50 Clues: la trilogia di Leopold – vietato ai minori

Tre escape room da tavolo collegate da un'unica storia VM.18

Voto recensore:
7,0

50 Clues è una serie di tre escape room da tavolo edita nel 2019 e arrivata completamente tradotta in Italia grazie a Playagame (ottimamente tradotta, va detto).
Per escape room da tavolo si intende un gioco in cui una storia (più o meno sviluppata) ti guida attraverso una serie di enigmi di logica, matematica, osservazione, deduzione e altro, fino alla conclusione.

Per realizzare tali giochi, di cui potete leggere un approfondimento in questo articolo, si usano vari espedienti: nel caso di oggi un mazzo di carte numerate e un'app in cui inserire i codici di risposta e da cui trarre eventuali suggerimenti, nonché soluzioni.

Per 1-5 giocatori, durata tra i 60 e i 90 minuti ad episodio, destinato ad un pubblico adulto (18+) per via delle tematiche trattate, la trilogia di Leopold è un cooperativo puro che si basa essenzialmente sulla risoluzione di enigmi.

Come si gioca a 50 Clues

Si registra la propria scatolina sull'app, si gira la carta 1 e si inizia a leggere l'avventura. Ci sono parti narrative (molto molto striminzite) che conducono a continui enigmi e rompicapo, fatti in modo da dover inserire un numero chiave nell'app, che ti dirà così quale nuova carta prendere dal mazzo, se hai risposto correttamente.

Se non si riesce a trovare la soluzione, si possono chiedere fino a tre indizi d'aiuto, di cui il terzo è la soluzione stessa.

Fine: si impara a giocare pressoché in un attimo.

Escape room da tavolo: perché?

Mi sono chiesto cosa porti qualcuno a giocare una escape room da tavolo. In sostanza abbiamo una serie di rebus più o meno fantasiosi, che includono calcoli matematici, osservazione dei dettagli nelle illustrazioni, associazioni logiche, ecc. 
Sono tutte cose che uno può trovare in una settimana enigmistica, più o meno. Certo nel gioco sono più colorate, anche più fantasiose, ma anche decisamente più costose e in numero molto inferiore. 

Quello che fa – o dovrebbe fare – la differenza è la storia. Nelle escape room hai un filo conduttore narrativo che lega gli enigmi tra loro e conferisce loro “spessore”, favorendo l'immedesimazione del giocatore. 
Titoli come T.I.M.E Stories, che non è una vera e propria escape room, puntano molto sulla componente narrativa e molto meno su quella enigmistica, costruendo una storia a bivi, con un mistero dietro e un finale spesso a sorpresa. Non tutti gli episodi riescono bene (direi anzi non molti), ma l'intento è quello. 
Nelle escape room il focus è molto più orientato sugli enigmi, ma abbiamo visto come spesso le più apprezzate siano proprio quelle che riescono:
1) a rendere tali enigmi coerenti con la vicenda narrata;
2) ad avere una narrazione di fondo che sia qualcosa di più di “sei rimasto intrappolato nella tomba del faraone, risolvi questi venti rompicapo per uscirne”. (es: Escape Tales: Il Risveglio o Low Memories.)

Veniamo quindi a 50 Clues:

  • Qualità degli enigmi: 8

Ben studiati, abbastanza vari, non troppo pesanti e soprattutto il sistema dell'app ti permette di superarli quando ti rompi le scatole. 
Il primo indizio che viene fornito è in genere ovvio: ci sono, sulle carte, dei numeri “nascosti” che rimandano ad altre carte da pescare. Ma nascosti si fa per dire: sono celati sempre allo stesso modo, in un riquadro biancastro, per cui onestamente non mi è mai capitato di mancarne uno. Il secondo indizio è in genere quello che dà l'aiuto vero e proprio, mentre il terzo fornisce banalmente la soluzione.

La difficoltà è media, poi come sempre va detto che alcuni enigmi non hanno una soluzione esattamente chiara e univoca e sono un po' quelli che deludono di più, perché magari hai risolto l'enigma, ma la “forma” con cui scriverlo nell'app è ambigua.

  • Connessione tra enigmi e storia: 8

Questa è forse la caratteristica migliore di 50 Clues. Quello che devi fare, nella storia, i pezzi di puzzle e piccoli rebus che devi risolvere, sono sempre abbastanza ben collegati a quello che succede, a un contesto reale e plausibile.
È una cosa che tante altre escape room non riescono a fare, utilizzando puri pretesti o collegamenti improbabili tra meccanica e narrazione.
Anche qui non è sempre tutto perfetto, ma sicuramente lo sforzo per portare questa unione ad un buon livello si nota e si fa apprezzare.

  • Qualità della storia: 5

Qui purtroppo arriviamo alla nota dolente. Perché se è vero che a chi compra una escape room interessa soprattutto la parte enigmistica, la storia è ciò che può elevare la nostra scatolina da “carina, come le altre” a “bellissima, ti consiglio questa invece di (...)”. 

Cercherò, anche nello spoiler, di essere il più generico possibile e limitarmi alla valutazione della storia, evitando il suo racconto. Però ecco, se avete la ferma intenzione di giocarlo, potete fermarvi prima. 
Quello che si sa dal prologo e dal retro della scatola è che impersonate una donna psicopatica rinchiusa in un ospedale psichiatico per aver ucciso, anni prima, un bambino in modo efferato.
Da qui in avanti...

Insomma, se avete preso 50 Clues principalmente per vivere una bella storia, siete fuori strada. Probabilmente per questo sono più adatti i libri-game o i giochi strutturati alla T.I.M.E Stories, siamo d'accordo, infatti nel voto finale la voce “storia” pesa solo 1/3, in questo caso. 

Se vogliamo, ha comunque il pregio di sdoganare temi forti e insoliti, qualcosa che in un gioco da tavolo si vede molto raramente. Però il merito si ferma qui.

Conclusione

Prendete la mia recensione come quella di un non appassionato di escape room da tavolo a cui non basta una serie di enigmi, anche fortunatamente coerenti, per essere soddisfatto. Leggetene altre, inquadrate il recensore, fate qualche confronto e poi decidete in autonomia se spendere questi 40 sacchi per la Trilogia di Leopold.

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Commenti

Scusate, abbiamo ancora qualche articolo di Agz in pubblicazione.

Prossimamente dovrebbe uscire la seconda trilogia, in cui impersoneremo un detective sulle tracce di Maria.

Finita tutta la trilogia. Buoni enigmi, qualcuno più qualcuno meno. La parte narrativa invece è molto basic, con pochi colpi di scena e abbastanza scontati

It's brain burning, but it's so interesting

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