ATTENZIONE! La seguente anteprima è ricavata dalle impressioni successive alla sola lettura del regolamento senza prova su strada del gioco
- Autore: Pierluca Zizzi
- Ambientazione: mitologia nordica
- Editore: What's your Game?
- Meccaniche: piazzamento lavoratori
- Giocatori: 2-4
- Dip. lingua: no
- Durata: 90 minuti
- Link regole: regole inglesi
- Tipologia: GdT
- Difficoltà: medio-alta
Descrizione estesa del gioco
Asgard guida i giocatori attraverso il pantheon scandinavo per 5 round di gioco fino al Ragnarok, la battaglia finale che decreterà il vincitore della partita, oltre al trascurabile effetto della la fine del nostro mondo e l’inizio di uno nuovo.
Il gioco è molto articolato e ricco di opzioni ed effetti vari. Già dalla lettura del regolamento (sul quale si dovrà ritornare spesso nelle prime partite) si capisce che il pubblico a cui è rivolto non è di certo l’occasionale ma neanche il giocatore medio. Occorre una utenza esperta che si dedichi alla cosa anima e corpo per qualche serata di fila, perché si ha l’impressione che le meccaniche e soprattutto il modo di sfruttarle proficuamente non siano proprio cosa immediata.
Il tabellone di gioco rappresenta Yggdrasil, l’albero cosmico, con vari mondi attorno ad esso (in cui avverranno le battaglie), le figure dei 10 dei a disposizione, più vari spazi per tutti i segnalini di gioco. Ogni giocatore ha a disposizione 10 carte degli dei e i segnalini azione.
Ogni turno è diviso in 4 fasi:
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Scelta degli Dei: ogni giocatore sceglie segretamente tramite le proprie carte tanti dei quanti sono i dischi azione attualmente a sua disposizione (questo numero varia durante il gioco);
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Fase Azioni: uno alla volta i giocatori rivelano uno degli dei che hanno scelto e piazzano il loro disco azione. Questo può essere piazzato o direttamente sul riquadro del dio al fine di costruire un tempio (ottenendo PV e supportando poi il dio nel Ragnarok), oppure per ottenere l’effetto speciale garantito dal dio (ognuno ne ha uno diverso); oppure il disco si può piazzare nella zona di Asgard, in cui si ottengono nuovi dischi azione, nuovi guerrieri per supportare gli dei, nuove armi per la battaglia finale e, infine si partecipa a uno degli scontri che avvengono a fine turno nei 7 mondi attorno a Yggdrasil, ottenendo PV in caso di vittoria.
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Risoluzione delle azioni: uno per volta i giocatori rimuovono un loro disco precedentemente piazzato in plancia ed eseguono l’azione corrispondente.
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Battaglie: nei mondi in cui sono presenti dischi azione avviene un combattimento tra le forze del male e quelle del bene. Se il giocatore ha scelto il loto vincente, guadagnerà PV per il resto della partita.
Alla fine dei 5 turni, si ha il Ragnarok, in cui in ogni mondo avviene un’ultima battaglia, influenzata dai dischi e dai guerrieri e giganti piazzati durante la partita a sostegno dei vari dei. I giocatori che hanno investito sugli dei vincenti ottengono così un nuovo sostanzioso incremento di PV.
Che dire? L’ambientazione è accattivante anche se parecchio forzata nei binari del gioco. Il regolamento è ostico e francamente l’idea di spiegarlo ad un gruppo di gioco che non sia più che motivato mi atterrisce. Ci sono molte regole, regolette e particolarità da tenere a mente, oltre agli effetti dei vari dei e alle tessere che man mano vengono scoperte.
L’interazione è garantita dai limitati slot a disposizione per ogni dio e dalla scelta simultanea degli dei su cui investire di turno in turno.
Pro | Contro |
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Conclusioni
Asgard dunque è un pretesto per ambientare un gioco di piazzamento nel pantheon scandinavo.
È difficile inquadrare la riuscita complessiva e la controllabilità del titolo solo dal regolamento, proprio in virtù del suo livello di complessità e articolazione.
Personalmente gli darei una chance, anche se complessivamente mi attira meno di altri giochi che ho letto in questi giorni, ma solo, ripeto, col gruppo giusto.
Purtroppo, data la non immediatezza del titolo, solo una (direi più di una) prova diretta potrà dire quanto il tutto sia riuscito, quanto sia coinvolgente e strategicamente appagante.