Ubongo

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Ubongo
Voto recensore:
7,0
Ubongo... questa strana e curiosa parola tormenterà a lungo chi dovesse cimentarsi in questo gioco crudele e accattivante.

Descrivere Ubongo a parole non è facile: dire che ricorda il Tetris - poiché il set di tasselli dato ai giocatori ad inizio partita è effettivamente preso dal Tetris - è molto riduttivo.
Il gioco inizia componendo una plancia bucherellata dove andranno poste in maniera casuale le 72 gemme colorate. In fondo al tabellone si pongono le pedine dei giocatori e successivamente ad ognuno di loro viene fornita una piccola plancia con disegnato uno schema e 6 righe (o colonne a secondo di come lo si gira) che indicano dei pezzi del proprio set (3 nella versione base, 4 in quella avanzata). All'inizio di ogni riga c'è un simbolo che la identifica, gli stessi simboli che sono rappresentati sul dado.

Uno dei giocatori prende il dado, un altro (o lo stesso) la clessidra. Si tira il dado, si gira la clessidra e il round ha inizio. Ogni giocatore prende i pezzi illustrati nella riga indicata dal dado e deve incastrarli il più velocemente possibile nello schema disegnato sulla plancia. Chi ci riesce prima che la clessidra faccia il suo corso dice "Ubongo!", mentre chi non ci riesce non prenderà punti per questo round.
Una volta finito il tempo si prendono le gemme dal tabellone principale. Il primo che ha detto "Ubongo!" muove per primo la propria pedina fino a 3 spazi sul tabellone e prende le prime 2 gemme sulla colonna relativa. Il secondo muove fino a 2 spazi e prende le gemme, il terzo muove fino a 1 e l'eventuale quarto non muove e prende le gemme lì dov'è.
Il vincitore è colui che dopo 9 turni di gioco (o alla fine delle plance nella versione avanzata) ha più gemme di uno stesso colore. A parità si guarda il secondo colore di cui se ne ha di più, a parità anche di questo il terzo e così via.

Come ho detto all'inizio, descrivere a parole questo gioco non rende assolutamente la frenesia che inculca nei giocatori. Dover prendere rapidamente i pezzi e incastrarli nella propria plancia prima che il tempo finisca è molto più complesso di quanto sembri, soprattutto nelle prime partite. Più si gioca più l'occhio si abitua a girare le strane forme dei pezzi e più risulta quindi facile finire il puzzle.
E' uno di quei giochi che si amano o si odiano, soprattutto alla prima partita quando ogni incastro sembra impossibile.
Pro:
Componentistica e grafica molto curate.
Facile da spiegare e da giocare, ma assolutamente non banale da vincere.
Breve e divertente.
Contro:
Per chi rimane troppo indietro diventa molto difficile recuperare.
E' fondamentalmente un astratto e questo non piace a tutti.
C'è il tempo e anche questo può non piacere.
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