Tak - L'importanza di una bella partita

Una bella pagina sospesa tra la letteratura e un gioco inesistente, ma più vero di molti altri.

Editoriale

- Penso finalmente di aver cominciato a capire il gioco - dissi un'ora più tardi dopo aver perso per un margine minimo.
Bredon spinse via la sua sedia dal tavolo con un'espressione di disgusto. -No - disse. - Proprio il contrario. Avete le basi, ma
vi sfugge il punto principale.


Quante volte avete pensato di aver capito un gioco solo per aver vinto?

Come può esistere una strategia migliore di quella che avete usato se non avete fatto errori e il punteggio finale vi mostra ben avanti a tutti gli altri giocatori?

Forse non avete considerato come hanno giocato i vostri avversari.

- Il punto non è giocare più serrato che potete. Il punto è essere audaci. Essere pericolosi. Essere eleganti.

Picchiettò il tabellone con due dita. - Qualunque uomo mezzo sveglio può notare una trappola disposta per lui. Ma finirci dentro con audacia, con un piano per farla ritorcere contro chi l'ha messa, quella sì che è una cosa meravigliosa. -


Mi capita spesso infatti di vincere le prime partite, applicando la logica più stretta e semplice, mentre assimilo per bene le regole e cerco di capire cosa il gioco si aspetta dai giocatori. Ma è quando esploro tutte le possibilità del gioco che mi diverto veramente, di solito perdendo perché incappo anche in possibilità subottimali che richiedono determinate situazioni per tornare veramente utili.

- Nessuno vince una danza, ragazzo. Lo scopo di una danza è il movimento che un corpo fa. Una partita di tak ben giocata rivela il movimento
di una mente. In queste cose c'è una bellezza, per coloro che hanno occhi per vederla.-


E dopo aver capito ogni meccanica ci si può concentrare sugli avversari, capire cosa stanno facendo mentre si costruisce il proprio gioco e portarlo ad interagirvi, prima a ritardarlo di poco, poi a spostarlo verso altri lidi... La conoscenza dell'avversario entra quindi in gioco: prudente, arrembante, difensivo, solitario, fomentatore o lagnino, ogni persona va compresa e trattata in modo differente; il tavolo da gioco è un ottimo strumento per mettere in luce fino in fondo il carattere di ognuno di noi. E a volte anche per temprarlo a sconfitte, angherie, frustrazioni, amichevoli prese in giro, per imparare a relazionarsi con chi ci sta vicino, abbassando progressivamente i filtri di semplice riservata cordialità che talvolta usiamo come corazza.

- Il punto - disse Bredon in tono grandioso - è giocare una bella partita. Sollevò le mani e scrollò le spalle, con un sorriso beato che gli si diffondeva in volto.
- Perché mai dovrei voler vincere qualcosa di diverso da una bella partita?

Citazioni in corsivo da Le Cronache del Saggio, secondo libro della saga Le cronache dell'assassino del re, scritto da Patrick Rothfuss e edito dalla Mondadori

Il gioco immaginario a cui accennano i protagonisti è il Tak, che è stato anche fisicamente creato e finanziato tramite una campagna Kickstarter.

Nel libro non esiste una vera descrizione del gioco, che non accenna mai né fa intuire alcuna delle possibili regole del gioco.

Commenti

Fantastico ciclo fantasy, uno dei migliori usciti in questi ultimi anni, peccato che del terzo volume si siano perse le tracce, ma sembrerebbe in arrivo così dicono...

Nel mentre, nientedimeno che Sam Raimi sarà il regista del film tratto dal primo capitolo della saga !

 

Bello bello bello. Questo articolo mi è piaciuto davvero molto, oltre che rispecchiare un mio certo tipo di esperienza. Grazie!

 

ps non conosco invece la saga che ora mi hai invogliato a recuperare :D

Bell'articolo. Io possiedo e amo TAK, un astratto di grande eleganza.

Mi piacerebbe molto leggere il romanzo da cui e' tratto...

Bell'articolo. Io possiedo e amo TAK, un astratto di grande eleganza.

Re-cen-sio-ne!

Re-cen-sio-ne! :)

Confermo la bontà del gioco, può essere giocato a più livelli di difficoltà. Semplice ma molto intrigante

Gran bell'articolo,complimenti. Da poco tempo mi sono iscritto alla Tana e devo riconoscere che leggere le varie recensioni ed articoli sugli argomenti più disparati in campo ludico, sta ampliando i miei orizzonti  in materia. Gioco da molti anni (anche se non assiduamente),e in ciò che ha scritto Linx mi ci sono ritrovato completamente.

Gran bell'articolo,complimenti. Da poco tempo mi sono iscritto alla Tana e devo riconoscere che leggere le varie recensioni ed articoli sugli argomenti più disparati in campo ludico, sta ampliando i miei orizzonti  in materia. 

Questo mi fa piacere e, nel caso te lo fossi perso, ti linko l'indice per i nosti articoli, divisi per rubrica: https://www.goblins.net/phpBB3/indice-articoli-e-rubriche-tdg-t78684.html

Ho visto la lista, c'è davvero un sacco di materiale interessante. Fantastico, grazie davvero.

themanwhosoldth... (non verificato)

Non ho letto mai Le cronache del saggio (invero non ho mai letto nulla di Rothfuss) ma mi calo in pieno nei panni di Bredon. Ne parlavo tempo fa con il mio gruppo di gioco dopo una tesissima partita al Trono di spade dove ero arrivato alla fine dei 10 turni con meno fortezze tra i giocatori al tavolo. Durante la partita però nei panni dei Greyjoy avevo seminato tempesta e arrossato le acque del westeros. Terminavo per ben due volte le carte personaggio, segno di una partita che avrebbe reso orgoglioso l'Enrico V di Shakespeare. Nonostante il risultato non ho potuto non esclamare nel cuore della notte (eh si che non è durata poco l'intestina lotta per il trono di spade): Che bella partita!

 

Poi magari non ho utilizzato la tattica migliore. E magari il supporto di un avversario mi avrebbe aiutato in alcuni momenti. Sapevo di giocare con il fuoco. E mi sono anche scottato. Ma alla fine...che bella partita!

 

Complimenti per l'articolo.

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