
Carina versione per due di Le Havre, col quale però condivide solo l'ambientazione e l'idea che si ottengono edifici. Il suo limite principale è la longevità, servirebbero altre tessere.
Le Havre: The Inland Port is a two-player game in which both players compete to become the richest harbormaster. How they do so? Players acquire resources, construct buildings and, after twelve rounds, score the total value of their buildings and their money in cash.
Each round, a set of new, predefined buildings is added to the market. Both players now take turns by either building one of these buildings or by using an existing building's effects. To construct a building, players have to pay a certain amount of money and/or resources from their warehouse. Most of these buildings, in turn, allow to change the amount of resources on a player's warehouse board in a specific way when used. This is crucial to the game as players are restricted on how to fill or empty their warehouse. They have to combine and optimize these steps to max out the capacity of their warehouses. Players can even use their opponent's buildings, but they have to pay them one Franc (=money) to do so. When a building is not used during a round, it steadily increases in worth as its effects can be used up to four times in subsequent rounds. But a building that is not used for too long has to be sold to the market for half its value! The game uses an Ora et Labora-like wheel to track this status of each building in play.
Although Le Havre: The Inland Port shares gameplay elements with Ora et Labora and is linked in theme with Le Havre, it is a distinct game with its own mechanisms and gameplay.
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Considerando che il gioco nasce (e muore) per due persone, sfido a trovare un gioco migliore. Ben bilanciato, soprattutto se si gioca con persone sempre differenti le strategie cambiano. L'unico neo del gioco, a mio avviso, è da cercare nei primi 3 turni: le scelte saranno pressoché obbligate, visto che il gioco inizierà sempre con la possibilità di acquistare gli stessi, e soliti, edifici. Ma già dal turno "b" il gioco si "infiamma". Sconsigliato per i neofiti, consigliato invece per chi ama gestire risorse. Un consiglio? Fate finta che questo gioco si chiami semplicemente "Ancora in porto", e non "Le havre, ancora in porto". Pensare a Le Havre confonderà semplicemente le idee, oltre a creare ingiusti ed inutili paragoni.
Regolamento: Chiarissimo. Presenta solo un buco: per contare le azioni svolte nel turno, bisogna tenere traccia degli edifici che si trovano nella zona "ZERO" di entrambe le plance. Beh, ciò non è sempre corretto, in quanto un edificio, dopo il suo utilizzo ( quindi posto in zona "ZERO" ) potrebbe essere venduto e sparire dalla plancia. Per ovviare a questo problema, suggerisco una costruzione di una track casalinga sulla quale far trisciare un cubetto che terrà traccia delle azioni di ogni round.
Dipendenza linguistica: Testo presente solo nei nomi degli edifici, cosa che non noto neanche un attimo mentre gioco. Il resto del gioco è totalmente indipendente dalla lingua.
Incidenza aleatoria: Pari a zero.
Incidenza strategica: Altissima. Il gioco è ad informazione completa.
Scalabilità: Gioco per due!!!
Componentistica: La peggiore che io abbia mai trovato in un gioco in scatola ( posseggo l'edizione italiana ). Scarsa quantità ( davvero poca roba ) e improponibile qualità. Per defustellare gli edifici ho fatto davvero molta fatica, ed alcuni non si sono staccati per bene, restando lesionati ai bordi; uno in particolare non ha il retro ben appicciato...dovrò incollarlo a mano.
Il gioco è, tra quelli esclusivamente per due giocatori, tra i miei preferiti, e meriterebbe un nove pieno, ma perde un voto a causa dei materiali, che, come già detto sono clamorosamente scarsi.
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