Escape Tales: Low Memory – recensione di un non appassionato

Escape Tales: Low Memory

Davvero, me l'hanno data, l'ho giocata e la recensisco. Nulla di più.

Giochi collegati: 
Escape Tales: Low Memory
Voto recensore:
8,0

Escape Tales: Low Memory è il nuovo capitolo della serie Escape Tales, ovvero escape room da tavolo con un forte impianto narrativo. Per 1-4 giocatori (ma il secondo numero è fittizio), durata circa nove ore totali (sono tre run da circa tre ore l'una), consigliato ad un pubblico “maturo”, dai sedici anni in su, e si basa su deduzione e puzzle.

Premessa

Non mi interessano le escape room. Non trovo allettante l'idea di passare tre ore al tavolo a risolvere enigmi, magari scarabocchiando su un foglio di carta da solo o guardando con occhi vacui i miei compagni al tavolo dalla bocca semiaperta di fronte all'ennesima carta-indovinello.

Per questo non ne ho mai comprata o giocata nemmeno una. Se volete sapere di più sulle varie escape room, sulle diverse tipologie, su quali siano le caratteristiche che le distinguono, quali le meno o le più valide, c'è questo ottimo articolo di Gen0, appassionato del genere, che le analizza in dettaglio un po' tutte.

Io avevo più che altro una certa curiosità di fondo di provarne almeno una e l'occasione si presenta con questa copia di Escape Tales: Low Memory, che peraltro era forse il filone che più mi interessava, avendo una storia articolata a fare da base agli enigmi e non un semplice pretesto narrativo tipo “siete intrappolati nella tomba del faraone”.

Perciò la premessa è fondamentale: questa è la recensione di uno alla prima esperienza con una escape room.

Come si gioca a Escape Tales: Low Memory

Escape Tales: Low Memory - componenti
Escape Tales: Low Memory - componenti
L'avventura è divisa in tre parti, ciascuna delle quali narrata da un punto di vista diverso. Vivrete quindi la stessa vicenda impersonando tre protagonisti e ovviamente vivendo colpi di scena e rivelazioni al passaggio tra l'uno e l'altro, fino al climax finale. 

Per giocare, semplicemente si legge il paragrafo iniziale e si dispongono le carte ambiente indicate, che raffigurano una stanza o altro. Ogni riquadro è numerato e avete dei gettoni esplorazione contati. Ogni volta che ne usate uno per esplorare uno dei riquadri, andate nel libretto della storia al paragrafo corrispondente e leggete quanto scritto: può rimandare ad alcune carte da risolvere o a un nulla di fatto. Accumulando carte stress (che influiranno poi sul finale della storia), potete guadagnare nuovi gettoni esplorazione nel caso non vi bastassero quelli che avete di base. 

Il gioco è tutto qui: si procede tra un rebus e l'altro, spesso diluiti su più carte, fino alla fine della storia, che presenta finali multipli, dipendenti dalle scelte fatte.

Ma è un gioco da tavolo?

Me lo sono chiesto, alla chiusura della scatola. Il giocarlo da solo ha certamente influito, facendo mancare tutta quella parte di “gioco di società” che è una buona fetta del bello del nostro passatempo, ma anche fossi stato in compagnia, la sensazione finale lasciatami è più quella di aver giocato un misto tra un librogame e la Settimana Enigmistica. 

Del librogame ha la storia e qualche bivio, a onor del vero molti meno che non la quantità di solito presente nel noto genere narrativo, che fa delle molteplici scelte possibili un cardine meccanico.

Il resto è un susseguirsi di enigmi, spesso cacciati a forza nella storia senza troppo plausibilità di trama

La storia e gli enigmi

Escape Tales: Low Memory - prologo
Escape Tales: Low Memory - prologo
Partiamo dagli enigmi. Intanto ho trovato molto valido il sistema utilizzato: non si deve rovinare nulla, in Escape Tales, e non serve usare chissà cosa: spesso bastano matita e un foglio su cui scarabocchiare. 

Persino io che sono allergico alle app nei giochi da tavolo ho trovato comodo il sistema utilizzato: le carte che compongono un puzzle hanno una sigla che rimanda all'indovinello all'interno dell'app. Qui ti dicono quante carte servono per risolvere il quesito e di quante lettere/numeri sarà la risposta. Poi un tasto vi dà anche, volendo, tre suggerimenti in serie ed eventualmente la risposta corretta, se non la trovate voi o non avete pazienza.

Quindi nessun pericolo di vedere le soluzioni per errore, sbagliare carta o scorgere cose relative ad altri enigmi e nessuna paura di rimanere senza le giuste risposte.

Come qualità, ho trovato i rebus altalenanti, non tanto per la sfida proposta, quanto perché a volte le istruzioni sulle richieste erano un po' nebulose e si prestavano a diverse interpretazioni, mettendo fuori strada. La maggior parte, però, è fattibile e anche abbastanza impegnativa, specie avanzando verso la conclusione del racconto.

Ed eccoci, al racconto. Sicuramente l'idea migliore del gioco, anche se non originale, perché già vista in qualche serie TV o film. Però l'idea c'è e anche la trama è portata avanti in modo coerente e soprattutto riservando un buon effetto sorpresa al giocatore, tanto che onestamente ho finito l'avventura in un fine settimana, divorandomela, proprio per vedere la fine e dipanarne tutti i misteri.

La storia era tanto interessante da, a volte, soverchiare persino la ragion d'essere di una escape room: i test. A volte, infatti, quando vedevo che mi stavo dilungando troppo per trovare una soluzione, “baravo” senza rimorsi, perché mi interessava più il mistero della trama che non il resto.

Una trama che potrebbe tranquillamente essere presa da un episodio di Black Mirror e che penso costituisca il vero valore aggiunto di questa serie Escape Tales, in confronto con altre escape room.

Conclusione

Tanti anni fa, purtroppo, ho sostenuto i test per entrare a una facoltà a numero chiuso. Per esercitarmi, d'estate, sfogliacchiavo un libro con diversi test di logica. Fare questa escape room mi ha riportato a quelle sensazioni, per nulla piacevoli. Poi alla facoltà sono entrato, come qui ho finito la partita “vittorioso”. La soddisfazione finale c'è, ma no, grazie, non lo rifarei.

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Commenti

Senza offesa ma penso che sarebbe stato meglio giocarla con qualcuno interessato al genere. 
 

La tua premessa iniziale traspare in tutto l'articolo e, davvero, la rende pressoché inutile .

Recensire le escape room è già difficile per chi le apprezza, figuriamoci così.

 

^^'

Beh il voto rispecchia l'oggettiva bontà della scatola: buoni enigmi, buona storia.

Per il resto, c'è sempre una prima volta. Nel mio caso anche l'ultima.

Non sono d'accordo. Io non ho mai giocato ad un gioco di questo genere, per cui ritengo molto interessante la rece di chi è al pari mio, come esperienza (anzi. Ora è un gradino sopra). Probabilmente avremo le stesse idiosincrasie o fisime o ragioni. Comunque è un bel pezzo e dà pure un voto molto alto (per Agzaroth). Ci sono i pro e i contro, secondo il recensore, e una buona descrizione del feeling (indovinelli e roba varia non si descrivono nelle rece). Per me è utile e informativa

Se ci si basasse solo sugli squilli di fanfara degli entusiasti (ultimamente c'è un rumore assordante di ottoni intorno a noi) saremmo spacciati. Esiste la scala di girigi e pure il nero. Guarda un po'!

Ti dirò, mi hai molto incuriosito

Io ho giocato solo ad diversi Unlock. Alcuni sono carini altri meno, ma non li comprerei mai. Personalmente concordo con la sensazione dei tests di logica (che ho fatto anch'io per passare dei concorsi) e di settimana enigmistica.

Se li trovo in ludoteca, come ho fatto per gli Unlock, li porto a casa per due settimane e cerco di risolverli da sola o in un gruppo o col bambino, ma chiamarli gioco da tavolo mi sembra un passo enorme.

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