se non si possono portare cibi e bevande per me é bocciato in partenza
Il Festival International de Jeu, ha raggiunto nel 2016 la sua trentesima edizione e quest’anno nei 30000 metri quadri destinati al gioco nel Palais de Festival di Cannes, si sono aggirati due Goblin armati di curiosità e voglia di giocare.
Il Festival ha registrato nel 2015 un'affluenza di oltre 150000 persone, i numeri del 2016 ancora non sono stati resi pubblici, ma vista la grande affluenza crediamo che le cifre siano rimaste le stesse. Per continuare con altri numeri diciamo che alla fiera erano presenti oltre 140 tra editori, associazioni e negozi, più di 300 tra autori ed editori presenti anche durante la sera del Festival OFF (la manifestazione dedicata ai prototipi che apre dopo la chiusura della fiera). In più uno spazio di 4000 metri quadri dedicato ai bambini, decine di tornei, i giochi premiati con l'As d'Or e ovviamente giochi: videogiochi, giochi di ruolo e ovviamente giochi da tavolo!
Come qualcuno già sa non eravamo soli in terra francese, ma nostri compagni di viaggio sono stati TeOoH e la Ncheski e se qualcuno se lo stesse chiedendo sì, è proprio vero che dietro ad ogni grande uomo c’è una grande donna. Dei tre giorni di fiera, nostro malgrado, abbiamo potuto presenziare un solo giorno a causa della macchina di TeOoH che ha deciso di fare le bizze prima sotto la neve in punta al col di Tenda e poi la stessa sera per le vie di Cannes, rischiando di prosciugare il conto in banca al recensore minuto, ma per fortuna, tutto è bene quel che finisce bene!
La nostra presenza al Festival si è quindi limitata solo al sabato che abbiamo però spremuto il più possibile.
Partiamo subito col dire che la fiera ci è piaciuta molto, la location è bella e suggestiva e tutta la fiera è curata e sfarzosa: decine di giochi giganti e la maggioranza degli stand allestita in modo tematico e accattivante. Menzione d’onore per l’intero piano dedicato ai bambini bellissimo anche per i più grandi! I tavoli per giocare non sono mancati nonostante la grande affluenza, dovendo accettare il compromesso di pochi minuti di attesa per i titoli più gettonati. E, udite udite, il tutto ad ingresso gratuito.
Ma non è tutto oro quel che luccica, alcune note dolenti sono da segnalare: a causa degli ovvi controlli anti-terrorismo la coda all’ingresso si è prolungata per circa un’ora e mezza, niente di eclatante se non fosse stato per la pioggia incessante e, sempre per il protocollo di sicurezza era vietato portare all’interno della fiera cibo o bevande e purtroppo alle 14 i due bar all’interno della fiera avevano finito tutto il cibo e le bevande erano tutto fuorché economiche.
Aspetto importante è la lingua: in molti ci hanno chiesto se si parlasse inglese ai tavoli, noi, fortunatamente, parliamo un discreto francese e non abbiamo quindi mai chiesto spiegazioni in altra lingua, ma la spiegazione in inglese ci è stata offerta spontaneamente da un gentilissimo dimostratore Days of Wonder.
Ma abbiamo deciso di fare il viaggio per giocare, motivo per cui vi riportiamo qui (e in qualche articolo che vedrete nei prossimi giorni) i giochi giocati e le nostre impressioni!
Crossing: novità di Essen 2015, rapido gioco di scelte simultanee al fine di ottenere più gemme degli avversari. All’inizio di ogni turno si aggiungono gemme su ogni fungo (uno in meno del numero di giocatori), dopo aver contato fino a tre ogni giocatore può puntare col dito un fungo e, se è l’unico ad averlo scelto, raccogliere le gemme. In alternativa si può puntare una tessera avversaria per rubare le gemme o coprire la propria per mettere da parte tutte le proprie gemme, rinunciando però al turno successivo. Finite le gemme, ogni tris di gemme diverse vale 5punti e ogni gemma bianca vale 1 punto. Prime impressioni: il gioco è simpatico e volutamente caciarone, molto leggero e con bei materiali e illustrazioni, ma non offre niente che non sia già stato visto anche se qui è asciugato da ogni inutile contorno.
Lanterns: altro gioco di Essen, che combina piazzamento tessere e set collection. Al proprio turno il giocatore può spendere due gettoni per scambiare una delle carte precedentemente ottenute, scambiare un set di carte (4 uguali, 3coppie o 1 ciascuna nei 7 colori) e ottenere punti vittoria poi deve piazzare una tessera tra le tre in mano in modo che tocchi una delle tessere già in gioco. Ogni giocatore prende quindi una carta del colore delle lanterne raffigurate sul lato della tessera rivolto verso di lui e il giocatore di turno prende una carta addizionale se ha unito due tipi di lanterne dello stesso colore più un gettone se il collegamento è stato fatto con una tessera speciale. Prime impressioni: il gioco è ben strutturato ed è molto più profondo di quanto possa sembrare; è vincitore del premio dato dal Mensa e questo aiuta a capirne la vera profondità. Di contro giocarlo tenendo conto di tutte le variabili e di tutte le possibilità di tutti i giocatori porta ad una grande paralisi da analisi.
Fourberies: novità presentata in occasione del Festival. Bruno Cathala ci mette nei panni di un regista teatrale di un mondo fantasy (in inglese pubblicato col nome di Histrio). Ad ogni turno si aggiunge una carta ad ognuna delle 8 città, dopodiché ogni giocatore sceglie simultaneamente quale città visitare. Se l’unico ad averla scelta, prenderà tutte le carte presenti, sennò ogni giocatore prende una carta obiettivo. Le carte prese dalle città possono essere attori o saltimbanchi, si può quindi scartare al massimo un attore per modificare l’umore del re in base al valore riportato sulla carta che può far cambiare l’opera che il re vuole vedere da commedia a tragedia e viceversa. I saltimbanchi invece permettono di svolgere azioni speciali. Terminate le carte da pescare chi ha uno spettacolo corrispondente ai desideri del re, ovvero attori di valore maggiore della fazione richiesta, ottiene punti e chi fa lo spettacolo migliore ottiene punti bonus a cui si può aggiungere una carta obiettivo. Prime impressioni: gioco dalla componentistica molto curata e dalle illustrazioni altrettanto belle. Il teatro su cui posizionare le miniature degli attori col fondale che varia col variare dell’umore del re è molto attraente. Il gioco ha regole molto semplici ma pone davanti a scelte interessanti; non ci ha però convinto del tutto. A breve approfondiremo le nostre impressioni.
Quadropolis: titolo Days of Wonder recentemente localizzato da Asterion, è un piazzamento tessere a tema city building. Al proprio turno si piazza uno dei propri ingegneri attorno al tabellone centrale e si prende la tessera corrispondente al numero dell’ingegnere nella riga o colonna accanto cui lo si è piazzato. Il numero indica anche in quale riga o colonna potrà essere posizionata la tessera. Ogni tessera fornisce risorse con cui attivare le tessere per non perderle a fine partita. A fine partita le tessere danno punti a seconda di come sono piazzate nel nostro quartiere. Prime impressioni: il gioco più apprezzato della fiera, rielabora meccaniche già viste aggiungendo quel pizzico di originalità necessaria a renderlo davvero un bel gioco. Approfondiremo a breve perché non dovete perdere questo titolo.
Knit wit: novità della fiera e opera dell’autore di Pandemic, è un gioco di parole che ricorda il saltinmente. Ogni giocatore posiziona uno o due fili colorati sul tabellone a cui vengono assegnati casualmente degli aggettivi, quindi si posizionano dei cilindri numerati negli insiemi creati dai fili quindi ogni giocatore dovrà trovare una parola che corrisponda a tutti gli aggettivi (ad esempio qualcosa di raro, spaventoso e liscio oppure invisibile e più piccolo di una pagnotta) se la parola è accettata dalla maggioranza dei giocatori e si è gli unici ad averla scelta si fanno tanti punti quanti sono gli aggettivi ad essa collegati. Prime impressioni: il gioco sfrutta una bella idea siccome sono i giocatori a scegliere come intrecciare i fili e quali insiemi creare, col rischio però di creare categorie troppo specifiche. Il gioco però non è abbastanza accattivante e pure un po’ troppo caro.
Wu Xing: il tempo è tiranno quindi ci buttiamo su un giochino di carte di destrezza e colpo d’occhio. Ogni giocatore ha una mano di carte su cui è raffigurata per l’appunto una mano. Su ogni dito è raffigurato un elemento (acqua, aria, terra, erba, metallo) via via posizionato su un dito diverso. Si rivela una carta comune e il primo che trova due simboli sulle stesse dita della carta centrale può giocarla sopra quella centrale. Il primo a finire le carte in mano è il vincitore. Prime impressioni: giochino già visto, c’è di molto meglio in giro a partire da Dobble o Fantascatti.
The Castle of Burgundy il gioco di carte. Proviamo il prototipo della versione francese (prototipo solo nel regolamento e nella scatola), non potevamo farcelo scappare. Il gioco si compone di tante carte che raffigurano lavoratori, merci, pepite, animali e il grande mazzo delle carte edificio. Si rivelano delle carte in base al numero di giocatori in corrispondenza degli spazi dado, dopodiché ogni giocatore riceve sei carte. Al proprio turno si pescano due delle sei carte e se ne usa una per fare un’azione a scelta tra, prendere un edificio, costruirlo, spedire merci, o prendere due lavoratori utilizzando il valore del dado riportato sulla carta. Ogni tris di carte dello stesso colore fornisce bonus, così come un set di 7 carte diverse. Prime impressioni: come ci aspettavamo il gioco è la trasposizione del fratello maggiore e non apporta grandi novità nelle meccaniche. Le carte simulano bene il lancio del dado e il gioco scorre rapido, d’altro canto l’ergonomia non è il massimo e si perde la bella componente spaziale del piazzamento tessere del gioco da tavolo. Ma ovviamente approfondiremo il tutto al più presto.
E dopo aver provato il nuovo Feld dobbiamo tornare in hotel col bus della linea 2, ne approfittiamo per un consiglio: se preventivate di andarci il prossimo anno, cercate un hotel comodo per i mezzi pubblici! Il costo dei parcheggi in centro è parecchio proibitivo (20euro per il parcheggio del Festival, contro 1.50 del biglietto del bus).
Oltre a questi abbiamo giocato la sera in hotel, mangiato, riso come dei matti e trascorso uno splendido week-end con due amici fantastici. Un'esperienza veramente bella che speriamo di replicare il prossimo anno! A brevissimo pubblicheremo le anteprime più approfondite di Fourberie, Quadropolis e The Castle of Burgundy il gioco di carte. Stay Tuned!