Ma... se prendendo una carta dagli scarti avversari la paghi in altre carte che hai in mano, e se queste carte possono avere un punteggio negativo a causa dei segnalini opinione pubblica... qui in realtà ci sono forme di interazione diretta che possono essere importanti. E pure fastidiose a fine partita. Sbaglio?
La seguente anteprima è basata sulla solo lettura delle regole ,e in nessun modo, ha valore di recensione.
Ormai produrre i giochi secondo la tradizionale filiera produttiva non va proprio più di moda, e anche il titolo di cui parlerò oggi non fa eccezione. Infatti, anche Museum della Holy Grail Games vede la luce dopo una campagna di crowfunding di successo. Nel gioco di Olivier Melison and Eric Dubus, da 2 a 4 giocatori vestiranno il ruolo di curatori di museo all’inizio del secolo XX. Attraverso la collezione di antichi manufatti e spedizioni negli angoli più sperduti del mondo cercheremo di portare al nostro museo la collezione di rarità più spettacolare di tutte.
Il gioco in sintesi
Il turno di gioco è diviso in due fasi:
- la fase esplorazione;
- la fase azione.
Nella fase esplorazione il giocatore di turno prende una carta oggetto tra quelle disponibile, dopodiché ogni avversario può fare lo stesso, ma per ogni avversario che prende una carta il giocatore di turno guadagna un segnalino prestigio, poi si passa alla fase azione, in cui il giocatore di turno potrà scegliere tra:
- ampliare il museo;
- fare l’inventario.
Se si sceglie la prima opzione, si potrà scegliere tra varie possibilità e giocare una carta oggetto da aggiungere alla propria mostra. Per farlo la carta potrà essere giocata dalla propria mano, ma anche dalla propria pila degli scarti o persino dagli scarti di un altro giocatore, se gli daremo in cambio un segnalino prestigio.
Se si decide di fare l’inventario, invece, si possono prendere in mano tutte le carte nella nostra pila degli scarti, tenendo però presente che il limite di carte in mano alla fine del turno è di sette carte.
Alla fine del turno di ogni giocatore la plancia dei continenti viene riempita, all’inizio del turno del primo giocatore – tranne il primo – si pesca una carta evento e si rifornisce la plancia del personale.
Il gioco termina nel momento in cui uno dei giocatori raggiunge o supera i cinquanta punti, allora si dà il via all’ultimo turno, dopodiché si procede con il calcolo del punteggio della propria collezione.
La collezione può essere data da tre elementi:
- per civiltà, ci sono tre civiltà per ogni continente per un totale di dodici;
- per tipologia del manufatto (ne esistono sei tipi come architettonico, navale, agricolo eccetera);
- per le collezioni miste che richiedono entrambi gli elementi. Questa terza categoria è determinata da una carta mecenate pescata ad inizio partita, che garantirà punti a determinate condizioni.
Prime impressioni di Rosengald
Sicuramente il gioco mi ha attratto per la tematica, in quanto mi piacciono molto i musei, poi ho letto che tra le civiltà americane sono stati preferiti i maya agli aztechi e tutta la curiosità è svanita. Cavolate a parte, il titolo si presenta come un gioco semplice e abbastanza rapido, infatti la durata indicata è tra i trenta e i sessanta minuti. Un gioco di draft e di collezione set con qualche spunto interessante, ma anche aspetti già visti. L’idea di poter pescare anche nel turno dell’avversario - dandogli però un segnalino prestigio - sembrerebbe molto carina, e anche la pila degli scarti che diventa accessibile a tutti.
La dinamica di pagamento del costo della carta con altre carte che si hanno in mano funziona sempre, anche se è già stata usata in titoli come Race for the galaxy o Origami, perché solitamente riesce a mettere il giocatore davanti a delle scelte.
Da un lato in questo gioco si potrebbero scartare carte con più tranquillità, visto che gli scarti sono rigiocabili, dall’altro lato bisognerà stare attenti perché le carte diventano disponibili anche per i nostri avversari; cosa che potrebbe portare ad un po’ di paralisi, soprattutto in quattro giocatori, se si cerca di pagare il costo quando si hanno molte carte e si cerca la combinazione che meno favorisca gli avversari.
L’idea dell’opinione pubblica sembra interessante, anche se, avendo a disposizione un’azione per riprendere tutte le carte della pila degli scarti, parrebbe che il malus sia abbastanza arginabile. Ogni plancia museo ha anche una galleria principale che dà punti vittoria addizionali se è completamente riempita - e altri ancora se è riempita con solo oggetti di un’unica collezione (civiltà o tipologia).
Segnalo anche che sulla pagina del progetto su Kickstarter sono disponibili già mini-espansioni da pochi euro che dovrebbero aggiungere carte a tema, dall’archeologia all’onnipresente Cthulhu – anche basta, per favore!
Mi avvio a concludere dicendo che il gioco sembra interessante senza essere particolarmente innovativo; ma, se vi piacciono i giochi di carte e di collezione set, potrebbe valer la pena provare questo titolo. Io sicuramente lo proverò appena ne avrò l’occasione.
Prime impressioni di Agzaroth
Ci sono un paio di twist interessanti in questo gioco. Il primo è ovviamente la possibilità di comprare dagli scarti degli avversari, tenendo presente però che si pagherà a loro il prezzo dell'opera, spesso con altre opere, quindi fornendo di fatto loro nuove opportunità.
Il secondo è che prezzo e punti vittoria sono equivalenti (un'opera che vale tre punti, costa tre e vale anche sempre tre per pagarne eventualmente altre); quindi quello che è fondamentale sarà la ricerca della combo più remunerativa a fine partita, perché quello potrà fare la differenza.
Infine il tempismo: riprendere in mano gli scarti non solo dà “moneta” al giocatore, ma toglie anche agli avversari possibilità di gioco. Farlo troppo spesso, però, implica perdere dei turni in cui non si metteranno carte al museo e, quindi, non si faranno punti. Nonostante l'astrazione del titolo, peraltro ben illustrato, un certo interesse quindi c'è - non tanto da spingermi personalmente all'acquisto, ma almeno da segnalarvelo.