A&P Chronicles 2003-2004 (II, 2)

Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 16 Ottobre 2019

Parte II, Capitolo 2: "Il Comandante Adesir"

Seduta del 26 Novembre 2003

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Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 16 Ottobre 2019

Parte II, Capitolo 2: "Il Comandante Adesir"

Seduta del 26 Novembre 2003

"Il Comandante Adesir"

il
banchetto offerto dal Reggente della Forgia in nostro onore si tenne la sera
stessa, nel consueto modo dei nani che ormai conoscevamo bene. Le portate,
ricchissime, si susseguivano come se i cuochi avessero attinto ad una
dispensa inesauribile, portando in tavola una quantità ed una varietà di
cibi che avrebbe potuto sfamare due reggimenti di soldati esmeldiani dopo
una battaglia. Le pietanze erano solitamente a base di carne, grasse e
saporite, anche se non mancavano i cibi piccanti che fecero storcere il naso
e lacrimare la nostra Adesir, ma non mancarono neanche le verdure, le zuppe
ed infine i dolci che avevamo imparato ormai ad apprezzare nonostante il
loro gusto particolarmente speziato. Naturalmente, per quante fossero le
portate, ben più numerose erano le botti e le bottiglie che vennero aperte,
inondando letteralmente i tavoli di Birra degli AltoColli, vini e pregiati
liquori con i quali si concluse il pasto, dopo non meno di tre clessidre.

Dopo
il brindisi conclusivo, in cui il Reggente sottolineò ancora una volta
l'importanza del nostro ruolo e la riconoscenza per i fatti di Terembork e
quelli successivi, con un gesto della mano fece entrare dei servitori che
recavano una voluminosa cassa contenente i segni della sua riconoscenza,
quindi abbandonò la sala con il suo seguito. I doni furono presi in
custodia da Thorin e Polgrim, e decidemmo di comune accordo di esaminare il
contenuto della cassa a casa loro, dove Polgrim già pregustava l'apertura
di una nuova botte di birra degli AltoColli per l'occasione.

Tornati
all'abitazione dei due fratelli nani, ci sistemammo comodamente prima di
procedere all'apertura dei doni, mentre Polgrim si lamentava con Skrotius
per il recente contingentamento delle scorte di birra, che aveva causato a
dir suo un preoccupante calo delle riserve nella sua cantine. Il nostro
amico si affrettò a compilare e siglare diversi ordini di fornitura che il
suo inserviente avrebbe avuto cura di consegnare il giorno dopo, per non
rischiare di esaurire la preziosa bevanda che i nani sembravano in grado di
consumare come l'acqua per noi umani. Infine, fummo pronti per procedere
all'apertura della cassa, ed eleggemmo Adesir come maestra di cerimonia per
l'estrazione dei contenuti.

Per
semplificarci le cose, ogni oggetto era stato dotato di una targhetta che
indicava il nome del membro del nostro gruppo cui era destinato, anche se si
verificarono in questa occasione strane incomprensioni delle scritte, per
cui sembrò che molti oggetti fossero destinati a Morick, cosa che in
realtà non era così. Quando riuscimmo a dipanare la complicata matassa
delle targhette incomprensibili, avevamo ricevuto un oggetto ciascuno, e
attribuimmo la confusione a ciò che avevamo bevuto e che continuavamo a
bere, anche se in seguito, da sobrio, fui più propenso a credere che si
trattasse di una burla dello stesso Morick.

I
doni erano tutti meravigliosi e già dal solo aspetto lasciavano immaginare
proprietà straordinarie, poiché solo dal valore che se ne poteva intuire
essi superavano di gran lunga qualsiasi cosa avessimo potuto immaginare. E
del resto, sulle prime potemmo valutare solo gli aspetti esteriori dei
nostri doni, poiché quanto alle proprietà aggiuntive, esse non erano
indicate sulle targhette, ed occorrevano le arti di individuazione di Morick,
che avrebbero richiesto almeno cinque giorni di lavoro.

Alla
fine, il bardo aveva ricevuto una cintura di cuoio finemente lavorato,
tempestata di minuscole parti metalliche che la facevano risplendere come
una piccola stella. Polgrim ebbe un ciondolo splendente di una luce azzurra
che ne tradiva il materiale: il preziosissimo Mithril, estratto e lavorato
solo dai nani in tutta Terala.  Anche Adesir ebbe un oggetto di Mithril, ma
si trattava di un anello finemente istoriato con una serie di antiche rune,
dalle quali potemmo solo comprendere che conferiva una qualche similarità
alla razza dei nani ed in particolare alla resistenza della roccia. Io ebbi
invece una coppia di bracciali, il cui materiale mi lasciò stupefatto:
riconoscemmo subito quella sorta di vetro che avevamo visto alle finestre di
Bor-Vigassian, e sapevamo trattarsi in realtà di una speciale lega
metallica trasparente, lavorata anch'essa solo dai nani. Warnom
ottenne una sacca di cuoio ricolma delle più belle gemme che avessi mai
visto. Thorin, infine, aveva ottenuto l'oggetto più ingombrante della
cassa, che per questo fu estratto per ultimo; si trattava di un grande scudo
rotondo di squisita fattura, dalle cinghie atte a fissarlo su un
avambraccio, dal cui centro emergeva un robusto spuntone metallico di chiaro
intento offensivo.

ci
svegliammo tardi l'indomani mattina, poiché per la prima volta dopo tanto
tempo non avevamo nessun impegno urgente. Io avevo proseguito i bagordi con
i due nani, bevendo e mangiando e ridendo e schiamazzando come marinai al
rientro da una lunga lontananza da casa. Fummo svegliati da un insolito
viavai di nani che portavano enormi botti di birra degli AltoColli.
Evidentemente l'affidabilità e la solerzia del buon Skrotius non erano
materia di discussione. 

Mi
avventurai per la casa, con la bocca impastata e la testa che faceva di
tutto per scegliere una direzione propria diversa da quella delle gambe,
così trovai Adesir già sveglia, profumata e fresca come un fiore, mentre
Morick, che aveva dedicato gran parte della notte a studiare il primo dei
nostri doni, l'anello di Adesir, si era infine addormentato su uno dei
divani della sala e russava profondamente. Fummo presto raggiunti dai due
Nani, che ovviamente non mostravano alcun segno dei bagordi trascorsi.

-
Mi perdoni, signore - si presentò ad un tratto Skrotius - l'insopportabile
Shair è al piano di sopra che afferma di dovervi parlare...

Non
seppi trattenere un sorriso constatando l'insolito aggettivo usato da
Skrotius, che peraltro collimava perfettamente con la nostra impressione.
Quando Shair si presentava, infatti, non portava mai buone notizie, e non
c'era motivo di supporre che questa volta fosse diversa dalle precedenti.
Tuttavia, ci recammo di sopra per ascoltare le novità, certamente
terrificanti.

-
Purtroppo ho delle notizie poco piacevoli - disse Shair dopo averci
brevemente salutati, suscitando la nostra ironica reazione. - Le nostre spie
a Bor-Sesirim mi hanno informata che due giorni fa la flotta themanita del
sud è salpata in direzione nord...

- E
ovviamente temi che ci abbiano scoperti e stiano venendo a distruggere la
Divina Speranza - aggiunse Polgrim, interrompendola.

 -
Ovviamente, potrebbe trattarsi anche di una normale operazione di
pattugliamento - rispose la donna, - ma il problema è che ho ricevuto un
secondo dispaccio il quale ci informa che anche la flotta del nord è
salpata da Bor-Vendalim, in direzione sud-est.

-
Il che lascia poco spazio alle supposizioni, direi - commentò Thorin,
grattandosi la barba, mentre apriva gli sportelli della dispensa in cerca di
un boccale.

-
D'altra parte, sapevamo di essere spiati e che c'era un traditore
all'interno di Bar-Arghaal - aggiunsi, ricordandomi dell'episodio in cui
avevamo quasi sorpreso il misterioso individuo che ascoltava le
conversazioni di Shair e Guglielmo prima della nostra missione alla
biblioteca di Bor-Sesirim.

-
In effetti, temo che la situazione sia proprio questa - concluse Shair. -
Non abbiamo alternative, la Divina Speranza non è completa in tutte le sue
parti e soprattutto non è stata collaudata fino in fondo, ma siamo
costretti ad anticipare la partenza, direi da qui ad una settimana. Per
questo sono venuta da voi, questa sera vi sarà una riunione con il
comandante Ok-Harl e gli altri, ovviamente dobbiamo essere tutti presenti.

Chiaramente
non c'era altro da fare, saremmo andati alla riunione e saremmo partiti
appena possibile, ancora una volta gli eventi ci mettevano nelle condizioni
di poter decidere ben pochi aspetti delle nostre azioni. Shair ci lasciò e
noi pensammo alla colazione, come se non avessimo mangiato e bevuto
abbastanza nelle ultime ore.

Quando
si svegliò, informammo Morick delle ultime novità, ma il bardo non si
mostrò particolarmente colpito o sorpreso. La sua attenzione era invece
focalizzata su quanto aveva scoperto sull'anello di Adesir, e si affrettò a
raccontarci tutto non appena la ragazza dichiarò di non avere nulla in
contrario che tali informazioni fossero date di fronte a tutti noi. In
pratica, l'oggetto veniva chiamato "Anello Santo di Morgrim" ed
aveva la singolare caratteristica di adattarsi a qualsiasi dito, senza
quindi avere alcun problema di misura. Ma questa era solo una proprietà
magica minore, poiché in realtà il suo effetto più importante era quello
di conferire a chi lo indossava una particolare resistenza ai veleni, alla
paura ed agli incantesimi mentali. Come se ciò non bastasse, esso ispessiva
la pelle in modo impercettibile all'occhio, ma sufficiente a dare una
elevatissima resistenza al fuoco. Soddisfatta, Adesir se lo infilò al dito
e compresi che difficilmente lo avrebbe rimosso in futuro, anche solo per
prendere un bagno.

la
sera ci recammo alla riunione convocata da Shair, occasione per la quale
Morick era tornato a vestire i panni del bardo, sfoggiando un abito di
broccato rosso ed un vistoso cappello sul quale torreggiava una grande piuma
verde smeraldo. Nonostante si trovasse nel Bar-Arghaal, la casa di Shair era
straordinariamente esmeldiana nell'aspetto e nell'arredamento, come se la
donna avesse fatto davvero molto per darle l'aspetto che più l'avrebbe
fatta sentire "a casa", ostentando particolari che rivelavano una
cura davvero maniacale anche per i dettagli minori.

Fummo
gli ultimi ad arrivare, e oltre alla padrona di casa trovammo il consiglio
formato dal comandante della Divina Speranza Ok-Harl, ed inoltre Daeron,
Aderlist, Colod, Guglielmo, un paio di alti ufficiali Auldim, un nobile
Romeldano ed un individuo di mezza età dall'aspetto allampanato. Senza
indugi, non appena ci fummo accomodati Ok-Harl prese la parola,
illustrandoci la situazione che in parte già conoscevamo. Avremmo dovuto
salpare entro cinque giorni, nonostante i lavori non fossero del tutto
ultimati, accontentandoci dell'armamento installato e dell'equipaggiamento
che avremmo potuto caricare in così breve tempo. Una volta in mare, i
lavori sarebbero proseguiti, ultimando quanto occorreva per l'installazione
delle ulteriori macchine da guerra, per il completamento degli alloggi e
delle cucine, e soprattutto per il collaudo del sistema di movimento che
indicò con il termine "motori".

-
E' inutile discutere di queste cose - intervenni ad un tratto, interrompendo
le discussioni che si erano sollevate a proposito di quanto ancora non era
stato completato sulla nave. - Anche se non ci fa piacere, non c'è il tempo
per ultimare i preparativi come avremmo voluto e non abbiamo altra scelta
che partire fra cinque giorni. Quindi, direi che faremmo bene ad
organizzarci per la partenza anziché discutere di cose sulle quali non
abbiamo possibilità di intervento.

-
Pratico e diretto, mi piace quest'uomo - commentò il nobile romeldano, che
si presentò come Marcus Asperrimo, console di Romeldan.

- E
quindi verrò subito al punto - proseguì l'uomo, traendo spunto dal mio
invito. - La questione è chi comanderà la spedizione. Una missione così
importante che coinvolge tante persone necessita di un condottiero cui tutti
facciano riferimento. Ovviamente, in qualità di ultimo popolo guerriero
rimasto, ritengo che tale incarico debba essere rivestito senza dubbio da un
Romeldano.

Anche
troppo diretto e pratico, pensai a quelle parole. Infatti, il console
suscitò immediatamente il nervosismo dei nani, soprattutto per quel
riferimento come "ultimo popolo guerriero", dato che i nostri
amici non si sentivano certamente da meno dei Romeldani. Ma anche gli Auldim
non erano d'accordo, per ovvie ragioni, e proposero una soluzione più
neutra indicando la loro preferenza per Ok-Harl, il quale in fin dei conti
aveva ricevuto da Shair la mappa del percorso (chissà come, visto che il
libro ce l'aveva ancora Morick) e conosceva più dettagli sulla spedizione.
Ovviamente, iniziarono subito a sorgere nuove proposte e candidati, in
risposta alla presuntuosa affermazione del Romeldano, che tuttavia sapevo
avere dalla sua il peso del denaro: anche se la Divina Speranza era stata
costruita dai Nani con l'aiuto degli Gnomi, erano infatti stati i Romeldani
a fornire gli oltre quattro milioni di monete d'oro necessarie per il
progetto.

- E
allora mi candido io come comandante della spedizione - disse ad un tratto
Adesir, ritengo più per scherzo che altro. Mai si sarebbe aspettata ciò
che ne sarebbe seguito.

-
Secondo me è un'ottima candidatura - intervenne Shair, inaspettatamente. -
Io sono a favore.

Non
vi fu tempo per la sorpresa, nonostante gli eventi stessero prendendo una
piega assolutamente non prevista. Subito anche io e Morick ci dichiarammo a
favore di Adesir, suscitando altre adesioni, tranne quella del solo console
Marcus Asperrimo, che storceva il naso solo all'idea che fosse una donna a
guidare la missione. Fu in quel momento che si chiarì l'identità del
misterioso uomo allampanato, che seppi chiamarsi Rethys. Singolarmente,
ricordai quel nome come quello del maggiordomo che, secoli addietro, aveva
servito prima Gareth e poi Maximus Jax in veste di tuttofare. Anche se era
impossibile pensare che si trattasse della stessa persona, ormai non mi
sarei stupito più di nulla, e la cosa mi turbò, anche se per ora c'era
altro cui pensare.

-
C'è un altro candidato! - disse ad un tratto la voce di Frostwind quando si
attendeva solo che i nani dichiarassero la loro scelta. La sola ipotesi mi
fece venire i brividi lungo la schiena, e dovetti faticare per convincere il
console e gli altri che si trattava solo di una burla di Thorin, il quale
comunque riuscì a zittire l'ospite che condivideva il suo corpo negandogli
ulteriori repliche.

Alla
fine fummo tutti d'accordo, ed anche i nani si pronunciarono a favore di
Adesir. Quello che era iniziato come uno scherzo o una semplice provocazione,
si era inaspettatamente trasformato in una sorprendente realtà: Adesir era
il comandante della spedizione. Lei ci avrebbe guidati tutti, nani, gnomi,
Auldim, Esmeldiani ed anche i Romeldani riluttanti!

-
In quanto comandante della spedizione - concluse Shair, prendendo atto della
decisione, - ti consegno il cristallo, Adesir. Ancora una volta, sarai tu il
portatore dell'oggetto più prezioso che abbiamo!

una
volta individuato in Adesir il comandante della nostra missione, nonostante
le rimostranze del console Romeldano, fu la volta di stabilire la
composizione ed i ruoli all'interno del Consiglio di Guerra che si sarebbe
riunito a bordo in caso di necessità. Sulle prime, il console Marcus
Asperrimo ebbe da ridire anche sul ruolo degli Gnomi, un popolo assai
complesso da gestire, che non avrebbe consentito, a dir suo, di prendere
delle decisioni facilmente. E tuttavia, gli Gnomi erano coloro che avevano
reso possibile la realizzazione di gran parte delle caratteristiche
particolari della Divina Speranza, quindi feci presente che non potevamo
escluderli dal Consiglio, poiché avrebbero potuto contribuire in modo
prezioso conoscendo aspetti tecnici a noi ignoti.

Fu
così chiarito che Shair non ci avrebbe seguito nella missione, come non
sarebbero venuti Guglielmo, Aderlist né Colod. Anche il console Marcus
Asperrimo non avrebbe preso parte alla missione, in quanto le forze
romeldane sarebbero state guidate da un suo ufficiale, il comandante
Crassius. Il nostro accompagnatore, invece, sarebbe stato il misterioso
Rethys, sul conto del quale mi si rinnovarono i dubbi precedentemente
lasciati in disparte.

Ad
ogni modo, concludemmo che il Consiglio di Guerra, presieduto ovviamente da
Adesir, sarebbe stato formato da Ok-Harl, Crassius, un ufficiale per le
forze Esmeldiane, uno per gli Auldim, uno dei Nani ed uno degli Gnomi. Come
condizione non negoziabile, ottenni che anche noi facessimo tutti parte del
Consiglio con pieno diritto di voto, ad eccezione del solo Warnom che non
essendo uno degli eredi dei cristalli avrebbe partecipato solo in veste di
consigliere.

Non
vi fu molto altro da dire, e concludemmo la riunione dopo aver preso accordi
per le operazioni di carico dell'equipaggiamento che sarebbero iniziate
l'indomani stesso, per non perdere tempo. Erano ancora numerose le
incertezze sulla nostra missione, ma perlomeno ci eravamo tolti dai piedi
Shair e grazie al nuovo ruolo di Adesir eravamo pienamente e saldamente al
comando delle nostre future azioni. Un buon inizio, pensai, una volta tanto.