Gran bell'articolo, non credo comprerò il gioco ma mi hai messo una gran voglia di recuperare Fargo (benché non sia un grande amante delle serie TV - tra tutte quelle che ho provato a guardare con la mia compagna che invece le divora, le uniche che mi abbiano convinto del tutto sono Breaking Bad e Better Call Saul). A parte questo, volevo segnalarti che sulle varie accezioni di "verità" in russo ha speso qualche parola interessante Zizek in un saggio contenuto nella raccolta "Benvenuti nel Deserto del Reale", magari recuperalo!
Oggi mi propongo di parlarvi di Chronicles of Crime, gioco di David Cicurel, pubblicato nel 2018 tramite una fortunata campagna Kickstarter dalla Lucky Duck Games (uplay.it edizioni lo ha localizzato in italiano).
Si tratta di un cooperativo puro per 1-4 giocatori (ma secondo il mio parere dà il meglio in solitario o in coppia), con una forte componente digitale, data dal grande uso dell'apposita app che il gioco richiede. Questo lo rende evidentemente un ibrido tra gdt e videogioco, addirittura azzarderei a definirlo un videogioco con componenti da tavolo: nonostante questo, la componente tattile del tabellone e delle plance dei luoghi usate come display per tenere gli indizi e le carte personaggio in ordine è fondamentale per avere tutte le informazioni sott'occhio, cosa che il videogioco non riuscirebbe a fare.
Il gioco
Ma andiamo con ordine: il gioco si compone di carte personaggio, carte indizio, plance luogo, plancette degli esperti (scienziato/medico/hacker/criminologo), tutto quanto dotato di codice QR e tabellone principale; il regolamento è davvero quasi superfluo, in effetti l'uso dell'app è intuitivo e praticamente è necessario solo sapere che i personaggi si possono interrogare su tutto, tranne i luoghi.
Quindi, una volta scelto il caso da risolvere, inizieremo a scannerizzare i codici QR delle carte personaggio in gioco, ponendo delle domande su oggetti vari trovati sulla scena del crimine. Infatti, al momento giusto e nel luogo giusto, ci verrà proposto di esaminare una scena, dove potremo raccogliere indizi. Se abbiamo anche gli occhialini 3D (acquistabili a parte) l'immedesimazione sarà maggiore.
Alla fine, quando saremo sicuri di avere risolto il caso e di avere chiari tutti i passaggi, potremo dare la soluzione: ci verranno poste alcune domande e ci verranno assegnati punti in più o in meno in base alla correttezza delle risposte. I casi sono ben scritti e alcuni davvero difficili da risolvere al primo tentativo; utile avere carta e penna per scrivere appunti, altrimenti si rischia di non ricordarsi il nome del personaggio 15 e chi è suo fratello.
La scatola del gioco base contiene alcuni scenari, quelli della polizia scientifica di Londra, più un tutorial; altri casi sono gratis per chi ha partecipato al crowdfunding, altrimenti a pagamento. L'implementazione più interessante è il fatto che, chiunque voglia, possa creare un nuovo scenario disponibile a tutti gratuitamente (li trovate su BGG). Si trovano anche casi fan-made adatti a essere risolti in famiglia.
Le espansioni
Contemporaneamente al gioco base, sono state finanziate e pubblicate due espansioni: Noir e Welcome to Redview; ogni espansione è caratterizzata da un'ambientazione particolare e da una variazione della modalità di gioco.
In Noir, anziché avere i quattro esperti avremo le azioni speciali pedinamento/irrompere/corruzione/intimidazione, in tema con i romanzi hard-boiled; in Welcome to Redview, ambientata in una cittadina del Maine negli anni Ottanta, non ci sono omicidi, ma sparizioni di animali e un gruppo di ragazzini intenzionato a scoprire cosa succede; anche in questo caso, non abbiamo a disposizione gli esperti, ma la forza e la scaltrezza dei componenti del gruppo.
Il gioco ha ricevuto un riscontro di vendite talmente positivo da allestire un'altra campagna Kickstarter, ovvero la Millennium Series, con ben tre nuove espansioni, ambientate negli anni 1400, 1900 e 2400.
Dato che siamo di fronte a un prodotto seriale, non potevo che abbinarlo ad una serie televisiva... e quale serie ci racconta nel miglior modo possibile di crimini ingarbugliati nonché svoltisi in periodi storici diversi, se non Fargo?
Ispirata al leggendario film dei fratelli Coen del 1996, la serie prende spunto da esso per raccontarci storie di pavidi e pavide che prendono la decisione sbagliata al momento sbagliato e che portano avanti tale decisione con ostinazione, commettendo crimini impacciati con conseguenze esponenzialmente disastrose. Il tutto avviene nella nevosa zona del Midwest statunitense, per tenere fede al titolo. Altri tratti in comune a tutte le stagioni sono la presenza di un tutore della legge che incarna il Bene e l'Ordine, in contrasto con un personaggio che incarna il Male e il Caos.
Lo showrunner della serie, che ha comunque il patrocinio dei Coen, è l'ottimo Noah Hawley, che ha saputo rispettare l'idea che sta alla base, anzi, come vedremo, ha saputo perfezionarla al punto da ottenere un prodotto televisivo che non ha nulla da invidiare alla grande letteratura.
Ho cercato di essere abbastanza spoiler-free scrivendo il meno possibile della trama, ma se non avete ancora visto la serie, recuperatela al più presto e poi leggete.
Stagione 1 (2014)
La prima stagione è la più simile al film. Siamo nel 2006, Martin Freeman interpreta il sempliciotto Lester Nygaard sedotto dal Male, vale a dire Billy Bob Thornton/Lorne Malvo, figura mefistofelica che ci interroga sul libero arbitrio: "è questo quello che vuoi?", ripeterà nei momenti-chiave della storia.
Ogni stagione ha come tema principale una fiaba: qui l'ispirazione è data da Cappuccetto Rosso, il giubbotto imbottito di Lester si fa decisamente ricordare, e viene citata spesso la figura del lupo, che accompagna Malvo nei punti salienti.
Sono frequenti anche le citazioni bibliche, purtoppo alcune si perdono nella traduzione, come per esempio quando Malvo incontra Lou nella tavola calda e dice che non mangia una torta così buona "since the Garden of Eden" (dai tempi del Giardino dell'Eden), per questo consiglio la visione in lingua originale, se possibile.
Da ricordare anche il racconto dell'orso intrappolato, che anticipa ciò che succederà alla fine.
Le figure stile macchietta dei due agenti dell'FBI ricordano i personaggi di Vladimir ed Estragon in Aspettando Godot di Samuel Beckett, uno filosofo e l'altro più terra terra.
Stagione 2 (2015)
L' anno è il 1979, quello del massacro cui si accenna nella stagione 1. Una giovane coppia (gli ottimi Kirsten Dunst e Jesse Plemons) viene coinvolta involontariamente in una faida tra clan mafiosi.
I temi portanti sono il tentativo di emancipazione femminile, i problemi dei reduci del Vietnam, la questione spinosa dei nativi americani e gli avvistamenti di UFO (uno in ogni episodio, "vero" o disegnato).
Le figure potenti sono la mater familias del clan malavitoso, la nipote ribelle e la fiera Peggy; ognuna a suo modo cerca di alzare la testa in un mondo che le vorrebbe sottomesse; Ohanzee, il nativo che ha combattuto in Vietnam e cova un rancore ancestrale ed è anch' egli in cerca di riscatto; Mike Milligan, colto fuorilegge che cita Lewis Carroll con la poesia Jabberwocky prima di compiere una strage (che ci ricorda tanto il Jules di Pulp Fiction) e che disquisisce sui due significati della parola rivoluzione (astronomico e storico).
La seconda stagione si distingue anche e soprattutto per lo split screen, effetto cinematografico usato e abusato soprattutto negli anni Sessanta e Settanta (successivamente si è visto per lo più nei videoclip musicali).
In epoca più recente è stato recuperato in modo sensato da Brian DePalma, che ha fatto dello split screen la sua cifra stilistica, come nel capolavoro Omicidio in diretta (Snake Eyes, 1998) e dalla serie tv 24 (id., 2001-2010), per permettere la contemporaneità di scene in episodi che dovevano mimare il tempo reale: 24 episodi a serie di 45' l'uno, a formare le ore di una giornata intera.
In Fargo, Noah Howley usa lo split screen in maniera significativa e nuova, innanzitutto come omaggio al setting temporale del 1979, sia per attirare la nostra attenzione sui dettagli, sia per farci capire a cosa stanno pensando i vari personaggi, sia come introspezione psicologica.
Approfondiamo quest'ultimo punto con tre scene in particolare:
- la prima volta che vediamo la coppia Lou e Betsy, lui è illuminato da una luce calda, lei invece è al buio, avvolta da una luce blu (simbolo della preoccupazione per il suo stato di salute), immagine ancor più da applaudire, in quanto non si tratta di un vero split screen, ma di un'inquadratura che lo imita;
- altro grande momento, quando Peggy ed Ed discutono in auto, divisi dalla linea nera, che ci indica una divisione di intenti e di obiettivi;
- la scena drammatica di Bear nel bosco con la nipote, quando lui le dice: "È già successo": non vediamo cosa succede, vediamo il prima e il dopo, quasi un gesto di pietà per la vittima.
Stagione 3 (2017)
L'anno è il 2010. Ci sono telefoni cellulari e si cita Facebook più volte. Si racconta la storia di ripicche tra due fratelli (entrambi interpretati da Ewan McGregor), uno arricchitosi con un'azienda di parcheggi, l'altro spiantato giocatore di bridge. Il primo finirà preda del misterioso V.M.Varga (David Thewlis), lupo bulimico che inghiotte tutte le società in cui "investe". Qui troviamo riferimenti a:
- Pierino e il lupo di Prokof'ev, l'episodio 3X03 rende palese questo omaggio;
- il Canto di Natale di Dickens;
- la figura potentissima dell'ebreo errante, che si manifesta nei punti salienti della stagione. Quando entra in scena: pelle d'oca.
- Inoltre, da ricordare la poliziotta che "lotta" coi dispositivi dotati di fotocellula, che misteriosamente non rilevano la sua presenza, a significare una donna sospesa fra due esistenze (capo/non più capo di stazione di polizia; sposata ma separata in attesa di divorzio).
Ma forse il tratto distintivo della terza stagione, ancor più che nelle altre, è la definizione di verità. Yuri, uno dei sicari, nell'episodio 4, parla della parola verità, spiegandoci che in russo si distingue: ‘pravda’, che è la verità degli uomini, ‘istina’, la verità di Dio, e ‘nepravda’, che è ciò che chi governa decide che sia la verità. Nell'incipit della serie, che sembra staccato dal resto, vediamo all'opera tutte e tre le accezioni. Jakob rappresenta la ‘pravda’, noi spettatori siamo ‘istina’, mentre il colonnello è la ‘nepravda’. Tutto questo anticipa l'arrivo di V.M.Varga e le sue manipolazioni della verità. Ultima cosa, ma non meno importante, la menzogna con cui ogni episodio di ogni stagione si apre, ‘THIS IS A TRUE STORY’, qui "sfuma" in maniera diversa dalle altre stagioni. Finora, la parola ‘TRUE’ rimaneva per ultima, qui scompare per prima, probabilmente a significare che la verità si può cambiare, corrompere, nonostante nella società contemporanea ci illudiamo di avere informazioni vere... forse ne abbiamo solo di più che in passato.
Stagione 4 (2020)
Stavolta siamo nel 1950, la morte del boss mafioso italoamericano Donatello Fadda mette in crisi l'equilibrio tra la sua cricca e quella di Loy Cannon (Chris Rock), col contorno di un'infermiera-angelo della morte (Jessie Buckley), il tutto raccontatoci dalla giovane Ethelrida, di padre bianco e madre di colore.
il Caos qui prende la forma e gli occhi strabuzzati di Gaetano Fadda (Salvatore Esposito), pentola a pressione pronta a esplodere.
Le citazioni della quarta stagione sono:
- la fiaba di Riccioli d'Oro e i tre orsi;
- i richiami a Il Padrino (The Godfather, Coppola, 1972) e a Gli Intoccabili (The Untouchables, DePalma, 1987)
Fondamentali il dialogo tra il boss Cannon e un suo fidato sull'equilibrio tra potere e controllo (non puoi avere entrambi, più potere hai, meno controllo avrai) e il monologo della zia di Ethelrida all'ingenua nipote sulla differenza tra essere fuorilegge e contro la legge. Tragicomici i tentativi della gang di Cannon di proporre ai banchieri la novità delle carte di credito. Da menzionare anche il notevole episodio 4X09 girato in bianco e nero.
Presonaggi preferiti dalla sottoscritta: il sordomuto Mr.Wrench, figura che unisce le stagioni 1, 2 e 3 e Mike Milligan, che unisce la 2 e la 4.
Quali sono i vostri?
Colonna sonora consigliata (sono alcune delle canzoni usate nel corso della serie... c'è anche il nostro Celentano!): Yodel Boogie Wylie & the Wild West del 2001; Oh Well Fleetwood Mac del 1978; American Wedding Gogol' Bordello del 2007.