In Le Taverne di Valfonda, un titolo per 2-4 giocatori con una durata di 60-90 minuti, impersoniamo dei tavernieri occupati a servire birra e grappa ai clienti.
Il gioco in breve
Il gioco è composto da cinque moduli graduali, che vengono aggiunti ai precedenti, cioè non si può scegliere di metterne uno piuttosto che un altro, come in altri giochi, ma hanno un ordine. Nella recensione spiegherò la partita al primo modulo (base), poi gli altri.
L’idea del gioco è semplice: si pescano carte dal proprio mazzo fino a riempire tutti i tavolini della taverna e poi si fa il draft di dadi, che si usano sulle carte pescate o sulla plancia per produrre birra o soldi. Con questi ultimi si acquistano altre carte che forniscono bonus in partita e punti alla fine.
Ma spieghiamo con calma, partendo da quello che abbiamo davanti.
Innanzitutto
bisogna comporre la plancia personale inserendo negli spazi predisposti le tessere mancanti con il lato base rivolto verso l’alto: sono tutte stampate fronte/retro con un lato base e uno potenziato, e si migliorano in partita fornendo bonus permanenti.
Le tessere riprendono perfettamente il disegno della plancia e riproducono una vera taverna, facendo sì che l’ambientazione nel gioco si senta in ogni passaggio. Su di esse sono indicati il costo in monete per migliorarle e il bonus che forniscono quando vengono girate. In alcune troviamo indicato anche uno sconto: significa che, scartando una o più carte relative al bonus, il costo della carta viene detratto dal totale (ad esempio: migliorare il lavello normalmente costa nove monete, ma scartando il lavapiatti se ne pagheranno tre in meno).
La plancia è pensata in modo semplice ed efficace per piazzare accanto a ogni tessera le carte relative alla stessa. Le carte forniscono un bonus temporaneo e la tessera potenziata fornisce quello stesso bonus, ma permanente.
E ora passiamo a vedere le carte che sono di due tipi, clienti e aiutanti; il disegno indica il bonus fornito in partita e in alto viene indicato il costo in monete o birre e i punti vittoria di fine partita. I clienti si comprano con le birre, da tre a otto, se ne può prendere solo uno a turno, si attivano con una specifica faccia di dado per ricevere soldi e forniscono punti alla fine. Tra i clienti troviamo i nobili, che forniscono molti punti vittoria e si ottengono anche migliorando la plancia. Gli aiutanti si comprano con i soldi, da uno a sei, solo alcuni forniscono punti alla fine, non c’è limite a quanti se ne possano acquistare e possono essere restituiti ottenendo lo sconto per migliorare la plancia.
Come dicevo, le carte si piazzano vicino alle relative tessere, quindi ora le spiegherò insieme. In alto c’è la plancetta con i tavoli che serve a ospitare i clienti: migliorata, accoglie un cliente in più e accanto vengono poste le carte tavolino, su cui far sedere un altro cliente. A destra troviamo in alto la tessera e la carta della cameriera, che aggiunge un dado personale ogni turno e, migliorando la tessera, si ottiene una cameriera permanente. In basso ci sono la tessera lavello e la carta lavapiatti: questa permette di aggiungere un modificatore +1 al valore di un dado ogni turno e, migliorando il lavello, si ottiene il lavapiatti permanente. A sinistra troviamo in alto il magazzino delle birre, che migliorato aumenta la capienza, di fianco il birraio, che fornisce una birra a turno, e in basso la botte che fornisce una o due birre con accanto il fornitore che può raddoppiare il carico di birre in arrivo. Nella parte inferiore della plancia troviamo la cassaforte, che migliorata aumenta la capienza, e la tessera dell’oste che si migliora solo nelle partite avanzate. Al centro troviamo le tesserine cassa, che fornisce uno o tre soldi, e monaco, che permette uno o due avanzamenti sul tracciato del chiostro.
Quest’ultimo è uno dei tracciati che troviamo sul tabellone, quello del conta-turni con i bonus per ogni turno e il chiostro del monastero su cui, avanzando, si ottengono altri bonus (perlopiù carte gratis).
Per completare il set-up, ogni giocatore riceve il set iniziale di dieci carte uguale per tutti, quattro dadi neutri, tre del proprio colore e il piattino per tenerli. Il set di carte è composto da clienti (che forniscono soldi, ma non punti vittoria), un tavolo aggiuntivo, la cameriera e il carretto delle birre.
Il turno
- Si riceve il bonus di inizio turno, che può essere una carta, un dado aggiuntivo o un segnalino avventore: riprendendo l’idea del cliente occasionale che porta un vantaggio, in qualunque momento può essere speso per cambiare le carte pescate, se non piacciono, o avanzare di un passo sul tracciato del chiostro;
- si girano le carte dal proprio mazzo fino ad occupare tutti i tavoli, posizionando via via gli aiutanti negli spazi corrispondenti;
- ogni giocatore tira i dadi, sia neutri che personali, li piazza sul proprio piattino e ne sceglie uno, poi passa il piattino con i dadi rimanenti al giocatore a sinistra che a sua volta ne sceglie uno; si continua così finché i dadi non sono finiti e, a questo punto, ognuno decide come usarli;
- in ordine di turno partendo dal primo giocatore, ognuno consuma soldi e birre per comprare le carte che vengono rimpiazzate alla fine del suo turno.
Le carte acquistate si mettono coperte sul proprio mazzo di pesca e saranno le prime ad essere pescate nel turno seguente. In qualunque momento del turno si possono spendere soldi anche per migliorare una o più tessere della taverna: si girano sul lato potenziato e si riceve immediatamente un nobile da piazzare sul mazzo di pesca. I nobili sono clienti che, per non mischiarsi col volgo, occupano un unico tavolo e si impilano l’uno sull’altro: danno pochi soldi, ma forniscono dieci punti vittoria e possono essere acquistati anche con le birre.
Se le riserve di birra e soldi sono sature, l’eccedente viene perso.
Si scartano tutte le carte usate, si passa il segnalino primo giocatore e si ricomincia.
La partita dura otto turni e, alla fine, si contano i punti vittoria delle carte, mentre soldi e birre rimasti non danno niente e servono solo per lo spareggio.
Gli altri moduli
Come dicevo, i moduli sono graduali e vanno aggiunti uno per volta e in tutti si usa sempre il tabellone dal lato avanzato, che mostra i nuovi bonus.
Il secondo introduce i saltimbanchi e la grappa: solo in questo modulo si inseriscono, negli spazi mancanti del conta-turni, i segnalini grappa che si ricevono come ulteriori bonus tra i turni. I saltimbanchi sono segnalini fronte/retro che permettono di ottenere un vantaggio spendendo il distillato di cui sopra: quando si ricevono, si sceglie quale delle due azioni attivare in partita e non si può modificare la scelta.
Nel terzo modulo si gira la tessera inferiore della plancia, introducendo il percorso dell’oste: come ogni buon venditore, gira per il bancone servendo le chiamate degli altri clienti. A ogni turno il segnalino avanza di tanti passi quanto è il valore più basso di guadagno ricevuto tra birre e soldi, cioè, se si ottengono tre birre e due soldi, il segnalino avanzerà di due passi, ottenendo bonus diversificati, tra cui carte nobili. In più, viene aggiunto un mazzetto di carte che permette di far avanzare il segnalino.
Il quarto modulo rendere il gioco asimmetrico: da un ventaglio di carte, ognuno sceglie il proprio set-up iniziale che modifica le condizioni di partenza nelle carte del mazzo di partenza, migliorando subito la taverna o avanzando nel chiostro.
Nell’ultimo modulo troviamo il libro delle firme: la taverna si è ingrandita e ora i clienti lasciano un commento. Ogni volta che si compra un cliente, si riceve la sua firma, cioè un segnalino in base al costo pagato in birra (ad esempio, se la carta costa cinque birre, si piazza il segnalino sulla colonna del cinque) da piazzare sul proprio libro delle firme. Quest’ultimo è una plancetta con una griglia quattro-per-quattro, alcune caselle forniscono bonus immediati e si riceve un compenso completando righe o colonne. Inoltre, sul percorso dell’oste viene girato l’ultimo tassello che permette di ricevere un segnalino firma al passaggio.
Considerazioni
Il titolo mi è piaciuto moltissimo: equilibra ottimamente più meccaniche che apprezzo (
draft,
deck-building e dadi), creando un mix divertente e piacevole tra strategia e alea.
Nonostante sia ricco di fasi, il downtime è molto basso perché quasi tutte le fasi possono essere svolte in contemporanea, rendendo le partite veloci anche in quattro giocatori.
La scalabilità è buona: in due o quattro resta ugualmente strategico e tattico.
L’idea dei moduli graduali è carina e nuova: come dicevo, siamo abituati a moduli che si possono mescolare a piacimento; qui invece abbiamo una progressione che permette di approfondire il titolo (ad esempio, il secondo modulo “abitua” a conoscere la grappa). In più, proprio la sua gradualità permette che possa essere giocato da chiunque: il gioco è semplice e il modulo base può essere proposto tranquillamente anche a nuovi giocatori, mentre la partita completa risulta interessante e divertente per i giocatori esperti.
La variabilità è alta, grazie alla pesca delle carte e ai dadi.
Un’altra cosa che mi è piaciuta è l’utilizzo delle carte: in genere nei deck-building siamo abituati a poter usare le carte comprate solo quando il mazzo degli scarti viene mischiato e ad avere carte con punti vittoria che intasano il mazzo. Qui, invece, le carte si utilizzano subito e quindi diventa ancora più strategico il loro acquisto; le carte che forniscono più punti vittoria, ma meno vantaggio economico (i nobili), si possono impilare occupando meno spazio.
I materiali sono ottimi e resistenti (cartoncino rigido e robusto e carte di buona fattura), senza rischiare di “sbreccare” le tessere della plancia o rovinare le carte mischiandole. Gli spazi per le tessere sono perfettamente pre-sagomati.
Il regolamento è scritto bene, in modo chiaro e senza lasciare dubbi.
In sintesi, è un titolo che consiglio fortemente.