Per noi miglior gioco dello scorso anno... Acquisto obbligatorio.
La seguente anteprima si basa sulla sola lettura delle regole e non ha in alcun modo valore di recensione.
Ormai - l'abbiamo capito - un'espansione non si nega a nessuno.
Un'espansione può raddrizzare un gioco uscito male, come pure peggiorare un gioiellino impuro. A volte è inutile, molto spesso è una scusa per spillare qualche soldo in più. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, un'espansione si limita a fare quello che dice il nome, ossia ampliare un titolo, introducendo nuovi materiali, nuove meccaniche, quasi sempre - mannaggia - i pezzi per giocatori ulteriori in colori improbabili (che so: il grigio di Village o quell'accoppiata da vomito marrone-verde scuro de I coloni di Catan).
Ebbene: con Lorenzo il Magnifico: House of Renaissance e i suoi cilindri rosa che nemmeno l'auto delle Pink Ladies ricadiamo esattamente in quest'ultimo caso.
L'espansione
In House of Renaissance, prima espansione del celebrato piazzamento rotoli di Flaminia Brasini e Virginio Gigli con Simone Luciani, i giocatori sono a capo di una delle potenti casate del Rinascimento - cosa che in un gioco da tavolo non si era mai vista. Ogni casata ha abilità riservate, le quali - sulla falsariga di quelle dell'ottimo Sulle tracce di Marco Polo, di cui lo stesso Luciani è coatuore - sono piuttosto forti. A titolo di esempio, i Montefeltro possono recuperare le risorse spese per costruire un edificio, i Malatesta non spendono punti militari per intraprendere delle imprese e i Della Rovere hanno introiti generati dal tracciato fede.
Non è tutto qua, ovviamente: il cuore dell'espansione è - udite! udite! - una quinta torre, che va a inserirsi a fianco del tabellone, lato tracciato militare. A questa torre sono destinate le nuove carte, in numero di quarantotto e nei quattro colori soliti: di queste, ovviamente, ne saranno usate solo la metà a ogni partita, accontentando così chi chiedeva maggior variabilità in questo senso pur continuando a garantire - con una certa eleganza - la comparsa di tutte le carte del gioco base (fattore, questo, che garantisce a Lorenzo il Magnifico quel valore strategico che pure in molti - legittimamente - additano come uno dei principali difetti del titolo).
Le nuove carte presentano alcune abilità nuove, e pure piuttosto importanti: tra le altre, sarà possibile pescare una carta leader dal mazzo, passare in testa al tracciato militare e ottenere bonus aggiuntivi spedendo un familiare al mercato per comprare un topolino. Quanto al bilanciamento, tallone d'Achille di queste scelte coraggiose, staremo a guardare: avendo imparato a conoscere gli autori, non ho comunque particolari dubbi al riguardo.
Ai nuovi effetti (ma anche alle abilità di alcune delle casate e dei nuovi leader, e perfino alle ricompense per i due spazi alti della quinta torre) sono associati una manciata di gettoni speciali, simili per concetto a quelli della mini-espansione del già citato Sulle tracce di Marco Polo. Essi garantiscono risorse, punti fede e piccoli servitori viola in combinazioni variabili e generano diverse sotto-meccaniche che, se non complicheranno il titolo, potranno essere intriganti. Va detto che sul tabellone, ormai più rattoppato della rosa dell'Inter a gennaio, va posta una nuova tessera che sostituisce il palazzo del consiglio (i gettoni sono ottenibili anche come privilegi) e, contestualmente, aggiunge un quinto spazio per i dischetti dell'ordine di turno.
Del quinto giocatore e dei relativi nuovi materiali (ovviamente è inclusa anche la plancia) ho detto; completano il tutto tre nuove tessere scomunica - una delle quali applicabile anche al solo gioco base, dato che prevede di perdere punti per le carte in eccesso oltre alla quarta, di qualsiasi colore - e due tesseroni che vanno a modificare i requisiti degli spazi azione delle torri (in una partita a due-quattro giocatori, per esempio, serviranno familiari più forti). Da notare che queste tessere, che a ogni turno si spostano su una torre diversa, presentano degli oblò per consentire a Gianni Togni di continuare a guardare il privilegio che c'è sotto.
Prime impressioni
Insomma, che aggiungere oltre a quanto detto a proposito dell'espansione di Lorenzo il Magnifico?
Gli autori sanno il fatto loro, soprattutto quel volpone di Luciani che ormai ha una certa esperienza di successi: non ho dubbi sul fatto che Houses of Renaissance riesca a dare qualcosa in più a un gioco che, va detto, non ne ha comunque bisogno (e che, dal canto mio, devo ancora esplorare a fondo - ragion per cui non ho idea se comprerò o meno l'espansione, pur conscio del fatto che, quando sarà introvabile - perché sarà introvabile -, in caso di mancato acquisto me ne pentirei).
L'inserimento dell'asta, in posizione marginale ma nemmeno poi troppo, è simpatica e, sebbene puzzi Principi del Rinascimento da lontano un miglio, credo si inserisca molto bene nel tutto; pure i gettoni non sembrano creare grandi grattacapi, quanto al loro funzionamento.
Ciò che mi fa un po' storcere il naso è il tabellone rattoppato: passino le tessere che adattano gli spazi azione del gioco base in funzione del numero dei giocatori (sono fatte molto bene e quasi non si vedono); ora però, oltre a questi, compaiono anche il nuovo palazzo del consiglio, una torre attaccata al tracciato segnapunti come un gatto a un divano nuovo e pure 'sto calibro per le mele, che si aggira come uno spettro di torre in torre. Forse sarebbe stato antieconomico - non che mi aspetti che quest'espansione andrà via per un tozzo di pane -, ma forse avrei pensato a un tabellone nuovo, già per cinque giocatori e con cinque torri (anche perché quello del gioco base non è particolarmente grande). Ci sarebbero state comunque le tessere sopra per garantire la scalabilità, ma almeno il tutto sarebbe stato un po' più pulito. Quisquilie, comunque - sempre che si scriva così.
Curiosità molta e pochi dubbi, insomma: Houses of Renaissance non stravolgerà nulla, come del resto non aveva fatto lo stesso Lorenzo il Magnifico, ma sicuramente darà nuova linfa a un gioco che si è conquistato una fetta di pubblico consistente e vincendo le critiche che lo vedevano troppo simile sia a Sulle tracce di Marco Polo, non è proprio così e, anzi, ci si avvicinerà di più ora coi poteri riservati delle casate, e soprattutto a Grand Austria Hotel. Di quest'ultimo, va detto, ricorda ben poco, se non per qualche aspetto, primo tra tutti il tracciato fede. In realtà Lorenzo il Magnifico è un gioco che lascia un sapore molto diverso per via del forte motore esponenziale che crea e che, nel titolo asburgico, è del tutto assente, cosa che me lo fa preferire, ma è ovviamente un parere squisitamente personale.
Quanto ai materiali la Cranio Creations è una garanzia, anche se qualche fustella mal tagliata e senza ragù aveva un po' raffreddato gli entusiasmi sul gioco base. Anche qui non ci si aspettano brutte sorprese insomma.
Un ultimo accenno lo merita il comparto grafico: intanto, sempre belli e rassicuranti i disegni, ma non è una novità. Interessante inoltre la scelta del colore della scatola, 'sto rosso-giallo tra il rubino e il miele, un po' senape un po' succo di pomodoro; ma mai quanto quella di Klemens Franz di raffigurarci sopra Massimo Ghini e Jimmy Ghione.