Se vogliamo mantenere i termini dell'articolo... analogico tutta la vita!
Cari pelleverde,
come ben sapete mi occupo - con piacere - di parte del settore Kickstarter qui in Tana: come mio solito, intento a completare l'ennesimo numero di "Kalcio d'inizio" con qualche succosa preview, mi imbatto in un titolo che mi stuzzica l'immaginazione: The Enigma Box
Trattasi di una specie di simulatore di escape room (molto in voga al momento), pieno zeppo di "gimmick", quei componenti di gioco che attirano l'attenzione del potenziale compratore di giochi seriale, come un visore 3D in cartone o vari righelli da usare su simil mappe da esploratore etc.
Ebbene: non volendo appositamente approfondire la meccanica del gioco, per non far partire "a razzo" l'orango che, gelosamente, custodisco nella mia calotta cranica pronto a muovere come un burattinaio le mie dita sul tastino "pledge", non ho potuto comunque frenare la mia immaginazione su quello che potrebbe essere il futuro dell'aspetto e del gameplay dei giochi da tavolo, grazie allo spunto datomi da The Enigma Box.
Prima di quel tempo si giocava in 2D con scorrimento laterale, la grafica era solo uno spunto per la tua immaginazione. Ma con Wolfstein e Doom le cose cambiarono, potevi muoverti in un ambiente che ti sembrava reale, ti restituiva emozioni mai provate prima!
Eppure il gameplay, se ci pensate, si è evoluto con un ritmo molto più lento rispetto a quello del materiale tecnico che compone un gioco: le musiche ora sono sinfoniche ed il parlato perfettamente doppiato in italiano da attori professionisti, la grafica è fotorealistica... ma, alla fine, stiamo sempre lì ad impartire un movimento su un controller, indipendentemente che questo movimento sia fatto con dita, pollici, parti del corpo, movimento di teste in un caschetto etc.
Sì, certo, c'è l'aspetto social con il multiplayer online e magari in futuro avremo anche il comando vocale e con il pensiero, ma il rapporto "evolutivo" tra rappresentazione audio/video/sensoriale di quello che offre un videogioco e mezzo per godere dell'esperienza, pende sensibilmente dal lato della rappresentazione in termini di qualità e quantità ottenute nel medio e breve periodo. La grafica ed il sonoro, in sintesi, hanno fatto passi da gigante rispetto ai controllers.
Perché? Anche perché - sostanzialmente - i destinatari di queste periferiche (ovvero i videogiocatori) trovano comodo usarle così come si sono evolute ed è sicuramente più azzardato sperimentare sul mercato di massa soluzioni come i caschetti VR o i tappeti per camminare nei giochi sparatutto in "prima persona", piuttosto che spremere a dovere l'hardware di una console di ultima generazione.
È carta o cartone. Analogico. Punto. Non ci puoi giocare più di tanto, salvo che non sei appunto maestro della cartontecnica e mi costruisci la struttura 3D, a volte con esiti incerti. E se invece provassimo ad immaginare il futuro dei giochi da tavolo in maniera diversa? Così come la grafica ed il sonoro dei videogiochi si sono evoluti con il crescere della potenza di calcolo nel tempo, perché non dovrebbero farlo anche i giochi da tavolo, con i dovuti distinguo?
Già vedo molti di voi, i più puristi, che stanno saltando a pié pari il resto dell'articolo dandomi del matto... ed invece io sogno. Sogno un Blood Rage con delle basette tecnologiche che mi proiettano un mini ologramma dei miei vichinghi, magari che emettono anche qualche "ARGGHHH" appena li sollevo dal tavolo e poi li poggio sul villaggio da razziare. Sogno un tabellone in cartone "intelligente" (niente a che vedere con i vari "tablet giganti" da gioco che si vedono in giro, che stanno tentando di digitalizzare i componenti di gioco ovviamente con scarso successo, poiché il tatto è uno degli elementi fondamentali della nostro "hobby analogico"), un tabellone che varia in colore a seconda del pezzo che ci posiziono sopra e magari sposta dei livelli come fossero degli strati nascosti nel suo interno. Sogno una scheda del giocatore di Terra Mystica che mi avvisa con un suono strano quando muovo il mancala, sogno un Mage Wars con le animazioni delle magie appena poso la carta sul tavolo, sogno uno spazio sul tabellone dove indicare con il dito su una rotella a scorrimento, così come si fa quando si imposta la sveglia sul cellulare, il numero di giocatori in modo che il gioco stesso mi indichi i pezzi del setup da posizionare, dove e quanti!
Molti pionieri tra gli autori e gli editori stanno provando questo melting-pot di tecnologie (pensate alle navi di World of Yo-Ho con il cellulare, le companion app etc.), ma siamo ancora molto lontani rispetto agli scenari ai quali ci hanno abituato i film di fantascienza. E voi, come ve lo immaginate il futuro dei giochi da tavolo?
Secondo voi, avrà un impatto devastante anche sul gameplay, questa futura digitalizzazione dell'analogico?
Vorrei proprio essere sicuro di fare un salto in Tana tra 50 anni, nel 2067, per vedere a che punto siamo...
Lucidamente ludico,
Vostro Tal.