Saranno Goblin: Il Tesoro dei Ghiacci

Avrà saputo il Kinderspiel Des Jahres - edizione 2018 conquistare i nostri polm... cuori?

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Era il "lontano" 2018 e il mondo sembrava un posto diverso rispetto alle cronache di questi giorni: l'Inter cercava di capire chi sarebbe stato il nuovo allenatore, Harry e Meghan Markle convolavano a nozze, seguiti a ruota dai Ferragnez, e Haba decideva di calar l'asso e di portarsi a casa il Kinderspiel Des Jahres con Funkelschatz (Il Tesoro dei Ghiacci per i più affezionati all'italico idioma). Per vostra fortuna, questo articolo parlerà - per puro caso - di quest'ultimo evento, ma qualora siate interessati anche agli altri potrete nel caso indicarmelo nei commenti, così che possa provvedere a colmare questa lacuna e aprire finalmente la rubrica Goblinella 2000.

Fai un bel respiro

Un'allegra famiglia di draghetti (fra 2 e 4, a seconda se la covata sia stata più o meno fruttuosa) scopre un tesoro incredibile: una colonna di ghiaccio con custodite all'interno delle pietre luccicanti; preso atto che la cupidigia non ha età, i nostri decidono ovviamente di impadronirsi del prezioso tesoro, facendo leva sui magici polmoni del papà drago capace di fare concorrenza ai più tenaci sostenitori di Air Vigorsol.

Questa neanche troppo fantasiosa introduzione anticipa il regolamento, riassumibile in poche righe, di un titolo dove destrezza (furbizia?), colpo d'occhio e avarizia ossessiva-compulsiva la fanno da padroni: dopo aver impilato i 9 anelli di ghiaccio presenti nella scatola di gioco e riempito lo spazio al loro interno con 90 pietre luccicanti (di 5 colori diversi), i giocatori dovranno di turno in turno decidere i colori (2 in presenza di due concorrenti, 1 negli altri casi) che daranno diritto alla raccolta delle gemme per quella singola fase, valutando con oculatezza quale gradazione cromatica sia la migliore.

In ogni turno, infatti, il giocatore che di volta in volta è tenutario del segnalino-papà drago dovrà sciogliere/eliminare l'anello di ghiaccio più in alto, cosa che comporterà - grazie alle meraviglie della forza di gravità - la caduta di alcune pietre sul tabellone di gioco: quelle prendibili andranno divise attraverso le scelte di cui sopra, mentre quelle che la sfortuna avrà indirizzato in uno dei fori presenti nella plancia, saranno irrimediabilmente perse.

Il vincitore sarà colui che, dopo le nove alitate, sarà in possesso del maggior numero di gemme.

Breeeeeeeath...

Come avete avuto modo di leggere, il flusso di gioco è alquanto semplice, cosa che permette due diversi tipi di considerazioni: la prima è che il gioco risulta particolarmente adatto per la fascia d'età d'ingresso per cui è proposto, ovvero a partire dai 5 anni; la seconda è che, dato il numero limitato di approcci/scelte possibili, la longevità rischia di scemare velocemente nel lungo periodo, sia per età che per gruppo di giocatori.

Le strategie applicabili si riassumono infatti, aldilà di eventuale regole casalinghe o dei suggerimenti del manuale, con un insieme binario: scegliere il colore che, a prima vista, sarà più presente nella cascata di pietre in quel turno e cercare di lasciare più diamanti possibili degli avversari sulla torre quando toccherà a noi eliminare l'anello di ghiaccio; entrambe, a causa degli imperscrutabili effetti della fisica sulla materia, non lasciano molto margine rispetto ad un fattore casualità che, giocoforza, interviene in questo tipo di giochi, minando così quel piccolo grado di sfida che ritengo importante per stimolare nel tempo i giovani pelleverde.

Giusto per farvi un esempio, i miei due piccoli draghi sono rimasti entusiasti le prime volte che ho intavolato con loro il Tesoro dei Ghiacci, ma a differenza di altri titoli e nonostante la durata contenuta per singola partita (parliamo di poco meno di 15 minuti a partita) raramente hanno chiesto di protrarre il gioco per più di due sessioni; in aggiunta, il grado di interesse con il fratello maggiore è risultato tale solamente fino a quando è stato sostenuto dal tentativo di "soverchiare" il fratello nella conta delle gemme, cosa che potete immaginare non ha avuto lunga vita.

Non fraintendetemi: per quello che si prefigge, il titolo di Haba è assolutamente perfetto per la fascia d'età proposta, ma a causa della sua stessa natura e a differenza di altri giochi della stessa casa editrice, ritengo che non riesca a determinare quel grado di coinvolgimento che permette di intavolarlo in diverse fasi della crescita; potete aggiungere un po' di narrazione al contesto (sempre fondamentale!), ma non credo riuscirete a cambiare radicalmente il risultato.

Parlando dei materiali invece, non posso che elogiare quanto troviamo nella confezione di gioco: le plance e i cartoni sono resistenti e simpatici, così come è molto accattivante il segnalino del papà drago; a questo aggiungete la nota di colore di tutte le gemme da utilizzare e otterrete un risultato finale assolutamente in grado di affascinare e attrarre al tavolo i vostri piccoli compagni.

Nota a margine: sebbene proposto per un'età prescolare, vi invito a considerare che difficilmente potrà essere utilizzato come gioco "autonomo", in quanto il conteggio del numero di gemme per determinare il vincitore rischia di essere troppo complicato per chi con i calcoli arriva - giustamente - alla decina; certo, ci si può arrivare confrontando i mucchietti o mettendo in fila le pietre una dietro l'altra per vedere qual è quella più lunga, ma non credo sia un approccio particolarmente performante.

Un soffio e via

Il Tesoro dei Ghiacci è quello che potrebbe essere definito un "entry level": adattissimo per introdurre i più piccoli al tavolo da gioco, vede esaurirsi velocemente il suo carisma con il proseguire degli anni, guadagnando uno spazio all'interno dell'armadio dei ricordi poco dopo il passaggio in età scolare; ciò nonostante, in presenza di fratelli maggiori, potrebbe vivere qualche momento di gloria laddove sia richiesto un titolo veloce, ma in grado di regalare un - seppur minimo - grado di sfida all'insegna del colore. Astenersi piccoli germanisti in erba.

Commenti

Sono molto legato a questo gioco perché è il preferito di mio figlio. Gliel'ho regalato qualche mese fa, che non aveva ancora 3 anni, e lo giochiamo in maniera semplificata (ciascuno sceglie un colore all'inizio e resta quello per tutta la partita). Gli è servito tantissimo (insieme al frutteto) per imparare a stare al tavolo, aspettare il suo turno e adesso sta anche imparando a contare aiutandomi a fare i conti alla fine.

Ma soprattutto lo diverte tantissimo ed è riuscito a coinvolgere e far giocare zii, nonni e perfino la sua bisnonna! :)

Ma io ci ho giocato a questo e mi sono pure divertito! La Haba fa veramente delle cose molto interessanti :)

Anche io ieri mi sono trovato in una sessione con il figlio più piccolo. :) Credo che se un gioco diverte, ha assolto in pieno il suo scopo! E tre anni è un'ottima età per iniziare, i miei complimenti!

Il catalogo Haba ha delle vere e proprie chicche :)

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