Gran bella recensione e sostanzialmente d'accordo su tutta la linea
Nel 2017, con consegna nel 2018, la Roxley Games decide di rieditare tramite Kickstarter il capolavoro di Martin Wallace: Brass. Lo fa con un'edizione pornolusso che non solo eclissa le tremende brutture estetiche del gioco originale, ma gli affianca anche a un “nuovo” gioco, Brass Birmingham, che presenta – si vocifera – qualche differenza rispetto all'originale.
Per 2-4 giocatori, 90-150 minuti di durata, destinato solo a giocatori esperti, si basa su costruzione rete (direi che Brass è il termine di paragone della meccanica) e gestione mano.
Il gioco in breve
Le regole generali sono quelle che trovate descritte nella recensione di Brass: Lancashire.
Qui rimarcherò invece solo le differenze principali:
- la principale sta nell'azione vendere. Non ci sono più i porti, o meglio ci sono dei luoghi fissi che funzionano da porti. Per vendere una merce (cotonificio, manifattura o fornaci) è necessario trasportarla qui e spedirla grazie a una botte di birra (!), presa da un birrificio, che, al solito, può essere tuo o di un altro;
- la birra rappresenta l'altra novità del gioco. È una terza risorsa che ha un comportamento intermedio tra il carbone (che deve essere mosso su rete) e il ferro (che si sposta ovunque): potremo prelevare i barili di nostra proprietà senza collegamento, ma i nostri avversari potranno sottrarceli purché abbiano ad essi un collegamento. La birra serve anche per poter costruire due ferrovie con un'unica azione nell'epoca dei treni;
- sparisce il mercato del cotone, con l'incertezza legata alle tessere coperte;
- non ci sono i cantieri navali (che valevano solo punti vittoria), ma al loro posto arrivano due diversi edifici, ovvero le citate birrerie e le fornaci (che forniscono punti ma anche rendite);
- infine c'è un'azione che ti fa scartare tre carte per prenderne due jolly (luogo e tipologia), per ovviare alle ristrettezze della mano.
Le monete di Wallace
Guardate le ormai tristemente famose monetine dei vecchi giochi di Wallace e confrontateleQualcuno dice che il tabellone risulta un po' scuro. Vero, ma è fronte/retro e basta girarlo dalla parte più chiara. Per il resto è tutto ottimo, dal cartone, alle carte, alle tessere, persino le icone, pur mantenendo il mesto esagono per i punti vittoria tanto caro all'autore, sono chiare ed autoesplicative.
Più soldi, più cattiveria
Sembra circolare un po' più denaro in Brass: Birmingham, ma i prestiti sono fissi a trenta sterline (quindi sempre tre passi indietro sulle rendite) e ottenibili per tutta la durata del gioco.
Questo nuovo elemento spiazza non poco anche i giocatori scafati di Brass: Lancashire, che devono abituarsi a una nuova gestione di un terzo incomodo.
Per il resto il gioco è sempre lui: stretto e cattivo. Tutto quel che metti sul tabellone potrebbe essere utilizzato dagli altri; il piazzamento delle reti è esclusivo e arrivare primi è fondamentale; permane la genialata per cui chi più ha speso in un turno giocherà dopo in quello successivo, bilanciando con eleganza il vantaggio dell'ordine di turno.Lancashire o Birmingham
Premettendo che i due giochi sono sostanzialmente sovrapponibili, che in casa ne terrei uno solo (se siete collezionisti: entrambi) e che qualunque scegliate non state sbagliando, ci sono piccole cose in Brass: Birmingham che ho apprezzato maggiormente rispetto alla versione classica.
Le ho già in buona parte nominate sopra:
- mi piace la maggiore disponibilità di edifici diversi;
- mi piace che non ci siano più i cantieri navali che trovavo un po' eccessivi come punteggio fornito e che generavano un certo effetto corsa a costruirli;
- mi piace che per avere carte jolly io debba spendere un'azione;
- mi piace che le carte del mazzo vengano usate tutte (togliendo quelle per i giocatori mancanti, se in meno di quattro);
- mi piace che non ci sia il mercato del cotone, ma tessere bonus fisse e visibili, togliendo un elemento di incertezza;
- mi piace l'introduzione e l'uso della birra che, pur aggiungendo uno strato di complessità e complicazione al gioco, lo rende ancora più profondo e cattivo.
Conclusione
Brass: Birmingham è il capolavoro che già era Brass: Lancashire e, personalmente, anche un pelino di più.
Materiali *****
Grafica/disegni *****
Ergonomia ****
Ambientazione ***
Regolamento **** (ricordate il vecchio originale di Wallace, vero?)
Scalabilità ** (sempre meglio in quattro)
Rigiocabilità *****
Originalità **
Interazione *****
Profondità *****
Strategia *****
Tattica ****
Eleganza *
Fluidità ** (inevitabile la paralisi da analisi)
Legenda: – (pessimo/assente), * (scarso), ** (sufficiente), *** (buono), **** (ottimo), ***** (eccellente)