Eterno lo è, nel senso di posizione nella storia de gioco stesso.
Il primo comprato con i soldini della paghetta negli anni '70. Giocato fin quasi a consumarlo. Difficile convincere qualcuno oggi a giocarci...
Classe quarantasei, Stratego è spesso annoverato tra i grandi classici del gioco da tavolo, sebbene - parere personale - a differenza di altri, fino a oggi ha perso ben poca della sua brillantezza - qua una mia imberbe recensione, la mia prima per la Tana, a tal proposito.
Nel regolamento del gioco, astratto ai limiti dello scacchistico, eppure con qualche cenno di ambientazione - i salti degli esploratori, gli artificieri che possono disinnescare le bombe - spicca tuttavia un singolo pezzo, potenzialmente in grado di cambiare le sorti della battaglia: la spia.
Spia, la sfida della bugia
In un gioco dalle rigide gerarchie - colonnello vince su capitano, tenente vince su sergente - un personaggio come quello della spia è quello a cui è affidato il ruolo di far saltare il banco con un colpo a sorpresa, ossia l'assassinio del maresciallo avversario [in molti eserciti ottocenteschi, e per la verità ancora oggi, tale grado rappresenta il vertice della gerarchia militare, NdA] - risultato altrimenti ottenibile solo mediante il sacrificio del proprio omologo.
Con un'importante precisazione: la spia è e rimane il pezzo più debole dello schieramento e dev'essere lei ad attaccare il maresciallo nemico, non il contrario. Ne consegue, oltre alle implicazioni tattiche del pezzo, anche la difficoltà connessa al suo posizionamento iniziale - personalmente tendo a tenerla dalle parti del generale, come garanzia per un eventuale attacco del maresciallo avversario, ma non è certo l'unica soluzione, né è detto che sia la migliore -, e al suo movimento, che dev'essere il meno plateale possibile se non le si vuole evitare un'ingloriosa e inevitabile uscita di scena.
Del carro di buoi
La spia - che nelle ultime edizioni della Jumbo, purtroppo non più caratterizzate dalle icone e dalle torrette merlate (che a livello ergonomico erano una spanna sopra - segno che non sempre nuovo è meglio) è raffigurata come una bella donna mora un po' Mata Hari, un po' Eva Green - è, dunque, se non il pezzo più importante tra i quaranta a disposizione, sicuramente quello più difficile da utilizzare bene e tra i più temuti, soprattutto se si lancia in attacco il maresciallo forte del suo grado.
Gioco vecchio, Stratego. Sicuramente superato, sicuramente poco appetibile, anche per la componente mnemonica che richiede e che purtroppo non siamo più abituati a tollerare.
Eppure, scevro dei difetti di altri giochi della sua epoca - non è eterno, non è aleatorio, non prevede l'eliminazione di un giocatore - è invecchiato straordinariamente bene.