Essen 2024 - Prima volta, primo giorno

MicMa

Arrivare ad Essen la prima volta e scoprire una fiera che non ti aspettavi...

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Vi ricordiamo che potete rapidamente scorrere tutto quanto pubblicato finora su questa edizione dello Spiel (anteprime, listone di Pennuto, report, ecc) cliccando il tag Essen 2024.

Prima volta alla fiera del gioco da tavolo più importante d’Europa, riesco ad organizzare un fine settimana lungo, lontano dalla famiglia, da dedicare al gioco da tavolo. Partenza giovedì stesso, primo giorno di fiera, come bagaglio un borsa vuota (da riempire di giochi) e un po’  di senso di colpa per l'abbandono della prole... sveglia alle 4 del mattino, il sonno mi accompagnerà fedele per tutta la prima giornata.

L’arrivo ad Essen è spettrale: la città, cielo grigio d’ordinanza tipico dei paesi del nord, non sembra avere nulla di notevole. 

E qui si esaurisce la bellezza della città...

Parcheggiare è però molto facile (per dire, più facile che a Play!), in 5 minuti siamo già all’ingresso. E qui iniziano a notarsi le prime differenze con le fiere nostrane: poca coda al controllo biglietti, bagni accessibili senza particolare coda, spazi ampi dove girare. 

Nonostante tutte le buone intenzioni, studiato il listone di Pennuto e individuati i giochi da provare, l’effetto fiera si fa subito sentire: abbiamo voglia di giocare e ci sediamo praticamente a tuti i tavoli che troviamo liberi!

Nekojima – il primo tavolo libero propone questo gioco del 2023: basato sulla destrezza, possiamo giocarlo sia cooperativo, sia competitivo. Dobbiamo costruire delle linee elettriche, rappresentate da cilindri di diversa altezza uniti da una corda, tra diverse zone della città, a seconda del risultato di un tiro di dadi. Le linee non possono toccarsi tra loro e non è possibile farle uscire dal tabellone. Se, pescando dei cubetti da un sacchettino, ne escono di neri, dobbiamo appendere delle sagome di gatti ai fili, cercando di non farli toccare terra.
Chi ci spiega il gioco si dimentica di specificare condizioni di vittoria e di sconfitta, così cerchiamo di destreggiarsi da soli nell’unico manuale a disposizione (in tedesco...). Non sarà purtroppo l’unica volta che ci verrà fornita una spiegazione approssimativa, forse per via della lingua, forse perché è così che va in fiera... 

Gatti appesi a fili elettrici

League of six: Complete Editionuno dei primi giochi di Vladimir Suchy, riprosto con una veste grafica migliorata e con alcune correzioni alle meccaniche. I giocatori, nei panni di esattori delle tasse, devono visitare diverse città della Lusazia (una regione storica situata tra la Germania e la Polonia) per raccogliere risorse (= tasse) e portarle al re.
Il gioco è un eurogame interessante: dopo in una prima fase, in cui ci troveremo a pagare soldati per poter scegliere la città, tra le sei della lega del titolo, in cui andare a raccogliere risorse, dovremo decidere quale richiesta del re soddisfare.
La parte originale è che le richieste del re sono rappresentate come una serie di righe composte da caselle da riempire con specifiche risorse: il primo giocatore che agisce definisce quale riga bisogna completare per prima; se non la completa lui stesso, obbliga il giocatore successivo a mettere risorse in quella stessa riga, e così di seguito anche per gli altri giocatori, generando un interessante effetto per cui quella che potrebbe sembrare una scelta subottimale può essere a volte preferibile, perché permette di mettere i bastoni tra le ruote al giocatore successivo. 

Raccolta risorse

Purtroppo, anche per questo gioco la spiegazione ricevuta non è stata eccezionale, tanto che ad un certo punto abbiamo deciso di scaricare il regolamento da BoardGameGeek e cercare da soli di risolvere i molti dubbi rimasti... Non lo comprerei, ho già giochi simili, ma non è un brutto gioco.

Arriviamo allo stand della Oink, con quelle sue stupende scatoline piccole piccole, e ci sediamo a provare Rafter Five, un gioco di destrezza in cui quello che ho capito essere un gruppo di naufraghi cerca di costruire una zattera su cui posizionare i propri tesori (??), cercando di non far cadere quelli degli altri: ogni volta che nella fase di posizionamento faremo cadere un tesoro di un altro giocatore, guadagneremo un punto negativo; il primo che arriva a 5, perde. Divertente, non mi ha stupito più di tanto, come giochi di destrezza ce ne sono altri più interessanti.

Nel mezzo della partita

Devo ammettere che è qui che le nostre buone intenzioni, i nostri piani su quali giochi da provare decisi in anticipo, sono andate a farsi benedire: la parte “giochi orientali” della fiera è qualcosa di incredibile: coloratissima, piena di scatole che difficilmente potrai provare/comprare da altre parti e frequentata da Gotcha: cosa chiedere di più? 

Questo signore molto simpatico vendeva degli accessori per giochi molto giapponesi e molto belli, la prima cosa che ho comprato alla fiera!

Ci immergiamo così in questo mondo magico, provando in sequenza:

Takoyaki: gioco di destrezza in cui, utilizzando delle bacchette con delle manine di gomma alle estremità, dobbiamo far rotolare dei takoyaki in giro per una griglia per riprodurre un patter riportato su una carta: il primo che ci riesce si prende la carta, vince chi colleziona prima cinque carte. Gioco divertente, ci ha fatto ridere, dura il giusto (10 minuti scarsi una partita), non l’ho comprato solo perché la scatola, viste le componenti, è davvero troppo grossa (sì, inizio ad avere problemi di spazio...)

...e se vincevi la partita ti davano anche una coroncina!

Kamigami Battles: River of Soulsdeck building caratterizzato da uno stile grafico in cui la fanno da padrone signorine molto procaci, i giocatori rappresentano delle dee che si combattono per un motivo a me non molto chiaro. Il gioco parte lento, la prima fase di costruzione è un po’ troppo obbligata e non tanto soddisfacente (in tre abbiamo fatto i primi turni identici, cosa che lo spiegatore ci ha detto succedere spesso), poi però migliora, permettendo di costruire delle combo tra le carte molto soddisfacenti e non così banali. Continuo a preferirgli altri deck building, ma dalla sua ha un tempo di gioco abbastanza rapido (credo che la partita intera, in tre, possa stare entro i 40 minuti), un sacco di espansioni tematizzate (compreso l’immancabile Cthulhu) e i disegni stile manga.

Il mercato delle carte

Singapore 1889collezione set ambientato a Singapore, in cui dobbiamo prendere carte da un mercato comune, cercando nel contempo di selezionare dallo stesso mercato quali carte permetteranno di fare punti: più carte di uno stesso tipo saranno state messe da parte, più punti varranno le carte dello stesso tipo che noi avremo in mano a fine partita. Ogni volta che prenderemo una carta da mercato, ne attiveremo obbligatoriamente l’effetto speciale: questo ci permetterà di scambiare le carte della nostra mano, di mettere da parte altre carte per il punteggio, mi modificare l’ordine del mazzo di pesca, ecc... spiegato così può non sembrare nulla di che, ma visto il prezzo (17€), vista la portabilità del gioco (scatola piccolina), visto il comparto grafico interessante, l’abbiamo subito comprato (e con noi buona parte della fiera, visto che nel primo pomeriggio del primo giorno era già esaurito...)

In alto a dx: le carte punteggio

Yin Yangcontrollo territorio e selezione azioni ambientato nell’antica Cina, il gioco ci ha colpiti per il suo meccanismo di doppia selezione: ogni giocatore, infatti, all’inizio del suo turno tira le sue sei monete, che possono dare ognuna come risultato o bianco o nero. Sulla base di questo lancio decide quale azione svolgere immediatamente e quale comprare per il futuro. Nella fase successiva il giocatore dovrà programmare quali azioni svolgere e in che ordine, utilizzando sia il risultato delle monete di cui sopra, sia le azioni acquistate nella fase precedente. Il tutto condito da bonus vari, raccolta risorse, spostamento su mappa, ecc. 
Il gioco pecca di un comparto grafico non eccezionale (anche se è notevole l’uso delle monete metalliche da lanciare dopo averle agitate dentro un finto guscio vuoto di tartaruga...) ed ha una scatola inutilmente grossa, ma scorre bene e ci ha lasciato molto soddisfatti, con la voglia di giocarlo ancora, ragion per cui una copia dello stesso è venuta via con noi dallo stand!

Si notano le monetine stile I Ching

Bananya - collezione set in cui i giocatori cercano di ottenere tutte le diverse carte del gioco, carte che rappresentano delle banane buffe. Ogni banana, quando giocata, ha un effetti differente che va dal far saltare il turno a un avversario a far scambiare ai giocatori la loro mano di carte con quella del vicino. Nulla di troppo originale, disegni carini, ci sono un po' di espansioni disponibili, l'abbiamo lasciato lì.

Sullo sfondo, le espansioni

Dopo un paio di mani veloci a un po’ di altri giochi (compresi gli eccezionali giochi in lattina spiegati dall’imprescindibile Gotcha), abbiamo chiuso così la prima giornata ad Essen.

Ci si sente domani!

Commenti

Bel report, meno male che ci sono anche goblin che ci riportano le impressioni della parte della fiera dedicata agli orientali! Grazie

Grazie del reportage "Asian": Singapore 1889 è davvero molto carino come produzione, vedo...

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