Le Cronache della Rinascita
dagli scritti di Aurelian il Vecchio - 7 Luglio 2120
Parte II, Capitolo 5: "La fine degli Schiavi delle Foglie"
Seduta del 15/06/2004
La fine degli Schiavi delle Foglie
il
mattino giunse rapido ed improvviso dopo la nottata densa di avvenimenti che non
aveva concesso a molti di riposare decentemente. Uno dopo l'altro, chi prima e
chi dopo, i protagonisti del combattimento notturno si ritrovarono nella sala
principale del Pesce Baleno, per consumare la prima colazione. Del nano Terdet
non v'era traccia, ma la sua assenza non fu notata da nessuno, mentre Hond, che
inizialmente aveva preso posto ad un tavolo distante da quello del gruppo, fu
invitato ad unirsi a loro.
L'esmeldiano
era un uomo assai robusto e dal fisico massiccio, portava una corta barba
meticolosamente curata ed i lunghi capelli biondi, liberi nella parte superiore
della testa, erano raccolti in numerose piccole trecce che spuntavano dal lato
posteriore della nuca. I suoi movimenti eleganti, il modo di vestire e quello di
parlare evidenziavano, con ogni probabilità, una discendenza aristocratica, i
cui legami con il culto di Elendos erano evidenti per via dei simboli che
portava sugli abiti ed al collo. Non appena Hond si sedette al tavolo accettando
l'invito di Merpol, Krilzit si alzò e fece cenno di allontanarsene.
Fra
i due, ovviamente, non poteva correre buon sangue, e non solo per via del
tentato attacco dell'esmeldiano contro l'Elfa Oscura durante l'agguato notturno.
In realtà c'era molto di più fra loro, un odio antico che contrapponeva da
sempre i fedeli di Elendos, dea della luce e del sole, a quelli di Fuinwen, dea
delle profondità sotterranee e del buio. Krilzit venne trattenuta da Gelgoog,
il quale cercò di mitigare il loro scontro silenzioso e fatto di sguardi
minacciosi, eppur carico di tensione pronta ad esplodere. Anche Merpol cercò di
conciliare la presenza dei due, i quali, infine, accettarono di sedere allo
stesso tavolo, sia pur senza mettere da parte le reciproche antipatie, complice
la disponibilità dell'esmeldiano il quale, nonostante la sua religione, ben
conosceva la possibilità di incontrare dei Drow in terra Romeldana ed arrivò
al punto di scusarsi, a denti stretti, per l'attacco tentato contro Krilzit.
Le
numerose fette di torta che Marco Pedio portò loro come colazione ebbero
l'effetto di distendere un po' gli animi, sebbene fossero decisamente
insufficienti per l'appetito del nano e del mezzuomo, ma del resto gran parte
della dispensa era stata saccheggiata da Merpol e Terdet durante la notte,
subito dopo il combattimento, mentre l'oste ed i suoi inservienti si davano da
fare per risistemare i locali sperando che non fosse necessario avvisare le
autorità. E fortunatamente, fino a quel momento non ve n'era stato bisogno.
Nessuno degli ospiti del Pesce Baleno aveva manifestato simili intenzioni, e
forse Marco Pedio non avrebbe dovuto fornire imbarazzanti spiegazioni a nessuno,
lasciando calare il silenzio sull'intera vicenda, che comunque gli creava
qualche nervosismo di troppo, come parve evidente dal suo comportamento assai
meno cordiale del solito.
A
parte Jack che aveva trangugiato qualsiasi cosa vi fosse nel piatto, gli altri
componenti del gruppo seduto al tavolo ebbero la sorpresa di trovare un piccolo
pezzo di pergamena che fissava l'appuntamento con i misteriosi datori di lavoro,
che si firmavano semplicemente con le iniziali "M" ed "F".
L'appuntamento era per la terza ora, subito dopo il pranzo, alla bottega
dell'armaiolo. Tranne che per Merpol e Hond, tutti i messaggi ricordavano di
portare la fialetta contenente la magia del Guerriero di Ferro, a testimonianza
del fatto che fossero proprio Flavius e Marcellus ad aver cercato quel contatto,
peraltro preannunciato.
C'era
ancora tempo, prima dell'appuntamento, e tutti avevano qualcosa da fare. Jack si
dileguò, quasi non visto, mentre ancora gli altri parlavano del da farsi,
concordando infine su una visita al tempio di Hoadun per constatare le sorti di
Foraeean, sul quale non avevano saputo più nulla, pur non nutrendo alcuna
ottimistica speranza.
quando
il gruppo giunse al tempio di Hoadun, vi incontrò Jack che stava venendone via,
il quale si premurò di informare gli altri di aver già chiesto informazioni
sul vecchio. Foraeean era morto, e il mezzuomo si premurò di condurre gli altri
attraverso la porta che conduceva al piccolo cimitero sul retro del tempio, dove
si fermò in prossimità di una tomba la cui terra era chiaramente stata smossa
di recente. Solo Gelgoog sulle prime non seguì gli altri, preferendo sincerarsi
di persona con uno dei canonici, che tuttavia non poté che confermare il
decesso dell'uomo.
Vi
fu una breve sosta davanti al tumulo del vecchio mendicante, dove ciascuno
rimase per qualche istante immerso nei propri pensieri, chi ricordando l'amico,
chi invocando la benevolenza degli dei, chi semplicemente in rispettoso silenzio
pur non avendo mai conosciuto Foraeean, come Hond. Merpol, alla maniera nanica,
consumò la birra e lo scarso cibo che aveva portato con sé, per raccomandare a
Morgrim lo spirito del defunto Foraeean, che non essendo un nano non poteva
certo essere ammesso alla Grande Fucina del dio, ma quantomeno avrebbe ricevuto
da lui un'adeguata presentazione grazie a tale generosa intercessione.
Usciti
dal tempio, gli avventurieri si separarono, dopo essersi dati appuntamento al
posto convenuto dal messaggio che tutti avevano ricevuto. Jack si dileguò
ancora una volta per conto proprio, mentre Gelgoog esplorò il mercato alla
ricerca di qualche esperto di erbe che potesse dargli maggiori informazioni
sulla misteriosa fogliolina da cui dipendevano, ma senza esito alcuno. Krilzit e
Merpol tornarono al Pesce Baleno, mentre Hond preferì restare nel centro
cittadino. All'ora del pasto, l'esmeldiano era ancora in giro e la sua ricerca
di un locale di buona qualità lo portò al "Cervo Spezzato", dove
consumò di gusto un sontuoso pasto assai ricercato, riflettendo su come avrebbe
fatto per pagare il conto.
Infatti,
nella confusione notturna, Hond aveva dovuto constatare la sparizione della
sacca di denaro che aveva con sé, per un ammontare di circa duecento leoni
d'oro esmeldiani, una cifra davvero ragguardevole che avrebbe fatto gola a
chiunque. I suoi sospetti si erano concentrati, ovviamente, sul mezzuomo, ma
l'elfo silvano era stato pronto a scagionarlo sostenendo che Jack si fosse solo
premurato di mettere al sicuro la somma quando Hond aveva perso conoscenza, per
impedire che qualcuno lo derubasse. Purtroppo, però, le cose non stavano così.
Quando aveva chiesto la restituzione del denaro, il mezzuomo aveva detto di
averne fatto donazione al tempio per pagare i servizi eventualmente necessari
perché si prendessero cura di Foraeean, tuttavia la misera sepoltura che aveva
visto non poteva certo giustificare una simile spesa, e i preti lo avevano
incastrato, per colpa di Jack, ringraziandolo pubblicamente per la generosa
donazione ricevuta.
Hond
trasse un sorso della birra degli Altocolli tentando di reprimere un sorriso che
gli veniva spontaneo nonostante la consapevolezza che qualcuno si fosse preso
gioco di lui. Il mezzuomo era stato davvero astuto, doveva riconoscerlo, ma lo
avrebbe ripagato con la stessa moneta. Chiamò l'inserviente e lo convinse ad
accettare in pegno la sua spada, il cui valore superava grandemente quello del
pasto consumato, garantendo che avrebbe provveduto al riscatto entro la sera
stessa.
-
Mandate il vostro corriere al Pesce Baleno questa sera - disse all'uomo, -
Ditegli di chiedere di Jack, lui salderà il conto per me. Passerò io domani
per riprendere la spada...
alla
terza ora si trovarono tutti davanti alla bottega dell'armaiolo, che si trovava
ad un angolo del lato settentrionale della grande piazza del mercato, un po'
fuori dalla grande confusione che vi regnava. La bottega era chiusa, così chi
vi giunse prima pensò che fosse il caso di attendere l'apertura, ed ebbe modo
di essere raggiunto dagli altri. Ma quando l'ora dell'appuntamento era già
passata da un po' e l'armaiolo sembrava non volerne sapere di riaprire la sua
bottega, qualcuno trovò un nuovo messaggio accuratamente nascosto fra le
fessure della parete lungo il lato sinistro del pesante uscio di legno.
"Fra una clessidra ai bagni termali, fate presto" diceva il messaggio,
anche se né Merpol né Hond potevano conoscerne l'ubicazione. Era evidente che
dovessero seguire gli altri.
Per
Gelgoog e Jack, che già conoscevano la strada, fu subito evidente che non c'era
tempo da perdere, dato che il posto si trovava fuori città e una clessidra di
tempo sarebbe bastata a malapena, procedendo speditamente. Il gruppo fece
ritorno al Pesce Baleno, dove Marco Pedio non seppe nascondere una certa
soddisfazione nel vedere gli avventurieri prendere tutte le loro cose, come se
fossero in procinto di lasciare la città. Fu un po' meno contento di dover
accondiscendere alla richiesta di un carro, che concesse malvolentieri,
costringendo il gruppo ad accettare uno dei suoi garzoni come conducente, quale
garanzia per poter rientrare in possesso del mezzo.
In
breve, il carro si allontanava verso le porte meridionali di Meldanos, seguito
da Hond che montava il suo destriero, ma non da Gelgoog li avrebbe raggiunti in
seguito. Durante i preparativi, infatti, l'elfo silvano aveva notato il fodero
vuoto che pendeva dalla cinta dell'esmeldiano, ed era venuto a conoscenza del
pegno che questi aveva lasciato al "Cervo Spezzato" come pagamento per
il pranzo consumato. Nonostante la resistenza dello stesso Hond, Gelgoog non
aveva voluto saperne di desistere dal proprio intento di saldare lui il conto
per riscattare l'arma del cavaliere, non potendo certo immaginare che questo
rovinava, almeno in parte, i suoi propositi di parziale vendetta nei confronti
di Jack. Alla fine Hond fu costretto a cedere, e il silvano si separò dal
gruppo in sella al suo cavallo per la sua missione.
Quando
Gelgoog raggiunse il carro, questo aveva già percorso un tratto di strada
superiore a quello che si aspettava. Alla guida non c'era più il garzone del
Pesce Baleno, che veniva trattenuto da un lato nella possente morsa del braccio
sinistro di Merpol. Con l'altra mano, il nano cercava di tenere Jack ancorato al
sedile dal quale conduceva il carro facendo schioccare le briglie e emettendo
grida di soddisfazione e di incitamento all'indirizzo dei cavalli. Evidentemente
la guida del garzone doveva essere troppo cauta per i tempi a disposizione!
Riducendo
un po' la velocità per evitare la rottura di una ruota, il gruppo nuovamente
riunito giunse infine allo stabilimento termale, dove l'uomo di guardia
all'ingresso principale li scrutò per un attimo prima di scomparire
all'interno. Tornò dopo pochi istanti, facendo loro cenno di dirigersi verso un
lato dell'accampamento, dove in quel momento si stava aprendo una porta
altrimenti invisibile lungo il fianco della palizzata. Un uomo con una tunica
rossa gli faceva cenno di dirigersi da quel lato.
Lasciati
il carro ed i cavalli che non potevano passare dalla stretta apertura, gli
avventurieri entrarono all'interno, trovandosi in un ampio cortile dove li
accolse l'enorme gladiatore dall'aspetto poco intelligente che qualcuno di loro
aveva già conosciuto all'epoca del loro primo incontro con Flavius e Marcellus,
mentre l'altro uomo scomparve dietro una porta. Rimasero in attesa per qualche
istante, quindi vennero invitati ad entrare in un locale interno, dove si
accomodarono attorno ad un lungo tavolo dove trovarono già seduti i due
Romeldani più un terzo uomo.
Flavius
e Marcellus attesero che tutti prendessero posto, prima di dare loro il
benvenuto. Lo sconosciuto al loro fianco aveva destato la curiosità di Krilzit
e Gelgoog, i quali trovavano in lui una somiglianza con qualcuno di loro
conoscenza, anche se sulle prime non seppero di chi si trattava.
-
Avete visto? - disse Jack ad un tratto, rompendo il silenzio. - E' incredibile
quanto somigli a Foraeean senza capelli né barba!
A
quella rivelazione, tutti provarono una strana sensazione di inquietudine.
non
ci volle molto perché i loro sospetti, accennati da Jack, trovassero conferma.
Non appena il vecchio li salutò, riconobbero nella sua voce quella dell'anziano
mendicante di cui solo poco prima avevano visitato il tumulo, anche se
l'intonazione sembrava in qualche modo più giovanile di prima. La cosa
contrastava nettamente con il suo aspetto. A vederlo così, completamente privo
non solo dei capelli e della barba, ma anche delle ciglia e sopracciglia, l'uomo
appariva più vecchio che mai. Le rughe profonde che solcavano il suo viso, le
palpebre rilassate e le vistose occhiaie che si trasformavano in borse rigonfie
sotto i suoi occhi lo facevano sembrare invecchiato di vent'anni, nonostante
fosse evidente che si trattasse proprio di Foraeean.
Flavius
e Marcellus lasciarono qualche istante al gruppo, mentre le domande su come
fosse possibile quella straordinaria apparizione si sommergevano le une alle
altre. Ma neanche lo stesso Foraeean si premurò di spiegare come fosse
possibile un simile prodigio, limitandosi solo a confermare che il suo ritorno
certamente non era stato privo di conseguenze, come si poteva notare dal suo
aspetto fisico. Non confermò la convinzione di chi, come Hond, pensava che i
chierici di Hoadun avessero risorto il vecchio dalle tenebre della morte, né
quelle di chi, come Jack, si limitava a pensare ad un banale errore di
valutazione sulle condizioni dell'uomo dopo il combattimento in cui era caduto.
In realtà vi erano cose più importanti di cui discutere, e sia lo stesso
Foraeean che Flavius e Marcellus furono abili a cambiare argomento in tal senso,
preferendo affrontare i dettagli della missione ormai completata.
-
Come prima cosa, dovreste darci la fiala che era l'obiettivo della missione -
annunciò Marcellus, lasciando subito intuire la cosa che a loro premeva
maggiormente.
-
La fiala ce l'abbiamo e ve la daremo, ma prima dobbiamo parlare di alcune
condizioni - Foraeean ne approfittò per mettere in atto quanto aveva lungamente
pianificato. Mentre Gelgoog si premurò di spiegare agli ignari Hond e Merpol di
cosa si trattasse, dato che non sapevano nulla della questione, il vecchio
andava avanti illustrando quanto aveva da dire. In primo luogo, disse, avrebbero
dovuto essere liberi di agire senza la minaccia ed il ricatto del veleno che era
nei loro corpi, solo allora avrebbero consegnato la fiala.
Seguì
una animata discussione in cui, per alcuni istanti, nessuna delle due parti
sembrava voler cedere all'altra, con sporadici interventi di Hond e Merpol che,
pur non capendo il motivo della loro presenza, sembravano voler capire di più
dell'argomento. In quella discussione fu subito chiaro che l'incontro aveva un
duplice scopo, da un lato concludere la missione iniziale, e dall'altro
discutere del futuro, in cui evidentemente dovevano essere coinvolti anche il
nano e l'esmeldiano. Paradossalmente, prima che si raggiungesse un accordo per
la riconsegna della fiala, fu stabilito un aumento del compenso futuro per il
gruppo, che veniva praticamente triplicato, arrivando alla ragguardevole cifra
di trenta falchi d'oro romeldani al mese.
Per
quanto si trattasse di un'offerta invitante, la cosa non poteva interessare Hond,
che ci tenne a precisare come non fosse un volgare mercenario e che la sua
presenza era stata richiesta per ragioni più importanti che avrebbero
costituito la sua reale motivazione per partecipare ad un'eventuale missione.
Tuttavia, Flavius e Marcellus chiarirono che non si sarebbero affrontate le
questioni future se prima non si fosse conclusa la faccenda della fiala, che
tornò quindi ad essere discussa.
I
due romeldani, alla fine, compresero che dovevano concedere qualcosa al gruppo,
altrimenti non se ne sarebbe mai ottenuto nulla. Da alcune loro parole sembrò
evidente che sapessero di non poter entrare in possesso della fiala con la
forza, dato che erano al corrente del fatto che Foraeean l'avesse occultata
magicamente, come fu evidente quando riconobbero per falsa quella che
astutamente Gelgoog cercò di consegnare loro. Tuttavia, era evidente che non
conoscevano l'ubicazione della vera fiala, e questo metteva il gruppo in una
situazione di forza.
- E
sia! - disse ad un tratto Marcellus. - Avete la nostra parola che sarete
liberati dagli effetti del veleno e dalla dipendenza dalle foglie magiche, non
appena ci consegnerete la fiala.
-
Ebbene, non dubito della vostra parola e questo ci basta, ma c'è comunque un
problema - rispose Foraeean, tamburellando con le dita sul tavolo. - La fiala
non è con noi e non possiamo averla prima di un certo tempo, circa una decina
di giorni, direi...
Il
significato delle parole di Foraeean fu presto chiaro ai due romeldani. Il vero
problema, infatti, non era "dove" si trovasse la fiala, ma
"quando" essa si trovasse. Il vecchio aveva fatto uso della sua
conoscenza delle rune del tempo, per dislocare provvisoriamente il prezioso
oggetto in un altra epoca, in modo tale che questa scomparisse fisicamente dalla
nostra realtà. L'annullamento di un simile incantesimo era fuori dalla portata
dello stesso mago, e non v'era altra soluzione che attendere il tempo
prestabilito perché si potesse nuovamente disporre dell'oggetto così
astutamente occultato. Ad ogni modo sembrò che lo scambio reciproco della
propria parola fosse ritenuto da tutti sufficiente per accordarsi, così il
vecchio si premurò di dare a Flavius e Marcellus una breve nota sulla quale
aveva appuntato il momento ed il luogo esatto in cui sarebbe stato possibile
prendere possesso della fiala.
L'accordo
metteva fine, sostanzialmente, alle questioni relative alla prima missione del
gruppo, operazione nella quale sia Hond che Merpol non avevano avuto alcun ruolo
ufficiale. Mentre Flavius si premurò di consegnare a chi ne aveva bisogno una
nuova foglia magica, stavolta di colore rossastro, che era l'antidoto al veleno
da cui erano stati infettati, la discussione si spostò al nuovo ruolo del
gruppo ed ai suoi nuovi componenti.
Con
soddisfazione, Foraeean inghiottì una delle foglie, imitato da Jack e Gelgoog,
lieti di liberarsi dall'odioso ricatto cui erano dovuti sottostare fino a quel
momento. Anche se non provarono alcuna sensazione fisica particolare, la
convinzione di essere finalmente liberi e padroni delle proprie scelte diede
loro un miglior stato d'animo per affrontare il seguito dell'incontro.
Solo
dopo che ebbe constatato l'assenza di qualsiasi effetto indesiderato sugli
altri, anche Krilzit allungò una mano e prese anche lei una delle foglie
rossastre.
l'argomento
che fu introdotto da Marcellus era sorprendentemente lo stesso di cui gli
avventurieri stavano per parlare, riferendo della torre misteriosa nella quale
avevano avuto il loro primo incontro con le creature preumane. Fu a questo
proposito che i due romeldani sottolinearono come non fosse casuale la presenza
nel gruppo di almeno un rappresentante di ognuna delle principali razze di
Terala: c'erano ovviamente gli umani, più numerosi, i nani, gli elfi, compresi
i Drow, e perfino i mezzuomini.
-
Dalle nostre reti di informazione, ed in particolare dalle spie che sorvegliano
le forze di Themanis, abbiamo avuto sentore che vi possa essere un pericolo che
ci coinvolge tutti - aveva iniziato Marcellus con aria seria. - Sembra che dopo
oltre cinquecento anni in cui non si è più sentito parlare di loro, i preumani
possano tornare a costituire una minaccia per tutti i popoli di Terala, a causa
dell'indebolimento del bando magico che fu posto a barriera nei loro
confronti...
-
Impossibile - interruppe Merpol - i portali di bronzo furono forgiati dallo
stesso Morgrim nella sua fucina, e non si possono indebolire!
-
Per la verità, mastro nano - gli fece eco Hond, - non si trattava di portali ma
di una barriera di luce che fu creata da Elendos la Splendente per tenere i
preumani fuori dal nostro mondo...
-
Avete entrambi torto ed entrambi ragione - Flavius si introdusse nella
discussione prevenendo la replica del nano che già stava montando su tutte le
furie. - Il bando fu posto per tramite dei Giovani Dei attraverso lo
sforzo congiunto di membri delle varie razze, pertanto è più che plausibile
che ciascuno abbia contribuito per la propria parte nel modo più opportuno. In
realtà non sappiamo con certezza in cosa consista il divieto, né se sia un
qualcosa di fisico e in questo caso dove esso si trovi posizionato. Ma è
possibile anche che sia il portale di bronzo di Morgrim cui si accede da una
colonna di luce di Elendos e alle cui spalle vi sia una voragine fatta da
Fuinwen e così via, tanto per fare un esempio...
L'intervento
sembrò placare la disputa teologica, tornando a portare l'attenzione
sull'argomento principale.
-
In realtà qualche indizio lo abbiamo avuto anche noi, casualmente - disse
Gelgoog, premurandosi di raccontare l'episodio della torre, cui Flavius e
Marcellus sembrarono prestare molta attenzione, soprattutto quando l'elfo parlò
dei documenti che avevano reperito e che Krilzit aveva in custodia. Subito
Flavius si mostrò interessato alle pergamene, e chiese di poterle vedere,
dichiarandosi in grado di poter tradurre perfettamente quanto vi era scritto.
Krilzit si mostrò riluttante, mentre la discussione prendeva altre strade.
Era
evidente, come sottolineò Marcellus, che la questione era della massima
gravità e riguardava tutta Terala, incluse le popolazioni e le razze meno
gradite come i themaniti stessi e gli Elfi Oscuri. Ma era altrettanto evidente
che, senza delle prove, nessuno avrebbe mosso un dito per fare qualcosa, poichè
i regni e le popolazioni moderne erano troppo presi dalle proprie vicende
interne e dagli interessi di potere, per dare credito a voci e leggende senza
valore. Quello era dunque lo scopo della nuova compagnia, appositamente formata
da elementi di ogni razza proprio per acquistare credibilità una volta che
avessero trovato le prove della minaccia in corso.
-
Proprio per questa vostra eterogeneità siete i più indicati allo scopo - disse
Marcellus, indicandoli uno ad uno. - Ciascuno di voi avrà un ruolo, nel
tentativo di ripercorrere ciò che fu fatto dalle vostre razze per mettere in
opera il divieto, per capire di cosa si tratti, se questo è davvero in pericolo
e in tal caso se possiamo fare qualcosa per rinforzarlo o se dobbiamo
rassegnarci ad una nuova era di invasione da parte delle creature dell'Antico.
Per
molti dei presenti quelle erano motivazioni più che valide per giustificare un
coinvolgimento assai maggiore di quanto sarebbe stato possibile con la minaccia
del veleno. Per gli altri, forse bastava la paga promessa, di gran lunga
superiore a quella di un prestigioso ufficiale di cavalleria. Hond che aveva
disdegnato l'argomento denaro sottolineando che non era lì per fare il
mercenario, sembrò ora farne una questione personale.
Flavius
tornò a chiedere di poter esaminare le pergamene che aveva Krilzit, dato che
potevano avere già in mano alcune prove importanti di ciò che li attendeva. Ma
prima che la Drow potesse rispondere, Foraeean interruppe il discorso.
-
Prima di fare qualsiasi cosa, dobbiamo poterci fidare di noi stessi. Voglio che
ciascun membro di questo gruppo dia la propria parola che opererà e
collaborerà con gli altri per il solo scopo della salvezza delle razze, se
questa è compromessa, che sia disposto a rischiare la vita per gli altri e che
non abbia azioni ostili verso un altro componente della compagnia - disse
Foraeean, squadrando i suoi compagni, mentre tendeva la mano verso il centro del
tavolo.
-
Io giuro e dò la mia parola che queste saranno le mie intenzioni e che se
qualcuno dovesse causare danno ad un altro membro del gruppo, la sua morte
diventerà il mio solo scopo di vita! - concluse solennemente il vecchio, unica
voce nel silenzio che era sceso nella sala.
Vi
fu un momento di incertezza, dovuto probabilmente all'impegno che quel
giuramento richiedeva da parte di chiunque desse un peso alla propria parola.
Quindi, Jack fu il primo a posare la mano su quella di Foraeean, dando la sua
parola. Subito dopo, anche Gelgoog fece altrettanto e Hond giurò in nome di
Elendos che non sarebbe stato da meno, impegnandosi inoltre anche nei confronti
di Krilzit, che da questo momento avrebbe chiamato per nome anziché con il
generico "quella" che era solito usare.
Infine,
forse un po' più incerta degli altri, anche la Drow si aggiunse, dando la sua
parola, per quanto valga la parola di un Elfo Oscuro.
Con
la liberazione del veleno prima e adesso con quell'atto formale, la Compagnia
degli Schiavi delle Foglie aveva cessato di esistere. Dalle sue ceneri, con
l'aggiunta di Merpol e Hond, nasceva la nuova Compagnia delle Razze.
finalmente,
Flavius fu messo in grado di leggere le pergamene trovate nella torre, e subito
i suoi occhi si dilatarono, mentre indicava alcuni passi a Marcellus, non meno
colpito dal contenuto delle rivelazioni. Quindi, diede lettura degli scritti,
traducendo al meglio mano a mano che scorreva le righe aiutandosi con un dito.
Non
mi è possibile citare esattamente quanto vi fosse scritto in quel documento
themanita, il lettore vorrà perdonarmi per questa mia mancanza, ma il senso è
inequivocabile. Le forze del Drago Nero erano al corrente di un indebolimento
del bando fin dai tempi della loro dominazione nel continente meridionale, circa
centocinquant'anni prima. Questo significava che se la cosa era fondata, oggi il
bando poteva essere assai più debole e in pericolo, dal momento che la notizia
non era stata divulgata e nessuna azione sembrava essere stata intrapresa (del
resto, il documento non raggiunse mai il suo destinatario, visto che era ancora
nella torre).
Ad
ogni modo, Marcellus ipotizzò anche che il misterioso corpo degli Inquisitori
themaniti, il cui ruolo era tuttora sconosciuto, fosse stato costituito proprio
allo scopo di indagare su questa vicenda del divieto magico, e che probabilmente
Themanis ne sapeva più di chiunque altro a riguardo, se altri inquisitori erano
riusciti a far giungere a destinazione le proprie osservazioni in materia. Dal
momento che il misterioso scrittore dichiarava chiaramente di non essere in
grado da solo di tenere a bada la frattura che si era verificata in prossimità
della torre a lui assegnata per lo studio, Flavius ipotizzò anche che il Drago
Nero si fosse volontariamente ritirato dal continente affinché la cosa venisse
allo scoperto coinvolgendo le altre razze, di cui c'era ovviamente bisogno e il
cui intervento non sarebbe stato possibile se tutte le nazioni fossero state
sotto il suo dominio. Ovviamente, la cosa suscitò la vibrata protesta di Hond,
ma in fin dei conti nulla poteva essere escluso a priori quando si trattava
delle macchinazioni e dei piani dell'Oscuro Signore.
Proseguendo
nella lettura, si comprese che la torre costituiva certamente un punto di
partenza, una prova sicura di un punto dove di certo esisteva un indebolimento
nel bando. Alcuni riferimenti generici ad un "albero che non dà più i
frutti" sembrarono dare qualche indizio sulla natura stessa del divieto, ma
il grande mistero sulla sua reale essenza e dislocazione restava fitto.
Occorreva indagare in tal senso, raccogliere informazioni complete che secoli
prima erano state suddivise e tramandate incomplete dai vari culti dei Giovani
Dei, affinché fosse possibile coinvolgere i governi, le chiese e tutti gli
altri di cui ora c'era bisogno.
Il
compito spettava alla piccola compagnia, la sola che aveva le prove della
minaccia e che era dunque motivata da queste oltre che dal giuramento appena
sancito dai suoi membri. Una compagnia che avrebbe dovuto eludere la curiosità
delle spie e di chiunque altro si fosse messo sulle sue tracce per spiarne le
intenzioni, dal momento che la sua singolare composizione di certo avrebbe
attratto molta attenzione. Per questo Marcellus e Flavius li sollecitarono a
muoversi prima possibile, nell'arco di due o tre giorni, lo stretto
indispensabile perché Foraeean si riprendesse completamente.
La
loro prima tappa sarebbe stata la città dei templi, Lalaa-Nor, capitale dell'Auldia.
Lì avrebbero potuto mettere assieme i frammenti di conoscenza che servivano per
scoprire la natura del bando e le possibilità che avevano di rafforzarlo, se
questo era ancora possibile, ricorrendo ciascuno alle proprie conoscenze e
capacità.
-
Ricordate - si raccomandò Flavius poco prima di congedarsi da loro, dopo che si
furono accordati sull'equipaggiamento e sui contatti che avrebbero avuto a
disposizione, - la vostra forza è nel giuramento che avete fatto, per difficile
che vi potrà sembrare il rispettarlo. Anche se siete così diversi e in alcuni
casi antitetici, questo significa che in ogni situazione ci sarà chi fra voi
avrà i mezzi per intervenire.
Fece
una pausa squadrando in modo particolare Krilzit e Hond, quindi riprese.
-
Dove il potere di Elendos non sembrerà di aiuto, lo sarà quello di Fuinwen.
Dove Hoadun non sembrerà poter intervenire, vi sarà Morgrim. Ciascuno di voi
porta in sé una parte del tutto. Se saprete capire questo, le nostre sorti
saranno in mani affidabili e sicure!