Per uno-quattro giocatori, 60-120 minuti di tempo, consigliato solo a giocatori esperti, basato su piazzamento tessere, gestione mano, gestione risorse, controllo area, questo Lisboa è l'ennesimo Lacerda: stesso stile, stessa appetibilità.
Riassunto di gioco
Un riassunto organico di gioco è quasi impossibile, vista la tortuosità dello stesso e il fatto che sia scritto veramente male. Vi viene in aiuto san Paul Grogan, se volete capirci di più.
In pratica, si tratta di fare a turno una delle quattro azioni disponibili, ciascuna dotata di una serie di ramificazioni, sotto-azioni e conseguenze, come ben ci ha insegnato l'autore.
Ogni azione si esegue giocando una carta dalla propria mano: una qualsiasi per piazzare due tipi diversi di carte sulla tua plancia, due specifiche per due azioni sul tabellone.
- Si può inserire una carta nobile nella parte superiore della propria plancia, attivandone l'effetto sul margine inferiore una volta e poi beneficiando del bonus su quella superiore, che rimane visibile.
- Si può inserire una carta tesoro nella parte inferiore della plancia, prendendo monete in base all'attuale valore del tesoro e poi il bonus permanente indicato sulla parte inferiore della carta, che rimane scoperta
Entrambe queste carte danno accesso, obbligatoriamente, ad una delle due seguenti azioni principali:
- vendere merci. Consiste nello spostare tutte le merci che si vuole dal magazzino della plancia alle navi, proprie o degli avversari. Ogni nave (che occupa uno dei tre spazi sulla parte alta di una plancia) ha una capacità di carico massima. Così facendo si guadagnano soldi in base alla merce; inoltre il proprietario della nave guadagna punti vittoria, quando questa è piena;
- commerciare con i nobili. Si dà al nobile scelto (sono tre) una o due delle merci da lui desiderate e poi si esegue ciascuna delle due azioni su cui ha piazzato le merci. Le azioni a disposizione permettono di:
- piazzare ufficiali dai nobili, per prendere gli edifici dalle loro pile;
- prendere un piano urbanistico (serve poi per piazzare edifici) da una delle due pile;
- costruire una nave e piazzarla alla propria plancia; le navi aumentano il tesoro generale, la propria influenza e possono essere caricate di merci, per soldi e punti vittoria;
- produrre merci, ovvero prendere una merce per ogni negozio che hai costruito in città;
- incontrare il cardinale, prendendo una delle sue tessere, che danno abilità permanenti in partita (massimo se ne hanno quattro per volta);
- ottenere un favore reale, ovvero prendere una delle tre tesserine da uno dei tre nobili corrispondenti; queste tesserine possono essere usare per “seguire” l'azione di un altro giocatore quando eseguirà “visitare un nobile”.
Puoi anche giocare una carta alla corte del re, in uno dei tre spazi. Se è una carta nobile, fai subito l'azione correlata allo spazio scelto, come da seguente azione principale.
- visitare un nobile. Paga influenza pari alle pedine degli altri giocatori sugli spazi di quel nobile. Per prima cosa eseguine una delle azioni (quelle descritte in “commerciare con i nobili”), ma senza pagare la merce, poi fai l'azione principale specifica per il nobile. Ogni altro giocatore può eseguire un'azione minore, spendendo un segnalino apposito.
Le tre azioni dei tre diversi nobili sono:
- costruire un negozio. Si piazza la tessera sul tabellone, rimuovendo cubi terremoto/fuoco/tsunami e si paga il costo indicato. Si prende il bonus dal sito e si piazza una propria casetta sul negozio: togliere casette in questo modo dalla propria plancia sblocca abilità speciali permanenti.
- prendere una carta: ci sono otto carte bonus sempre in gioco e quelle prese danno punti a fine partita in base a vari criteri.
- costruire un edifico pubblico. Devi avere un appropriato piano di costruzione (tessera). Questi edifici vengono edificati al contorno della città e danno bonus e merci ai negozi nella corrispondente riga o colonna.
Se invece la carta è di tipo tesoro, si pagano i soldi richiesti e si esegue l'azione principale descritta al centro:
- sponsorizzare un evento. Si pagano soldi in base al tesoro e si riceve il beneficio indicato al centro della carta stessa.
L'ultimo uso alternativo per una carta giocata è quello di scartarla per prendere una moneta.
Alla fine del turno, si prende una nuova carta dal tabellone, per rimpinguare la mano; dopodiché si ricollocano gli elementi mancanti sul tabellone.
La partita è divisa in due grossi periodi di gioco, con una fase di punteggio intermedia e un cambio di mazzi, introducendo carte più potenti. Una fase termina quando si esaurisce un determinato tipo di carte.
Quando la partita termina, alla fine del secondo periodo, si contano i punti, tramite un bel
sistema a insalata di punti, sommando a quelli presi nel corso del gioco i punti avanzati dati da navi, cubi calamità rimossi, negozi costruiti, soldi, influenza, ufficiali, favori.
Prime impressioni
Nel fare un riassunto enorme senza in realtà volerlo fare, vi ho già dato da intendere come sarà il gioco: barocco, tortuoso, pieno di bonus a cascata, di sotto-azioni, eccetera. Un Lacerda purosangue, in pratica.
Lo stile dell'autore è ormai questo: mille tesserine, mille piccoli incastri, di tutto di più. Lacerda, se in un gioco può infilarci una cosa, ce la infila; poi ce ne mette un'altra e le modifica entrambe così da poterne mettere una terza: più aggiunge, più è contento. Scordatevi l'eleganza delle meccaniche (ma anche del tabellone, nonostante l'ammirevole tentativo di riproporre lo stile delle azulejo portoghesi), scordatevi l'ottenere profondità con la semplicità, scordatevi la massima per cui “la perfezione (nel design) si ottiene non quando non c'è nient'altro da aggiungere, bensì quando non c'è più niente da togliere”.
Le meccaniche sono note, già viste e non introducono nulla di nuovo: del resto l'autore non ha mai puntato molto sull'originalità, preferendo la complicazione.
Lisboa non fa eccezione e si conferma un Lacerda 100%: piacerà tantissimo agli estimatori dell'autore, rimarrà totalmente indigesto a tutti gli altri. Come una pizza con ananas e porchetta.