D'accordissimo su tutto! Gran bel gioco, bello da vedere, bello ambientato, bello da giocare. Quando stai per cliccare per bere la pozione riesci ad avvertirne la suspance!!!
Alchemist: non è una ribongia
“Ma che cosa sarà mai una ribongia?” si chiederanno molti di voi cari goblin inconsapevoli. Dicesi ribongia in dialetto tipico della tana dei goblin di Viareggio qualsiasi cosa proveniente dallo scarto e riutilizzata per altri fini, sia esso lo scarto di un altro giocatore, lo scarto di una grande industria o anche lo scarto domestico (pattume).
“A livello di ribonge” - Il Vice-Presidente
Perchè quindi questo titolo? Perchè Alchemist di Matùs Kotry riteniamo sia possibile etichettarlo con molti termini ma di sicuro non sarà possibile dire si tratti di una ribongia, ossia di un qualcosa di già visto e rivisto (come ahimè molti giochi da tavola ultimamente ci stanno facendo notare).
Unendo la passione scatenata da un mistero da scoprire, la competizione di un ritmo spesso serrato e che non lascia spazio a temporeggiamenti e un'ambientazione a dir poco coinvolgente questo titolo sembra fatto apposta per entrare di diritto nella top ten di molti amanti del board gaming.
“Guarda penso che questo sia il gioco più bello degli ultimi duemila anni” - Un Goblin Pazzo
Ed è l'ambientazione così unica e particolareggiata la prima cosa a coinvolgere il nuovo giocatore, la prima cosa che ha coinvolto noi goblin abituati spesso ad un livello di astrazione sin troppo poco appetibile agli occhi. In questo bellissimo titolo infatti entrerete nella magia del “laboratorio alchemico” non appena avrete effettuato il setup. I paraventi di cartone cotenuti nel set, le divertenti illustrazioni e il concetto stesso di alcune carte o azioni disponibili sembra concorrere a rendere il tutto più reale e tangibile. Stiamo davvero ricercando le proprietà alchemiche di quegli otto bizzarri componenti per pozioni, e su questa ricerca si basa la nostra reputazione di alchimisti.
“Mi sono talmente immerso nella parte che mi sembrava di avere il cappellone da mago in testa” - Il Presidente
Il tempo di gioco è per fortuna limitato da quei sei turni dopo i quali tutte le nostre tesi e controtesi saranno premiate o demolite dai sommi dell'accademia, ponendo fine alla competizione; e questo limite aiuta ad ambientarsi al gioco anche coloro che per natura non sopporterebbero svariate ore di estasi ludica. E in ogni turno qualcosa di nuovo avviene, a partire dalla richiesta di pozioni sempre diverse, alla disponibilità di artefatti, sino a quando si entra per davvero nel vivo del gioco e inizia la battaglia per le teorie alchemiche.
Per non parlare poi della App che sostituisce egregiamente e semplifica di molto il lavoro del “game master”. Una app funzionante e davvero ben fatta con le sue molteplici opzioni, ognuna rappresentante una diversa azione possibile nel gioco. Basta un click per eliminare lo spesso difficile problema dei giocatori guardoni, degli errori di un game mater distratto o della svista personale.
“Daaai e poi questa app è una figata, unire il gioco da tavola con la tecnologia moderna!” - Un Goblin galvanizzato
Insomma, in definitiva alchemist ci e piaciuto e non poco, la piccola nota amargne di Vlaada Chvatil ci aveva già fatto ben sperare, ma mai avremmo potuto immaginare fosse possibile creare un gioco dove vecchie meccaniche come quelle del cluedo e dei primi giochi di posizionamento si reinventassero in un prodotto così piacevole, composto in ugual parti di ironia, fantasia, scorrevolezza e divertimento!
“Unico punto negativo: i testi delle carte sono troppo minuscoli serve una lente di ingrandimento per leggerli” - Un Goblin pignolo
Ma, dico io, si è mai visto un alchimista al lavoro senza lente di ingrandimento?
Cristiano Baldini -TdG Viareggio