Un sacco di profondità... e si scopre l'importanza della fruibilità.
Gioco interessante.
Un gioco astratto che fa leva su un forte mondo fantasy in cui terrificanti creature si scontrano
Nella scatola base trovate due eserciti identici, ovvero l'esercito dei draghi (uno rosso e uno nero). In questo modo è possibile giocare con le stesse unità, per imparare meglio il gioco e per pertire con le stesse possibilità.
L'asimmetria negli eserciti è invece demandata alle singole espansioni (per ora quattro, di cui posseggo le prime tre), che contengono un esercito in unica copia.
Il tavoliere è una griglia quadrettata 7x7. Nello scenario contenuto nella scatola base, si piazzano tre “punti di conquista” in tre caselle specifiche la centrale, più altre due, ciascuna spostata di lato, verso una delle fazioni. In questo scenario, una delle condizioni di vittoria è quella di occupare contemporaneamente, alla fine del proprio turno, tutti e tre questi punti. L'altra condizione, valide sempre per tutti gli scenari, è di arrivare per primi a 10 punti vittoria.
Altri scenari sono possibili con le espansioni: spesso danno vantaggi di qualche tipo e non necessariamente una condizione di vittoria alternativa, come invece in questo caso.
Ogni giocatore ha una riserva di 15 dadi da 6, che costituisce il suo esercito. Ogni faccia del dado rappresenta un tipo diverso di unità e ogni unità ha la sua carta di riferimento, con i relativi poteri.
Di base, infatti, è possibile:
I punti magia si ottengono tramite determinate unità (di solito i maghi/stregoni/sciamani, che sono sulla faccia 4) e vengono accumulati di turno in turno su in determinato contatore, parallelo a quello dei punti vittoria. Vengono poi spesi per varie abilità di alcune unità, tra cui i maghi stessi.
Il gioco va avanti con una mossa a testa da parte di ciascun contendente, fino a i 10 punti vittoria.
I punti vittoria, dicevamo, si ottengono eliminando i d6 nemici, ma di solito ogni esercito ha poi un sistema per ottenere punti vittoria provvisori, di solito grazie a qualche combinazione con la faccia 6 del dado, ovvero la creatura più potente (ad esempio: 1 punto per ogni coppia di 6 e di 2 in campo).Mai come in questo gioco un errore di paga caro. Se avete la bravura di mangiare un 6 nella riga più lontana da voi del campo di battaglia, quella presa vi vale 9 punti. Questo giusto per far capire come un paio di uccisioni, in DiceWar, possono bastare per vincere la partita e come, d'altro canto, un'uccisione ben piazzata può subito farvi recuperare molti punti vittoria.
Il setup è variabile e lo decide il giocatore: avete 10 punti da dividervi tra quanti dadi volete, piazzandoli nella striscia di campo colorata dal vostro lato. Così, ad esempio, potreste iniziare con due dadi da 4 e uno da 2, oppure due da tre e uno da quattro, o ancora uno da 1, uno da 2, uno da 3 e uno da quattro, ecc.
Le truppe possono poi evolversi, cambiando numero (spendendo punti magia), trasformarsi, scindersi, fondersi, ecc, a seconda della capacità del vostro esercito.
La scatola base fornisce due fazioni identiche proprio perché è difficile, all'inizio, tenere già sotto controllo ciò che può fare la propria, di squadra e sfruttarlo al meglio. I pezzi al suo interno hanno spesso combo e trasformazioni la cui utilità non è immediatamente evidente, ma lo diviene solo dopo qualche partita. Se anche l'avversario avesse subito un'intero altro esercito con capacità uniche, la partita sarebbe ancora più in salita.
Data infatti la letalità del gioco e il peso di ogni sbaglio, è fondamentale sapere bene tutto ciò che ogni pezzo può combinare in campo.
Le espansioni aggiungono nuovi stili:
Un buon gioco, anche se, per il tempo che posso dedicare io a un astratto, preferisco probabilmente altri titoli con regole più immediatamente assimilabili e sfruttabili.
Un sacco di profondità... e si scopre l'importanza della fruibilità.
Gioco interessante.
Acquistai a Essen "Roots of Mali", altra versione con la "stessa" meccanica e gli stessi componenti. Pur essendo un astratto, la grafica e l'idea richiamano cmq una tematica che molto marginalmente si sente.
Io lo trovo molto scacchistico. Peccato che l'ho giocato pochissimo. Sarebbe da approfondire maggiormente. Tra l'altro le partite sono abbastanza rapide.
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