Il gioco dura 9 turni, alle fine del nono turno chi ha più punti vince. I punti si guadagnano prendendo gemme. Le gemme si prendono finendo per primo o per secondo la propria tavoletta e pescando dal sacchetto.
All'inizio del gioco si forma un banco di 9 zaffiri e 9 ambre, servono per premiare i giocatori che in ogni turno finiscono per primi la loro tavoletta e anche per contare i turni di gioco.
Ad ogni turno, i giocatori pescano dal sacchetto delle gemme un esagono: ce ne sono 4, uno per colore di gioco. Ogni esagono indica ai giocatori quale colore terranno per quel turno. Ci sono numerose tavolette (più di quelle che servono per finire i 9 turni) e su ogni tavoletta è riportato quali pezzi di ognuno dei colori il giocatore deve prendere per "risolvere la tavoletta" (vedi dopo). Quindi, quando un giocatore sa che colore giocherà quel turno, semplicemente prende i pezzi adeguati e indicati e, appena girata la clessidra (eh, sì, è una sfida a tempo...), cercherà di risolvere la tavoletta. Risolvere la tavoletta vuol dire semplicemente riempire tutti gli spazi bianchi perfettamente utilizzando unicamente i pezzi indicati. In pratica un gioco ad incastro.
Il primo che completa la tavoletta grida "Ubongo" e prende lo zaffiro e una pietra a caso dal sacchetto; il secondo che finisce prende l'ambra e una pietra a caso dal sacchetto; il terzo e il quarto solo la pietra a caso dal sacchetto. Sempre che si sia risolta la tavoletta in tempo, ossia entro il limite della clessidra.
Le pietre sono 4: rubini (4 punti), zaffiri (3 punti), smeraldi (2 punti) e ambre (1 punto).
Fin qui il gioco è la copia di "Ubongo". Ed in effetti è così, cambia davvero molto poco.
Nel primo "Ubongo" c'era un grosso problema di aleatorietà nel prendere le gemme, fatto che veniva mitigato da una scelta simil-strategica; qui si è giunti alla pesca da un sacchetto, direttamente.
Nel primo "Ubongo" si tirava il dado per definire quali pezzi utilizzare per la tavoletta; qui si pesca un esagono.
Nel primo "Ubongo" c'erano due livelli di difficoltà, il semplice con 3 pezzi e quello complicato con 4, esattamente come in questo nuovo Ubongo Extrem.
Ma in Ubongo Extrem le cose sono davvero impegnative, davvero molto, appunto... estreme. Non abbiamo più figure geometriche semplici, ma una serie di pezzi deformi formati da esagoni. La difficoltà aumenta esponenzialmente e spesso non si trova la soluzione. Occorre molto occhio e intuito, molti pezzi sono davvero troppo piccoli per lo schema bianco e quindi potrebbero essere posizionati dovunque, tanto che alcune volte si va in confusione totale, anche al livello semplice. Di sicuro un buon allenamento e una pratica assidua permetteranno di trovare un modo meno faticoso e traumatico di giocare ad Ubongo Extrem, ma forse il bello è proprio la difficoltà elevata e il panico che alcune volte si prova.
Eh sì che l'indizio primo che mi doveva far sospettar qualcosa di brutto è il tempo della clessidra, che è stato aumentato vertiginosamente.

Giochi collegati:
Ubongo ExtremeScritto da SARGON il 05/02/2008
Voto recensore:
7,2Pro:
Molto difficile, ne garantisce longevità e quella sensazione di sfida continua.Le tavolette sono più di quelle che servono in una partita, questo garantisce ancor più longevità e vitalità al gioco.
Componentistica davvero ben fatta anche se manca della verve del primo "Ubongo".
Contro:
Solo fino a 4 giocatori.Sicuramente, dopo averci giocato molto, si perde gran parte del fascino iniziale.
Troppo aleatorio il sistema dei punteggi: pescare a caso da un sacchetto delle gemme con dei valori così distanti tra loro può rendere frustrante una partita.
Accedi per scrivere un commento
Puoi votare i giochi da tavolo iscrivendoti al sito e creando la tua classifica personale