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La seguente anteprima è basata sulla sola lettura delle regole e in nessun modo ha valore di recensione
Donning the Purple (lett.: indossare la porpora, dal colore del mantello tinto col famoso mollusco), è un gestionale per 1-3 giocatori (sì, non è un refuso: 1-3), della durata di 70-90 minuti, incentrato su tiro dadi, piazzamento lavoratori, gestione mano, poteri variabili.
Riassunto di gioco
La mappa dipinge il bacino del Mediterraneo diviso in varie regioni dell'epoca romana. Si piazzano truppe sparse nell'impero e a ogni round si attiveranno casualmente (col dado) degli invasori, la cui forza deve essere inferiore a quella delle legioni, altrimenti tali barbari continueranno il loro percorso verso le varie capitali rimuovendo le truppe romane sulla loro strada. Se a un certo punto del gioco tutte le capitali delle province imperiali sono occupate, c'è una sconfitta collettiva.
In ogni round si espletano le seguenti fasi:
- Apparizione dei nemici e loro movimento.
- Raccolta del grano dalle capitali non occupate.
- Pesca di cinque carte evento, risolte in ordine.
- Azioni. Ogni giocatore esegue due azioni (l'Imperatore tre) e pesca una carta Plot (ciascuno ne ha già qualcuna a inizio partita) alla fine del turno. Le carte Plot servono per fare le azioni estemporanee scritte su di esse o rafforzare altre azioni se spese per il loro valore numerico.
- Piazzare gli edifici. Gli edifici programmati in fase azioni vengono messi sul tabellone massimo uno per regione e solo i primi quattro della coda di costruzione. Chi ha il controllo del Senato può scambiare la posizione di due edifici in coda. Gli edifici hanno le solite varie funzioni: potenziare il gioco del proprietario in vari aspetti, incluso il guadagno di PV.
- Distribuire il grano: ogni provincia dell'impero richiede un grano, altrimenti si aumenta il malcontento.
- Tasse. Ogni provincia genere tasse per l'Imperatore e ogni tenuta per il rispettivo giocatore.
- Fine anno. L'imperatore riceve PV pari al livello di felicità.
Si tratta di aumentare la propria presenza la Senato; prendere il segnalino Erede (che fa diventare Imperatori alla morte di quest'ultimo); tentare di assassinare l'attuale Imperatore (si tirano dadi per farlo); far muovere le proprie legioni (uccidere i barbari dà PV); preparare edifici e tenute per la coda di costruzione. In più l'imperatore ha accesso a una serie di azioni esclusive, come arruolare e far muovere le regioni neutrali, piazzare acquedotti per evitare malcontento e carestia (capita a caso con un dado), ecc.
Alla fine di quattro round di gioco, chi ha più PV è il vincitore.
Prime Impressioni
Sono rimasto spiazzato da vari aspetti di questo gioco. Intanto il più ovvio, ovvero il numero di giocatori, che si limita a tre massimo, con le varianti per due e per il solitario, in cui combatti contro il sistema che tenta di far cadere Roma all'alba della sua potenza.Poi la presenza del dado, in diversi ed importanti aspetti del gioco, presenza ingombrante e che mi è parsa poco mitigabile da eventuali bonus/malus.
Infine, il corpo delle regole scritto in maniera schizofrenica, con le spiegazione delle parti del gioco dopo quella del turno e l'illustrazione dei componenti per ultima. Ma a parte questo, le regole non sono in realtà poche, specie nella versione completa, e in certi passaggi ho avvertito una macchinosità superflua, forse atta a mettere in campo una maggiore simulazione, comunque non pervenuta.
Quindi parecchie riserve su un gioco che, per trovare una parola riassuntiva, mi è parso ancora acerbo.