A&P Chronicles ''Il Falco ed il Leone'' (I, 6)

Agiografie Imperiali del X° Secolo: Il Leone ed il Falco

Biblioteca di Lalad-Nor - 12 Aprile 937

Parte I, Capitolo 6: "Un arguto stratagemma"

Seduta del 21/12/2004

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Agiografie Imperiali del X° Secolo: Il Leone ed il Falco

Biblioteca di Lalad-Nor - 12 Aprile 937

Parte I, Capitolo 6: "Un arguto stratagemma"

Seduta del 21/12/2004


Un arguto stratagemma

poco
alla volta, le pire fluttuanti a mezz'aria emersero dalle ombre del cunicolo,
avvicinandosi al gruppo come sospinte da un impercettibile brezza. Mano a mano
che la distanza diminuiva, le labili fattezze delle creature magiche di fuoco
apparivano per qualche istante, scomparendo subito dopo nel vorticare delle
fiamme di cui erano composti. Volti solo lontanamente umani, distorti come per
emettere un urlo silenzioso sembravano a tratti emergere dal fuoco, per
distorcersi immediatamente dopo e svanire ancora una volta fra le lingue di cui
gli elementali ardevano incessantemente. Non erano ancora a cinque passi di
distanza quando gli uomini intimoriti avvertirono la temperatura dell'aria
innalzarsi bruscamente, come per un vasto incendio.

Senza
perdersi d'animo, coloro che avevano l'uso della magia si diedero da fare per
proteggere sé stessi ed il gruppo mentre i combattenti si preparavano per una
battaglia dalle sorti quanto mai incerte. Sverken invocò il potere di Maethus
benedicendo la propria spada, mentre Lunya con un gesto richiamò alcuni
bagliori di luce lattiginosa che bloccarono a mezz'aria alcuni degli avversari.
Exilim richiamò alla mente rune arcane che evocarono una barriera.al di là
della quale le figure furono costrette ad arrestarsi. Ormai giunti in
prossimità del gruppo, gli elementali non sembravano voler arrestare la loro
avanzata, ammassandosi contro la superficie invisibile attraverso la quale era
possibile vedere le loro fattezze inumane.

-
Voi potete colpirli attraverso la barriera - intimò Exilim, rivolgendosi ai
combattenti, mentre Lunya invocava un getto d'acqua che letteralmente spense una
delle creature.

Sverken
si gettò in avanti, mulinando la sua spada rilucente della benevolenza di
Maethus e colpendo una delle creature.  Ser Agraman e Polgram lo imitarono,
ma tutto ciò che ottennero fu di fendere inutilmente l'aria senza causare alcun
danno ai loro avversari, poiché essi erano di natura magica e solo armi
incantate sarebbero state efficaci. Perplessi, provarono ancora, con gli stessi
risultati, prima di abbandonare l'impresa constatando l'inutilità dei loro
attacchi. 

-
Acqua, usate l'acqua! - gridò Ser Agraman arretrando, incapace di accettare la
sua impotenza di fronte a quegli avversari. Nel frattempo, Exilim impose le mani
sulla sciabola del barbaro, invitandolo a tornare a combattere mente questa si
avvolgeva di una luce bluastra. Con suo sommo stupore, Polgram notò che adesso
riusciva a colpire gli elementali, mentre anche Zak si aggiungeva al gruppo dei
combattenti impugnando due lunghi pugnali sui quali aveva appena invocato il
potere del suo dio. Ora la prima fila di combattimento era interamente occupata
da Sverken, Polgram e Zak, mentre Lunya  riuscì a bloccare altre creature,
ma malgrado i loro sforzi, gli avversari non sembravano diminuire, continuando
invece a premere sulla superficie della barriera magica.

Poi,
ad un tratto, si aprirono un varco e il corridoio tornò visibile, dapprima solo
uno spiraglio e poi un'area sempre maggiore, rivelando così che il
combattimento volgeva al termine, a favore dello sparuto gruppo di avventurieri.
Non appena l'ultimo degli elementali fu abbattuto dalla spada di Sverken, Zak si
proiettò in avanti, di corsa, sulle tracce del misterioso fuggitivo, incitando
gli altri a seguirlo, cosa che fecero prontamente. Si trovarono nuovamente a
percorrere un cunicolo assai stretto, che mise a dura prova coloro che
indossavano le armature più ingombranti, i quali raschiavano contro le pareti
imprecando ad ogni passo.

Dopo
una breve corsa, il passaggio tornò ad allargarsi, e qui il gruppo di divise in
due parti, allo scopo di evitare, per quanto possibile, eventuali altre sorprese
predisposte dal mago avversario al quale pensavano ormai di essere molto vicini.
Zak e Ser Agraman formarono così l'avanguardia, che avrebbe proceduto alla
massima velocità, a rischio di cadere in qualche trappola, mentre gli altri li
avrebbero seguiti ad una decina di passi di distanza, in modo da poter
intervenire in soccorso qualora ve ne fosse stato bisogno. Zak si precipitò in
avanti lungo le tracce che riusciva a scorgere, seguito dall'esmeldiano in un
tunnel scavato nella roccia, che si inclinò presto verso il basso, proseguendo
quindi fino a quella che parve loro un'uscita, dalla quale si vedeva un tremulo
bagliore rossastro.

I
due rallentarono la marcia, avvicinandosi poco alla volta allo sbocco del
cunicolo, che parve terminare in un'ampia sala sotterranea che aveva due uscite
visibili dal lato opposto al loro. Al centro della stanza, un grosso braciere di
bronzo ardeva fumante, e a poca distanza una creatura tutta fiamme e crepitii
dalle dimensioni assai più grandi di quelle precedenti volteggiava a mezz'aria,
rivolta verso di loro, con aria minacciosa. Non fecero neanche in tempo a dire
una parola, che il gigantesco elementale scagliò verso di loro un dardo di
fuoco che andò a colpire l'imbocco del tunnel, riversando sui due malcapitati
una quantità di polvere e detriti.

-
Indietro, presto! - gridò Zak, ma voltandosi si trovò il cunicolo ingombro
dagli altri, che erano nel frattempo arrivati proprio in quel momento.

-
Sta per lanciarne un altro! - urlò Ser Agraman, gettandosi a terra nella
speranza di offrire un bersaglio più difficile. Il dardo lo centrò  in
pieno, lasciandolo illeso solo grazie alla protezione della sua armatura, che
tuttavia iniziava ad avere una temperatura sempre meno tollerabile. Alle sue
spalle, intanto, ignari del pericolo gli altri si accalcavano contrastando la
spinta di Zak che cercava di farli arretrare. Nella foga, qualcuno calpestò il
cavaliere a terra, il quale dovette  ancora una volta ringraziare la sua
corazza.

la
confusione si risolse fortunatamente in pochi istanti e senza ulteriori dardi
infuocati da parte della creatura. In breve, l'intero gruppo era arretrato nel
cunicolo fino a portarsi ad una distanza di sicurezza dai micidiali proiettili
ignei del loro avversario elementale, e la sola confusione era causata dalla
necessità di scavalcarsi a vicenda in quello stretto passaggio per consentire a
chi voleva valutare la situazione di passare davanti agli altri. Da primo della
fila, Ser Agraman si ritrovò improvvisamente in retroguardia con Eliars senza
neanche sapere come, ma del resto visto ciò che era accaduto poco prima sapeva
benissimo che avrebbe potuto dare ben poco aiuto contro quell'avversario, così
aveva di buon grado lasciato passare avanti tutti coloro che avevano manifestato
tale intenzione. Ora c'era una certa concitazione nelle prime file, dato che
tutti stavano cercando di dire la propria accavallandosi gli uni agli altri nel
caos generale.

Dopo
un po', Sverken e Zak fecero prevalere la loro idea di una rapida esplorazione
delle possibili uscite dalla sala, cercando di eludere i dardi dell'elementale
che probabilmente avrebbe potuto concentrarsi su uno solo dei due. Così i due
scattarono assieme fuori dal cunicolo, iniziando a correre nell'ampio locale,
uno a destra e l'altro a sinistra, ma contrariamente alle previsioni la creatura
lanciò un gran numero di dardi infuocati all'indirizzo di entrambi. Zak fu
investito in pieno da una sfera fiammeggiante e cadde a terra apparentemente
morto, mente Sverken riuscì ad eludere il proiettile, si diresse verso una
delle uscite e tentò di imboccarla di corsa, schiantandosi contro un muro
invisibile che lo fece crollare a terra a sua volta.La voce affranta di Polgraam,
nelle vesti di un insolito cronista, raccontò agli altri quanto stava
accadendo.

Fu
necessario l'intervento magico di Exilim per trasportare i due, malconci ma
fortunatamente solo privi di senso, nuovamente nel cunicolo dove furono
sottoposti alle prime cure. L'operazione lasciò il carusaliano visibilmente
affaticato, ma ricorse ancora ai suoi poteri per sbloccare a distanza una delle
due uscite, in modo che vi fosse una via di fuga in caso di ulteriori tentativi. 

Nel
frattempo, le attenzioni degli altri si stavano concentrando sul grosso braciere
al centro della stanza, che sembrava sempre più essere legato alla presenza del
grande elementale. Lunya aveva provato a spegnere le braci riversando
magicamente dell'acqua al suo interno, ma il tentativo si era rivelato
insufficiente e l'acqua era evaporata senza alcun effetto. Il testardo Sverken
aveva tentato una seconda sortita, questa volta con più fortuna, fino a
imboccare l'uscita che Exilim aveva magicamente sbloccato, trovandosi tuttavia
di fronte un colosso di terra alto almeno tre passi che lo aveva costretto a
tornare indietro di tutta fretta, con i dardi di fuoco che sibilavano tutto
attorno a lui.

-
Se non ci liberiamo dell'elementale di fuoco è impossibile pensare di
combattere l'altra creatura - constatò Ser Agraman, sentendosi sempre più
impotente.

- E
d'altra parte il mago è vicino, non ci sono altre uscite qui! - commentò
Sverken, mostrando agli altri come la fiamma della torcia non rivelasse correnti
d'aria. Evidentemente, i due cunicoli d'uscita dalla sala non portavano
all'aperto, e forse la loro preda era ora intrappolata in uno dei due passaggi,
ricorrendo all'evocazione degli elementali come estrema difesa.

Fu
allora che Zak risolse il problema dell'elementale di fuoco. Mormorò qualche
parola, agitò una delle mani verso l'alto e una cascata di sabbia prese a
formarsi a mezz'aria nella sala, poco sopra al braciere, riversandosi al suo
interno. Poco alla volta, le braci non ebbero più aria per bruciare e si
spensero, emettendo qualche sbuffo di fumo. Quando anche l'ultimo tizzone fu
spento, il grande guardiano fiammeggiante svanì nel nulla, lasciando di sé
solo l'odore dell'enorme pira che lo costituiva.

-
Possiamo andare, ora! - Sverken incitò gli altri, rivolgendosi con lo sguardo a
Ser Agraman e Polgraam, poiché già pregustava il combattimento contro il nuovo
avversario fatto di terra.

-
Io devo fermarmi qui, ho bisogno di riposare - disse Exilim, stremato, mentre
Eliars lo sosteneva. Il carusaliano aveva evidentemente raggiunto il suo limite
fisico a causa della grande mole di poteri magici cui aveva fatto ricorso
nell'arco delle ultime due clessidre, al punto che il solo stare in piedi pareva
una fatica quasi insostenibile.

-
Andate voi, io mi occuperò di vegliare sul suo riposo - fece cenno Eliars,
accingendosi alla guardia.

entrarono
nella grande sala, Lunya e Zak diretti verso il braciere ormai spento per
assicurarsi che l'elementale di fuoco non potesse ricomparire, mentre i tre
combattenti si diressero al cunicolo di sinistra, dove li attendeva quello che
speravano fosse l'ultimo ostacolo  che li separava dalla loro preda. Non
fecero in tempo ad entrare nel passaggio, che la massiccia creatura venne loro
incontro. Sembrò emergere direttamente dal suolo, dalle pareti e dalla volta
del cunicolo, un'imponente figura dalle fattezze brutali e irriconoscibili,
formata di terra, rocce e fango, il cui solo rumore era quello prodotto dalla
pesante massa in lento movimento. Al posto delle gambe aveva tozze colonne
larghe come il torace di un uomo, mentre ciò che dovevano essere braccia
parevano tronchi d'albero che spazzavano l'aria davanti a sé nel tentativo di
frantumare chiunque gli si fosse parato davanti.

Sverken,
Ser Agraman e Polgraam si gettarono all'attacco, tentando di affrontare la
creatura da posizioni diverse, sperando di ottenere un qualche vantaggio, ma il
grande elementale di terra non sembrava agire guidato dalla vista. I suoi
movimenti, lenti e apparentemente impacciati, erano guidati da un istinto
primordiale e forse magico, che lo mettevano nelle condizioni di rispondere
indifferentemente a tutti i loro attacchi, che provenissero da davanti, da
dietro o dai fianchi. Fu subito evidente che non era affatto difficile colpire
la creatura, ma ogni volta che una spada andava a segno le rocce assorbivano
gran parte dei danni, mentre la terra si richiudeva senza lasciare traccia
apparente delle ferite inferte. Di contro, in quelle rare occasioni in cui il
gigante riusciva ad assestare un colpo ad uno dei tre combattenti, era come se
una valanga li avesse colpiti, spostandoli di qualche passo e lasciando profonde
ammaccature nelle corazze.

Tuttavia,
il confronto si rivelò meno arduo del previsto, e con un ultimo affondo Sverken
riuscì a sgretolare definitivamente il mostro, che si sfaldò ai loro piedi in
un cumulo di terra e sassi inanimati. Ora il cunicolo era libero, e forse erano
finalmente vicini a catturare il misterioso mago sulle cui tracce si trovavano
ormai fin dal padiglione di caccia.

-
Presto, correte! - la voce allarmata di Zak non lasciò loro neanche il tempo di
riprendersi dalla fatica dello scontro, preannunciando una nuova inquietante
emergenza. I tre si precipitarono verso l'imbocco del cunicolo, all'interno del
quale Zak e Lunya erano inginocchiati vicino a Exilim, sanguinante. Il
carusaliano era stato aggredito e colpito alle spalle. Di Eliars non c'era
traccia, a parte il suo scudo, la spada lunga e lo zaino.

-
Cerchiamo quel mercenario, avanti - gridò Ser Agraman strattonando Polgraam,
mentre già si avviava di corsa lungo il cunicolo, la mente piena di sospetto
nei confronti di Eliars.

E
dire che l'esmeldiano aveva iniziato quasi a fidarsi di lui, nonostante lo
reputasse pur sempre un individuo il cui onore era costituito solo dalla sacca
delle monete. D'altra parte, nello zaino del mercenario c'erano anche i suoi
denari, cosa mai lo aveva spinto ad abbandonare ciò che gli era più caro?
Forse una paga migliore? Forse lo stava calunniando tirando conclusioni
frettolose? Si augurò che fosse così, mentre il peso dell'armatura trasformava
la sua corsa in una gara di resistenza.

Giunsero
ai piedi delle scale, quando udirono dei passi che scendevano. I due si
arrestarono, le armi in pugno, mentre ai loro occhi si parò la sagoma familiare
di Eliars. Sulle prime non seppero se rallegrarsi o rammaricarsi di averlo
ritrovato, ma l'uomo liquidò frettolosamente le loro domande, spingendoli a
raggiungere gli altri, di fronte ai quali avrebbe spiegato ogni cosa.

-
Vi comunico che Exilim è morto - disse Eliars senza attendere altre domande,
quando si riunirono agli altri, suscitando lo sguardo perplesso dei suoi
compagni.

-
Ho inseguito l'aggressore e l'ho raggiunto. Lui mi ha atteso, così gli ho fatto
credere di essere riuscito nel suo intento di uccidere Exilim, il che di fatto
mi lascia senza lavoro: ha detto di essere interessato ai miei servizi, così mi
ricontatterà. - Il mercenario fece una breve pausa, soppesando le reazioni
degli altri, che erano tuttavia troppo stupiti per dire qualcosa.

-
Ora abbiamo due vantaggi - concluse Eliars. - Il primo è che allestendo in
qualche modo la morte di Exilim interrompiamo gli attentati e facciamo credere
ai nostri nemici che i loro piani hanno avuto successo, il che li potrebbe
portare allo scoperto o indurre a fare qualche passo falso. Il secondo, è che
se davvero mi ricontatterà saremo pronti a riceverlo...

-
Proprio un arguto stratagemma - commentò Ser Agraman, incerto egli stesso sul
fatto che le sue parole fossero ironiche o di reale ammirazione per quell'astuto
e quanto mai opportuno colpo di scena...