Da un appunto di Thorin sul diario di Gawain - 2 Febbraio 2006
Parte V, Capitolo 6: Il prigioniero
Seduta del 02/04/2003
Il prigioniero
Questa pagina del mio diario è stata scritta da Thorin, dato che dopo il combattimento con l'Idra, non ero nelle condizioni di scrivere.
Fu la prima occasione in cui decisi di rivelare ad un membro della compagnia che stavo tenendo un diario delle nostre avventure, e pregai il mio amico di mantenere il segreto con gli altri...
Straordinariamente, il burbero nano non commentò la cosa come mi aspettavo,
sottolineando l'inutilità dei miei scritti, anzi si dimostrò assai
interessato e, nonostante carta e penna non siano gli strumenti nanici per
eccellenza, lo vidi impegnato a vergare le nostre gesta con straordinaria
passione.
Gawain
gawain era francamente sollevato e ottimista, dopo il terribile ma vittorioso combattimento con l’Idra, aveva anche di slancio preso il mago Angus Jax svenuto e legato in spalla e lo trasportava con l'aria fiera di chi ha catturato un importante prigioniero.
- Allora andiamo - aveva detto, avviandosi per primo, cercando di nascondere la fatica ed i segni delle ferite riportate.
La razza umana è ben strana e varia.... e a proposito di comportamenti strani, improvvisamente comparve Tervel da dietro una roccia, come se niente fosse accaduto, con quella sua camminata dinoccolata e quello sguardo svagato e perso nel vuoto che non faceva mai capire se fosse presente o se i suoi pensieri andassero costantemente alle infinite distese della Grande Pianura, sua terra natale.
- Salve ragazzi, tutto bene? - ci apostrofò. - Vedo che con quel terribile mostro ve la siete cavati bene, scusate ma non so cosa mi ha preso e mi sono nascosto per venirvi in aiuto se fosse stato necessario...
Trattenere Polgrim non fu facile, e anche se pesantemente ferito, si avventò contro il barbaro come fosse ancora pieno di forze ed energie.
- Bastardo vigliacco! - gridò, afferrandolo per la pelliccia. Per mio conto, non tentai di trattenerlo, ma mi limitai a sputargli davanti ai piedi osservandolo con aria di disprezzo.
- Dove sei stato tutto questo tempo? Come sei arrivato fin qui? - urlava Gawain, con aria di accusa e lo sguardo sospettoso.
- Oh, ma io sono sempre stato con voi - rispose Tervel, inaspettatamente calmo - è solo che so essere molto discreto e parlo solo se serve...
Per calmare gli animi che, irritati dall'ostentata calma del barbaro, rischiavano di diventare ben più bollenti, Warnom e Frostwind cercarono di cambiare discorso, affrontando il problema di cosa avremmo dovuto fare del mago catturato.
- Giustiziamolo qui e che non se ne parli più! - gridai brandendo il martello da guerra.
- Potrebbe esserci più utile vivo come mezzo di scambio, in fondo è un ostaggio prezioso - affermò Tervel, dimostrando una capacità di complicare le cose semplici che solo gli umani riescono avere.
- Trasportiamolo con noi, allora, nudo e legato - si trovarono concordi Frostwind e
Warnom.
- No, nudo non se ne parla neanche - intervenne Polgrim, gettando addosso all'ostaggio il suo sacco a pelo. - Anche se è un nemico merita rispetto e deve essere trattato civilmente. Comunque il nostro problema adesso è di affrontare la salita lungo una parete di roccia quasi verticale di oltre quattromila piedi, e con un peso morto l'impresa non è certamente possibile...
Istintivamente, alzammo la testa osservando lo sperone roccioso che ci sbarrava il passo. Colti dalla frenesia degli eventi, avevamo dimenticato che anche la natura sembrava voler rendere più difficili le cose. La roccia si innalzava, poderosa e solida, antica come la spina dorsale del mondo, in una sorta di barriera che incuteva una sorta di reverenziale timore. Anche senza ingombro, la scalata appariva piuttosto complessa.
- Ma per questo non c’è problema - disse Frostwind sorridente, mentre già iniziava a gesticolare. Dalle sue mani, con grande sorpresa, vedemmo scaturire dal nulla, decine di candide piume d'uccello, che si trasformarono in una breve pioggia che si riversò sull'intero gruppo. - Ora diventerete tutti leggeri come piume - concluse, come sempre fiero del suo potere.
quasi immediatamente, ci sentimmo tutti leggerissimi e senza peso, ed io ebbi il mio bel da fare per controllare quell'inusuale sensazione che mi metteva alquanto a disagio. Avrei preferito assicurarmi una corda in vita e procedere nella scalata in modo tradizionale, fidandomi della roccia che Morgrim ci aveva insegnato a conoscere, ma compresi che la magia, in quell'occasione, ci avrebbe consentito di guadagnare un buon vantaggio su eventuali inseguitori, così mi sforzai di non resistere e seguii gli altri in quella nuova e stupefacente esperienza. In seguito, Polgrim mi confessò che inizialmente non era affatto certo della nostra riuscita. Solo i migliori rocciatori nani avevano valicato in passato quell'imponente parete in ferrata, durante la stagione invernale.
Per mio conto, i miei pensieri, anche durante la salita, continuavano a concentrarsi sul fatto che vi potesse essere un traditore nel gruppo, e mi scoprii a sperare che non fosse il mago, il quale certamente dimostrava in ogni momento di avere un potere enorme e quasi inesauribile. Mi seccava ammetterlo, ma il merito di aver sconfitto l’Idra era quasi interamente suo, la traversata dell’enorme pianoro di neve senza sforzo ed anche questa scalata senza difficoltà erano ancora merito delle sue capacità... la “Magia”, arte incomprensibile ma di indubbia potenza...
Anche durante le circa dieci clessidre che impiegammo per completare la ferrata, la discussione sulle sorti del nostro prigioniero non ebbero sosta. Warnom, con la sua solita fastidiosa spocchia sosteneva che avremmo dovuto trasportarlo legato e nudo, dopo che Frostwind lo avesse spogliato di tutti i suoi averi ed persino delle sue vesti. Io e Polgrim eravamo invece del parere che fosse necessario giustiziare il prigioniero, il quale, anche svenuto, rivestiva una minaccia. Che lo giudicasse il suo dio!
Naturalmente, come sempre accadeva in quelle situazioni, Gawain era nella posizione più conciliante e tentava di trovare una soluzione di mezzo. Era convinto che l'ostaggio avrebbe potuto esserci molto utile per via del suo ruolo vicino all'Ambasciatore e per le sue indubbie conoscenze sull'intera vicenda, anche se io e Polgrim eravamo fermamente convinti che non avremmo cavato nulla dalla sua bocca...
giunti in cima alla parete, si stagliava davanti a noi un falso piano di un migliaio di leghe, dopo di che sarebbe iniziata la discesa che, in un paio di giorni, ci avrebbe portato sulla pianura che divide le montagne dal mare e da
Bor-Sesirim.
La neve era nuovamente alta e ci incamminammo in fila verso la sommità del passo. Il freddo era intensissimo e l’altitudine notevole: come non di rado accade, questi due ostili fattori climatici possono dare alla testa, infatti il barbaro cominciò ad avere delle allucinazioni, sostenendo di aver visto una creatura grigiastra gigantesca a pochi metri di distanza, nell'atto di girarci attorno.
- Beviti un pò di idromele - gli urlai, allegro, senza dar peso al suo allarme.
Per tutta risposta, sentimmo un urlo.
Ci voltammo, preoccupati, appena in tempo per vedere che Adesir, avvolta da una nube grigia spariva letteralmente dalla nostra vista, lasciando come unica traccia della sua presenza un buco nella neve ed il sacchetto contenente il prezioso cristallo che trasportava!
Conscio dell'importanza del Cristallo Blu, come prima cosa mi precipitai a raccoglierlo e improvvisamente... mi trovai per terra, di fronte ad Adesir. Anche la ragazza era un pò spaesata, a soli pochi metri da dove avevo raccolto il sacchetto, con alle spalle Polgrim, completamente insanguinato e ferito.
Non appena ci fummo ripresi dalla sorpresa, Tervel ci raccontò che eravamo spariti tutti ad uno ad uno, e ogni volta questo era accaduto quando avevamo toccato il cristallo, sebbene fosse protetto dall'involucro. Inoltre, ci disse che aveva continuato ad avvistare la misteriosa creatura di poco prima, ma che questa si era fugacemente rivelata ai suoi occhi solo quando aveva diretto lo sguardo nella direzione della Torre di Bor
Vigassian....
La nostra preoccupazione andò subito al Cristallo, che tuttavia era miracolosamente ancora al suo posto.
Chi invece era sparito, come era facilmente intuibile era Angus
Jax....
- Warnom dei miei stivali! - gridai, incollerito con il prete. - Ecco il risultato per aver lasciato in vita il Mago, lui sparito e Polgrim quasi morto... Alla prossima occasione si farà come dico io: niente più prigionieri, per
Morgrim!
- Basta litigare! - ci interruppe Tervel, urlando. Il barbaro si era affacciato al di là della cima del valico e stava osservando qualcosa in lontananza.
- Ci sono degli uomini vestiti di nero che stanno salendo verso questa direzione, entro quattro o cinque clessidre al massimo saranno qui. Meglio sparire alla
svelta!