Sono d'accordo su tutto, decrypto è un gioiellino che secondo me ha avuto alla sua uscita poca risonanza perché inglobato dalla marea di titoli tirati fuori da asmodee per Modena play. L'unica cosa che ho riscontrato è che rispetto a nome in codice la spiegazione spiazza molto di più i neofiti.
Nome in codice porta una firma importante, quel Vlaada Chvátil creatore di tanti capolavori nei più disparati generi, e ha certamente fatto scuola nella proliferazione dei giochi di parole, come a suo tempo ha fatto Dixit per quelli che utilizzano illustrazioni.
Decrypto, creato da Thomas Dagenais-Lespérance e edito in Italia da Asmodée, per 3-8 giocatori (ma anche di più), della durata di 20-40 minuti, è un party game che si basa su deduzione e giochi di parole e si inserisce a pieno titolo nel filone citato, aspirando a posizionarsi nei primi posti. Vediamone il perché.
Come si gioca a Decrypto
Si formano due squadre e ciascuna pesca segretamente quattro parole-indizio numerate da uno a quattro. A turno il giocatore di ogni squadra pesca un codice numerico di tre cifre (per esempio 3-1-4) e deve scrivere tre parole che, rimandando a quelle iniziali, fanno capire al resto dei membri della squadra l'ordine corretto dei numeri.
Facciamo un esempio: le parole-indizio della squadra sono seta, casco, elefante, forchetta. Se il giocatore di turno pesca una carta con la sequenza 3-1-4 dovrà scrivere tre parole-indizio che ricordano nell'ordine l'elefante, la seta e la forchetta.
Dov'è l'inghippo? Che anche l'altra squadra, ascoltate le parole-indizio, cercherà di dare la corretta sequenza degli avversari, basandosi ovviamente sulle parole-indizio dei round precedenti (difatti questo passo si salta al primo round, non avendo alcun indizio disponibile). Quindi gli indizi forniti dal giocatore di turno devono essere abbastanza chiari da instradare correttamente i compagni, ma non così cristallini da aiutare troppo gli avversari.
Se una squadra indovina la giusta sequenza avversaria, ottiene un segnalino “giusto”, se sbaglia la propria, uno “sbagliato”. Si vince quando si hanno due segnalini “giusto” o quando gli avversari accumulano due “sbagliato”.
Decrypto vs Nome in codice
Veniamo subito allo scontro finale. Amo Nome in codice, amo anche la versione per due giocatori che forse è pure meglio dell'originale, amo trovare nessi tra le parole, amo indovinare quelli fatti dagli altri.
Nome in codice è stato senza dubbio il party game del 2015 e questo Decrypto ne prende una bella e sostanziosa fetta di eredità.
- in ogni partita quello che dà gli indizi agli altri della sua squadra è sempre uno: i ruoli sono fissi;
- se quello che dà gli indizi non è molto capace, la sua squadra ne risente tutta. D'altro canto escludere sempre un giocatore da quel ruolo non è una bella cosa;
- mentre una squadra gioca, pensa, si confronta, parla, l'altra ha ben poco da fare. Può magari riflettere un po' sulle parole sbagliate e quelle lasciate indietro, ma in genere aspetta passiva.
Decrypto risolve tutte queste – piccole – problematiche:
- ci si alterna nel ruolo di suggeritore per i compagni;
- Se uno non è molto bravo al massimo può far sbagliare un singolo turno di gioco;
- tutti i giocatori delle due squadre sono sempre attivi in contemporanea.
In due e in tre
Parliamo di party game, quindi non pretendiamo che Decrypto funzioni bene con numeri bassi di partecipanti. Però da quattro in su va alla grande, senza intoppi.
In due giocatori, come detto, c'è Codenames Duet.
Il pensiero laterale
C'è comunque una sostanziale differenza tra Nome in codice e Decrypto, tanto da farli tranquillamente coesistere sullo stesso scaffale (difatti non ho rivenduto nessuno dei due).
Nel primo il tipo di pensiero che occorre mettere in campo va per analogie, per associazioni: occorre trovare un concetto superiore che ne racchiuda altri, spesso molto diversi. Si cerca un punto di contatto, per quanto flebile e sottile, che racchiuda cose all'apparenza scollegate.
In Decrypto si ha a che fare con una parola alla volta e in questo caso occorre rimandare a essa in modo sfumato, facendo i conti poi con le altre due da indicare, in modo che gli indizi non si sovrappongano. Sfumato perché la cosa deve essere chiara a chi ha la parola davanti, ma assolutamente nebulosa per gli avversari.
Il vero gioco è poi con i compagni, perché sovrapporre indizi dello stesso genere aiuta solo l'altra squadra, alla quale basta capire la posizione della parola chiave, non la parola stessa. Quindi è una costante ricerca di qualcosa di nuovo, di un'altra sfumatura, di un significato collaterale.
In Codenames si ha probabilmente uno sforzo di astrazione maggiore e, a mio parere, il gioco ne risulta spesso anche più difficile - fino a rallentare forse un po' troppo, in certi momenti.
In Decrypto la cosa è sempre più rapida e quello che occorre è probabilmente maggiore fantasia, tanta di più quanto si va avanti col gioco.
Infine una piccola sfumatura per chi ama la competizione, piuttosto che la collaborazione (sì Sava73, sto pensando a te): in Nome in codice si perde perché la propria squadra gioca peggio di quella avversaria, più brava. In Decrypto la competizione è in qualche modo più diretta, perché tu non solo devi indovinare le tue parole, ma è importantissimo beccare le avversarie per fare punto.
Conclusione
Il 2018 ha visto tre ottimi party game, per chi ama il genere, ma anche per chi si vuole un attimo rilassare dopo una partita di un paio d'ore. Decrypto, Just One e la seconda edizione di Pictomania. Scegliete quello che vi attira di più; ma uno mettetevelo in casa, che prima o poi...