A&P Chronicles 2002-2003 (IV, 9)

Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 22 Gennaio 2006

Parte IV, Capitolo 9: I segreti di Aktaarbork

Seduta del 05/02/2003

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Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 22 Gennaio 2006

Parte IV, Capitolo 9: I segreti di Aktaarbork

Seduta del 05/02/2003

I segreti di Aktaarbork

rimasti con Aska Bork ed il vescovo, esaminammo i fatti cercando di stabilire il modo migliore per proseguire nelle nostre ricerche. Molti punti apparivano ancora decisamente poco chiari, non ultimo come avesse fatto il misterioso assassino a maneggiare la mia spada senza riportarne le conseguenze, dato che nessuno sembrava essersi rivolto ai curatori per bruciature alle mani. A meno che per Aktaarbork non si aggirasse qualcuno in grado di maneggiare tranquillamente quella spada... o che ne avesse una uguale... no, pensai, era impossibile. C'era un solo uomo con una spada come la mia, ed era l'ultima persona che avrei voluto incontrare!

C'era poi il mistero della magia usata per addormentare Dagor, secondo quanto aveva rivelato il suo spirito al vescovo. Si trattava senza dubbio di un tipo di potere più affine a quelli di Frostwid che a quello dei preti di Morgrim, ed i nani giuravano che nessuno a Bar-Arghaal era in grado di accedere a quelle conoscenze arcane. L'ipotesi che vi fosse qualcuno di estraneo nascosto da qualche parte all'interno della città dei nani prendeva sempre più corpo, ma dove mai poteva rifugiarsi all'insaputa del Reggente e di tutti gli altri?

La prima cosa che veniva in mente a quei pensieri era la misteriosa ala in cui alloggiavamo e dove si era verificato il delitto, la cui costruzione era stata voluta dallo stesso Dagor. Fu parlando di questo che il vescovo ci rivelò una notizia assai interessante: il nostro precedente accompagnatore Galdim non era un comune membro del consiglio degli anziani. Era il fratello di Dagor! Come se questo non bastasse, scoprimmo anche che aveva lui l'incarico di capo cantiere durante i lavori di costruzione della nuova ala: l'ipotesi di un passaggio segreto celato da qualche parte prendeva sempre più corpo.

esaminammo meticolosamente le nostre stanze, alla ricerca di qualcosa che ci rivelasse un passaggio nascosto, una porta abilmente celata durante la costruzione di quegli ambienti per qualche losco fine da tempo progettato. Per quanto ci sforzassimo, tuttavia, le pareti apparivano di solida roccia, e nulla lasciava intuire la presenza di aperture di alcun tipo, anche Frostwind, assumendo una forma incorporea che stupì solo i nani, non riuscì a trovare nulla di interessante.

- Venite qui, presto! - ci chiamò ad un tratto Aska Bork. Il mercante si era attardato ad esaminare la stanza di Thorin, la più vicina dal lato del corridoio che portava verso l'alloggio di Dagor, e indicava un punto verso il soffitto.

- Mi sembra vi sia una sorta di fessura, lassù - indicò, segnalando un punto che non rivelò nulla di particolare ai miei occhi. Frostwind fece un rapido gesto con le mani, ed improvvisamente, nel punto indicato, scorgemmo l'imbocco di un cunicolo! Aska Bork ed il vescovo furono i più sorpresi dalla scoperta, dato che nessuno sospettava l'esistenza in città di passaggi segreti di cui né il Reggente, né i mercanti o il consiglio degli anziani fossero a conoscenza. 

Si trattava di un condotto verticale il cui ingresso, spiegò il mago, era stato celato con un'illusione magica, probabilmente grazie all'aiuto degli gnomi dell'Ultima Frontiera. Poco dopo l'imbocco, si vedevano dei pioli in metallo infissi nel muro, evidentemente disposti in modo da consentire la salita da parte di un individuo di taglia umanoide. Eccitati per la scoperta, issammo Adesir verso il cunicolo, e vedemmo la ragazza arrampicarsi lungo il condotto.

- Dopo una breve salita il cunicolo diventa orizzontale - riferì la ragazza affacciandosi dall'imbocco dopo una breve esplorazione. - Sembra andare approssimativamente verso la stanza di
Dagor...

Con l'aiuto di Warnom facemmo salire l'ormai impaziente Thorin, Frostwind e Aska Bork nel tunnel, quindi ci precipitammo con il vescovo nel corridoio, diretti verso l'alloggio di Dagor. Una volta giunti nella stanza, iniziai a saggiare la consistenza del soffitto con la punta della spada e non ebbi difficoltà nel trovare un punto in cui essa passava attraverso la roccia come se questa non esistesse. Il cunicolo aveva dunque un accesso anche da quel lato.

Un sassolino cadde dall'alto, apparentemente proveniente dal nulla. Quindi, una corda scese dal soffitto, fuoriuscendo inspiegabilmente dalla roccia. Restammo in attesa per alcuni istanti, pensando che i nostri compagni stessero per scendere. Poi, la testa di Aska Bork comparve dal nulla invitandoci a salire: il cunicolo andava oltre.

Aiutandoci con la corda, salimmo anche noi, ed io presi posizione per terzo, alle spalle di Adesir e Thorin, seguito da Aska Bork, Frostwind, Warnom ed infine dal vescovo. Forse, stavolta eravamo davvero sulla strada giusta.

seguimmo il percorso per un tempo che mi sembrò lunghissimo, e mi fu difficile mantenere un minimo di
orientamento, tanto che dopo qualche minuto già non avevo più alcuna idea della direzione in cui ci stessimo muovendo. Ad un tratto, il cunicolo iniziò a curvare salendo verso l'alto, e proseguimmo ancora per molti passi in salita. 

- Non è roba nanica, questa! - commentava Thorin davanti a me, osservando di tanto in tanto le pareti del tunnel. A suo giudizio, si trattava di uno scavo molto più approssimativo e grezzo di quanto sapevano fare i nani, anche se per me non faceva alcuna differenza.

- C'è una luce, là in fondo - esclamò ad un tratto Adesir dalla testa della fila, arrestando il gruppo ed invitandoci al silenzio. Ad una distanza di una ventina di passi, oltre i due compagni che avevo davanti, un lieve bagliore lasciava supporre la presenza di qualcuno, ed ebbi anche l'impressione di cogliere un rapido movimento furtivo. 

Proseguimmo cautamente, provocando il solo rumore delle armi che venivano sfoderate per prepararsi ad uno scontro. Chiunque si trovasse dall'altra parte, aveva a che fare con il delitto di Dagor ed i sospetti che erao stati gettati su di noi, e per quanto mi riguardava l'avrebbe pagata in un modo o nell'altro, assaggiando il ferro della lama nera.

Un'improvvisa esplosione fece tremare il cunicolo ed udii Adesir e Thorin lamentarsi di dolore mentre venivo colto da un gelo improvviso e subito dopo da una tempesta di dardi acuminati che mi provocarono numerose ferite. Mi ritrovai coperto di brina ghiacciata. Decine e decine di aghi di ghiaccio scricchiolavano sotto i piedi sbriciolandosi al passaggio.

- Un glifo! - esclamò Frostwind dalle retrovie, - ora sanno che siamo qui!

Avanzammo più decisamente, dato che ormai la nostra presenza non era più motivo di sorpresa, e sentii Adesir mormorare parole incomprensibili poco più avanti.

- Levatevi di mezzo, lì davanti! - il tono della voce del mago lasciava immaginare che anche lui stesse preparando qualcosa. Adesir ora era fuori dal tunnel e Thorin davanti a me sbuffava avanzando frettolosamente nell'ultimo tratto.

- Spostatevi - ripeteva Frostwind da dietro, e pregati di essere rapido abbastanza da non restare coinvolto nella sua idea, di qualsiasi cosa si trattasse. Anche Thorin era uscito e davanti a me il cunicolo terminava al livello del pavimento di una piccola sala, nella quale si trovavano uno scaffale ed una scrivania ingombre di pergamene. Il tunnel riprendeva esattamente di fronte all'uscita, sulla parete opposta, ma l'imbocco sembrava ostruito da una sostanza argentea vischiosa e filiforme che ricordava vagamente una ragnatela.

- Via da davanti! - urlò per la terza volta Frostwind, mentre mettevo piede nella stanza, spostandomi di scatto verso la mia sinistra, in modo da liberare l'uscita del condotto. Vidi Thorin e Adesir correre di lato e proteggersi il viso e la testa rannicchiandosi come in attesa di chissà quale cataclisma. Un improvviso sibilo seguito da un'esplosione squassarono la stanza, e l'aria fu subito invasa da un forte odore di bruciato: l'imbocco del nuovo cunicolo era ora libero. 

- Per Morgrim! Per Thorgrim! Gawain, alla carica! 

Thorin gridava come impazzito, levando l'ascia verso l'alto e precipitandosi nel cunicolo come in preda ad una furia incontenibile. Agguantai rapidamente alcune pergamene delle quali feci in tempo a cogliere solo alcuni simboli themaniti, le infilai nella casacca e brandendo la spada nera mi precipitai dietro al nano.

il nuovo passaggio era molto più breve del precedente, e Thorin stava già uscendone quando io vi entrai. Vidi il nano sbucare in una seconda stanza illuminata, e subito due grosse ombre corpulente lo assalirono grugnendo e ruggendo minacciosamente.

Sbucai rapidamente dal tunnel roteando la spada e mi trovati alle spalle di due bruti armati di clave che circondavano Thorin, impegnato con altre due creature della stessa specie.

- Ogre! - esclamai, vibrando il primo colpo che affondò nella schiena di uno degli avversari provocandogli un ampio squarcio nella robusta pelle simile al cuoio irrigidito dal sole. 

I due mostri si voltarono verso di me, lasciando che i due compagni si occupassero del nano, mentre Adesir sbucava dal cunicolo agitando le mani all'indirizzo di quello che stava per colpirmi. Inaspettatamente, l'Ogre si lasciò sfuggire di mano le clave che caddero a terra con un tonfo sordo, mentre rimasto senz'armi mostrava minaccioso gli artigli digrignando i denti gialli.

Approfittai della sua sorpresa per colpirlo nuovamente con tutta la forza che avevo, e la lama penetrò profondamente, squarciandogli il ventre da un lato all'altro. Dall'orrenda ferita fuoriuscirono parte degli intestini, offendendo l'aria con il loro putrido fetore, ma il mostro rimaneva in piedi, agitandosi e dimenandosi nel disperato tentativo di colpirmi.

Alle mie spalle, il rumore rapido ed inesorabile della corda dell'arco di Adesir fischiava seguito ad ogni colpo dal suono delle frecce che si conficcavano nelle carni del secondo mostro, mentre davanti a me Thorin appariva in difficoltà contro i due giganti.

D'improvviso, una vampata di calore insopportabile mi tolse l'aria e mi bruciò la pelle, vidi il mio avversario avvampare fra le fiamme, quindi un violento capogiro mi fece crollare a terra privo di sensi. Riaprii gli occhi immediatamente, o almeno così credevo. Warnom era chino su di me e si allontanò rapidamente mentre afferravo la lama per rialzarmi in piedi. Adesir giaceva a terra vicino al corpo di un mostro che era trafitto da decine di frecce, mentre Thorin e Aska Bork combattevano con due Ogre superstiti. Orrendi tentacoli viscidi di melma verdastra si agitavano spuntando dal pavimento, frustando l'aria in cerca delle nostre gambe da frantumare. 

Corsi in aiuto di Thorin che appariva in difficoltà, saltando e schivando il nuovo orrore evocato da chissà quale mente distorta e malata, abbattendo la spada contro un fianco della creatura che subito prese a zampillare un sangue dall'odore nauseabondo. Con una possente accettata Thorin mise fine alle sue sofferenze, mentre io già mi protendevo in aiuto di Aska Bork. Lo raggiunsi mentre i tentacoli sparivano per qualche oscura ragione che non ebbi tempo di indagare, ed abbattei l'ultimo Ogre con un fendente che lo passò da parte a parte.

- E' invisibile! - gridava Frostwind accennando ad un nuovo nemico, agitando convulsamente le mani nel tentativo di invocare i suoi poteri. Il suo viso grondava sudore e la tunica era intrisa per la fatica e lo sforzo sostenuto nella continua evocazione della sua magia, barcollava vistosamente nel tentativo di mettere fine allo scontro. Thorin si guardava attorno, fendendo l'aria con colpi che sibilavano di forza. Warnom era chino su Adesir e le prestava le prime cure, mentre io cercavo di orientarmi alla ricerca del nuovo avversario. 

Con un grido, Frostwind proruppe in un nuovo incantesimo, materializzando a mezz'aria un grosso cristallo di ghiaccio che immediatamente esplose con violenza, scagliando dardi acuminati in ogni direzione. Vedemmo allora che i proiettili si infrangevano contro qualcosa di invisibile che si trovava a metà fra me e Thorin, e fummo rapidissimi a colpire in quella direzione con tutte le forze rimaste, calando l'ascia e roteando la spada che incontrarono la resistenza del nemico.

D'improvviso la tensione si spense. Non so come, ma seppi in quel momento che il nostro nemico non c'era più. Era fuggito.

Frostwind si aggirava senza meta vacillando, con lo sguardo perso nel vuoto.