Tokyo Highway: l’arte zen del traffico

Tokyo Highway Copertina
BGG, ITTEN, W.Eric Martin,

Il Giappone è un luogo strano: da una parte il futuro più fantascientifico possibile, dall’altra la tradizione più rigorosa. Da quale altro paese del mondo poteva arrivare un gioco astratto combinato con uno di destrezza?

Voto recensore:
7,5

Ascolto consigliato: Melt Banana - Candy Gun

Tokyo Highway è un gioco singolare. Pure il concetto stesso è alieno, come Rosenberg e innovazione. La ricetta è la seguente: prendi un astratto, togli buona parte dei vincoli spaziali e la griglia di movimento; aggiungi una dose di destrezza per far in modo che ogni mossa sia sudata e concludi con un paio di pinzette. Vediamo come funziona in dettaglio.

Lezione Zen numero 1

Non preoccuparti se non sai qualcosa; preoccupati piuttosto se non vuoi imparare.

Tokyo Highway (unica copia esistente al mondo)
In collaborazione con Anas, Aiscat e Algida
Siediti al tavolo di gioco con una persona di cui ti fidi, astenersi amici iperattivi e nervosetti, e inizia a costruire un’autostrada. Dalla scatola tira fuori i componenti: un set di cilindri a testa e una dozzina abbondante di stecchi del Cremino Motta colorati di grigio asfalto.

A un giocatore andranno le sobrie macchine blu istituzionale, all’altro quelle di un rosa shocking che l’automobile te la sei comprata in offerta al discount. Ah, e poi ovviamente ci sono due pinzette per gli ingorghi più catastrofici.

Scopo del gioco è liberarsi prima dell’avversario di tutte le macchinine, intasando le autostrade di Tokyo come se fosse appena uscito l’Iphone XX. Oppure far finire i piloni dell’avversario, togliendogli tutte le aspirazioni di entrare in politica dopo un onesto lavoro da impresario edile.

Si parte con due strade minacciose che si fronteggiano. A turno ogni giocatore prima piazza un nuovo pilone, che deve avere un'altezza esattamente di un cilindro in più o in meno rispetto all’ultimo collocato da quel giocatore. Dopodiché deve sistemare lo stecco del gelato tra i due piloni.

Nel caso in cui la via appena piazzata debba passare sopra o sotto una o più strade dell’avversario, si può piazzare una macchina sul tratto appena costruito per ogni strada avversaria attraversata. Ogni pilone ha solo un'entrata e una uscita, ma ogni giocatore ha una dotazione di tre magici cilindri gialli, depositari dell’antica saggezza, che -  oltre a sbattersene delle regole dell’altezza - permettono all’occorrenza di biforcare la strada.

Lezione Zen numero 2

Nonostante tu sia inciampato e caduto, ciò non significa che tu abbia intrapreso il cammino sbagliato.

Tokyo Highway
Art Attack!
La destrezza per un giocatore da tavolo: amata alla follia, oppure odiata dal più profondo del cuore. Mani tremolanti da vecchio ubriacone nel maneggiare pezzi troppo piccoli per dita troppo tozze, stress latente manco una maratona di Space Alert e, per concludere, grande mestizia nel vedere il proprio lavoro sprecato dopo il crollo di quanto precedentemente costruito, antitesi di ogni buon amante dell’engine building.

In Tokyo Highway, nel caso in cui il giocatore faccia cadere macchine o strade dell’avversario durante il proprio turno deve cedere all’altro giocatore un pari numero di blocchi di costruzione della sua riserva, giusta punizione per la sua inettitudine.

Lezione Zen numero 3

La tentazione di arrendersi è molto più forte quando si è in prossimità della vittoria.

Ed è cosi che almeno l’80% delle mie partite finisce.

Con la lingua a penzoloni, come un novello Michael Jordan nel momento del massimo sforzo, che con precisione pari ad un bradipo sotto Xanax provo a piazzare la strada più importante della partita: mi sfugge - chiudo gli occhi – imprecazione - riapro gli occhi - nuova imprecazione - concedo per manifesta impossibilità a rimettere a posto tutto.

E sì, perché se qualcosa cade, oltre che cedere i tuoi preziosi piloni, dovrai pure armarti dello spirito puro da monaco buddhista e ripulire il macello creato. Non penso riuscirò mai ad arrivare a questo stadio di illuminazione.

Lezione Zen numero 4

Non parlare, salvo che tu possa migliorare il silenzio.

Tokyo Highway
Due strade che si fronteggiano
Non sono un gran chiacchierone al tavolo da gioco, apprezzo il silenzio - e, ancor di più, adoro il rumore assordante degli ingranaggi dentro il cervello di quelli seduti al tavolo, che girano vorticosamente per sondare nelle pieghe della loro mente la miglior strategia possibile.

Ma Tokyo Highway è quasi inquietante. Nell’ambiente cala un silenzio quasi innaturale, rotto solamente da qualche onomatopea, usualmente di disappunto. Persino la soddisfazione nell’equilibrare una strada difficile è schiava del momento di assoluto bilanciamento cosmico che questo gioco crea.

Persino alla Gobcon, durante la partita con il signor Darcy, la gazzarra attorno a noi magicamente si è chetata.

Il silenzio permane... tranne quando ti piazzano una strada dove ti infastidisce di più. Lì vorresti alzarti in piedi e imprecare tutti i pantheon di tua conoscenza, perché è uno di quei piazzamenti che permettono di scombussolare il delicato equilibrio appena trovato.

Lezione Zen numero 5

Non è sempre nemico colui che segnala i tuoi difetti; non è sempre amico colui che parla delle tue virtù.

Tokyo Highway
Crollo
Se siete arrivati fin qui è possibile che vi siate fatti un'idea sbagliata. A me questo Tokyo Highway è proprio piaciuto.

Un gioco nato nel misterioso mondo del molteplice dove il tutto è maggiore della somma delle singole parti. Non sono un fan degli astratti e aborro i giochi di destrezza, ma questa miscela direttamente uscita dal calderone di una Onibaba è stranamente dolce. La completa libertà di piazzamento data ai giocatori è rinfrescante. E anche il non dover per forza ridere e sentirsi un po' sciocchi a mettere in equilibrio cose è quasi rinvigorente.

Certo bisogna entrare nella forma mentis adatta. Uno stato meditativo di completa rilassatezza ma con mani salde sul volante, sempre pronte a superare a destra l’altro giocatore incastrandolo in un ingorgo senza via d’uscita.

Il difetto più grosso? Se riuscite a far rimanere tutto in piedi rischierete di diventare degli Instagrammer patentati scattando più foto del risultato finale che un coppia di turisti giapponesi in piazza San Marco.

Corollario del signor Darcy alle cinque lezioni Zen

Quella macchina qua devi metterla là. Quella macchina là devi metterla qua.

In un mio confuso articolo a proposito di Tokyo Highway ho scritto che "non mi divertivo così tanto con una pinzetta dall'ultima volta che mi sono estratto un pelo incarnito nel collo." Nel frattempo ho dovuto estrarre delle schegge di legno dal palmo di una mano; ma, a parte questo, confermo tutto quanto.

Tokyo Highway ho voluto fortemente provarlo - ringrazio il buon Killa_Priest per avermelo proposto - e sono rimasto piacevolmente sorpreso di quanto intrigante e intelligente sia: è un giochino veloce, facile da metabolizzare e altamente stimolante - si differenzia dalle prugne secche per due motivi, uno dei quali è l'assenza del nocciolo.

Non aggiungo altro, perché nelle cinque tappe del percorso di meditazione che avete testé letto c'è già tutto quello di cui avete bisogno di sapere.

Ora che avete raggiunto la pace dei sensi, sappiate che il gioco è introvabile.

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Commenti

ahah, recensione del mese :D

si ma non si trova!

si ma non si trova!

certo: è una prova zen anche questa. 

Recensione bella e simpaticissima.

Se il gioco adesso è introvabile mi sa che comincerò con il mettere da parte gli stecchini dei ghiaccioli per impratichirmi...

:-)

Parliamo sempre del Magnifico 2018

Ahahaha, sta recensione è uno spasso, complimenti!

Spero a Play di riuscire quantomeno a provarlo.

Bellissima la recensione!

Bellissima recensione!

Concordo su tutto tranne che... non ci penso proprio a dare la vittoria se crolla la strada!

oddio stò a morì.......ahahhahaaahahah grandissima rece!

Bellissima recensione!

Concordo su tutto tranne che... non ci penso proprio a dare la vittoria se crolla la strada!

Livello di potere Zen + 12000 :D

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