Ho letto da altre parti che Flamecraft ha pochissima interazione fra giocatori, confermi?
Ultimo giorno di questa strana fiera “con mascherina”. Insospettabilmente si rivela il migliore di tutti per la poca gente presente che ci permette di provare titoli inavvicinabili nei giorni precedenti.
Discordia
Molto carina la meccanica per cui occorre ridurre il numero di omini posseduti e presi all’inizio di ogni turno fino ad azzerarli per vincere. Molto meno convincente il fatto che i dadi non si possono praticamente gestire in alcun modo e quindi lanci fortunati o meno hanno un impatto determinante sulla partita.
Di fatto poi è tutto piuttosto ripetitivo, e visto il caso dominante il titolo non mi ha affatto convinto. Terribile la componentistica con plance di cartone attaccato con l’adesivo su plancette sottilissime, brutta la grafica ma scatola abbastanza piccola e nessuna dipendenza dalla lingua.
Voto per tipo di gioco: 6,5
Voto personale: 5
Findorf
Freese riesce ancora a stupirmi con questo titolo leggero, che dura il giusto, mescola qualche meccanica già vista in modo sapiente e con buoni materiali. Si deve svolgere una delle 4 azioni di gioco (comprare tessere o edifici, assumere lavoratori, impiegare i lavoratori per produrre con i propri edifici o vendere i beni prodotti) muovendo verso il basso un segnalino sulla riga delle azioni che di base ne fa svolgere una per tipo ma che si può implementare con le tessere fino a fare molteplici volte l’azione scelta in un solo turno. Quando si arriva in fondo e si deve ricominciare dalla prima azione si scatena una fase intermedia in cui il giocatore vede pagarsi rendite, consumare un omino per la vecchiaia e ricominciare il giro dall’inizio.
C’è un timer di gioco dato dalle ferrovie che va più o meno veloce a seconda del comportamento dei giocatori ed una corsa a costruire le carte ricevute o draftate in mano ad inizio partita.
Molto ambientate le meccaniche con il tabellone della città che va riempiendosi fisicamente ad indicare la crescita demografica ed industriale della popolazione. Nessuna dipendenza dalla lingua, durata contenuta, bella ambientazione, materiali e grafica gradevoli e buona freschezza.
Promosso da tutti pur trattandosi di un peso medio che potrebbe soffrire di una non eccelsa longevità vedendo sempre tutte le carte edificio ogni partita.
Voto per tipo di gioco: 8
Voto personale: 8
Rise
Alta la rigiocabilità dato che le track sono tutte a doppia faccia e combinabili tra loro in modo casuale e le carte azione ed evento sempre diverse tra le partite.
Peccato i materiali e la grafica non molto accattivanti e la scarsa pubblicità fatta al titolo da parte della DLP che non brilla mai sotto questi aspetti.
Voto per tipo di gioco: 7
Voto personale: 7,5
Flamecraft
Bei materiali per la versione standard ad un ottimo prezzo e materiali eccellenti ad un prezzo fuori di testa per la deluxe con miniature di drago, soldi in metallo e tante altre sciocchezze che attirano molto. Si fa giocare e sicuramente non mancherà di avere successo tra il suo target di giocatori casuali e famiglie.
Non fa per me ma visto il prezzo abbordabile sto pensando se recuperalo per giocarlo in famiglia o con amici poco dell’ambiente.
Voto per tipo di gioco: 8
Voto personale: 7
Pampero
Titolo a brevissimo su Kickstarter, questo Pampero tratta della riconversione all’eolico della produzione energetica Uruguagia. Con sostanzialmente solo tre azioni tra cui scegliere si potranno costruire pale eoliche, tralicci e realizzare contratti nei panni di investitori privati.
Le implicazioni da prendere in considerazioni sono tante e complesse ma il flusso di gioco è scorrevole e veloce. Una partita difficilmente andrà oltre i 90 minuti ma restituisce sensazioni da gioconi impegnativi di notevole spessore. L’autore ha collaborato a molti titoli di Lacerda e l’illustratore infatti è O’Toole. Un gioco che spero riscuota il successo che merita sebbene il formato della scatola e la quantità di materiali lo mette nella stessa fascia di prezzo del noto portoghese purtroppo.
Gioco promosso vista anche la totale indipendenza dalla lingua e la breve durata.
Voto per tipo di gioco: 8,5
Voto personale: 8
Anche per quest’anno si chiude qui per la fiera dei giochi che ormai accompagna da 15 anni la mia passione. Sicuramente ci sono stati titoli validi, molti dei quali non avete letto in queste pagine perché già li avevo provato e/o comprati. Sicuramente sempre di più si conferma essere una fiera dove non è più conveniente o facile acquistare le ultime novità, prova ne è il fatto che torno a casa con solo una copia di Plutocracy. Non perché non mi interessi avere certi titoli ma perché li pago meno in patria con le edizioni italiane. Senza contare i giochi che vanno esauriti ormai frequentemente già dal venerdì mattina. Spero di esservi stato utile e magari nei prossimi giorni avrò modo di stilare un riepilogo dei giochi più meritevoli, originali o, perché no, peggiori della fiera.
Ci vediamo l’anno prossimo!