in tre anni di matrimonio non ho ancora visto una plancia dritta durante una partita
In Stranger Things il sottosopra è una dimensione parallela e, in un certo senso, contraria a quella nella quale si svolgono le vicende dei protagonisti. E quindi?
Tra i protagonisti di Stranger Things - che voi l'abbiate visto o meno: non sono certo qui a svelare alcunché - ci sono quattro ragazzi - Mike, Will, Luke e Dustin - che, a inizio serie, giocano a Dungeons & Dragons. La loro fantasia da adolescenti degli anni Ottanta - allora la fantasia esisteva ancora - li porta a creare continui collegamenti tra le avventure che vivono e, appunto, il celebre gioco di ruolo. Per sua stessa natura, quest'ultimo vive infatti di immedesimazione, oltreché di ambientazione: ai quattro ragazzi viene quindi naturale estendere il gioco a quelle che sono le loro esperienze reali.
La fantsia, quella che Edoardo Bennato definiva una macchina eccezionale, non ha ormai necessità di essere stimolata più di tanto, perché il gioco da tavolo ormai ha tutti gli elementi necessari per compiere quell'astrazione dalla vita reale che il gioco stesso richiede. Le miniature hanno sostituito gli ometti del Lego proprio come l'olio di palma ha preso il posto delle caramelle degli sconosciuti.
Per godere di un gioco non serve più fare quello sforzo di immedesimazione che era richiesto tempo fa, dunque, e a cui ho accennato prima. Non è richiesto per godere del gioco, figuriamoci per accedere a livelli secondi e più profondi ad esso collegati.
Eppure, esiste tutta una categoria di giocatori che, pur non rendendosene conto, il più delle volte si estranea nel sottosopra praticamente ogni volta che si siede al tavolo per giocare. Tutto questo, generalmente, succede solo agli uomini e tale fenomeno avviene immancabilmente quando si verifica una certa condizione: ossia che a giocare con loro - mariti, fidanzati, amici che siano - ci siano delle donne.
Ho giocato più di novanta partite a Die Burgen von Burgund e non ricordo di aver mai avuto il magazzino numero quattro davanti a me.
Poche meno le volte che ho seguito le tracce di Marco Polo, e mai una volta che il mio sguardo si rivolgesse verso nord: sempre con Mosca a destra e Pechino a sinistra.
Ci si abitua in fretta, al sottosopra: alla fine poco importa, se le minuscole cornucopie di Agricola stanno in alto o se, di contro, per tutta la partita a Caylus quel che hai sott'occhio sono i cubetti dei favori reali.
C'è di peggio, del sottosopra - o mi vorrete forse dire che trovate piacevole giocare lateralmente al tabellone? Specie ora che i tabelloni hanno le dimensioni di una tovaglia?
Si fa bella figura con le donzelle al tavolo, a stare nel sottosopra - perché è già tanto se si lasciano convincere a giocare ad Alta tensione: non vorrete mica pure metterle di fronte a una Germania rovesciata?
Si sta bene, nel sottopra. Certo, non sempre è possibile stare nell'agio di questo confortevole universo: se lei vuole a tutti i costi essere alla guida della feccia ribelle, c'è poco da fare: ti tocca stare a Coruscant.
A volte, addirittura, un vero sottosopra nemmeno esiste - non solo nei giochi di carte, ma anche in giochi da tavolo che un tavolo lo richiedono davvero: nessuno dei coloni di Catan, degli omini verdi di Keyflower, dei trog di Cry Havoc, per quanto si sforzi, può davvero dire di essere nel sottosopra.
Si tratta, comunque, di sparute eccezioni: nella maggioranza dei casi il comodo posto nel sottosopra è disponbile, accogliente come sempre. Anche perché - vai a capire perché - è di solito poco ambito. Io nel sottosopra mi ci trovo bene - talmente bene mi ci siedo senza dire niente.
Trovo perfino che, in certe circostanze, il sottosopra permetta di concentrarsi su ciò che conta davvero: nelle prime fasi di partita i segnapunti sul bordo del tabellone sono in genere così lontani che quasi non lo guardo; mentre nelle ultime, quando le mappe sono più affollate, una visuale diversa - quella del falco, diceva Marco Paolini parlando dell'ostinazione di Tina Merlin - può suggerire una mossa imprevedibile.
Certo, ci sarà qualche scomodità ergonomica, perché le riserve comuni sono sempre a portata di ragazza, e quindi nel mondo reale; ma volete mettere il poter disporre di un'ottima scusa tutte - e intendo tutte - quelle volte in cui lei vi batte a un gioco che le avete appena spiegato?
Immagine di copertina: Relatività, Maurits Cornelis Escher (1953)
in tre anni di matrimonio non ho ancora visto una plancia dritta durante una partita
Sacrosanta verità...
A me dà ancora parecchio fastidio giocare vedendo tutto rovescio. È anche vero che dopo alcuni minuti il cervello ci si abilitua per fortuna .
Anch'io sono un membro del sottosopra, al massimo laterale.
Non mi dà fastidio, il sottosopra... tranne quando voglio fare le foto: devo scegliere se fra scomodare gente, immortalare il gioco al contrario o accontentarmi della mia plancetta personale o di foto appena sopra il bordo del tavolo che valorizzano le miniature ma non servono ad una cippa per illustrarne il funzionamento.
la mia situazione è al limite del paradossale.
per abitudine io sto seduto dal lato lungo del tavolo e la wife dal lato corto.
ovviamente il tabellone è sempre orientato verso di lei con tutti i problemi di spazio del caso.
io mi trovo sempre il tabellone laterale che è mille volte peggio che averlo sottosopra.
il cambio di posizione è escluso a piori XD
in rare occasioni, o nei coop, ci mettiamo entrambi dal lato lungo e li, per una volta, respiro :P
Anche io faccio parte del sottosopra.
Ma, incredibilmente, sono la controparte femminile ;)
Un punto di vista interessante :) Anch'io sto praticamente sempre nel sottosopra (o sul lato largo del tabellone, non è così male, dai).
Partendo da qui ci si potrebbe chiedere se esista una specie di "galateo" non scritto, di mis en place del gioco da tavolo: a che distanza van posizionate le riserve comuni rispetto ai giocatori? Il segnalino di colore rosso va lasciato al più esperto, al novizio, all'ospite come segno di cortesia, al proprietario del gioco? È più giusto che inizi il giocatore più giovane o il più vecchio? Decidere l'ordine di turno con un lancio del dado è l'equivalente dell'usare bicchieri in plastica in una cena romantica?
Mi aggiungo come felice abitante del sottosopra.
Lascio il lato giusto a figli, moglie, novizi, in questo ordine.
Partendo da qui ci si potrebbe chiedere se esista una specie di "galateo" non scritto, di mis en place del gioco da tavolo: a che distanza van posizionate le riserve comuni rispetto ai giocatori? Il segnalino di colore rosso va lasciato al più esperto, al novizio, all'ospite come segno di cortesia, al proprietario del gioco? È più giusto che inizi il giocatore più giovane o il più vecchio? Decidere l'ordine di turno con un lancio del dado è l'equivalente dell'usare bicchieri in plastica in una cena romantica?
Nell'ordine: le riserve le divido, se serve; ma ho le braccia lunghe. / A chi lo vuole, tanto io uso il giallo. / Da regolamento, altrimenti carta-forbice-sasso-lucertola-spock. / Dipende: è anzi il metodo più imparziale.
Tra le brillanti soluzioni al sottosopra segnalo il tabellone tOndo di Pulsar: un colpo di genio.
le didascalie delle foto... TO TA LI. ho deciso che comprerò uno di quegli aggeggi rotanti che si trovano sui tavoloni dei ristoranti asiatici sperando che l effetto centrifuga non spari via le risorse.
Quando apparecchio io, per galateo giro il tabellone verso gli altri.
Quando lo fanno gli altri, se lo girano per sé.
Rimango fregato come nella guerra di Piero
verissimo.....se poi ci sono donne il cui colore preferito è anche il verde....beh a malincuore, ma lo cedo, "rovinadomi" di fatto la partita perchè i primi turni li penso sempre da verde....ahahahhaha
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