Standing ovation.
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Goblinesse power: il potere alle donne. Nel contesto dei giochi da tavolo noi non pretendiamo alcuna supremazia, ma sicuramente esigiamo considerazione.
Oltrepassiamo gli stereotipi delle ragazze a cui piacciono i giochi puccettosi (ma chi ve l’ha detto? Io, di giochi puccettosi, ne ho al massimo uno e ce l’ho perché piace a mio figlio grande ); bisogna, secondo me, partire da una considerazione di fondo: ci sono ragazze che, una tantum, si siedono ai tavoli da gioco, ed allora, sì può andar bene anche il gioco leggero, caciarone e senza impegno, e poi…ci sono le altre, quelle (come me) che sono cresciute a pane (poco) e giochi da tavolo (tanti).
Come la maggioranza dei giocatori, ho iniziato anch’io dal mio bravo Monopoli, seguito a ruota da Risiko (che, per i miei tempi, era già tanta roba), ma poi, come ogni buona relazione che si rispetti, cominciamo a volere di più, desideriamo approfondire il rapporto, insomma, vogliamo fare sul serio. Dopo un discreto numero di anni bui, in cui ho perso il compagno di giochi (mio fratello) perché ho vinto un concorso in Toscana e quindi sono pure diventata emigrante, mi sono sposata con un uomo che non ama granché i giochi da tavolo, ho dovuto aspettare che i miei figli crescessero, e, nell’attesa, sono stata un modello perfetto di “goccia cinese”: i giochi da tavolo sono belli, i giochi da tavolo vi piacciono, voi giocherete con la vostra mamma…e tante altre belle frasi di analogo contenuto ripetute fino alla nausea… però, il sacrificio è stato compensato dalla passione che i miei pargoli nutrono per i giochi da tavolo.
Quindi, dicevo, dopo gli anni bui in cui sono stata costretta ad “ibernare” la mia passione, mi sono riavvicinata a questo fantastico mondo: sulla Tana ci son capitata per caso, girovagando in rete e, una volta scoperto il forum, è stata segnata la mia fine: gli acquisti hanno avuto un’impennata clamorosa ma, in compenso, la mia creatività ne ha tratto beneficio : “come faccio entrare il gioco nuovo in casa senza che lui se ne accorga??”…perchè, signori miei (tanto per citare un simpaticone…) quelli che ci guardano dal di fuori, non solo non riescono a comprendere la nostra passione, ma ci mettono pure i bastoni fra le ruote. Come fargli capire che il nostro è invece uno dei pochi vizi “intelligenti”: i giochi da tavolo sono come i libri… ti consentono di impersonare qualcun altro, di calarti nelle ambientazioni più impensate, senza muoversi di un solo passo da casa tua (vedasi i Giullari, felicemente sposati ed entrambi appassionati di giochi da tavolo…grande rispetto e pure tanta invidia, diciamolo!) o, al massimo, spostandosi verso casa di amici o verso ritrovi ludici. Poco importa, come diceva un grande, “il fine giustifica i mezzi”: a noi interessa giocare, ci brillano gli occhi quando si apre la scatola e ci corre un brivido lungo la schiena quando prendiamo in mano un puzzillo…e, se qualcuno ci guarda sconcertato, pensando che siamo degli sciocchi, che guardi pure, neanche ce ne accorgiamo.i nostri occhi sono lì, fissi sul tavolo da gioco…
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