Petropoli

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Petropoli
Voto recensore:
6,1

Introduzione ed Ambientazione
Petropoli è un gioco orientato alla simulazione del mercato globale del petrolio, con la produzione di greggio, il cui prezzo fluttua a seconda di vari fattori, vendita a paesi importatori e possibilità di diversificare gli investimenti puntando su energie rinnovabili. Il tutto, ovviamente, volto a realizzare il maggior profitto possibile.

Pubblicato dalla Editrice Giochi, l'autore dovrebbe essere Spartaco Albertarelli, principale autore della EG e uno dei più conosciuti nel panorama italiano. Il condizionale è d'obbligo perché in realtà il nome non figura ufficialmente sulla scatola, né nel regolamento, ma egli stesso è intervenuto sul forum della Editrice Giochi per chiarire alcuni dubbi di utenti riguardo al funzionamento del gioco e anche da altre risultanze in Rete l'ipotesi dovrebbe essere confermata.

Innanzitutto, è opportuno sgombrare il campo da un paio di equivoci comuni che ruotano attorno a Petropoli:
- non è la nuova edizione del “Petropolis” datato 1976 (https://www.goblins.net/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=1307), ma un gioco del tutto nuovo
- non è una versione "petrolifera" del “Monopoli”, del quale riprende solo alcuni tratti (piuttosto comuni tra i giochi da tavolo) come il circuito esterno per il movimento delle pedine, più ovviamente il nome, ma quello giusto come traino commerciale nella speranza che ne ricalcasse almeno in minima parte il successo - impresa, come diremo, miseramente fallita.

Il gioco
Preparazione
I barili (dopo avere unito le due metà che li compongono) vanno posti accanto al tabellone formando la scorta globale di oro nero, così come il denaro della banca e i dadi di gioco.

Un segnalino nero viene posto sul circuito interno di caselle nere che simboleggia il prezzo del greggio al barile e che all'inizio del gioco viene fissato a quota 60.

Ciascun giocatore riceve un milione in banconote di diverso taglio e le venti petroliere di un colore a scelta. Una delle petroliere viene messa sul circuito esterno del tabellone, nella casella del Via, da dove prende le mosse la partita.

E' bene fare un'anticipazione a questo punto, sottolineando la prima stranezza che salta agli occhi di chi ha letto il regolamento: mancano infatti tagli di denaro inferiori ai diecimila dollari. Poiché il prezzo del greggio oscilla e tale quotazione determina in alcune circostanze il prezzo di vendita, ne consegue che non si dispone materialmente delle banconote necessarie a completare le transazioni, a meno di non arrotondare per eccesso o per difetto. Ci torneremo.

Svolgimento del gioco
Per il primo turno, il gioco procede in senso orario. Dal secondo turno in poi, muoverà per primo sempre chi è rimasto più indietro sul circuito rispetto agli altri giocatori (sarà dunque possibile che un giocatore effettui più turni di seguito).
Ciascun giocatore può piazzare fino a due petroliere negli appositi spazi dei paesi esportatori o importatori, pagando il relativo prezzo per l'attracco. I paesi di entrambe le file sono contraddistinti da un numero (da 2 a 12) perché il loro coinvolgimento nel gioco è legato anche ai risultati nei lanci di due d6. Sempre pagando tale somma di attracco, in qualsiasi momento all'inizio del suo turno può spostare petroliere già disposte da un paese a un altro. Non è possibile piazzare più di una petroliera nello stesso paese.

A quel punto, il giocatore deve lanciare i dadi, il cui risultato ha tre esiti:
- determina il paese in cui verrà posizionato un barile della scorta, come in "I coloni di Catan" (è ovvio che alcuni risultati, come 7, oppure 6 e 8, sono più probabili, ed è per questo che l'attracco nei paesi corrispondenti a questi numeri è molto più caro che in quelli col 2 o col 12);
- determina lo spostamento del proprio segnalino petroliera sul circuito;
- solo in caso di numero doppio, si pesca una carta le cui indicazioni sono risolte alla fine del turno pubblicamente oppure, se così specificato, la stessa si tiene da parte per il momento più opportuno.

Il segnalino può finire su diverse caselle:
- sul dado speciale che deve essere tirato per determinare le oscillazioni del prezzo del greggio al barile.
- Sulla casella di produzione di greggio (tirare tante volte i dadi quanto indicato nella casella e posizionare i barili nei paesi corrispondenti ai risultati).
- Sulla casella di imbarco dei barili: il giocatore di turno sceglie il paese da cui imbarcare, con l'obbligo, se possibile, di scegliere un paese con almeno una petroliera (anche di un avversario). Non è obbligatorio, invece, che ci siano barili. Per quanto riguarda i paesi esportatori, chi posiziona prima la petroliera ha una prelazione sui barili presenti e quando questi vengono imbarcati devono essere esauriti tutti, a giro tra tutti i giocatori presenti con una petroliera su quel paese (il meccanismo ricorda il Sindaco di "Puerto Rico"). I barili imbarcati finiscono nella dotazione dei giocatori formando il "deposito".
- Sulla casella di vendita: in questo caso, sempre che i giocatori dispongano già di barili imbarcati nel proprio deposito, si fanno tante aste al ribasso quanto è il numero indicato sulla casella. Un primo lancio di dadi determina il paese importatore, un secondo (con un dado) il numero dei barili richiesti. Non è possibile vendere più barili di quelli richiesti ma è obbligatorio venderne il più possibile. Se sul paese importatore è presente solo una petroliera, il barile (che simboleggia mille barili) viene venduto al prezzo del greggio in quel momento, moltiplicato mille. Se ci sono più petroliere, scatta l'asta al ribasso (e qui, non espressamente vietati, e nemmeno contemplati, dal regolamento, possono scattare accordi più o meno taciti tra i giocatori sulla spartizione dei proventi - un vero e proprio cartello).

Le carte possono riportare indicazioni che valgono per tutti i giocatori (per esempio aumento o diminuzione della produzione), oppure possono riguarda solo il giocatore che l'ha pescata, che può utilizzarla durante la partita, oppure ancora Centrali a energie rinnovabili che (eventualmente potenziate da un ulteriore carta Ricerca) garantiscono delle rendite progressive, secondo il numero di centrali possedute, che vengono elargite dalla banca a ogni passaggio dal Via (ah, "Monopoli"...).
Sia le Centrali che le carte Ricerca vengono assegnate ai giocatori tramite un'asta al rialzo.
Tuttavia, dotarsi di Centrali, in rapporto all'investimento da sostenere, può non essere una buona strategia, e anzi è difficile che lo sia perché:
- per ottenere la rendita è necessario passare dal Via, e non è semplice fare un giro completo (anche se si fanno punteggi alti, la regola che impone la priorità di movimento all'ultimo sul circuito fa sì che si stia fermi anche più turni)
- per prendere altre centrali, il che moltiplicherebbe la rendita, occorre pescare le carte relative, il che implica un lancio di dadi doppio, aggiudicarsi l'asta... In definitiva, è poco probabile che accada.
Lo stesso autore, spiegando che il gioco non è orientato alle energie pulite ma al mercato del petrolio, suggerisce che si tratta solo di una diversificazione degli investimenti, che potrebbe essere una strategia vincente ma che non è affatto detto che lo sia.

Passare dal Via ha un altro effetto: per ogni giocatore che lo fa, si elimina dalle scorte un barile (due se si capita esattamente sulla casella). Simboleggia il progressivo esaurirsi delle scorte globali.

Condizioni di fine gioco:
- si pesca l'ultima carta del mazzo, ignorandone il contenuto (pressoché impossibile che accada)
- il prezzo del greggio arriva a 100 dollari (altamente improbabile)
- terminano le scorte di barili (decisamente probabile)

Vince chi ha più denaro alla fine, e solitamente si tratta di un capitale di molto inferiore a quello con cui si è partiti.

Considerazioni
Il gioco, purtroppo, è deludente. L'idea di fondo è buona e attuale, ma è resa male e la sensazione generale è che Petropoli sia stato pubblicato senza un'adeguata fase di pre-testing. Nel gioco si nota perché accanto a mancanze più sottili, emergono errori davvero marchiani, come la già citata assenza di tagli piccoli di banconote. In un'asta al ribasso, se uno chiama 60 e un altro 59, aggiudicandosela, cosa si fa? Si arrotonda di nuovo a 60? O peggio, a 50? Questo davvero non ha senso. Tutto sommato si può risolvere facilmente, procurandosi o fabbricandosi i tagli da 1000 e 5000, ma che assurdità!

Inoltre, il gioco può risultare assolutamente noioso per chi non gioca, avendo accumulato vantaggio sul circuito rispetto agli altri, e se i dadi non "girano" non si verrà coinvolti nemmeno nelle fasi di imbarco o vendita.

In generale, se non si capita in una casella di imbarco, è possibile che nessuno abbia barili da vendere, il che vanifica completamente le fasi di vendita, facendo perdere una gran quantità di turni. Nel frattempo, i barili si accumulano nei paesi esportatori e le scorte si assottigliano. Decisamente qualcosa nelle meccaniche non quadra o non è stato provato/bilanciato bene. Idem dicasi per il ruolo delle centrali a energie alternative e per le condizioni di fine gioco, due delle quali quasi impossibili da verificarsi, oppure per il fatto che spesso le partite si chiudono con un capitale inferiore a quello di partenza. Troppe cose sanno di riempitivo, o di provvisorio.
Anche la Editrice Giochi deve essersene accorta: Petropoli, al momento in cui viene scritta questa recensione (ottobre 2011) è già fuori catalogo e gli scaffali dei negozi abbondano di copie a prezzi di svendita. Peccato.

Nota: Si ringrazia l'utente Pigeon per la collaborazione.

Pro:

Materiali buoni.
Tematica di attualità.
Buoni i meccanismi di assegnazione per i barili prodotti e per quelli da vendere, se si accetta il peso determinante dei dadi (che comunque ha in buona misura effetti su tutti i giocatori).
Se riuscite a trovarne una copia in negozio, è probabile che la possiate prendere a prezzi stracciati.

Contro:

Regolamento e meccaniche di gioco parecchio carenti in alcuni punti chiave.
Incidenza della fortuna pesantissima.
Durata della partita eccessiva in rapporto all'effettiva azione dei giocatori, con numerosi tempi morti per chi non è di turno.
Mancanza dei tagli di banconote da 1000 e 5000.

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