Tuta, guanti, casco ed in sella alle moto... via le "ombrelline", giro di riscaldamento e fermi sulla griglia: al semaforo verde scatenate l'inferno!
Prendo in prestito la celebre frase del noto commentatore motociclistico per presentare "Moto GrandPrix", il nuovo titolo della Nexus che riguarda questo bellissimo sport.
Il gioco si può effettuare secondo tre regolamenti: base, standard ed esperti. Nel passaggio tra i tre non cambia la meccanica di base, ma vengono aggiunte man mano nuove regole che mirano ad incrementare il livello di simulazione del gioco.
La meccanica di movimento è semplice: si tirano due dadi da 6 e si muove la moto. Non ci sono marce incrementali, come in Formula Dé, ma è comunque possibile controllare il numero di caselle percorse tramite il "flip dice system", ovvero la meccanica che contraddistingue questo gioco. Fondamentalmente si tratta di poter girare i dadi da 6 tirati sull'altra faccia. Il dado da 6 regolare è costruito in modo che la somma della facce sia sempre 7 quindi se tirate uno sfortunato 1 lo potete ribaltare in un migliore 6, un 2 in un 5 e così via. Chiaramente è possibile fare lo stesso al contrario per frenare il proprio movimento.
Quanto sopra è sempre possibile in un tratto di rettilineo su entrambi i dadi, ma in curva il discorso cambia: più sarà difficile la curva (ci sono 3 difficoltà) meno possibilità avrete di ribaltare i dadi per accelerare.
Nelle versioni più avanzate del regolamento sono presenti le regole per cercare di rappresentare gli aspetti più imprevedibili della gara, come la possibilità di un contatto in staccata od in uscita di curva, la perdita di aderenza in curva o in rettilineo (con rispettivamente il raddrizzamento della moto o l'impennata), e la possibilità di progressivo degradamento del motore e delle gomme. La plancia-cupolino di ogni giocatore tiene traccia della condizione di quanto sopra con dei caratteristici indicatori a lancette.
Tutto quanto appena descritto è accompagnato da 6 splendide miniature di moto, posizionate su un perno che rende possibile la piega in curva nonché l'impennata, e da una bellissima serie di tessere sagomate componibili che consentono di costruire una vasta serie di percorsi, di cui se ne trovano tanti esempi nel regolamento, con le utilissime indicazioni di lunghezza e dimensione occupata sul tavolo da gioco!
Una volta costruito, il circuito risulta diviso in tre traiettorie (con le relative "caselle"), tra cui è evidenziata quella ideale. La differenza che salta subito all'occhio rispetto a tanti altri giochi di corse è che le traiettorie sono uguali, ovvero contano lo stesso numero di caselle, con la differenza che quella ideale viene favorita per l'ordine di gioco e sfruttarla rende ovviamente molto più difficile agli avversari il sorpasso in curva.
Considerazioni personali
Tra le centinaia di giochi giocati nella mia vita ludica, questo è stato uno dei più difficili a cui assegnare infine un crudo valore numerico. Non tanto per la possibile mancanza di obbiettività, essendo un appassionato di motociclismo, ma per l'incredibile discrepanza tra le parti del gioco. Se da un lato abbiamo una splendida grafica, un manuale chiaro e ben organizzato (cosa rara di questi tempi...) ed una componentistica di alto livello (soprattutto riguardo alla mappa), dall'altro abbiamo delle regole che risultano semplici al limite del semplicistico, un livello di fortuna troppo alto per un gioco di simulazione, ed un livello di simulazione complessivamente assai scarso; infine, il limite di soli 6 giocatori è un po' basso, secondo me.
Il "flip-dice system" è carino, semplice, intuitivo ed effettivamente permette di contrastare gli sfortunati 1 sui dadi, ma basta tirare 3+4 che se ne va tutta l'utilità del sistema. Se poi siete in un inseguimento in una curva di difficoltà 3, in cui non si possono ribaltare i dadi per accelerare, ed il vostro avversario fa un bel 6+5 mentre voi 2+1, del "flip-dice system" non ve ne fate un bel niente e rimarrete ad invocare la fortuna nella prossima curva alla faccia della parte strategico-simulativa.
Potrei continuare dicendo che non ci sono velocità massime per le curve, che non è possibile "costruire" la propria moto aggiustandone i valori delle caratteristiche di partenza (come in TUTTI i giochi simulativi da qui a 15 anni...) e che proprio la regola per favorire la traiettoria ideale in curva rende quasi impossibile il sorpasso degli avversari, cosa strana visto che nelle gare di moto si sorpassa soprattutto in curva.
Non voglio dare un'impressione sbagliata della mia opinione con questa serie di critiche: il gioco è bello e divertente, soprattutto quando per merito (o colpa, fate voi) della fortuna la partita risulta sempre imprevedibile fino all'ultimo giro. Tuttavia la simulazione, che personalmente mi aspetto in un gioco di gare di questo livello e costo, è pressoché inesistente. Ritengo che la suddivisione dei regolamenti in tre sia un po' inutile: ne bastavano due, uno così com'è e l'altro in grado di essere definito veramente "per esperti", con tutta quella parte simulativa di cui si sente tanto la mancanza.
In conclusione, quindi, il crudo voto numerico dovrebbe essere un 6, basato sulla quasi totale mancanza di una parte simulativa che, sebbene non venga pubblicizzata, ci si aspetta venga inclusa nella versione "per esperti" di un gioco di tale fascia.
Considerando tuttavia che il gioco nella sua semplicità non presenta nessuna pecca di regolamento, è facilmente giocabile da chiunque e risulta coinvolgente, mi sento di potergli assegnare tranquillamente un 7.
Giochi collegati:
Moto Grand PrixScritto da Jones il 13/12/2008
Voto recensore:
7,2Pro:
Bellissima componentistica.Mappa componibile di alto livello.
Manuale chiaro e ben scritto.
Regole in 3 livelli ma sempre semplici ed intuitive.
Il "Flip-dice System" è originale e permette di aggiustare un po' la fortuna.
Divertente per tutti gli appassionati di MotoGP.
Contro:
Alto livello di fortuna.Così semplice da poter risultare semplicistico.
Mancanza di tutta una parte simulativa e strategica sopratutto nelle regole "per esperti".
6 giocatori al masimo sono pochi.
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