Bellissimo articolo, non parlerò mai più male di nessun gioco. Meglio non parlarne 😜
La recensione
Quando ha lasciato la propria casa a Cleveland, Ohio, per passare un paio di mesi in una Yeshiva in Israele, preparandosi per il proprio matrimonio, a Jesse Anderson non è certo passato per la testa che di lì a poche settimane avrebbe dovuto mettere in pausa i propri studi e girare un video con l’iPad per sostenere che no, lui non è un ricattatore.
Ma è risaputo, in certi giochi basta una sola scelta sbagliata per compromettere la partita. E non c’è gioco che sia spietato, come sono spietati i gruppi di fan su internet.
Il 19 Maggio Quackalope aveva pubblicato l’ultimo di una serie di video dedicati ad Aeon Trespass Odissey, dal titolo “L’orribile verità su Aeon Trespass Odyssey", la cui immagine di anteprima riportava: “Aeon Trespass Odyssey è ingiocabile”. Nel video Jesse esordiva sostenendo che il gioco era molto probabilmente il peggiore che avesse mai giocato.
In seguito alla recensione ne era scaturita una discussione nei commenti del Kickstarter, e a un utente che consigliava alla casa editrice di collaborare con degli YouTuber per mostrare loro come funziona il gioco prima che questi girassero video per la comunità, l’account ufficiale rispondeva:
“Non se, per esempio, uno YouTuber ti contatta qualche mese prima per dirti che hanno filmato il contenuto, non gli piace il gioco, ma possono ri-girare il filmato per $7500. Non prenderemmo bene una tale offerta :) Infatti, non lavoreremo mai più con personaggi simili.”
Meno di mezz’ora dopo, sui commenti c’era già chi parlava di estorsione, e dodici ore dopo, su Reddit partiva la discussione su r/boardgames, dove i più parlavano di ricatto: Quackalope aveva girato una recensione negativa, chiedendo a ITU un pagamento per bloccare il video che avrebbe danneggiato la campagna, e non avendolo ottenuto aveva pubblicato il materiale. La definizione perfetta di ricatto.
O forse no?
Il ricatto
La discussione su Reddit si è subito accesa: “è il peggior canale che abbia mai visto”, “il più odioso youtuber che abbia mai incontrato”, “è sempre stato un viscido, non dovrebbe sorprendere nessuno”. Questi sono solo alcuni dei commenti più votati nella discussione ormai chiusa dai moderatori.
In seguito alla rivolta dei fan, Into the Unknown ha postato un comunicato (disponibile su Google Drive) dando la propria versione dei fatti e riportando lo scambio di email con Jesse.
Jesse aveva contattato Into the Unknown il 19 Gennaio, con una proposta di collaborazione: per $7.500 avrebbe pubblicato cinque video dedicati al gioco. Nonostante agli sviluppatori polacchi il costo sembrasse troppo elevato, pensavano che si potesse giungere a un accordo, e due settimane dopo avevano risposto chiedendo qualche chiarimento su modalità e tempistiche del progetto, ed elencando le proprie condizioni, quali il fatto che il tono avrebbe dovuto essere positivo o che avrebbero dovuto evitare di confrontarlo con altri giochi, quali Kingdom Death Monster.
Ciò che aveva fatto cambiare il tono alla discussione per Into the Unknown era stata la risposta di Quackalope. Questi, a suo dire, aveva già speso 50 ore sul gioco, trovandolo frustrante, e richiedeva che Into the Unknown mettesse a disposizione uno dei suoi sviluppatori, in live streaming o inviandolo a Cleveland, per mostrare come si gioca e ri-girare i video. In caso Into the Unknown non accettasse, Jesse si rifiutava l’idea di sprecare altro tempo, e avrebbe pubblicato i filmati già girati.
Ecco uno stralcio dell’email:
Long story short, we would love to work with you. However, we did invite a patreon member of ours down the studio for a enier week to film and play as much ATO as possible. We have put about 50 hours into learning, tabling and recording content at the moment.
However, our experience as a group was quite frustrating overall. We struggle with the rules, finding cards throughout the decks, and tracking all the moving parts of ATO.
[...]
If we are working in collaboration with you we would scrap the footage we have already recorded (since we want to be as accurate as possible). If we decide to work independently, we will likely not invest more time beyond the 50 hours of content and 8 videos we have recorded.
Per farla breve, ci piacerebbe molto lavorare con voi. In ogni caso, abbiamo invitato in studio uno dei nostri membri di Patreon per una full-immersion di una settimana, così da filmare e giocare il più possibile ad ATO. Al momento abbiamo dedicato circa 50 ore allo studio del gioco, alla presentazione e alla registrazione dei contenuti.
La nostra esperienza come gruppo, però, è stata nel complesso piuttosto frustrante. Abbiamo difficoltà con le regole, a trovare le carte nei mazzi e a tenere sotto controllo tutta la situazione.
[...]
Se lavorassimo in collaborazione con voi, scarteremmo i filmati che abbiamo già registrato (visto che vogliamo essere il più accurati possibile). Lavorando in modo indipendente, probabilmente non investiremo altro tempo oltre alle 50 ore di contenuti e agli 8 video che abbiamo già registrato.
Per Into the Unknown questa menzione del fatto che se non avessero accettato, Jesse avrebbe proceduto a pubblicare quanto già girato, era stato un punto di svolta, e non avrebbero voluto procedere; però, essendo Quackalope un canale molto seguito, avevano continuato a cercare l’accordo. Avevano risposto chiedendo nuovi chiarimenti e, non avendo ricevuto risposte soddisfacenti, per un po’ avevano smesso di rispondere.
Ecco cosa scrivono nel comunicato:
A week later, Mr. Anderson sent us an e-mail, but failed to respond to most of our questions or suggestion: he did not provide any raw footage nor gameplay notes, doubling down on reshooting the ATO material.
At this point, we broke off communication, hoping this would go away. At the end of March, our Development Project Manager reached out for a possible first impressions video of the Learn to Play.
Una settimana dopo, il signor Anderson ci ha inviato un'e-mail, ma senza riuscire a dare un riscontro alle nostre domande e suggerimenti: non ha fornito alcun filmato né note relative al gameplay, insistendo che i video andavano rifatti.
A quel punto, non abbiamo risposto, sperando che la cosa finisse lì. Alla fine di marzo, il nostro Development Project Manager si è rimesso in contatto per l'eventuale pubblicazione di un video con le prime impressioni della missione tutorial.
Quando lo avevano contattato di nuovo, questi li aveva messi al corrente del fatto che a questo punto avrebbe pubblicato i video già girati.
E difatti, proprio mentre la campagna era in corso, lo YouTuber aveva pubblicato i video, fra cui quello in cui sosteneva come Aeon Trespass: Odyssey fosse il peggior gioco di sempre.
Oltre al comunicato di Into the Unknown la corrispondenza completa può essere letta, più agevolmente sull’articolo di Kotaku.
Vale la pena riportare un altro paio di stralci di email. Questa è la risposta di Jesse che Into the Unknown non aveva trovato soddisfacente, e che per un po’ li aveva spinti a non partecipare più alla discussione:
Can we get a meeting set up to discuss the logistics? I would be happy to collect a set of questions and bring someone back down to the studio to film a series of supporting media for you all at Into the Unknown. I am also very interested in your future content and would like to work closer with you & the team going forward.
[...]
So here is my proposal.
Let’s set up a meeting. Collaborate on some media coverage/supporting coverage for ATO. Then, let’s figure out a working relationship moving forward. This way we can produce media our audience wants, cover your games accurately, and help you continue to build a titan of a publishing house!
Let me know your thoughts and a time that works for you to chat.
Possiamo organizzare un incontro per discutere su come procedere? Sarei felice di raccogliere una serie di domande e riportare qualcuno in studio per filmare una serie di video che siano di supporto per tutti voi di Into the Unknown. Sarei anche molto interessato ai vostri progetti futuri e mi piacerebbe lavorare a stretto contatto con voi e con il vostro team.
Ecco quindi la mia proposta.
Organizziamo un incontro. Collaboriamo su una copertura mediatica che sia di supporto per ATO. Poi, cerchiamo di stabilire un rapporto di lavoro per il futuro. In questo modo noi potremo produrre i media che il nostro pubblico desidera e, nel frattempo, dare un'ampia visibilità ai vostri giochi e aiutarvi a costruire una casa editrice titanica!
Fatemi sapere cosa ne pensate e quando possiamo discuterne.
Questa invece la risposta finale di Jesse per informare Into the Unknown che è intenzionato a postare quanto già filmato:
It has been a month and a half since I have heard from your team and our audience has been asking repeatedly for ATO content. Since I hadn’t heard back from you, I made the decision to start posting the ATO content I had already filmed. We have 4 gameplays, a KDM Vs ATO review, a confirmation bias review (one all positive/one all negative) and a few other smaller videos.
I hope you enjoy the content and look forward to working together in the future.
È passato un mese e mezzo dall'ultimo contatto avuto con il vostro team e, nel frattempo, il nostro pubblico ha continuato a richiedere contenuti riguardanti ATO. Non avendo ricevuto da voi una risposta, ho deciso di iniziare a pubblicare i contenuti già filmati. Abbiamo 4 video di gameplay, un confronto KDM Vs ATO, una recensione di parte (una completamente positiva e una completamente negativa) e alcuni altri video più corti.
Spero che il contenuto sia di vostro gradimento e spero di poter lavorare insieme in futuro.
Come menzionato in questa ultima email, Quackalope aveva sì pubblicato un video sostenendo che il gioco fosse il peggiore di sempre ma, allo stesso tempo, ne aveva pubblicato anche un altro sostenendo la tesi opposta: “Aeon Trespass Odyssey è un capolavoro” (la cui anteprima mostra un voto di 9.3 su 10).
Il comunicato e la pubblicazione dei messaggi ha rinforzato la tesi di chi già era convinto che si trattasse di ricatto. Il video di elogio non era che una foglia di fico, e chiaramente quello di Jesse era un tentativo di estorsione.
È a questo punto che arriva il video citato all’inizio dell’articolo, in cui Jesse, dal suo ritiro in Israele, si scusa e spiega quanto era successo dal suo punto di vista: non si è trattato altro che di un grosso equivoco, dovuto a incomprensioni, in parte causate forse anche dalle barriere linguistiche, e a tempistiche sbagliate: sapendo che avrebbe dovuto recarsi in Israele, Jesse aveva girato parecchio materiale in anticipo, per continuare a pubblicarlo mentre era via. Il fatto che questi video fossero stati pubblicati a campagna in corso non era stata che una sfortunata coincidenza.
Troppo tardi e troppo poco, per molti.
E per quanto il video non appaia molto convincente, e sia difficile credere nell’assoluta ingenuità di Jesse, bisogna fare alcune considerazioni.
Il Re nudo
Into the Unknown aveva tutte le ragioni per non apprezzare il fatto che Jesse li avesse posti di fronte a un aut-aut: collaboriamo o pubblicherò quanto già girato, anche se è negativo. D’altronde nessuno aveva costretto Jesse a spendere già 50 ore sul gioco.
D’altra parte bisogna anche notare che mentre il comunicato di Into the Unknown non contiene nulla di falso, allo stesso tempo omette particolari che non consentono di cogliere certe sfumature: per esempio, quando affermano che Jesse non aveva fornito risposte soddisfacenti, evitano di citare il fatto che il motivo fosse che questi stesse spingendo per avere un meeting faccia a faccia per discutere. Non solo, ma l’obiettivo dello YouTuber era quello di stabilire una relazione continuativa.
Va inoltre citato il fatto che la risposta finale di Jesse, che a questo punto avrebbe pubblicato quanto già girato, era arrivata dopo oltre due mesi dal primo contatto e dopo due settimane di silenzio da parte di un interlocutore che sin dall’inizio si era dimostrato titubante sull’intera questione.
Se si considera il fatto che Jesse stesse cercando di registrare abbastanza materiale per le settimane in cui sarebbe stato via in preparazione del matrimonio, diventa plausibile l’idea che avesse già girato il tutto per portarsi avanti col lavoro, e che semplicemente volesse vedere se valesse la pena invece collaborare con Into the Unknown, ma che allo stesso tempo coi tuoi tempi stretti non potesse buttare via così tanto lavoro già fatto.
E per quanto a molti sembri un tentativo di difendersi da eventuali critiche, i video in effetti erano due: uno totalmente negativo, e uno totalmente positivo. E i toni iperbolici erano in linea con quelli usati dal canale per creare engagement, stimolando reazioni di pancia del pubblico.
A questo punto, ognuno può farsi l’opinione che crede.
Personalmente, ritengo che si sia trattato di un accordo andato male. Jesse ha forzato la mano, nel tentativo di ricavarne più profitto possibile, Into the Unknown non ha apprezzato, e la comunità dei fan ha preso per buona l’ipotesi peggiore e impugnato i forconi.
Alcuni, fra cui in parte l’articolo di Kotaku, hanno puntato sul mercato delle recensioni sponsorizzate, mostrandone le criticità.
Non credo che questo sia davvero l’aspetto più interessante della vicenda.
Il Re, d’altronde, è sempre stato nudo: nessuno si aspetta davvero che un contenuto sponsorizzato possa contenere giudizi obiettivi. È pubblicità, e la pubblicità in campo commerciale, ha come scopo spingere all’acquisto. Chi vuole giudizi obiettivi deve cercare fra chi non ha interessi, economici o meno, che dipendano dall’oggetto in esame: chi lo fa per pura passione, o chi si affida ai fan, per esempio tramite Patreon etc.
E non è certamente un male che vi siano questi contenuti sponsorizzati, fintanto che questa informazione è pubblica, soprattutto se avviene al di fuori dei pezzi di opinione come le recensioni: per esempio produrre buoni video tutorial richiede parecchio tempo, e affidarsi a professionisti può aiutare sia gli editori che i giocatori.
Sono del parere che gli aspetti più interessanti siano prima di tutto il modo in cui ormai opera gran parte dell’industria dei creatori di contenuti. Quackalope, come molti altri, è un’impresa che opera per profitto usando tutti i mezzi a disposizione: video fatti in serie, senza requie, pieni di errori perché non c’è tempo e non importa che il contenuto sia corretto, basta che sia il prima possibile per creare hype. La ricerca di una reazione a tutti i costi: affermazioni eclatanti, titoli sensazionalistici, immagini di anteprima sempre più ridicole.
Ma ecco che la mossa sbagliata fa inceppare tutto il meccanismo.
Quackalope è vittima del proprio modus operandi: ciò che li ha portati in quattro anni a quasi 50.000 sottoscrizioni, potrebbe averne sancito la fine.
E difatti l’altro aspetto interessante è la ferocia dei fan.
Non che debba più stupire, ma fa sempre impressione vederla in azione. Leggere commenti su commenti di insulti e offese, di analisi basate su una frase o una parola.
È sicuramente un monito a chi decide di creare contenuti in rete: la marea può cambiare in ogni momento, soprattutto se come Quackalope si punta a sfruttare quegli stessi meccanismi che gli si sono rivoltati contro.
Non deve essere per forza così.
Ci sono creatori di contenuti online che scelgono la via più difficile, evitando sponsorizzazioni, titoli sensazionalistici, assicurandosi che quanto pubblicano sia degno di venir condiviso, anche se significa rilasciare meno contenuti. È solo ricompensando questi sforzi che possiamo sperare di metterci alle spalle situazioni sordide come questa.