A&P Chronicles 2002-2003 (IV, 2)

Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 25 Dicembre 2005

Parte IV, Capitolo 2: L'Anauglath dei nani

Seduta del 18/12/2002

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Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 25 Dicembre 2005

Parte IV, Capitolo 2: L'Anauglath dei nani

Seduta del 18/12/2002

L'Anauglath dei nani

prima che tutti se ne fossero andati, chiesi a Frostwind la mia spada, che giaceva infoderata sul tavolo. Non appena il mago toccò l'oggetto, una scarica elettrica lo colpì con violenza, provocando un lamento di dolore. Mi scusai per l'accaduto (anche se non avrei mai immaginato che potesse verificarsi una simile cosa attraverso il fodero), ma mi era venuta in mente un'idea e volevo metterla in pratica durante la notte, prima di prendere sonno.

Feci avvicinare al mio letto un tavolo con sopra alcuni vasi di fiori, provocando la curiosità di Warnom, che tuttavia non ritenni di soddisfare al momento. Attesi quindi che Thorin si addormentasse, e quando udii il suo russare, impugnai la spada con la sinistra e mi concentrai sulla lama e sul potere che avevo visto evocare a Ob
Dentrix. 

Se quella spada era uguale a quella impugnata dal mio padre naturale, infatti, mi sembrava logico pensare che potessi evocarne gli stessi effetti, così cercai di ricordare il gesto che Ob Dentrix aveva fatto con la mano, poco prima di sollevarmi in aria e scagliarmi contro le rocce. Iniziai a muovere la mano davanti a me descrivendo un semicerchio, con l'intenzione di produrre una forza che spingesse i vasi a cadere dal tavolo, ma sulle prime non ottenni alcun risultato.

Incapace di provare sonno a causa della mia nuova idea, riprovai più e più volte, fino a quando la delusione per gli scarsi risultati iniziò a farmi sentire stanco. Fu proprio allora che mi sembrò di notare un lieve movimento su uno dei petali. Poteva trattarsi di un movimento dell'aria, certo, ma la finestra era chiusa, così come la porta, pertanto ritenni la cosa sufficientemente incoraggiante da indurmi a tentare ancora.

Ad un tratto, mi fu chiaro che al mio movimento i fiori si piegavano debolmente, risentendo della lieve forza che ero riuscito a generare. Soddisfatto e incoraggiato, tentai ancora, sperando di poter ottenere risultati più apprezzabili, ma evidentemente quelle strane pratiche richiedevano uno sforzo a me non familiare e presto fui esausto, così mi addormentai.

al mattino fummo svegliati da Warnom, che aveva portato alcune parrucche per tentare di sopperire al grave problema di Thorin. Entusiasta, il nano le aveva afferrate e si era precipitato da Adesir perché lo aiutasse a trasformarle in barba e capelli posticci.

Rimasto con Warnom, prima di scendere per la colazione lo pregai di far venire anche Frowstwind, poiché intendevo mostrar loro il debole potere che ero riuscito ad evocare dalla spada. Anche in questo caso riuscii a muovere leggermente i fiori, anche se dovetti ripetere la cosa, visto che in un primo momento i miei compagni non erano riusciti a cogliere il lievissimo spostamento. Notai lo sguardo di sufficienza di Frostwind, mentre solo il prete sembrava compiaciuto di quei risultati.

- Non male, considerato che non sei un mago - fu il commento di Warnom. Lo ritenni un incoraggiamento e mi feci aiutare ad alzarmi dal letto. Afferrai le grucce e ci recammo quindi a colazione.

Scendendo le scale, si poteva vedere la tavola imbandita, alla quale avevano già preso posto Adesir ed il Nano, che sfoggiava una capigliatura di colore rosso acceso, arrangiata in una sorta di caschetto da scudiero, con la riga in mezzo. La barba era dello stesso colore, e tutto l'insieme appariva evidentemente posticcio e alquanto ridicolo, per come conoscevo
Thorin.

Non riuscii a trattenere il riso, che mi provocò alcuni colpi di tosse, facendomi perdere la presa sulle grucce. In un attimo mi trovai seduto sulle scale con il fondoschiena dolorante, cosa ulteriormente peggiorata dal calcio che mi sferrò Frostwind per farmi notare l'inopportunità della mia reazione.

Infatti, Thorin si era offeso e sulle prime non mi rivolse la parola, girandosi dall'altro lato quando tentavo di parlargli. Adesir mi disse che ero un insensibile, e in realtà credo avesse ragione, ma la vista del nano combinato in quel modo era davvero una cosa ridicola, copsì che faticai per non ridere nuovamente.

Consumammo la colazione, durante la quale riuscii, un po' alla volta, a farmi perdonare da Thorin, assicurandogli che avremmo fatto di tutto per risolvere meglio il suo problema. Cercai di fargli notare quanto poco mi importasse del suo aspetto, dato che lo conoscevo come un amico fidato ed un guerriero coraggioso ed affidabile. La cosa lo rincuorò un poco, ma sapevo di non poter comprendere appieno il suo dramma e sarebbe comunque stato necessario risolvere seriamente quella situazione. Frostwind, dal canto suo, promise che avrebbe fatto di tutto per trovare una soluzione ricorrendo alle sue arti.

quando Shair ci raggiunse, avevamo terminato la colazione e ci recammo nella sala sul retro cove eravamo orami soliti tenere le nostre riunioni. Ero certo che ci avrebbe assegnato un nuovo incarico, ma stavolta non ero affatto sicuro che avrei accettato. I misteri, i segreti, le rivelazioni che avevo loro estorto quasi a forza, mi facevano ora dubitare sia di Shair che di Guglielmo, ponendomi costantemente dubbi che erano alimentati anche dalle parole di Ob Dentrix. In fin dei conti era mio padre, non potevo ignorare la cosa.

- Vigassian ci fa sapere che ha bisogno di garanzie - esordì Shair, esponendo la situazione. - Ora che i suoi rapporti con Themanis si sono incrinati, occorre prepararsi al peggio, considerando anche la necessità di un supporto militare, oltre che logistico.

Fece una breve pausa, mentre tutti noi cercavamo di indovinare dove avrebbe portato quel discorso. Io avevo preso posto in una posizione più laterale degli altri, ed ascoltavo quasi con indifferenza, chiedendomi se tutte quelle cose dovessero riguardarmi o meno.

- E' nostra intenzione chiedere l'appoggio dei nani di Bar-Arghal - continuò la donna, suscitando a questo punto un maggior interesse, in particolare da parte di Thorin. - Come ben sapete, si tratta di una razza che da tempo rifiuta contatti con l'esterno, e sarà difficile anche solo il riuscire a farsi ricevere da loro, affinché vaglino le proposte di una nostra delegazione. Tuttavia, abbiamo disperatamente bisogno di riuscire in questa missione, perché anche le forze di Bor-Sesirim non possono essere sufficienti allo scopo.

Ovviamente, il nostro ruolo questa volta sarebbe stato quello di recarci a Bar-Arghal per contattare i nani, ed allo scopo Guglielmo consegnò a Frostwind quello che doveva essere il nostro lasciapassare. Si trattava di un nastro lucido sul quale erano intessute numerose rune del tipo che era solito usare Thorin quando scriveva, spigolose e simili a zampe di gallina. Notai che il nano fu molto colpito alla vista dell'oggetto.

In effetti, come seppi più tardi, il nastro veniva chiamato "Anauglath" ed era in realtà una Cintura dell'Amicizia dei Nani, che veniva concessa, in rarissimi casi, ai pochi individui che in qualche modo si erano dimostrati degni della stima di questo fiero popolo. Certamente, un simile lasciapassare costituiva la miglior presentazione possibile nei confronti degli abitanti di
Bar-Arghal!

Mi resi conto che i miei compagni, con la sola eccezione di Warnom, sembravano dare per scontata la nostra accettazione di quel nuovo incarico. Thorin sembrava almeno incuriosito, mentre Adesir e Frostwind avevano chiaramente già deciso, visto che parlavano del mese di viaggio necessario, dell'equipaggiamento e cose simili. Warnom si mostrava incerto, anche se lo ritenni comunque favorevole.

- Mi auguro che Gawain voglia accettare di far parte della spedizione - disse ad un tratto Guglielmo, consapevole del mio cambiamento d'animo nei suoi confronti e in quelli dell'intera organizzazione di
Shair.

- In realtà - dissi - sono molto confuso per ciò che è successo e per le cose che ho scoperto di recente, e sono sincero nel dirvi che non riesco a trovare molte ragioni per fidarmi di voi più di quanto non dovrei fare nei confronti di Ob
Dentrix...

Vi fu una pausa, durante la quale vidi i miei amici voltarsi verso di me. Warnom e Frostwind commentarono dicendo qualcosa a proposito del fatto che sembravo voler difendere Ob Dentrix, ignorando che il legame di sangue non aveva certo impedito al themanita di mandarmi quasi all'altro mondo. Non diedi ascolto e mi sembrò che Guglielmo e Shair attendessero che completassi il mio pensiero.

- Tuttavia - proseguii - so per certo che posso fidarmi di questi leali compagni. Pertanto, se loro hanno deciso di partire e se la mia spada può esser loro d'aiuto, li seguirò a Bar-Arghal in nome della nostra amicizia.