Container, titolo del 2007, è un gioco per 3-5 partecipanti, della durata di 90-120 minuti, destinato a giocatori abituali, basato su aste, collezione set, speculazione.
È sempre stato un gioco controverso perché o molto apprezzato, o del tutto schifato, questo in virtù del fatto di essere sandbox, ovvero plasmabile dai giocatori stessi, che possono mandarlo in stallo o farlo procedere spedito, a seconda di scelte e capacità. In particolare, anche un singolo giocatore che gioca male può rallentare per tutti l'economia di gioco.
Questa edizione Jumbo ovvia almeno in parte a questo problema, introducendo però un nuovo e protagonista elemento di gioco che non a tutti piacerà.
Come si gioca a Container
Per un riepilogo delle meccaniche di gioco, andate alla
vecchia recensione. Qui elenco solo le
differenze salienti.
- Il numero di container per colore viene di base adeguato a quella che nella vecchia scatola era la versione breve di gioco. Quindi 10, 13, 16 per 3-4-5 giocatori invece di 12, 16, 20. Gli autori hanno detto che il gioco non cambiava poi molto e hanno preferito togliere quella mezzora che in effetti a volte faceva trascinare la partita un po' troppo in là.
- Non è presente la vecchia espansione, che introduceva l'economia scalare, la possibilità di monopolio, i container di lusso, i prestiti personali. Ci sta anche che la Mercury Games possa averla in programma nel caso di grosse vendite di questa nuova edizione.
- Viene introdotta una nuova espansione, la banca degli investimenti. È una plancia con tre righe, che rappresentano tre broker e di setup contengono alcuni container e delle banconote. C'è in gioco un'azione aggiuntiva: chiamare un broker. Si sceglie la riga su cui investire e si sceglie se puntare ai soldi o ai container in essa contenuti. Nel primo caso si metteranno sull'apposita carta Pagamento dei container, nel secondo dei soldi. Se, all'inizio del nostro prossimo turno, la carta è ancora davanti a noi con piazzata la nostra puntata, prendiamo quello che volevamo e mettiamo i soldi/container investiti distribuendoli uno ad uno sui tre broker, a partire dal primo e procedendo fino al terzo, ricominciando se necessario. Un altro giocatore ha però la possibilità di alzare la puntata fatta da noi, sostituendo i soldi/container (che tornano nella nostra riserva personale) con i suoi e mettendo la carta Pagamento di fronte a sé (senza però poter cambiare la riga del broker o il genere di investimento).
Questa banca serve anche ad un altro scopo: quando un giocatore decide di pagare il suo stesso carico, i soldi che normalmente andavano dispersi alla banca vengono invece ora distribuiti ai tre broker, con lo stesso sistema di prima.
Il numero dei container
Durante la campagna Kickstarter c'è stata una mezza rivolta, da parte dei veterani, per la diminuzione del
numero base dei container con cui preparare il gioco. Gli autori hanno risposto che in realtà la partita non cambia poi molto e che la mezz'ora di gioco risparmiata va a beneficio del gameplay che, va effettivamente detto, nella vecchia versione tendeva ad essere un po' troppo lungo, a fronte di quanto restituito. La protesta derivava dal fatto che meno container tarpano le strategie più a lungo termine nel gioco, con conseguente diminuzione della profondità. Alla fine è stato possibile
acquistare a parte set di container extra, per accontentare tutti... tranne il portafogli.
Personalmente mi sono comunque trovato bene a giocare anche solo la versione breve (che poi tanto breve non è). Sicuramente offre meno margini di manovra, ma al contempo mi sembra che esalti il peso di ogni singola scelta e questo mi è sempre piaciuto.
L'assenza di The Second Shipment
L'espansione non mi era dispiaciuta, me di qui a dire che fosse indispensabile ne passa. Erano tutte piccole aggiunte, ma il core del gioco non cambiava. Perciò non sono uno di quelli che piange la sua assenza, anche se dal punto di vista delle teorie economiche era elegante e stimolante.
La Investment Bank
Il cambiamento più significativo a cui siamo di fronte. Perché la banca non è solo un'azione in più, è
una vera coprotagonista del gioco. Pensate anche solo al fatto di non far uscire denaro dal sistema nel momento dell'offerta rifiutata per l'asta. Il bello è che per il giocatore non cambia nulla: lui comunque deve pagare e impoverirsi, se vuole avere quei container, ma il denaro finisce nella banca e lo si può recuperare.
Ma veniamo all'azione principale: offrire denaro/container in cambio di container/denaro. Intanto ci può dare qualche ulteriore indicazione sui colori puntati dagli altri. Poi è un sistema di speculazione comunque interessante, che favorisce l'interazione, dato che l'offerta può essere superata. Infine, spesso ci si trovava in partita a fare qualche azione di ripiego, delle due a disposizione nel turno, e questa dell'investimento dona nuova linfa al tutto.
D'altro canto capisco le obiezioni di chi era affezionato al vecchio gioco: la Investment Bank è un elemento protagonista del gioco, non comprimario. Gli cambia il volto, apre nuove possibilità, diverse strade. Io ho apprezzato proprio questo e la maggiore velocità che dà al gioco, cambiando le carte in tavola più di frequente.
I materiali, per ultimi
Per ultimi perché non dovrebbero contare così tanto, ma sono indubbiamente la prima cosa che si nota aprendo la scatola e così, per contrappasso, ne parlo in fondo.
Le navi sono dei blocchi di marmo che più pacchiani non si può, ma almeno hanno colori distinguibili (i classici giallo, rosso, blu, ecc) e non la tavolozza quasi monocromatica e tristissima del vecchio.
I container sono di resina (credo), pure questi grossi e pesi e soprattutto arrivano imbustati uno a uno, pezzo per pezzo, in barba a qualsiasi ergonomia e tendenza ecologica.
Il resto è graficamente osceno al pari del vecchio.
Conclusione
A me è piaciuto, più del vecchio. Intendiamoci: è sempre Container, ma l'ho trovato meno statico e con più possibilità di gioco, anche più breve, il che non mi è affatto dispiaciuto.