Gioco che mi sembra molto interessante, ne avevo già sentito parlar bene. Personalmente non condivido il giudizio così tranchant su John D Clair che mi sembra designer più che discreto per il target che ha di riferimento. Posto che il suo "peso massimo" Dead Reckoning "non l ho giocato. Ready set bet soprattutto è un titolo che mi diverte molto
Ieri due partite a The Last Kingdom. Il gioco è basato su una serie Netflix di discreto successo ed è stato creato da un'accoppiata designer/publisher che ho sempre evitato come la peste. John D. Clair è noto per sfornare un titolo ogni due mesi sul mediocre andante ma di successo (Cubitos, Mystic Vale, Downfall, ecc.) e l'editore ha fatto finora roba per me inavvicinabile.
Il gioco può essere descritto come un mix tra The King is Dead (kudos al designer che specifica il capolavoro di Sylvester come fonte d'ispirazione) su cui è stato innestato un drafting alla Blood Rage (mazzo graduato con carte che consentono upgrade/azioni più forti ma situazionali), un sistema di selezione azioni alla Civilization: New Dawn (l'azione presa più di recente diventa la più costosa) e un sacco di asimmetria interessante per dare rigiocabilità.
In soldoni si tratta di influenzare la presenza di eserciti Vichinghi/Sassoni su un tabellone per volgere le sorti dei diversi conflitti a favore della fazione con cui si è più allineati...se la fazione vince il conflitto si fanno punti in base all'affinità. Questo sistema crea un complesso network di alleanze per cui spesso si fa il voltagabbana per evitare che un giocatore con più affinità per la fazione vittoriosa faccia più punti di noi. Inoltre mentre i Vichinghi sono un'unica fazione, i Sassoni sono divisi nei tre regni principali che, seppur alleati, sono in gara di influenza politica. Quindi se si è allineato con i Sassoni non solo bisogna cooperare per sconfiggere i Vichingi ma anche fare in modo che la composizione dell'esercito vittorioso favorisca il particolare regno da noi sostenuto.
Il gioco è stretto come pochi (due round composti da cinque conflitti con sei carte per giocare per round più alcuni token azione per spostare i leader, gli eroi a comprare azioni extra dal mercato) e ogni decisione pesa come un macigno.
Non mi divertivo così tanto da tempo...questo gioco ha creato molta più interazione, sotterfugio, alleanze temporanee, duplicità e arco narrativo di un qualsiasi titolo di Cole Wehrle degli ultimi dieci anni.
Spero non sia l'eccezione che conferma la regola e che John D. Clair abbia svoltato.
Lo consiglio spassionatamente a tutti gli appassionati di giochi politici e di interessi condivisi...questa è una gemma da non farsi scappare (in italiano che io sappia non c'è e il testo in inglese è considerevole... ma se avete giocatori "letterati" prendetelo senza indugio).