A&P Chronicles 2002-2003 (IV, 13)

Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 27 Gennaio 2006

Parte IV, Capitolo 13: L'orda di Terembork

Seduta del 26/02/2003

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Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 27 Gennaio 2006

Parte IV, Capitolo 13: L'orda di Terembork

Seduta del 26/02/2003

L'orda di Terembork

il giorno seguente ci attendeva un nuovo viaggio con la rotaia dei nani, che sarebbe durato almeno mezza giornata. A Terembork avremmo trovato Ktor del Lampo d'Argento, il nostro contatto, persona di assoluta fiducia e già conosciuto da
Tervel. 

Il barbaro era un individuo misterioso che mi incuriosiva, molto diverso da ciò che avevo sempre pensato sulle popolazioni delle pianure. Avevo immaginato che si trattasse di gente rozza e primitiva, ma Tervel aveva smentito quasi immediatamente quelle idee, rivelandosi profondo e riflessivo nelle occasioni in cui avevamo avuto modo di parlare. Occasioni che comunque non erano poi molte, poiché sembrava di carattere piuttosto chiuso e introverso, ma ebbi l'impressione che fosse uno di quegli uomini che, non potendo dire qualcosa di utile, preferivano saggiamente rimanere in silenzio.

Salutammo Aska Bork, Karal e gli altri nani che ci avevano accompagnati nelle avventure e disavventure del nostro breve soggiorno ad Esembork, avviandoci dietro alla scorta che era venuta a prenderci. Per quanto fossimo protetti dalle pesanti pellicce d'orso, la giornata era gelida e presto ebbi le dita delle mani e dei piedi intirizzite e doloranti per il gran freddo, così che fu un sollievo quando fummo di nuovo al coperto, dove partiva la rotaia. 

La pesante carrozza di metallo era in movimento quando arrivammo. Un complesso sistema di cavi e pulegge era in azione, facendo correre massicci contrappesi all'interno di percorsi scavati nella roccia, per spostare il veicolo in modo che andasse a posare su una nuova rotaia di pietra, quella che si perdeva in lontananza, verso
Terembork.

Ancora una volta, dopo un primo breve tratto, la carrozza schizzò fuori dalla montagna, apparentemente librandosi nel vuoto, ma sorretta dalla poderosa rotaia di pietra creata dagli ingegneri nanici. Terval ebbe un momento di agitazione quando, guardando verso il basso, si accorse dei camminamenti e delle valli che si perdevano in lontananza, sotto di noi, mentre procedevamo questa volta in lieve discesa.

Sembrò di viaggiare per un'eternità, sospesi a mezz'aria in modo innaturale, e si poteva percepire quasi al tatto la sensazione di disagio comune, per quanto facessimo tutto il possibile per distrarci e per far passare il tempo il più rapidamente possibile. Infine, tornammo a entrare nella roccia, ed intuimmo che il nostro secondo viaggio in quello strano mezzo di trasporto volgeva al termine.

come ci aspettavamo, trovammo Ktor ad attenderci. Ci venne incontro, salutando Tervel per primo e presentandosi quindi in uno stentatissimo Auldim commerciale, che non gli impedì tuttavia di citare la sua discendenza come figlio di Kmer e nipote di Pthar del Lampo d'Argento, il che mi fece pensare che si trattasse di un clan piuttosto importante in quella città. 

In nano ci portò a quelli che sarebbero stati i nostri nuovi alloggi per una settimana. Si trattava di un edificio simile a quello che ci aveva ospitati ad Esembork, anche se la sistemazione era decisamente meno lussuosa. Evidentemente la città di Terembork non aveva ospitato frequentemente umani, neanche in tempi passati, dato che non trovammo letti delle nostre dimensioni: ci saremmo dovuti arrangiare disponendo ciascuno di due letti di taglia nanica affiancati. Ad ogni modo, disponevamo almeno di un quantitativo confortante di viveri e bevande, soprattutto per quanto riguardava alcuni barili di birra, che però mi provocarono nausea al solo vederli.

Prima di congedarsi per la notte, Ktor ci chiese come avremmo voluto iniziare le nostre indagini il giorno seguente, in modo da essere preparato per quanto gli avremmo potuto chiedere. Data l'esperienza di Aktaarbork, mi sembrò naturale concentrare le nostre prime ricerche su eventuali lavori effettuati in tempi abbastanza recenti, che potevano essere stati la copertura per eventuali opere secondarie all'insaputa del governo di Bar-Arghaal. Questa linea di investigazione sembrava peraltro corroborata da una recente rivelazione di Polgrim, che sembrava essersi documentato in seguito ai fatti che avevano portato alla neutralizzazione della prima minaccia. Il nano, infatti, aveva avuto modo di accedere agli archivi del Consiglio degli Anziani di cui faceva parte, verificando che, curiosamente, circa cinquant'anni prima, era avviata una serie di lavori che interessavano tutte e sei le città della Confederazione
nanica!

Facendo riferimento a quei fatti, Ktor ci fornì la prima traccia: un grande complesso di magazzini che era stato completato non più di venticinque anni addietro e che risultava ad oggi scarsamente utilizzato. Convinti della bontà delle nostre intuizioni, congedammo il nano chiedendogli di recuperare, se fosse stato possibile, le mappe della città e della zona che ci interessava.

ktor si presentò all'alba, quando solo Polgrim era già in piedi. Con aria soddisfatta, ci porse le mappe che avevamo richiesto e che ci affrettammo ad esaminare, ancor prima di mangiare qualcosa per colazione. L'esame delle carte rivelò subito che qualcosa non quadrava in quei lavori, poiché i magazzini erano stati costruiti molto lontano dal centro abitato e dalle principali strade commerciali, cosa che ne limitava grandemente l'utilizzo. Inoltre, anziché attorno ai margini della città, gli edifici erano disposti in una sorta di fila che si allontanava dall'insediamento, verso est, la qual cosa li rendeva ancora più difficili da usare, in particolare per i più distanti. Come se non bastasse, considerando le dimensioni dei magazzini e la usuale mole di scambi commerciali di Terembork, Polgrim stentava a credere che la città potesse necessitare di un simile spazio, che sarebbe stato eccessivo perfino per la capitale
Esembork.

Un'aria di eccitazione si diffuse fra noi, via via che analizzavamo quelle incongruenze. Anche se nessuno lo disse chiaramente, eravamo convinti di essere sulla strada giusta, e mi sembrò che le nostre indagini iniziassero sotto un buon auspicio. Chiedemmo a Ktor di svolgere un nuovo incarico per noi. Avrebbe dovuto reperire i nomi dei costruttori, dei progettisti e dei responsabili di quei lavori: con un po' di fortuna potevamo sperare che fra quelli ancora vivi si nascondesse l'agente themanita a
Terembork.

Ovviamente, ci affrettammo a recarci sul luogo per verificare di persona, e subito nuove stranezze ci colpirono. La strada era decisamente troppo stretta, all'inizio, ed avrebbe costretto i numerosi carri resi necessari da tanti magazzini a numerose e complesse manovre. Inspiegabilmente, poi, la strada si allargava mano a mano che si procedeva verso l'area costruita, fino a raggiungere la larghezza di quindici passi fra i magazzini che si trovavano sui due lati.

Inizialmente incontrammo qualche sorvegliante e le tracce di alcuni carri che evidentemente avevano a che fare con i primi edifici, ma presto ogni segno scomparve. Ci trovammo in una specie di quartiere fantasma dove il nuovo delle costruzioni stonava vistosamente con la totale assenza di vita. La strada stessa era ricoperta di una spessa coltre polverosa che testimoniava l'assenza di qualsiasi passaggio da lunghissimo tempo, come ebbe modo di verificare Tervel. Nulla e nessuno sembravano aver visitato quella zona, fin dai tempi della sua costruzione.

Camminando lungo la strada, giungemmo infine al termine del grande complesso, dove era stato ricavato un grande spiazzo che poteva essere usato per le manovre dei carri, all'interno di una caverna dalla volta piuttosto bassa. Avevamo deciso di iniziare le nostre ricerche dal fondo, poiché ci sembrava che il punto più lontano dall'abitato, così come era accaduto ad Aktaarbork, potesse essere il più idoneo per gli scopi dei themaniti, dato che la zona sarebbe stata a lungo inutilizzata. Frostwind e Polgrim si diressero, seguiti da Tervel, verso i primi magazzini, mentre io Warnom ed Adesir iniziammo a esplorare il piazzale.

Così come a volte avevo visto Frostwind trasformarsi in una sorta di spettro semitrasparente, quella volta fu Warnom a stupirmi sfoggiando uno straordinario potere magico. Era convinto di aver visto qualcosa di sospetto a mezza altezza lungo le pareti della caverna, così mi chinai in modo che potesse issarsi sulle mie spalle. Tastò per alcuni istanti la roccia, quindi inspiegabilmente si fuse con essa e vi penetrò, lasciandoci a bocca aperta di fronte all'incredibile portento. Ne riemerse dopo pochi istanti, per dirci che si era trattato di un falso allarme, la roccia era roccia e come tale non nascondeva aperture né cunicoli come speravamo.

Escluso il piazzale, che sembrava non nascondere alcunché di anomalo, mentre gli altri proseguivano nell'esplorazione dei magazzini del lato sinistro, noi tre iniziammo a perlustrare quelli dalla parte opposta. Fu chiaro che si sarebbe trattato di un compito lungo e faticoso, dato che gli edifici erano davvero enormi. Pur essendo vuoti, il solo esame attento delle pareti e dei pavimenti richiedeva tempo e iniziai a chiedermi se una settimana sarebbe stata sufficiente solo per esaminare quella zona, ammesso che non avessimo sbagliato pista.

Quando già la giornata volgeva al termine, avevamo esplorato solo tre magazzini, e solo una volta io ed Adesir avevamo avuto l'impressione di trovare qualcosa di inusuale in uno di essi. Ad un esame di Warnom, il quale si era nuovamente prodotto nella sua straordinaria fusione con la roccia, avevamo determinato che alle spalle della parete si trovava una cavità di qualche tipo. Chiamammo allora Polgrim e Frostwind. Il primo, con la sua vista straordinaria al buio, confermò che la parete era in qualche modo diversa dal normale, mentre il secondo, ricorrendo alla sua forma incorporea e spettrale, accertò che si trattava di una piccola grotta nella quale scorreva una falda acquifera. 

Eccitati per la scoperta, ci eravamo preparati per smascherare il nuovo complotto themanita, e Warnom aveva invocato la sua divinità per plasmare la roccia in modo da produrre un'apertura circolare che potesse fungere da via d'accesso verso il locale misterioso. Tuttavia, la grotticella si rivelò per ciò che era, una semplice via di sfogo della falda acquifera che in quel punto scorreva in prossimità della superficie, senza passaggi, aperture o altro che alimentasse i nostri sospetti. 

Quando stavamo ormai per abbandonare a causa della tarda ora, avevamo esaminato alcuni altri magazzini, senza ottenere alcun risultato apprezzabile, e la stanchezza gettava una luce particolarmente cupa sui nostri insuccessi. Fu allora che ci raggiunse Ktor, di ritorno dall'incarico che gli avevamo affidato.

- Tutti i lavori sono stati ordinati dal Consiglio degli Anziani - riferì, esponendo il risultato delle sue ricerche. - I magazzini dovevano servire per tenere le scorte in caso di assedio della città, ed il progetto fu seguito da un certo Salim, che però è morto circa quarant'anni fa...

- Salim, hai detto? - chiese Polgrim, pensieroso.

- Esatto, Salim del Rostro di Piombo - replicò Ktor, confermando il nome.

- Ne ho sentito parlare, - commentò Polgrim, - mi pare che appartenesse ad una fazione particolarmente vicina a quella del defunto Dagor e di suo fratello Galdim... singolare, non trovate?

Indiscutibilmente, pur non trattandosi di una prova assoluta, era un ottimo indizio, sufficiente a confemare la traccia che stavamo seguendo ai magazzini. Il nostro problema era solo il tempo. Ammesso che i themaniti avessero creato un complesso simile a quello di Aktaarbork in quella zona, trovare il magazzino che ne celava l'accesso era un'impresa, dati i tempi che ci erano voluti per esaminarne solo alcuni, e la settimana che avevamo poteva rivelarsi insufficiente.

- Chiamiamo l'esercito e facciamo perlustrare a fondo la zona - propose
Warnom, risoluto.

- Non mi sembra una buona idea - obiettai. - Ammesso che il reggente ci conceda l'uso dell'esercito, non possiamo essere sicuri che fra i militari non si nasconda qualcuno che abbia interesse ad ostacolarci. Potrebbero nasconderci quel che cerchiamo e non lo scopriremmo mai...

- Inoltre non credo ci siano uomini a sufficienza - aggiunse Ktor - Bar-Arghaal si sta rinforzando per prevenire eventuali attacchi, e le pattuglie sono state tutte mobilitate, non credo che il Reggente potrebbe distogliere tanti uomini dalla difesa della città.

Sembravamo chiusi in un vicolo cieco, dal quale nessuno sapeva come uscire. Intanto, mentre ancora parlavamo, ci eravamo avviati sulla strada del ritorno, dato che a quel punto avevamo bisogno di riposare. Ci accordammo con Ktor chiedendogli di procurare i nomi dei capi mastri dei lavori, sperando che potessero essere d'aiuto, quindi ci salutammo per la notte.

ancora una volta, Ktor ci svegliò all'alba, bussando freneticamente alla porta. Sembrava avesse una gran fretta, e quando lo facemmo entrare scoprimmo che era accompagnato da un altro nano.

- Ho scoperto qualcosa, non ci ho dormito tutta la notte: di tutti e cinque i capi mastri che hanno lavorato ai magazzini, quattro sono morti da tempo, pur essendo molto giovani! Uno solo è ancora vivo, mastro Valim, che è oggi ingegnere capo di Terembork - indicò il nano che lo accompagnava, dall'aria assonnata e incuriosita.

Sommergemmo il povero mastro Valim con una miriade di domande, la maggior parte delle quali probabilmente non fu in grado di capire, poiché parlavamo uno coprendo la voce dell'altro e comunque capimmo alla fine che lui si esprimeva esclusivamente in nanico. Alla fine fu Polgrim a fare da ambasciatore e traduttore, consentendoci di fare le nostre domande in modo più ordinato, ma sulle prime non riuscimmo a scoprire nulla di interessante.

Inaspettatamente, la situazione si sbloccò quando, quasi per caso, Polgrim gli parlò della falda acquifera che avevamo scoperto nel terzo magazzino. L'ingegnere rimase perplesso, sulle prime, come se si trattasse di una cosa assai strana. Ci spiegò che in realtà vi era ben poca acqua da quelle parti, e sebbene ricordasse la grotticella che era stata murata, era praticamente certo che non vi scorresse acqua. L'evento sarebbe stato tanto singolare che lo avrebbe certo ricordato, anche a distanza di tanti anni.

Quella notizia bastò per giustificare un nuovo sopralluogo al magazzino, e quando vi giungemmo mastro Valim confermò quanto ci aveva detto: ricordava la caverna, ma di sicuro non trovarono l'acqua all'epoca degli scavi.

Decisi a chiarire una volta per tutte il mistero che si celava dietro il solo magazzino anomalo che avessimo trovato, Frostwind ricorse al suo potere per creare una sorta di passaggio nel fondo della grotta. Fu una magia certamente mirabile, ma non vi fu il tempo di stupirsene: il passaggio sembrava aprirsi in un ambiente assai grande, dal quale giungeva l'eco delle nostre voci.

- E' una caverna molto grande - disse il mago, introducendosi nel tunnel per dare un'occhiata. - E ci sono numerosi oggetti nella sala, non li vedo bene... saranno alti due piedi, due piedi e mezzo...

Improvvisamente, la spada iniziò a generare quella sorta di oscurità che avevo visto per la prima volta nei cunicoli sotto Aktaarbork. Incrociai lo sguardo terrorizzato di Adesir, e capii che anche lei aveva intuito.

- Dannazione, via presto! - esclamò Frostwind, iniziando ad arretrare nel tunnel. Emerse dall'oscurità, cinereo in volto, le pupille dilatate.

- Guerrieri di Ferro - disse - la caverna è piena, cinquecento Guerrieri di Ferro o forse più!

Warnom accorse all'apertura e mormorò qualcosa. Continuando a invocare le sue preghiere, agitava freneticamente le mani attorno ai bordi dell'apertura, plasmando e modellando la pietra nel tentativo di chiudere il varco.

- Mastro Valim - gridò Polgrim - vai subito a cercare rinforzi! Fai venire tutti i guerrieri che trovi, e informa a mio nome il reggente, presto!

Il nano, visibilmente terrorizzato, si precipitò fuori dal magazzino in cerca di aiuto, proprio mentre iniziavamo a sentire le prime ondate di gelo. Un freddo innaturale pervase l'aria, elettrica della nostra tensione nervosa.

- Non ci riesco, qualcosa mi resiste! - esclamò Warnom, che non riusciva a completare la chiusura del passaggio.

- Levati da davanti - intimò Frostwind, gesticolando con una mano mentre con l'altra aspergeva una sottile limatura di ferro che notai non si posava a terra. In breve, il mago fece comparire dal nulla una specie di barriera di metallo, che si adagiò di traverso in modo da ostruire il passaggio, mentre dall'altro lato si udivano i primi, pesanti, passi dei mostruosi costrutti.

- Non possiamo fuggire! - esclamava intanto Adesir, indicando la porta del magazzino, mentre il fiato le si condensava attorno per il freddo intenso. 

Un'ombra si levava dalla soglia in quel momento, ergendosi ad ogni istante più alta, assorbendo tutte le ombre della stanza in una mostruosa forma di terrore che si insinuò sotto la pelle, attraverso le ossa, fino a invadere la mente, i pensieri.

- Un Cercatore - mormorò Frostwind, voltandosi per fronteggiare l'oscura mostruosità. Un Cercatore. In un istante la mia mente corse all'indietro di qualche mese, e rividi le rovine, il falò, un orchetto chino sul fuoco, mentre l'ombra si impadroniva di lui. Sentii l'alito gelido della creatura che mi passava accanto, il terrore che quasi mi travolse al suo solo avvicinarsi. Sentii le parole di Shair e di Guglielmo: eravamo vivi perché allora il Cercatore non era sulle nostre tracce.

Ora cercava noi, e non c'era scampo da quella creatura della notte.

paura. Freddo. Terrore e gelo. Con la spada in pugno, non riuscii a muovere un passo contro l'essere. Orrore. Adesir e Polgrim erano a pochi passi da me, immobili, vinti anche loro dal terrore soprannaturale emanato dal Cercatore. Di Tervel non c'era traccia.

Boom, boom... 

Colpi sordi e possenti contro la barriera metallica eretta da Frostwind. I Guerrieri di Ferro dall'altro lato cercavano di sfondare. Paura.

D'un tratto, l'essere si voltò fulmineo contro Polgrim, artigliandolo. Senza un gemito, il nano cadde al suolo, e l'ombra del Cercatore fu su di lui. Poi Frostwind lo colpì con la sua magia e la creatura si volse contro il mago, sibilando in un verso che faceva accapponare la pelle. Ma dov'era Tervel, dannato barbaro?

Boom, boom...

Warnom corse da Polgrim, e lo fece rialzare grazie al potere del suo dio, mentre l'ombra aggrediva Frostwind. La voce del mago si trasformò in un grido agghiacciante mentre cadeva a terra.

- Warnom, fai rialzare il mago, ci serve il mago! - gridai, scuotendomi dal terrore, mentre calavo la spada nera contro il Cercatore, colpendolo. Anche Adesir si era liberata dalle catene della paura, e fu al mio fianco, colpendo ripetutamente il nemico con il suo pugnale magico. Se solo ci fosse stato anche Tervel a combattere...

Il Cercatore si voltò verso di me e per un istante percepii i suoi occhi invisibili su di me, mentre mi inondava l'anima con tutto il gelo della sua non-esistenza. Mi artigliò, e fu l'armatura dei nani a proteggermi, ma ancora il terrore si impadronì dei miei pensieri, impedendomi di agire.

Boom, boom...

La barriera metallica iniziava a cedere. Paura.

Poi Adeisr iniziò a urlare e colpì selvaggiamente il Cercatore, mentre Frostwind, tornato in piedi, lo colpiva alle spalle con la sua potente magia. Un urlo acutissimo ruppe l'aria, reclamando un tormento indicibile che parlava di disperazione e condanna eterna, mentre il Cercatore si dissolveva, tornando a frammentarsi in una moltitudine di ombre. La violenza con cui la creatura fu allontanata dal nostro mondo fu tale che venimmo scagliati a terra. Solo Frostwind era rimasto in piedi e stava evocando un disco fluttuante a mezz'aria.

- Presto, Gawain, carica gli altri e fuori di corsa!

La barriera di metallo si infranse mentre caricavo l'ultimo dei miei compagni, lasciando irrompere nella stanza decine di Guerrieri di Ferro. Mi gettai fuori dal magazzino mentre già Frostwind stava evocando una nuova barriera per sigillarne l'entrata.

In quel momento giungevano alcuni guerrieri nani, non più di una trentina in tutto.

- Tutto qui? - si stupì Frostwind al vederli. - Lì dentro ci sono centinaia di Guerrieri di Ferro! Centinaia, capito?

I guerrieri sembravano terrorizzati quanto noi alla notizia. Furono subito mandati messaggeri in cerca di altri aiuti, servivano guerrieri scelti, veterani, e preti e vescovi di Morgrim. E ne servivano tanti. Quanto avrebbe retto la barriera?

Boom... 

Boom, boom...