[Interviste] 10 domande a... Andrea Chiarvesio

Torna la nostra rubrica "10 domande a..." nella quale gli autori ed editori del panorama ludico internazionale rispondono alle nostre 10 domande che ci aiutano a conoscere meglio la persona che si cela dietro la scatola, ma siccome siamo Goblin non mancano le "domande scomode".

A finire davanti ai nostri microfoni oggi Andrea Chiarvesio che ringraziamo per la grande disponibilità e onestà dimostrata. 

Buona Lettura!

Interviste
Autori

Torna la nostra rubrica "10 domande a..." nella quale gli autori ed editori del panorama ludico internazionale rispondono alle nostre 10 domande che ci aiutano a conoscere meglio la persona che si cela dietro la scatola, ma siccome siamo Goblin non mancano le "domande scomode".

A finire davanti ai nostri microfoni oggi Andrea Chiarvesio che ringraziamo per la grande disponibilità e onestà dimostrata. 

Buona Lettura!

  1. Per iniziare parlaci di te: come hai fatto a diventare autore di giochi?

Ho avuto la fortuna di entrare in questo mondo come dipendente della Wizards of the Coast Italia. Lavorando dietro le quinte ho potuto imparare un bel po’ di cose sulla localizzazione dei giochi e sulla loro ideazione. Così, una volta lasciato il settore e passato ad un altro lavoro, ho provato a propormi come game designer e consulente, e sono arrivate le pubblicazioni dei primi giochi.

  1. Quali sono i tuoi giochi preferiti e quali autori sono secondo te i migliori in circolazione?

    Cerco di giocare il più possibile, e spazio tra generi diversi. Ho molti giochi che adoro, da qualsiasi elenco ne rimarranno sicuramente fuori molti ma ci provo lo stesso.
    In ordine sparsissimo: Twilight Struggle, Castles of Burgundy, Wallenstein, Through the Ages (ma anche il più snello Nations), Here I stand, Bruges, Fury of Dracula (e Letters from Whitechapel), Traders of Genoa, Battlestar Galactica, Legends of Andor, tra i più recenti Mombasa e ovviamente Pandemic Legacy, ecc… se volete posso probabilmente continuare per un paio di pagine!
    Autori bravi in circolazione ce ne sono tantissimi, e con orgoglio possiamo rimarcare che non pochi sono italiani. “I migliori” non è sinceramente un’espressione che mi piaccia… migliori in base a cosa? Tecnicamente? Come vendite? Come simpatia? Come premi ricevuti?
    Come gusto personale (quelli che di solito fanno giochi che mi piacciono), posso citare Garfield, Feld e Chvaatil. In particolare di Garfield e Chvaatil apprezzo il loro non fossilizzarsi su un genere solo, il saper sperimentare, essere eclettici, sorprendere. Adoro il fatto che Vlaada sia in grado di passare da Mage Knight a Nome in Codice, da Through the Ages a Galaxy Trucker, e sempre con eccellenti risultati.
     
  2. I tuoi giochi spaziano tra molte meccaniche diverse. Non hai ancora trovato la meccanica ideale o preferisci sperimentare?

Decisamente la seconda. Mi annoio terribilmente a fare sempre le stesse cose, e la “meccanica ideale” non esiste. Mi rendo conto che dal punto di vista commerciale, o dell’apprezzamento dei gamers, fare più o meno sempre lo stesso gioco o rimanere almeno nella stessa tipologia aiuta, perché ti rende riconoscibile. Un esperto di marketing ti direbbe che così facendo aiuterei a “focalizzare il mio brand”. Pazienza!
Sarò anacronistico, e sicuramente non paga in termini di vendite o di apprezzamento da parte dei giocatori, ma a me piace essere eclettico… se fossi un atleta mi sarebbe piaciuto gareggiare nel decathlon, insomma. Anche se poi è più famoso e fa più soldi Usain Bolt che sa fare una sola cosa benissimo rispetto ad Ashton Eaton che ne sa fare nove meglio di lui e una peggio.
Anche se comunque in un ipotetico decathlon ludico arriverei comunque dietro Chvaatil e Garfield, come minimo!
Mi piace pensare comunque, che buona parte dei miei giochi sia caratterizzato da una meccanica di base molto semplice e lineare da cui comunque si riesce a ricavare una buona profondità strategica. Forse perché sono i giochi che apprezzo di più come giocatore, non mi piacciono le complicazioni fini a se stesse (o inserite solo per aggiungere flavour), le eccezioni alle regole, le sotto-regole per gestire i casi particolari, ecc…
 

  1. A quale dei tuoi giochi sei più affezionato? È lo stesso che ti ha dato le maggiori soddisfazioni? Se no perché (e qual è? )

Davvero, ma come si fa a rispondere a questa domanda… c’è un figlio a cui sei meno affezionato degli altri? Se proprio devo scegliere, l’affetto maggiore forse va a Kingsburg e alle Quack Cards. Un po’ perché sono i primi su cui il mio nome compare sulla scatola, e Kingsburg è sicuramente quello che ha contribuito a farmi conoscere al pubblico.
 

  1. Quale dei tuoi giochi invece credi non abbia avuto il meritato successo? Perché?

Tutti! :D Anche qui, se devo proprio scegliere, penso che Olympus e Hyperborea avrebbero meritato una maggiore considerazione da parte di pubblico e critica, benché non siano certo esenti da difetti, ci mancherebbe. Sul perché ho le mie idee, ma spero mi concederete di glissare.
 

  1. Lavori spesso a quattro mani con altri autori. Come si sviluppa un gioco in coppia? Lavorate assieme per tutto il progetto o c'è una divisione dei compiti?

Non c’è una regola. Ogni autore ha il suo modo di lavorare e le sue abitudini. Con alcuni è facile spartirsi il lavoro perché le competenze sono molto diverse. Con altri, penso ad esempio a Pierluca Zizzi con cui più o meno abbiamo sfere di competenza molto simili, magari seguiamo più intensamente parti diverse dello sviluppo ma lavoriamo quasi sempre assieme… insomma, in ogni gruppo di lavoro si instaurano meccaniche di collaborazione adatte.

  1. Chiarvesio e la District games: Cambierà qualcosa nella pubblicazione dei tuoi giochi? Vuoi evitare che degli editori cambino qualcosa ai tuoi giochi come fu per Kingsburg? Già che ci siamo, è vero che lo giochi con un diverso potere della regina?

Come scrivevo sopra, a fare sempre le stesse cose mi annoio. Con l’avventura in District voglio mettermi alla prova anche in ruoli diversi da quello di autore dei miei giochi. Questo non significa affatto che smetterò di pubblicare giochi con altri editori, semplicemente ho trovato nei ragazzi di District un gruppo di persone entusiaste e piene di energia con cui sviluppare alcuni progetti insieme. Certo, sicuramente qualche mio gioco lo vedrete in futuro pubblicato da District, e magari questo mi permetterà di avere più controllo su come sarà pubblicato (non è nemmeno detto che questo sia un bene, speriamo di fare del nostro meglio, comunque!), anche se nei limiti di una, per il momento, casa editrice piccolina come District.
Kingsburg, ma credo sia un aneddoto noto, fino a pochi giorni prima di andare in stampa aveva come ricompensa della regina 4 punti vittoria e basta. Il cambiamento ci fu imposto dall’allora partner americano, Elfinwerks (in seguito il titolo sarebbe stato acquisito da Fantasy Flight). Non è una modifica enorme, ma ha reso il gioco secondo me peggiore, e mi avrebbe evitato di rispondere alle infinite domande “come mai la regina è troppo forte?”.

  1. Chiarvesio e la Tana: Prima leggevamo parecchi interventi di Tanis70 . Adesso che sei un autore affermato il confronto coi giocatori ti preoccupa o non lo ritieni utile?

Il confronto con i giocatori mi piace e lo trovo vitale. Per questo sono sempre a disposizione quando sono presente in fiera (perché ci vado come a Play o Lucca o perché – bontà loro – gli organizzatori mi invitano come di recente al Comicon di Napoli o a Catania). Cerco anche di rispondere sempre alle domande su boardgamegeek, a quelle sulla mia pagina ask.fm e perfino a chi mi fa domande via facebook.

Ammetto di fare un po’ più di fatica di una volta a seguire il forum della Tana, un po’ per mancanza di tempo dedicato appunto a facebook o ask, un po’ perché qualche volta in passato mi è toccato leggere giudizi o commenti che mi hanno dato un po’ fastidio, vuoi per il tono, vuoi perché a volte mi è sembrato di intravedere un pregiudizio o della malafede.

Ultimamente mi sembra che le cose siano decisamente migliorate, merito anche di una moderazione più attenta e attiva, e seguo puntualmente i topic di mio interesse. Non intervengo molto spesso, più per riflesso condizionato, credo, che per reale preoccupazione.

9) In un'altra intervista (al Dado Critico) hai liquidato come "comitato di espertoni" la giuria del Magnifico. Perché rea di aver escluso Hyperborea dalla rosa degli otto finalisti? Pensi che ci sia preclusione verso gli autori italiani? Quale rapporto pensi un autore debba avere nei confronti di una giuria o di un recensore?

Allora non sono l’unico ad essere un po’ permaloso :D ! Allora, premettendo che le “interviste” con Dado Critico sono più che altro chiacchierate informali davanti a qualche birra e quindi non andrebbero prese e quotate alla lettera, in quel contesto, ammesso che l’abbia davvero pronunciata, era volutamente una definizione ironica, per quanto amareggiata, se non ricordo male Dado mi chiese di “sputare un rospo” o qualcosa del genere. In ogni caso, conosco personalmente più di un giurato e spero sappiano che li stimo sia umanamente che come esperti di giochi, spero davvero nessuno si sia offeso, mi dispiacerebbe. Nel caso, colgo l’occasione per scusarmi.
Poi, certo, se mi chiedi se ci sono rimasto male a non vedere Hyperborea tra i finalisti e se penso che un posto lo meritasse, beh ti rispondo sì ad entrambe le domande. Credo sia umano. Poi, certo, la maggioranza dei miei colleghi magari ci rimane male per un’esclusione ma ha il buon senso di non rilasciare “dichiarazioni” ad un simpatico blogger dopo la terza birra!
Invece no, non penso affatto ci sia preclusione verso gli autori italiani, lo dimostra l’inclusione di un bel titolo come The Golden Ages del bravissimo Luigi Ferrini.
In passato sono stato parte di giurie, e ho fatto a lungo il recensore per ILSA, quindi penso di conoscere abbastanza bene cosa vuol dire ricoprire tali ruoli.
Non credo ci debba essere un “rapporto” particolare tra autori, giurati, e recensori. Certo, il rispetto reciproco è sempre auspicabile, così come l’onestà intellettuale.
Penso che ogni giuria e ogni giurato cerchi di fare del proprio meglio per essere oggettivo e premiare il gioco che per mille motivazioni, sicuramente anche personali, in quel momento ritiene meritevole. Poi, siamo tutti esseri umani e in quanto tali possiamo commettere errori o farci influenzare da fattori soggettivi nel recensire, premiare o commentare. Oh, io come giurato del Best of Show ho premiato Marvel Heroes, che alla fine non è che sia rimasto negli annali ludici, quindi non è che ho un pulpito da cui giudicare l’operato di altre giurie :-D

10) Qualche novità sui tuoi giochi futuri? Tempo fa si parlava dell' espansione di Hyperborea, sappiamo inoltre di un tuo gioco che verrà prodotto in USA (una versione pimpata di Richard I), che ci puoi dire?

L’espansione di Hyperborea è attualmente in stand-by, magari il dopo-Norimberga porterà novità (è comunque pronta e sviluppata al 98%). Dovrebbe invece vedere la luce Dungeon Manager Heroes per Giochi Uniti, mio e di Zizzi… è il “rovescio della medaglia” di Dungeon Lords, un gioco in cui i giocatori arruolano eroi per mandarli al macello nei dungeon e speculare sulle ricchezze che i sopravvissuti riportano indietro…

La versione “pimpata” di Richard – vi regalo uno scoop non dite poi che non vi voglio bene - è un progetto a cui stiamo lavorando insieme a District e a Cool minis or Not. Il gioco cambierà non solo nel nome ma anche in alcune meccaniche e credo sarà il mio primo progetto su kickstarter.

Sempre per District e probabilmente più avanti su kickstarter sto lavorando al mio gioco più “american” di sempre: All Star Heroes. È un progetto che mi diverte molto, in pratica è una specie di “fantacalcio degli eroi del cinema, fumetti, letteratura…”: ogni giocatore compone una squadra con eroi tratti dall’immaginario collettivo e i team si sfidano in scenari sempre diversi. Per dire, si generano situazioni come “Batman, Lara Croft e Maciste contro Harry Potter, Mc Gyver e Deadpool nel tempio maledetto”. Ovviamente, per non vincere il record mondiale di cause per violazione di copyright i nomi e gli aspetti degli eroi potrebbero essere un tantino diversi dagli “originali” ma sempre riconoscibili… tra l’altro con gli artwork di Bigio, il disegnatore di Drizzit e co-autore del gioco stesso su Drizzit .

È anche in lavorazione un’edizione “completa” e graficamente rivisitata di Kingsburg, che avrà all’interno un modulo di espansione inedito (oltre al gioco base e ai cinque moduli dell’espansione To forge a Realm). Io e Luca abbiamo insistito molto affinché il sesto modulo dell’espansione (working name “New advisors”) venga reso acquistabile a parte, per i giocatori che già posseggono gioco ed espansione, quindi confido che sarà così.

Ho anche un altro gioco davvero originale (ve l’ho detto che non mi piace annoiarmi o fare sempre le stesse cose, no?) in progetto con Red Glove… qui davvero non posso dire molto di più ma vi posso anticipare che per la prima volta mi cimento (insieme ad un autore esordiente che in Tana però conoscete abbastanza bene) in un gioco con elementi dexterity…!

 

Commenti

Bella intervista che si fa leggere con piacere! Bravi giullari, bravo Andrea

Hyperborea era assolutamente da Magnifico! (A sostituire Castels of Mad King Ludwig, che seppur un bel titolo non è gioco per soli gamers). Confido che quest'anno entri Signorie.
Complimenti per l'intervista e soprattutto per il divertimento che mi offre il lavoro di Chiarvesio.

...che dire, certa gente nasce proprio con la camicia!
A quando la ristampa di Hyperborea?
m@

Che dire? Oltre a Zizzi, Chiarvesio è stata una piacevole scoperta anche dal punto di vista umano, in una serata al Jolly Joker, in cui ci siamo cimentati nel suo Richard I e subito dopo in più leggeri titoli come Colt Express e King of Tokyo.
Lo seguo anche nel suo essere speaker radiofonico in The big game theory e per me,insieme ai ragazzi della District, sono puro orgoglio torinese! ;-)
Ammetto di non aver ancora provato Signorie, ma sono ansioso di vedere alla luce i suoi nuovi progetti!
Complimenti ancora, Andrea e a Voi Giullari per l'intervista!!!!

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