sicura sia il più antico riguardante il gioco, e certamente non è il più famoso, è l’idea che un intero popolo sia sopravvissuto per tanti anni grazie al gioco, è la dimensione eroica di quello che per molti di noi è soltanto un hobby. Mi piace pensare che il gioco, questa meravigliosa proiezione della mente umana, sia capace di alleviare le sofferenze e togliere perfino la fame, e in qualche modo sconfiggerla per un po’.
 
Se c’è un momento in cui il gioco svolge davvero la sua missione, è nel momento della crisi. Mi piace pensare che possa essere il rimedio incompreso del nostro secolo.
 
 
* logo realizzato da Micenea

Commenti

quando si dice Panem et circenses!

Io sono piu' pratico in tempi di crisi si ha meno possibilita' di uscire e spendere soldi magari in viaggi, settimane bianche, ristoranti ( che noia) si rimane a casa e quindi niente di meglio di un bel gioco da tavolo che ti diverte e' beliissimo e se ci pensate considerato tutto e' pure economico!

Condivido il punto di vista di Gerald. Non penso che il gioco possa essere un rimedio alla crisi, ma certamente può essere utile a distrarre da bisogni impellenti che potrebbero non avere una soluzione immediata.

Mi è venuta in mente una battutaccia d'umorismo nero: "...vissero in questa maniera per 18 anni" ...dopodiché si estinsero!

Scherzo! (in parte, almeno)
In realtà non si estinsero: un emigrante di nome Tirseno venne in Italia e, fondendosi con le popolazioni locali, diede origine alla civiltà Etrusca. Da lui prende il nome il Mar Tirreno.

Per scrivere un commento devi avere un account. Clicca qui per iscriverti o accedere al sito

Accedi al sito per commentare