Severo, ma giusto...
Finanziato a malapena tramite Kickstarter dopo una prima campagna abortita, Guardians of Xobos è un gioco di guerra e controllo territorio - chiamarlo wargame sarebbe davvero pretenzioso - per 2-4 partecipanti, 60-90 minuti dichiarati, destinato a un pubblico abituale (12+) e basato anche su meccaniche di movimento punto-a-punto e gestione risorse.
Come si gioca a Guardians of Xobos
La mappa rappresenta in modo rudimentale la superficie di un pianeta con una rete di punti movimento. Ogni giocatore ha quattro guardiani (dei mostroni) e nove quark (dei pippoidi) che servono a combattere e raccogliere cristalli, i quali a fine partita - ossia dopo il quindicesimo round - forniscono punti secondo la seguente formula:(cristalli accumulati + guardiani superstiti) x reattori costruiti = punti vittoria finali.
Ogni round è diviso in due fasi: movimento e costruzione.
Nella prima, ogni giocatore, in ordine di turno, muove tutti i suoi guardiani (uno spazio) e quark (due spazi) per la mappa, al fine di combattere e occupare spazi in cui costruire edifici ed estrarre cristalli. Quando si capita adiacenti a un nemico si può dichiarare il combattimento, a cui il nemico risponde con la difesa, la fuga o il contrattacco. Ogni spazio può attaccare in solo altro spazio, ma uno spazio può subire attacchi combinati da più spazi adiacenti (in questo caso l'eventuale contrattacco sarà indirizzato solo verso uno degli attaccanti).
Il combattimento è risolto in modo matematico, sommando la forza di guardiani, quark e varie abilità speciali e sottraendo quella dei difensori con relative caratteristiche. I quark che combattono muoiono sempre in automatico; le ferite in eccessi si scaricano sul guardiano.
L'unica particolarità è data dal fatto che i guardiani possono sviluppare abilità per aiutare quelli negli spazi adiacenti in combattimento, creando un “legame” che però si interrompe nel momento in cui ci si allontana, o il supporto attacca a sua volta.
Nella fase costruzione ogni giocatore spende le risorse accumulate grazie ai vari edifici produttivi per potenziare il suo esercito e costruire nuove cose (sulla mappa sono simboleggiate solo da segnalini: la loro vera natura, come detto sopra, è celata agli avversari).
Il gioco è tutto qui.
Prime impressioni
Non mi stupisce che la prima campagna Kickstarter sia fallita e la seconda abbia raccolto solo 538 dollari in più dei diecimila richiesti per il funding, con appena centosessantotto sostenitori.
Pubblicato forse trent'anni fa avrebbe avuto un senso: oggi non vedo motivi né estetici, né tematici, né soprattutto meccanici per giocare a Guardians of Xobos. Anche quello che poteva essere il punto di forza del sistema, ovvero i guardiani che si supportano a vicenda, pare essere sviluppato in modo elementare e senza una degna importanza.
Non discuto che l'autore vi abbia messo passione e dedizione; ma mi pare un prodotto non solo acerbo, ma anche inesperto - un po' come il primo tentativo di qualcuno che ha giocato finora a RisiKo! o poco più.
Quindi, onestamente, non vedo motivi validi per consigliarlo ad alcuno.